SPECIALE LUCCA COMICS & GAMES 2013 (Parte III)
Intervista “epica” a David Rubin
dal nostro inviato a Lucca, Furio Detti
David Rubin, autore spagnolo di grande interesse, dallo stile crudo ma irrinunciabilmente onirico, già letto in Italia con Dove nessuno può arrivare (2007, premio Migliore autore rivelazione al Salone Internazionale del fumetto di Barcellona) La sala da té dell’Orso malese (2009, premio Autore rivelazione a Barcellona) presenta a Lucca Comics 2013 il suo cofanetto speciale in edizione limitata, per l’edizione italiana de L’Eroe, con Tunué. Un ritorno alle storie epiche con “uomini duri” e nemici terribili. Abbiamo fatto un’intervista-lampo approfittando della giornata di sole (senza nubi): che Zeus ce la mandi buona.
– Grazie mille per averci concesso questa intervista.
Grazie a voi.
– La prima domanda: il tema di quest’anno a Lucca Comics&Games è Questione di stile. Cos’è lo stile per te, il tuo stile e lo stile degli autori che hai ammirato?
Lo stile è la “voce” dell’autore. È la tua personalità come fumettista. Come per le persone: diciamo che da bambini ci si forma una personalità; crescendo questa personalità si rafforza, prende le sue direzioni, libere… Accade esattamente lo stesso per l’aspetto grafico di un autore. Tu lavori e lavori, disegni e disegni, pagina dopo pagina, fumetto dopo fumetto, e la tua personalità grafica affiora, cresce, si fa sempre più forte.
– Hai cominciato la tua carriera ispirandoti a un autore o hai semplicemente iniziato a disegnare seguendo la tua personale idea?
Io non ho studiato alcun autore, sono completamente autoditatta, la mia scuola è stato il mio stesso fumetto; però ho alcuno autori presenti alla mente, per me molto importanti, che hanno in qualche modo influito sul mio lavoro, penso per esempio a Osamu Tezuka, Jack Kirby, Frank Miller, Guido Crepax, José Muñoz e Carlos Sampajo, e infine Paul Pope.
– Hai dedicato gli ultimi volumi all’“Eroe”. Chi è l’eroe per te, adesso?
L’eroe è per me il sentimento eroico della persona e al medesimo tempo ho voluto fornire una seconda chiave di lettura sul fumetto superomistico: il mio Eracle è il protagonista di una specie di saggio in chiave di avventura, un fumetto d’azione, e in fin dei conti è una storia di come io vedo il mondo, come penso e spero che debbano andare le cose, come mi auguro che si comportino le persone. Oggi, specialmente, in questa società così corrotta e distruttiva persino una persona buona come Eracle, che cerca di aiutare il prossimo, rischia di essere convertita in un prodotto, un prodotto mediatico, come racconto nel libro. Non si può sapere se l’eroe è puro, pulito fino alla fine. Un’altra cosa che mi interessa molto è la natura duplice dell’eroe: ogni eroe, prima di essere tale è una persona umana, con tutti i suoi difetti. A me interessa proprio mostrare la parte umana, anche debole, fallace dell’eroe.
– Credo che questo modo di vedere le persone sia un po’ la cifra del tuo fumetto: hai sempre trattato con comprensiva ironia questioni estremamente serie e molto umane nei tuoi fumetti. Quanto è importante questo distacco nel progettare un fumetto?
Credo che un fumetto per essere preso seriamente dalla gente debba spingerla a sorridere. La stessa cosa cerco di applicarla anche a me stesso come autore e come persona…. in qualche modo i miei fumetti sono il mio strip tease personale, la mia “pornografia emozionale” [ride]. Davvero, non ho paura di “spogliarmi” davanti al pubblico tramite le mie storie, e anche esplorando i miei pregi, i miei difetti. Credo che alla fine, quando impari a ridere di te stesso, a essere onesto e sincero nella tua opera, tutto questo arriva al lettore, il lettore lo capta e sente che gli stai raccontando la verità, anche se il protagonista è un orso o una creatura immaginaria, fantastica, in fondo al fumetto c’è la verità di quello che vivi e senti come autore e persona.
– Le ultime due domande. Una riguarda il panorama italiano: cosa pensi che possa nascere da una collaborazione umoristica fra un autore come te che ha un segno così distintivo, dei riferimenti grafici molto forti rispetto al nostro panorama e un altro autore, o sceneggiatore italiano?
Anche se mi piacerebbe molto in futuro avere questa possibilità – ci sono autori il cui lavoro mi interessa molto in Italia – al momento non penso che sia fra i miei programmi. Però non credo che avrei problemi a scambiarmi i ruoli fra sceneggiatore o autore della storia e disegnatore in un futuro. Penso che mi piacerebbe farlo.
– Per chiudere: ho visto che hai pubblicato anche una versione del “Romeo e Giulietta” di Shakespeare proprio in collaborazione con uno sceneggiatore. Porterai ancora Shakespeare sulle tavole, e come è stato per te raccontare questo dramma?
Bene, per me è stato semplice. Tutto il mondo conosce la storia di “Romeo e Giulietta”, io stesso ho letto l’opera, visto il dramma a teatro e nelle sue versioni cinematografiche. Credo che sia una storia universale, nel cuore di tutti: per me è stato molto facile plasmare le immagini per raccontarla. Comunque, trattandosi di una collaborazione destinata a una pubblicazione per bambini e giovani ragazzi, e essendo la mia prima collaborazione con un altro autore, avevo dovuto semplificare un po’ il tratto.
– A questo punto vorremmo rilanciare: ti sei sempre misurato con temi adulti. Quale argomento “adulto” vorresti raccontare in un’opera per ragazzi?
[Ride] Questa è una domanda difficile! Ma non mi fermerà… [ride] Io normalmente, quando mi accingo a disegnare qualcosa di nuovo, ho sempre almeno cinque o sei storie differenti in testa. Quando una di queste conquista da sola il suo spazio dentro la mia mente, non mi chiedo mai se è per adulti o ragazzi, o bambini, questo semmai spetta all’editore in quanto valutazione. Al momento comunque sto lavorando a una storia per tutto il pubblico, di tutte le età, è per un editore americano: si tratta di uno spinoff di Battling Boy di Paul Pope, in collaborazione con l’autore.
– Grazie a nome di Letteratitudine e a nome dei nostri lettori. Vogliamo anche ringraziare per l’assistenza e la cortesia l’Ufficio Stampa della Tunué nella persona di Isabella Stefanelli.
Piacere mio, e nostro.
[Lucca, Venerdì 1° novembre 2013]
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