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LA CASA DEGLI ANONIMI di Giovanni Agnoloni (intervista all’autore)

luglio 7, 2015

lacasadeglianonimiLA CASA DEGLI ANONIMI di Giovanni Agnoloni (Galaad Edizioni)

di Massimo Maugeri

Terzo appuntamento con Giovanni Agnoloni, dopo quelli relativi alle due precedenti pubblicazioni: “Sentieri di notte” e “Partita di anime“. Il nuovo romanzo (legato ai due precedenti) si intitola “La casa degli anonimi“.

– Giovanni, per prima cosa ti chiederei di spiegarci qual è il ruolo di questo nuovo libro rispetto al ciclo della “fine di Internet”?
La casa degli anonimi rappresenta il capitolo più intensamente avventuroso della serie della “fine di internet”, benché già in Sentieri di notte la componente d’azione avesse la sua importanza. Con il nuovo romanzo, si entra nel vivo di un’autentica cospirazione internazionale, ordita da un gruppo di sabotatori, gli “Anonimi” appunto (che si rifanno a, ma non sono, The Anonymous), i quali, nel 2027, estendono anche al Nord America e al Nord Africa il crollo di internet, avvenuto in Europa un anno e mezzo prima a seguito del tentato colpo di stato di una multinazionale informatico-energetica. Altri due macro-pezzi di Rete vengono così resi inattivi, stavolta come misura “preventiva” per evitare eventuali prese di posizione autoritarie anche in altre parti del mondo. Il risultato, comunque, è lo stesso: lo spaesamento generale. La gente (o per lo meno la stragrande maggioranza delle persone) non riesce più a orientarsi, perché è stata privata della “droga” dell’iperconnessione, della possibilità di sventolare come una bandiera alla finestra l’inconsistenza imbellettata della propria vita, rabbiosa perché frustrata dalla privazione di un sia pur illusorio palco virtuale dove sfogare il proprio bisogno di protagonismo. Ne derivano ostilità verso il prossimo e incapacità di comunicare, perfino adesso che non esistono più distrazioni provenienti da cellulari multifunzione o altri accessori tecnologici. In questo nuovo atto della serie della fine di internet emerge dunque un aspetto più marcato di osservazione della società, che in questo futuro prossimo in fondo non è molto diversa da quella del nostro presente. Inoltre, spicca in modo ancor più accentuato l’importanza dei protagonisti, che sono personaggi che non condividono la “temperie” dominante e cercano di seguire un percorso verso fuori da questa gabbia mentale – che vuole anche dire verso il profondo di sé e verso l’altro.

– Chi sono i protagonisti di questo nuovo capitolo della saga? E il ciclo avrà un ulteriore seguito o si conclude con questo romanzo?
Rispondo prima alla seconda parte della domanda: sì, ci sarà un altro libro, al quale sto lavorando, che chiuderà il cerchio delle vicende della serie, risolvendo – sia pur non in modo “didascalico” – i punti rimasti aperti nei libri precedenti. I protagonisti de La casa degli anonimi, che poi in parte torneranno nel romanzo successivo, sono numerosi. Abbiamo quattro principali binari narrativi, ambientati in diverse parti del mondo e apparentemente indipendenti tra loro – mentre i sottili nessi che li collegano verranno progressivamente emergendo. A Firenze, un chitarrista, Aurelio, ha appena dato fondo alle sue angosce segrete per creare un nuovo CD, e si imbatte in Emanuela, editor di una casa editrice locale, che è andata inutilmente all’aeroporto per ricevere uno scrittore olandese, Kasper Van der Maart, in arrivo in Italia per il tour promozionale di un suo rivoluzionario saggio. Li aspetta un viaggio dai tratti spiazzanti. Intanto, Kasper (che si ricorderà anche “autore” del primo racconto di Partita di anime), è stato inopinatamente deviato nel suo volo dall’Olanda verso un angolo di Germania, a causa di una tempesta di neve. Si ritroverà nell’hinterland di Dresda, alle prese con incontri e illuminazioni tali da squarciare il velo di alcuni dei misteri rimasti aperti in Sentieri di notte, e forse anche di un enigmatico passo evangelico, quello – del capitolo 8 di Giovanni – in cui, per l’unica volta nei testi biblici, Gesù scrive (non si sa esattamente che cosa) sul pavimento del tempio. Nel frattempo, a New York, Tarek, un esperto di hardware di origine irachena, viene “prelevato” da uno degli Anonimi, che lo condurrà in un lungo itinerario geografico ma non solo: anche nei recessi della sua memoria. Infine, in Marocco, in un’affascinante riserva palustre, un suo lontano parente, Ahmed, cerca il coraggio per attraversare un confine più che altro mentale e raggiungere la casa di una donna desiderata ma percepita come irraggiungibile. Le vicende di questi quattro binari narrativi – peraltro, tutti diretti verso una casa – si intrecciano con scene tratte da un ambiente che appare come metafisico, ma non lo è del tutto, appunto una metamorfica e labirintica “Casa” (identificata, questa volta, dalla lettera maiuscola), popolata da tre personaggi senza nome (dunque, ancora una volta, anonimi) che interagiscono misteriosamente con le vicende dei protagonisti delle trame principali. Verso la fine del romanzo, si potrà intuire chi siano, e si potrà anche capire a quale delle quattro case, la “Casa” corrisponda.

