DICO: Dubbi sull’Italiano Consulenza Online

a cura di Eliana Camaioni
Si chiama DICO, acronimo di Dubbi sull’Italiano Consulenza Online, ed è un sito di consulenza e discussione sulla lingua italiana, un portale interattivo in seno all’Università degli Studi di Messina: una sorta di Laboratorio permanente sulla lingua italiana, così come gli stessi ideatori (il prof. Fabio Rossi, docente di Linguistica italiana dell’ateneo messinese, e il dott. Fabio Ruggiano, ricercatore e collaboratore afferente alla stessa cattedra) hanno voluto che fosse.
Nasce a Messina l’11 marzo 2015, e ad oggi conta oltre 30 articoli (videolezioni, etimologie, powerpoint, curiosità) sparsi nelle varie rubriche che lo compongono. In due mesi ha già ricevuto oltre 20 domande, dalle quali sono derivate 18 FAQ, interrogabili nella sezione “cerca in archivio”.
E’ stato accolto sin da subito da grande entusiasmo nel mondo accademico: oltre ai complimenti dei piani alti dell’ateneo di Messina (i delegati alla comunicazione prof. Marco Centorrino, e alla didatttica prof. Giuseppe Giordano, nonchè del direttore del dipartimento DICAM prof. Mario Bolognari) DICO ha suscitato sentite dichiarazioni di stima da Annamaria Testa, nota pubblicitaria, congratulazioni da parte di Luca Serianni (ordinario di Storia della lingua italiana a Roma, La Sapienza, accademico dei Lincei, accademico della Crusca) e da gran parte degli ordinari del settore linguistico.
Anche i media hanno rivolto la loro attenzione su DICO: una su tutte, la Comunità Radiotelevisiva Italofona, nella persona di Loredana Cornero.
Abbiamo intervistato il prof. Fabio Rossi, padre di DICO.
1. Come nasce l’idea di DICO?
Da molteplici esigenze e constatazioni. In primo luogo, è facile intercettare una notevole curiosità, a qualunque livello, a proposito della lingua italiana, soprattutto perché c’è uno scollamento tra i linguisti (e i grammatici) e la gente comune, tra l’università e la scuola, tra gli scrittori e i lettori (e ancor di più i non lettori). Inoltre, è molto sentito, nell’Italia di oggi, il fastidio della penetrazione selvaggia degli anglicismi, dei burocratismi e degli inutili tecnicismi e gergalismi, sia in politica sia nei media. Va aggiunto che anche all’estero l’interesse per la nostra lingua, la sua storia, le sue sorti, i suoi usi contemporanei (anche nel cinema e nelle arti) è massima. Insomma, forse mai come in questi ultimi anni si fa un gran parlare (basti vedere i numerosi blog al riguardo) di lingua italiana. Ciononostante il grande pubblico non sa a quale sede (affidabile) rivolgersi per avere risposte a domande più o meno spicciole. Sente l’Accademia della Crusca come troppo distante e i blog, forse, come troppo “giovanilistici”. Proprio per rispondere e dar voce a questa ampia utenza media ho avuto l’idea di DICO, subito condivisa e realizzata, con entusiasmo, insieme con Fabio Ruggiano, mio ex allievo, poi amico, ora collega.
2. Che cos’è esattamente?
È al contempo tre cose: 1) come dice l’acronimo, Dubbi sull’Italiano Consulenza Online, DICO è innanzitutto un servizio di domanda/risposta, quasi in tempo reale, tra noi linguisti (Ruggiano ed io) e tutto il pubblico degli utenti, dagli studenti ai professori di scuola e d’università, dai giornalisti ai lettori, dalla gente comune ai professionisti della parola ecc. ecc.; 2) un archivio sulle domande/risposte inviate (utilissimo per ricerche, e anche per nuove domande/risposte); un contenitore di materiale vario, sempre a carattere linguistico: una sitografia linguistica, una raccolta di etimologie bizzarre, un insieme di materiali didattici e di approfondimento (videolezioni, powerpoint ecc.), una serie di dubbi linguistici con le relative soluzioni, notizie utili e recentissime sullo studio e l’insegnamento dell’italiano e altro ancora. Insomma, DICO è un laboratorio linguistico permanente, rivolto a tutti e attivo 24 ore su 24.
3. A chi si rivolge?
Proprio a tutti, come già detto nella 2.
4. Quali sono i partner coinvolti nel progetto?
Interamente realizzato da Ruggiano e da me, a costo zero, con il magnifico supporto dei bravissimi informatici del CIAM, il centro informatico dell’Università di Messina. Una volta tanto, le istituzioni universitarie hanno creduto in noi e ci hanno appoggiato e propagandato in tutto e per tutto.
5. E’ un servizio di consulenza linguistica che si rivolge unilateralmente ad un target, o prevede piuttosto un feedback di contributi da parte di studiosi e appassionati?
Come già detto, è l’esatto contrario dell’unilateralità: si rivolge proprio a tutti, auspicando un cospicuo e costante feedback degli utenti; si rivolge a linguisti e a studenti, alla gente di strada e agli scrittori, ai giornalisti e agli stranieri che intendono perfezionare l’italiano, ai curiosi e ai dubbiosi, agli appassionati e a chi ha problemi con la lettura e la scrittura. Proprio a tutti.
6. Un’iniziativa davvero riuscita, insomma.
Mi piace aggiungere che l’iniziativa sta suscitando interesse anche ad alti livelli istituzionali. Oltre ai complimenti ricevuti da colleghi, linguisti e letterati, stiamo ricevendo proposte di collaborazione da Rai cultura, segnalazioni dal Ministero degli Affari esteri e da altre prestigiose istituzioni culturali. Tutti notano con piacere che mancava un servizio così, e se ne sentiva proprio il bisogno. E soprattutto piace ricordare che tale iniziativa provenga dal Sud, dalle maltrattate università meridionali, e forse da una delle più ingiustamente trascurate, quando non calunniate: l’università di Messina. Il fatto che DICO nasca nella città dello stretto ci inorgoglisce particolarmente, non soltanto per il bene che vogliamo a quest’area, pur non essendo io nato a Messina, ma anche perché lo Stretto è la metafora ideale per il significato profondo di DICO: lo stretto come liquido e fluttuante spazio interstiziale tra due estremi di terra, tra la linguistica teorica e l’uso linguistico, tra la scienza e la didattica, tra i professori e gli utenti comuni. E la lingua dell’uso è sempre fatta di incontri di estremi: significante e significato, competenza ed esecuzione, grammatica e uso, norma e licenza, scritto e parlato, teoria e pratica, linearità e intreccio ecc. ecc. E tutto nella lingua è liquido, fluido, in movimento, variabile, trascolorante. Non esistono quasi mai certezze incrollabili e il dubbio, come sempre nella vita, è salutare. Scordatevi di trovare in DICO affermazioni puristiche o regole inconfutabili. Nessun linguista serio ne darebbe mai! La lingua è il più potente strumento sociale degli esseri umani, e comunicazione, umanità e socialità non si sposano con le certezze incrollabili né con la rigidità, bensì con la duttilità, le tendenze, le possibilità, le probabilità, la variazione, le mescolanze. Abbasso l’identità monolitica, viva il meticciato!
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