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PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI 2014
Più libri più liberi – È TEMPO DI LEGGERE – Il Programma in pdf
Palazzo dei Congressi (Roma), 4-8 dicembre 2014
È sempre tempo di leggere un buon libro. Ma lo è ancora di più da giovedì 4 dicembre a lunedì 8 dicembre 2014, quando il Palazzo dei Congressi di Roma ospita la tredicesima edizione di Più libri più liberi.
Decine di autori presenti in fiera, tra cui:
Marina Achmedova, Lorenzo Amurri, Vicente Battista, Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Cristiano Cavina, Sorj Chalandon, Antonella Cilento, Paolo Cognetti, Ugo Cornia, Andrea Cortellessa, Roberto Costantini, Edith Dzieduszycka, Paolo Di Paolo, Stefano Disegni, Percival Everett, Giorgio Falco, Marcello Fois, Philippe Forest, Santiago Gamboa, Sergej Gandlevskij, Gipi, Radhika Jha, Franz Krauspenhaar,Andrei Kurkov, Nicola Lagioia, Björn Larsson, Antonella Lattanzi, Lia Levi, Makkox, Dacia Maraini, Francesco Mari, Céline Minard, Renato Minore, Michela Murgia, Paolo Nori, Matteo Nucci, Diego Enrique Osorno, Maria Pace Ottieri, Roberto Paterlini, Lorenzo Pavolini, Gabriele Pedullà, Sandra Petrignani, Francesco Piccolo, Tommaso Pincio, Christian Raimo, Elisabetta Rasy, Lidia Ravera, Giovanni Ricciardi, Jean-Christophe Rufin, Vanni Santoni, Fabio Stassi, Giuseppina Torregrossa, Marcos Giralt Torrente, Dubravka Ugrešić, Giorgio Vasta, Mariolina Venezia, Zerocalcare
e decine di ospiti della società civile, della politica, del giornalismo, del cinema, dello spettacolo, del teatro, dello sport, tra cui: Leggi tutto…
ARANCIO (e non solo): intervista a Emanuele Pettener
ARANCIO (e non solo): intervista a Emanuele Pettener
Emanuele Pettener è nato a Venezia, ma vive negli Stati Uniti dal 2000 dove insegna lingua e letteratura italiana alla Florida Atlantic University. E non è un caso che il suo nuovo romanzo, “Arancio” (Meligrana, 2014), sia ambientato proprio in Florida. Un estratto del libro è disponibile qui…
Ne approfittiamo per discutiamo con l’autore sia della sua personale “storia americana”, sia del romanzo…
– Emanuele, raccontaci – intanto – la tua storia. Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia per recarti negli Stati Uniti?
La mia fortuna, la mia provvida sventura, è stata esser licenziato. Lavoravo in una piccola televisione, presentavo piccoli programmi, ero un piccolo Pippo Baudo, con venature di Costanzo, però magro. Ero ragionevolmente ottimista che da lì a poco m’avrebbero proposto la direzione del Festival di Sanremo, invece puff, tutto è svanito. Ho vissuto per un anno l’umiliante marchio a pelle della parola “disoccupato” che, ancorché un disagio economico, comporta il disprezzo del consesso sociale. Al diavolo il consesso sociale! Nessuno rispondeva alle mie profferte lavorative, malgrado la prosa fiorita dei miei curriculum. È passato un trenino alato per l’America e non ci ho pensato un attimo, l’unico pensiero è stato: “se devo fallire, meglio farlo lontano dagli occhi di famigliari, amici, e soprattutto nemici”. Del resto l’America la sognavo sin da piccino, ricordo che volevo vivere a Topolinia. Oggi vivo a Boca Raton. I conti tornano.
– Che tipo di realtà hai trovato lì in Florida, all’università dove insegni (Florida Atlantic University)?
Un realtà meravigliosa. Credevo avrei fatto il cameriere, l’imbianchino, riparato steccati, ho sempre avuto un’immaginazione romantica. Invece m’han concesso una borsa di studio per studiare quello che amavo, un paio di classi d’italiano da insegnare, un salario per mantenermi durante gli studi. M’hanno dato fiducia. Già il primo anno si son fidati d’affidarmi una classe di letteratura. D’invitarmi a New York a presentare un saggio su John Fante, e fra il pubblico c’era l’editore di una rivista che me ne propose la pubblicazione. Un anno prima di ottenere il dottorato, m’hanno offerto un lavoro full time. Nemmeno quand’ero Pippo Baudo avevo ricevuto tanta fiducia.
– Cosa puoi dirci del tuo rapporto con gli studenti?
Inizialmente eravamo quasi coetanei, avvertivo l’urgenza di stabilir distanze. Ora che ho vent’anni più di loro, c’è di sicuro un sentimento che allora non provavo: tenerezza. La vita è così complicata a vent’anni! La maggior parte dei miei studenti studia e lavora, per pagarsi le tasse universitarie. Conduco una mia studentessa attraverso i labirinti delle preposizioni articolate, poi me la ritrovo al bar del campus a servirmi il caffé. Sì, provo tenerezza, affetto, ammirazione per i miei studenti. Però se osano tirare fuori il cellulare durante le lezioni, me li mangio vivi.