lacasadeglianonimi– In che modo, a tuo avviso, le storie che hai raccontato (anche sulla base dei riscontri che hai ricevuto) si relazionano con la nostra contemporaneità e con le sue problematiche?
In parte forse ho già risposto in precedenza, ma posso dire una cosa: credo che questo libro, come del resto anche Sentieri di notte, non sia, in senso stretto, un romanzo di fantascienza (nonostante la presenza di alcuni stilemi di genere), ma un romanzo sociale, nella misura in cui condanna l’abuso o comunque l’uso sbagliato di internet, che si ha quando la Rete, da mezzo qual è nella sua essenza, diventa fine, e così sancisce la fine della vita intesa come relazione faccia a faccia di esseri umani in carne e ossa. In un mondo in cui (parlo di oggi, non del futuro) su tutti i mezzi pubblici l’80% – volendo tenersi “bassi” – delle persone sta con lo sguardo inchiodato sui cellulari anziché guardare il mondo, parlare con gli altri o semplicemente lasciar vagare i pensieri, internet ha sostanzialmente trasformato la società in cui viviamo da liquida – secondo la nota definizione di Zygmunt Bauman – in gassoso-puntiforme. La quasi totalità degli individui, se e in quanto appiattita sulla fruizione passiva e inconsapevole della Rete, è una monade priva di spessore, spessore che potrà ritrovare solo se recupererà un equilibrato approccio al mezzo, svuotandolo del suo essere (illusoriamente) fine per ristabilire un rapporto con la propria interiorità, il prossimo e il mondo.

– Volendo fare un bilancio relativo all’intero ciclo della “fine di Internet”, cosa ti sentiresti di dire?
Non so se sia prematuro, visto che manca ancora l’ultimo libro della serie, a cui in questa estate sto lavorando e lavorerò presso due residenze per scrittori, Ada Lab, a Vicenza (http://www.ada-lab.it/giovanni_agnoloni_residenza/ – dove lo presenteremo venerdì 10 luglio alle ore 19,30), e H.A.L.D., a Viborg, in Danimarca (http://www.haldhovedgaard.dk/en/). Tuttavia, una cosa la posso dire: ogni capitolo di questa saga – in realtà molto particolare, perché ogni romanzo che la compone, oltre allo spin-off/interludio Partita di anime, può anche essere letto a sé – ha un suo sapore particolare. Intendo dire, non è stata pensata come un modo di allungare (commercialmente) il brodo, ma è nata da genuine esigenze artistiche e dal bisogno parimenti urgente che avvertivo di scavare nell’anima dell’uomo e nelle pieghe slabbrate di una società che, come teorizzato da Kasper Van der Maart nel suo saggio Zolle di mondo, si sta sempre più scomponendo in “pezze” incapaci di comunicare tra loro.

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GIOVANNI AGNOLONI, nato a Firenze nel 1976, dopo la laurea in Giurisprudenza si è dedicato alla scrittura e alle lingue. Studioso di Tolkien in chiave comparativa con gli autori classici e contemporanei, è autore di Letteratura del fantastico. Compare, con l’articolo “Tolkien as a Benchmark of Comparative Literature. Middle-earth in Our World” nella pubblicazione The Ring Goes Ever On: Proceedings of the Tolkien 2005 Conference (The Tolkien Society, 2008). Ha pubblicato i romanzi Partita di anime (2014) e Sentieri di notte (2012), tradotto in spagnolo (Senderos de noche, 2014), e i saggi Tolkien e Bach. Dalla Terra di Mezzo all’energia dei fiori (2011), Nuova letteratura fantasy (2010) e Letteratura del fantastico. I giardini di Lorien (2004). Curatore e co-autore di Tolkien. La Luce e l’Ombra (2011) e co-traduttore (con Marino Magliani) di Bolaño selvaggio (2012), ha tradotto opere di Amir Valle, Peter Straub, Tania Carver e Noble Smith. Scrive sui blog “La Poesia e lo Spirito” e “Postpopuli”. Autore del thriller in inglese Less Than a Mile (Stonegarden, 2004).
Esponente del movimento letterario fantascientifico del Connettivismo, compare nelle raccolte di racconti Noir No War (Giulio Perrone, 2006) e AFO. Avanguardie Futuro Oscuro (Kipple Officina Libraria, 2009). È traduttore per le lingue inglese, francese, spagnola e portoghese. Il suo blog è: http://giovanniag.wordpress.com

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