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STEFANO SANTARSIERE racconta I GUARDIANI DELL’ISOLA PERDUTA

aprile 26, 2017

STEFANO SANTARSIERE racconta il suo romanzo I GUARDIANI  DELL’ISOLA PERDUTA (Newton Compton)

di Stefano Santarsiere

Quanto pesa nella nostra esistenza ciò che serbiamo nella memoria e ciò dimentichiamo?

Questa, la domanda di fondo de I guardiani dell’isola perduta. La memoria di specie e quella individuale (o ciò che resta di esse) si mescolano in un gioco di prospettive falsate, amplificate o del tutto illusorie, nella caccia che spinge i protagonisti dall’Italia meridionale fino agli antipodi. Terre unite dal mare, dal rapporto mistico ed esaltato con la culla della vita, ma anche dalla suggestione per un passato ignoto.

La vicenda si snoda lungo il sottile crinale tra dubbio e convinzione. Una morte che sembra un incidente ma forse non lo è. Una scoperta che potrebbe essere reale ma anche una montatura. Un farmaco miracoloso ma forse no. E nell’avanzare in questo intrico, Charles Fort dovrà interrogarsi costantemente sulla realtà delle sue percezioni, su quanto ricorda e quanto gli deve essere ricordato, perché afflitto da un problema neurologico che gli provoca amnesie transitorie e perdite nella memoria a breve termine.

undefinedPasso dopo passo, Charles apprende che la prospettiva migliore nasce da una polifonia di voci, che occorrono più obiettivi per inquadrare la realtà in cui siamo immersi, soprattutto quando i ricordi smettono di attecchire e svaniscono. Serve l’ostinazione di Selena Corelli, la coprotagonista che lo accompagna alle isole Fiji. Servono i miti in cui è immersa l’intera l’umanità, serve l’energia dei popoli che si ribellano a un tiranno. Soprattutto, talvolta serve il coraggio di superare il confine tra luce e buio e scendere nell’abisso, solo per ritrovare intatte le nostre origini.

L’abisso, appunto. Il fondo dell’oceano: l’ultima frontiera di ogni esplorazione possibile su questo pianeta. È lì che Charles Fort dovrà spingersi per sciogliere i dubbi, ristabilire il rapporto tra bene e male, come un novello Ulisse che discende nell’Ade partendo da un luogo altrettanto remoto del paese dei Cimmeri, ai confini dell’oceano. Ma ad attenderlo non sarà un vecchio indovino, bensì una scoperta che riporta l’orologio evolutivo a centinaia di milioni di anni fa. Negli occhi dell’abisso che lo scrutano, il protagonista non scopre alcuna mostruosità, ma riconosce i barlumi di una tenerezza perduta.

Ed è tutta qui, l’esperienza che promette questa vicenda. L’idea consolatoria di trovare qualcuno migliore di noi.

(Riproduzione riservata)

© Stefano Santarsiere

 

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La scheda del libro

undefinedUna scossa improvvisa giunge nella vita di Charles Fort, giornalista appassionato di misteri. Il suo amico Luca Bonanni è morto in un incidente stradale e proprio lui viene convocato dalle autorità per riconoscerne il corpo. Ma le sorprese che lo attendono non sono poche: la compagna di Bonanni, Selena, sospetta un’altra causa di morte e lo contatta per chiedergli aiuto. Ha con sé una valigia lasciata dall’uomo piena di oggetti provenienti da relitti inabissatisi nel Pacifico e che nessuno, in teoria, potrebbe aver recuperato. Le domande sono tante: cosa lega il contenuto della valigia alle ultime ricerche di Bonanni? Da cosa dipendevano i suoi timori negli ultimi giorni prima dell’incidente? E soprattutto, chi o cosa sono gli “hermanos del mar“ che cercava lungo le coste messicane e poi nell’arcipelago delle Fiji? Per risolvere i tanti misteri, Charles Fort e Selena si spingeranno dall’altra parte del mondo, trovandosi alle soglie di una scoperta scioccante che unisce le ipotesi sull’esistenza di misteriose creature degli oceani agli affari di una spietata multinazionale…

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Stefano Santarsiere è nato nel 1974, vive e lavora a Bologna. Ha diretto il cortometraggio Scaffale 27, aggiudicandosi il primo premio nel contest Complete Your Fiction 2012. Ha pubblicato i romanzi L’arte di Khem, Ultimi quaranta secondi della storia del mondo, e con la Newton Compton La mappa della città morta. Per saperne di più: www.santarsiere.it

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