L’ENIGMA DELL’ABATE NERO di Marcello Simoni (Newton Compton): intervista all’autore
di Massimo Maugeri
Ennesimo successo editoriale per Marcello Simoni (foto accanto realizzata da Maurizio Cinti). Il terzo volume della cosiddetta Secretum Saga, intitolato “L’enigma dell’abate nero“(Newton Compton), avvincente thriller storico ambientato nella Ravenna del 1400 (che ha come “epicentro” la ricerca di un antico e pericoloso libro), è tra i romanzi più acquistati delle ultime settimane.
Ne ho discusso con l’autore…
-Caro Marcello, siamo alla terza tappa della Secretum Saga. Questo nuovo libro s’intitola “L’enigma dell’abate nero“. I lettori si imbatteranno di nuovo in Tigrinus, il giovane ladro protagonista della storia. Come si è evoluta, nei tre libri, la figura di Tigrinus? Oppure, in fondo, questo giovane ladro del Quattrocento, è sempre “rimasto sé stesso”?
Tigrinus è un personaggio che resta sempre fedele a sé stesso, o meglio, al suo codice morale che lo rende una persona “onesta” a dispetto della sua professione di ladro. In questo romanzo, però, egli dovrà fare i conti col passato e cercare di svelare un mistero che affonda le radici nelle sue origini. La curiosità di sapere lo renderà ancora più temerario, e forse più avventato, costringendolo ad allontanarsi dalla sua amata Firenze.
– In epigrafe troviamo delle rime di Antonio Pucci tratte da “Il Mercato Vecchio”. Ti andrebbe di commentarle? E perché le hai scelte?
Perché questi non sono versi, ma un autentico affresco di vita quattrocentesca. E con “vita” non intendo uno spaccato delle consuetudini delle corti tardomedievali, così “ingessate” e prevedibili, bensì il fermento che ribolliva nel volgo, entro le cornici di una dimensione borghigiana, caratterizzata da colori violenti e da un brulicare di facce grottesche degne della Salita del Calvario di Hieronymus Bosch.
– Proviamo a conoscere i personaggi di questo romanzo (alcuni nuovi, altri già incontrati nei precedenti libri) partendo da Angelo Bruni. Come lo descriveresti ai nostri lettori?
Come l’involuzione di un sognatore che non aveva abbastanza coraggio e intelligenza per battersi per i propri ideali. Romanzo dopo romanzo, Angelo è scivolato dalla frustrazione alla paura, e poi da quest’ultima alla meschinità. È un personaggio profondamente negativo, eppure caratterizzato da una vitalità che lo fa emergere tra le righe con forza.
– Cosa puoi dirci, invece, sul cardinal Bessarione?
Uno degli uomini più grandi del Medioevo. Si è battuto per anni nel tentativo di unificare la Chiesa d’Occidente con quella d’Oriente, in modo da creare un fronte politico-religioso compatto contro l’avanzata dei Turchi Ottomani. È stato uno dei pochi ecclesiastici della sua epoca, forse, a intuire il vero significato della caduta di Costantinopoli.
– In che modo Tigrinus verrà coinvolto nelle vicende che narri in questo nuovo romanzo?
Siamo nell’anno Domini 1461. Bessarione in questo momento si trova a Ravenna e su di lui grava una terribile minaccia. Col pretesto di precipitarsi in suo soccorso, Tigrinus ordirà un piano per derubarlo. E nel frattempo, andrà alla ricerca un segreto sul suo passato che sembra nascondersi proprio nell’antica città bizantina.
– Un’altra figura di rilievo è quella di Bianca de’ Brancacci…
Una donna bella, intelligente, di carattere, e che sa quello che vuole. Bianca è molto cresciuta dal primo romanzo della Secretum saga. E se posso dire, mi ha reso molto fiero. A differenza di molti di noi, ha imparato a convivere col suo lato oscuro e a trasformarlo in un’arma. Al punto che la si potrebbe definire non un personaggio comprimario, ma un autentico co-protagonista insieme a Tigrinus.
– E su Cosimo de’ Medici, cosa potresti rivelarci (con riferimento a “L’enigma dell’abate nero”)?
