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Fausta Di Falco, VERBAVOLANT e Psicometrica

gennaio 10, 2012

di Massimo Maugeri

Verbavolant è una giovane casa editrice che ha sede a Siracusa, nata dall’entusiasmo e dalla intraprendenza della giovane titolare, Fausta Di Falco che, dopo aver conseguito una laurea in Lettere e aver frequentato alcuni corsi specifici, decide di aprire una propria attività editoriale.

– Fausta, quando e come nasce “VerbaVolant edizioni”?
L’attività è nata a fine 2004 ma è solo da un paio di anni che ho deciso di buttarmi in questo lavoro in tutto e per tutto.
Una volta presa la laurea in lettere ho cominciato a guardarmi un po’ intorno. Non volevo fare l’insegnante (e fra l’altro ormai è una carriera difficilissima e sofferta!) e mi sarebbe piaciuto lavorare per una casa editrice. Qui in Sicilia, però, non c’era la possibilità di fare qualcosa di concreto e avrei dovuto provare a “espatriare”. Io però non volevo essere costretta ad andar via per costruire la mia vita, l’avrei vista già come una sconfitta. Così, con coraggio e molta incoscienza, mi sono lanciata in quest’avventura.
Non è stato per nulla facile, soprattutto all’inizio. Troppe porte chiuse in faccia, in primo luogo dai distributori con i quali ho avuto pessime esperienze. Così, a un certo punto, un po’ scoraggiata e presa da altre attività (perché con la sola casa editrice non guadagnavo quasi nulla) ho un po’ mollato la presa e l’ho trascurata.
Da un paio di anni, però, ho ripreso in mano la situazione e mi sono detta che nessuno avrebbe potuto fermarmi! Così, partendo dalla pubblicazione di racconti inediti di Oscar Wilde che hanno avuto un bel po’ di successo e che sono stati recensiti anche da giornali nazionali come il Messaggero e il Sole 24 ore, è iniziato il nostro percorso di crescita. Ad affiancarmi altri giovani che credono in questo progetto.

– Qual è il progetto editoriale?
Con il passare del tempo abbiamo deciso di rivolgere la nostra attenzione a tre collane: Ad|maiora!, collana di narrativa; Gr[een]aphic novel, la collana di graphic novel, e quella dedicata ai bambini.
Non abbiamo escluso i fuori collana e gli inediti di Oscar Wilde ne fanno parte.

– Qual è la vostra posizione rispetto alla cosiddetta “editoria a pagamento”?
Una delle prime cose che diciamo quando ci presentiamo a qualcuno, o quando presentiamo un libro davanti a un pubblico che ancora non ci conosce: non chiediamo nessun contributo per la pubblicazione! Organizziamo da 4 anni un concorso per le scuole superiori della nostra provincia quindi incontriamo centinaia di ragazzi. Proprio a loro, che devono ancora capire “come gira il mondo”, diciamo di stare attenti. Gli editori a pagamento continuano a esistere perché la gente non sempre sa come funzionano i meccanismi “virtuosi” o perché ha così tanta voglia di pubblicare che non ha la pazienza di aspettare, provare, riprovare anche rinunciare a volte.

– Di recente avete pubblicato “Psicometrica”, un libro a fumetti. Che cos’è la “Psicometrica? E di cosa tratta il volume?
La psicometria è la capacità di trarre da un oggetto delle immagini che si riferiscono alla sua storia, in particolare alle persone che hanno avuto un contatto con quell’oggetto.
Il fumetto si apre e si chiude con una cornice fantascientifica: attraverso un lettore psicometrico si viene a conoscenza delle persone che hanno avuto contatti con un determinato oggetto. Ma dell’oggetto si segue anche la storia di sfruttamento che c’è alle spalle. In effetti “Psicometrica” è un fumetto sullo sfruttamento dei lavoratori per la produzione di oggetti di uso comune; dal coltan ai palloni, dai bisturi ai tappeti, un viaggio che ci porta alla scoperta di realtà di sfruttamento terribili di donne, uomini e bambini nei vari continenti. Il volume è arricchito da schede di approfondimento redatte dalle più importanti associazioni che si occupano di queste tematiche (Emergency, Greenpeace, Unicef, Banca etica, solo per citarne alcune).

– Che tipo di spazio darete ai Graphic Novel all’interno del vostro progetto editoriale?
Crediamo molto in questa collana di Graphic novel e abbiamo già dei bei progetti in cantiere. Al salone del libro di Torino presenteremo due novità per noi importanti: un nuovo romanzo della collana Admaiora!, una vera e propria chicca di cui ancora non posso dire nulla, e un graphic novel. Di quest’ultimo posso dirvi, invece, che è stato scritto e disegnato da due autori già affermati. Il titolo? “Diario della pioggia”; sceneggiatura di Marcello Benfante e disegni di Gianni Allegra. Ma sono in lavorazione altri 4 graphic novel che usciranno tra la fine del 2012 e la prima metà del 2013. Uno di questi approfondirà le tematiche trattate da “Morsi D’Africa”, pubblicato a dicembre e scritto da un operatore umanitario che ha girato il mondo, Giorgio Trombatore.

– Oltre a “Psicometrica”, quale altro libro pubblicato da Verbavolant consiglieresti a un vostro potenziale nuovo lettore?
I nostri libri sono tutti curati con amore; perlomeno noi ce la mettiamo tutta anche perché secondo noi un libro deve anche essere bello da guardare, da sfogliare. Non importa che sia illustrato, diversamente un romanzo non potrebbe essere fisicamente “bello”. No, un libro deve essere ben curato, ben impaginato, con una bella copertina e una carta piacevole al tatto. Deve profumare d’inchiostro e legno. I libri per me sono piccole opere d’arte.
Al pubblico potrei consigliare di leggere due romanzi della collana Admaiora! “Soggetti del verbo perdere” di Stefano Amato, il primo che ritengo ancora, a distanza di anni, molto bello e “Apocalisse in pantofole” di Francesco Franceschini. Consiglierei anche di tenere sul comodino una copia de “Le parole del Giglio” di Oscar Wilde, curato da Gianni Di Noto: leggere un racconto inedito a sera può essere molto piacevole!
A un nuovo lettore consiglierei anche di seguirci attraverso il nostro blog dove raccontiamo tutte le nostre avventure e disavventure quotidiane.

(Questo post è legato al dibattito sui graphic novel in corso su Letteratitudine)

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