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METÀ E METÀ. ENSEMBLE di Fabio Pinna

settembre 17, 2019

METÀ E METÀ. ENSEMBLE: incontro con Fabio Pinna

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Fabio Pinna è nato nel 1983 a Cagliari. Bookblogger e promotore editoriale. Nel 2012 ha fondato www.leggereacolori.com

Ha pubblicato: per la poesia, Un sogno diventa realtà, Montedit, 2004; L’amore non citofona, Letteratura Alternativa, 2016 – per la narrativa,Murales, Montedit, 2005; Senza sottile dispiacere, La Riflessione, 2006; Il lieto fine è dispari, Createspace Publishing, 2015.
Di recente Fabio Pinna, per i tipi di Giovane Holden edizioni, ha pubblicato la silloge “Metà e metà – Ensemble“.
Abbiamo incontrato l’autore chiedendogli di parlarcene…

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Metà e metà – Ensemble, prima di essere un libro di parole è un esperimento che ho fatto con me stesso, in emozioni”, ha detto Fabio Pinna a Letteratitudine. “Il tentativo era quello di assecondare, comprendere meglio i flussi che generano i cambiamenti nella vita sentimentale e di riproporre parte di questo tragitto intimo in versione poetica, con un’espressione rinnovata e lo stile personale intatto. In altre parole, questo libro non parte da un’idea o dai deali ma da una scoperta personale, da nuovi punti di osservazione, soggettivamente parlando e dall’esigenza di mettersi in gioco.

L'immagine può contenere: una o più persone, barba, occhiali_da_sole, spazio all'aperto e primo piano“In Metà e metà – Ensemble descrivo l’amore come non ho mai fatto negli ultimi quindici anni, in un modo nettamente più vicino alla realtà e più lontano dalla creatività. C’è una grande attenzione alle parole ma senza l’ossessione per il bello. Ho tentato di osservare le dinamiche e le fasi della coppia, e di ragionare sulle sfide e le gioie proprie dei rapporti più intimi. Così ho scoperto che alzando il velo dell’ovvio sono evidenti aspetti che molti di noi conoscono ma non amano raccontare, sentimenti difficili da gestire o troppo forti da esternare. Gli eccessi, nel bene e nel male, lasciano il segno mentre molto altro viene sprecato.

“Sono venti poesie asciutte, decise. Senza fronzoli, a volte spietate. Raccontano due metà che si devono necessariamente legare per completarsi pur conservando un’autonomia vitale. Testimoniano il paradosso di come sentimenti quali solitudine, rabbia, senso di vuoto e insoddisfazione, ad esempio, possano essere legati profondamente all’amore provato senza intaccarlo. Lo stesso amore che sa regalare estasi, conforto, amicizia, forza.

“Un alternarsi di equilibri e squilibri, di luce e ombre. Qualcosa che ci si aspetta, che si sa a memoria e qualcosa che non ci si aspetta mai, che delude o scoraggia. In questo flusso, che è una sorta di corrente disordinata, è indispensabile fare ordine in noi stessi, insieme, dare un ritmo non solo alle cose da fare ma anche a quelle da ascoltare e da dire. Senza escludere niente, o far finta di farlo, vivere con onestà quello che siamo, e soprattutto ciò che diventiamo (perché si diventa costantemente) uniti a un’altra metà. Credo che questo libro non regali nessuna risposta, o certezza. Offre qualche domanda, se la si vuol cogliere. È di certo un modo per aggrapparsi a qualcosa di caro che è aggrappato a noi oppure quando diventa scivoloso, per ricordare il vero valore dell’ensemble. Quello va oltre i versi, ci abita dentro. Ogni tanto è bene aprire le finestre e farlo uscire”.

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   Tre poesie selezionate dalla silloge

 

Scivolo

 

Piedi per terra

piedi per aria

o dove resta posto.

Per te.

 

Eternità è un fazzoletto che si ripiega su sé stesso

e poi butteremo

casa è dove la giostra ci ferma

stupore è spazio tra facce

che si sapranno a perfezione

vertigine è spostarsi coi sogni.

 

Piedi per terra

piedi per aria

o dove resta posto.

Ancora per te.

 

Di quello che vedi cosa rimane

di quello che speri cosa sei

di quello che tu chiami tempo cosa cambia

cosa risolve

cosa ci arrende davvero.

 

 

 

Bella volta trema

 

Sento un battito

epicentro sotto la gola

la necessità di un cuore

e di un domani

che tu hai già per mano.

 

La terra del cuore trema

ma tra le tue dita

è pace.

 

 

 

La fine che faccio o magari l’inizio

 

Al silenzio che fa male

aggiungi il tuo rumore

insegnami che è musica

 

anche se sono fuori tempo

e una parte stona

e ballo in un mondo pieno

di musica di nessuno

 

insegnami

che sei tu

l’ultima cosa da aggiungere.

 

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La scheda della silloge

Metà e metà. Ensemble - Fabio Pinna - copertinaLa silloge si sofferma sui microscopici cicli di vita che animano il sentimento romantico. L’amore spogliato dei suoi canoni ideali, piuttosto un insieme di forze costanti che costruiscono e demoliscono. Lì, nella parte sommersa dei cuori. Quella parte più facile da ammettere che da vivere, giorno per giorno, da accettare e da addomesticare. L’amore vive emerso, sopra tutto questo. Il punto fermo mai messo a repentaglio. Una metà più un’altra metà perché insieme siano amore, la nostra metà in un’altra metà per essere pari pur restando dispari. Insieme. Si struttura idealmente in tre sezioni, non evidenziate particolarmente nel testo, che corrispondono a tre fasi, o contingenze, del rapporto sentimentale: la perdita di tutte quelle piccole cose che sono motivo di unione e la relativa consapevolezza, i picchi e i precipizi la cui media aritmetica risulta nel viversi giorno per giorno, e quei momenti di grazia in cui si riesce a sovvertire la realtà vivendo con più incanto, leggerezza e meno stanchezza l’insieme. Il ritmo è dato da un’impostazione che si potrebbe definire step by step, con variazioni improvvise di intensità e velocità, nei versi, volte a concretizzare anche nella parola un ritmo di vita: un passo alla volta, una gioia, un’avversità, una precarietà alla volta. Un ritmo adagio di brevi semiminime e pause in cui è possibile accorgersi di tutto. E quindi, vivere tutto. L’ambientazione è il disincanto, sempre pronto alla meraviglia. Splendore e buio. Non solo come è l’amore ma come, probabilmente, è la vita intera. Metà e metà. Splendore e buio. Ensemble.

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