Nulla di più di quello che gli storici ci hanno già insegnato da tempo, ovvero che Cosimo il Vecchio era un genio del denaro e della manipolazione, oltre che un amante dei libri (ne possedeva moltissimi) e della bellezza. La sua “criptosignoria” su Firenze resta un esempio insuperato di come un uomo non nobile, grazie soltanto alle sue forze (per lo più economiche) e alla sua intelligenza, sia riuscito a ribaltare la realtà in cui viveva, diventandone il padrone indiscusso.
– Tra i vari personaggi spicca il nano Caco. Ti andrebbe di spendere qualche parola per lui?
Caco è il mio Quasimodo. Simboleggia la vitalità gaglioffa dell’uomo di strada Medievale. A dispetto della sua deformità e delle sue innumerevoli sventure, illumina come una piccola stella le peripezie di Tigrinus. È il suo angelo… o meglio, diavoletto custode.
– Che ruolo ha, nella narrazione, il libro – molto ambito – noto come “La Tavola di Smeraldo”?
Quello dell’oggetto ricercato da tutti, e che a causa del suo inestimabile valore mette ogni personaggio contro l’altro. Fermo restando che la Tavola di Smeraldo non è un’invenzione all’Indiana Jones. È esistita realmente.
– Che tipo di città è la Ravenna che racconti nel romanzo?
Una città molto diversa dall’attuale, ma anche dalla sua antenata di età bizantina. La Ravenna del Quattrocento è sotto il dominio di Venezia, le sue strade sono gremite di esuli fuggiti dall’Oriente e di armigeri levantini. Fra le sue vie, un autentico gomitolo di mosaici e mattoni di terracotta, è possibile udire i canti greci dei monaci basiliani, mentre nelle sue pinete risona la leggenda della caccia selvaggia di Nostagio degli Onesti.
– Giunti a questo terzo volume, se dovessi tracciare un bilancio della Secretum Saga, cosa diresti?
Che mi sono molto divertito a scriverla. E che spero d’aver fatto divertire i miei lettori. Questi tre romanzi su Tigrinus hanno segnato anche una svolta nel mio stile, o così almeno credo. Durante la loro stesura il mio approccio con la storia e con le ambientazioni storiche è maturato. Ritengo d’essere cambiato molto dai tempi del “Mercante di libri maledetti”.
– Cosa possono aspettarsi i tuoi lettori in futuro? Stai già lavorando a nuovi progetti, a nuove saghe?
I progetti sono tantissimi, e chi mi segue non dovrà attendere molto per vedere realizzati i primi di questi. Ma per ora… top secret!
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La scheda del libro
Estate 1461, Mar Ligure. Angelo Bruni, diventato mercante navale e all’occorrenza contrabbandiere, abborda una nave proveniente da Avignone, intenzionato a saccheggiarla. A bordo di quell’imbarcazione, però, si nasconde una spia informata di un complotto ordito ai danni del noto cardinal Bessarione. Deciso a sfruttare a proprio vantaggio quell’informazione, Angelo pianifica di correre in soccorso del prelato, che si trova a Ravenna, per derubarlo delle sue ricchezze con l’aiuto del ladro Tigrinus. Ma l’avventura non andrà come previsto e Tigrinus raggiungerà Ravenna da solo. Qui, però, diventerà inaspettatamente il bersaglio di attacchi incrociati: quelli dei fedeli di Bessarione, convinti che il ladro fiorentino sia un sicario pericolosissimo, e quelli di Bianca de’ Brancacci, inviata a Ravenna da Cosimo de’ Medici. Inseguimenti, catture, fughe rocambolesche: Tigrinus dovrà fare appello a tutta la sua astuzia e al suo ingegno per salvarsi la vita e recuperare la Tavola di Smeraldo, il pericoloso libro che tutti vogliono. E mentre lotta per scampare alla morte scoprirà una verità sconvolgente che riguarda l’inquietante Abate Nero…
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Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. I diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi. Con la Newton Compton ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, secondo e terzo capitolo della trilogia del famoso mercante; L’isola dei monaci senza nome, con il quale ha vinto il Premio Lizza d’Oro 2013; La cattedrale dei morti; la trilogia Codice Millenarius Saga (L’abbazia dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti e L’abbazia dei cento inganni) e la Secretum Saga (L’eredità dell’abate nero, Il patto dell’abate nero e L’enigma dell’abate nero). Nel 2018 Marcello Simoni ha vinto il Premio Ilcorsaronero.
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