– Come vedono l’Italia? Come la valutano? Che tipo di considerazioni fanno i tuoi studenti e le persone che frequenti lì negli USA? Leggi tutto…
I Premiati del Premio Martoglio 2014
La XXVIII edizione del Premio Martoglio
(Da sinistra: Di Caro, Beha, Massarenti, Ilieva, Lo Cascio, Zappulla Muscarà, Spataro, Caputo)
Il «Premio Martoglio»: La cerimonia di consegna dei riconoscimenti è stata anche l’occasione per una riflessione sullo stato della cultura
di Sergio Sciacca
La XXVIII edizione del premio Martoglio, domenica scorsa, è stata come tutte quelle che la hanno preceduta, la festa del libro, della cultura, della poesia. Con la crisi montante che ci avvilisce è stata, ancora più urgentemente, una parenesi della civiltà. Un incoraggiamento alla riflessione ponderata, a smetterla con gli annunci estemporanei che saranno contraddetti dopo poca ora, finirla con gli slogan tanto accattivanti quanto inconsistenti, con quella prassi dell’apparire dietro cui non c’è alcuna sostanza, contro la smania del progettare stolido perché non sostenuto da alcuna consapevolezza: insomma è stato un incoraggiamento a lasciare da parte i monosillabi di chat, blog e gulp e recuperare la sostanza del pensiero e della riflessione che ha reso grande la civiltà europea.
Retorica ampollosa? No. Necessità immediata. L’economia va male e la cultura che dovrebbe sanarla si sta disperdendo in “libri” istantanei, che non suscitano riflessione, che non educano al sentimento. Invece il vero libro è quello che non mira alla hit parade delle vendite, ma a sorreggere l’opera di chi vuole continuare il cammino dei nostri grandi antenati che hanno creato il tesoro artistico e morale di cui stiamo stupidamente facendo strame. Leggi tutto…
OGNI VOLTA CHE PRONUNCIO TE, di Salvatore Sblando
OGNI VOLTA CHE PRONUNCIO TE, di Salvatore Sblando
La Giustizia poetica è più rapida di quella ordinaria
“Ogni volta che pronuncio te” il nuovo libro di Salvatore Sblando venerdì 28 novembre alla libreria Belgravia
di Gabriella Serravalle
La Giustizia poetica è più rapida di quella ordinaria. Il 28 novembre alle 18,30 si terrà nei locali della libreria Belgravia di via Vicoforte 14/d a Torino, il processo d’appello contro Salvatore Sblando e il suo essere “poeta non perfomante”. In aula si ritroveranno Salvatore Sblando, autore imputato accusato di essere poeta non performante, Ivan Fassio, poeta, organizzatore di eventi nel ruolo del PM, Milena Prisco, avvocato, poeta e performer nei panni dell’avvocato difensore, Antonio Ciminiera poeta, nei panni del giudice. Testimoni: Fabio Cermenati, sindacalista nel ruolo di testimone dell’accusa e Paola Berzano, politico nel ruolo di testimone della difesa. “Ogni volta che pronuncio te” è il suo nuovo lavoro letterario.
Uscito a fino settembre, edito dalla casa editrice “La vita Felice” di Milano, il libro conta la prefazione di Davide Rondoni.
Sblando, 43 anni, torinese non è certo agli esordi.
Con testi poetici inediti è risultato finalista in concorsi nazionali e internazionali. Sue liriche sono pubblicate in antalogie, riviste poetiche e blog letterari. Membro del comitato di lettura della casa editrice La Vita Felice organizza e partecipa a reading e manifestazioni poetiche.
Attivo nel panorama letterario torinese, è fondatore e collaboratore di alcune associazioni culturali, cura un proprio blog all’indirizzo www.larosainpiù.wordpress.com dove è solito ospitare le migliori voci del panorama poetico contemporaneo.
Il primo libro uscito nel 2009 “Due gemelli nella clessidra” edizioni Lietocolle trattava i concetti di spazio e tempo.
“Ogni volta che pronuncio te” contiene 43 poesie, tante quanti sono i suoi anni.
Poesie dedicate in senso ampio all’”Altro”, al rapporto d’amore con la moglie Barbara, agli amici, alla sua generazione “che regge l’alcol ma non l’amore”.
-Sblando cosa ti ha spinto a dedicare queste tue bellissime poesie all’universo “Altri”? Leggi tutto…
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE – 25 novembre 2014
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE, designata ogni 25 novembre dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Segnaliamo i siti: Nazioni Unite – D.i.Re – ControViolenzaDonne – Lipperatura
Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.
L’Assemblea Generale dell’ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L’assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.
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TRINACRIA PARK alla Scuola di Architettura Siracusa
TRINACRIA PARK alla Scuola di Architettura Siracusa
Le recensioni – Il booktrailer – Il dibattito
Martedì 25 novembre alle 18, nella caffetteria della Scuola di Architettura Siracusa (piazza Federico di Svevia), prosegue il ciclo “Libri Imprestati”, organizzato dal corso di laurea magistrale in Architettura. Il sesto appuntamento è con la presentazione, a cura di Silvio Cherubini (professore associato di Fisica), del romanzo Trinacria park dello scrittore siciliano Massimo Maugeri (Edizioni e/o, collezione Sabot/age Roma 2013).
Il romanzo racconta la trasformazione di una piccola isola siciliana in un enorme parco tematico destinato a diventare il più importante d’Europa. La sua notorietà deriva anche dal ritrovamento di alcuni frammenti di un poema epico in greco antico che narra le vicende delle tre Gorgoni. Nel corso della settimana d’inaugurazione si sviluppa una terribile forma epidemica che causa la morte di decine di persone. In questo tragico scenario collettivo si intrecciano le vicende di tre donne, le cui vite sembrano assecondare la nature delle Gorgoni.
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