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SPIFFERI di Letizia Muratori (recensione)

novembre 26, 2019

SPIFFERI di Letizia Muratori (2018, La Nave di Teseo)

[È da poco in libreria la nuova opera di Letizia Muratori: “Carissimi” (La nave di Teseo, 2019]

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di Eva Luna Mascolino

Capita, talvolta, che una raccolta di racconti appaia forzata per la mole di storie, per la varietà di argomenti, per l’impossibilità di rintracciare un filo conduttore tra diversi intrecci e personaggi. Senza dubbio, però, questo non è un problema che riguarda Spifferi, l’ultima prova narrativa di Letizia Muratori con la prosa breve, pubblicata da La Nave di Teseo nel 2018. L’opera si compone di sei episodi a sé stanti, intitolati nell’ordine Rispondi a Dimitri, Alla deriva in Antartide, Lascialo finire, Questa è la rosa bulgara, Miss Mucca e Ghost Crab, ciascuno a modo suo declinazione del disagio esistenziale di una novella classe borghese.
I problemi che emergono di volta in volta nella quotidianità dei protagonisti, a differenza di quanto si potrebbe supporre a questo punto, di ordine pratico. Niente di tangibile li preoccupa o ostacola, anzi: sono le atmosfere a turbarli, i non detti, i non visti, le riflessioni che si svolgono al telefono o nel buio della notte, quando un’incomunicabilità interpersonale di fondo rende ogni relazione insoddisfacente. Le ansie e le sofferenze umane hanno così modo di dilagare, occupano sempre più spazio nella narrazione e rendono l’opera una sorta di variegato ritratto fantasmico, al cui interno sono soprattutto le forze invisibili quelle più potenti.
È il caso del primo racconto, in cui un vicino di casa si mette in contatto ogni giorno da venticinque anni con la famiglia del medico dal quale era stato salvato tempo addietro. Nessuno lo ha mai visto di persona, sembra essere uno scapolo che vive ancora con la madre, e i suoi modi affettati e bizzarri portano la figlia del dottore a presumere dinamiche alla Psycho di Hitchcock dall’altra parte della cornetta. Le sue aspettative vengono invece messe in discussione nel momento in cui decide di suonare al campanello di casa Di Mitri, scoprendo in primo luogo che il cognome era stato scambiato per un nome proprio, e poi che dal vivo la realtà ha una consistenza ben diversa, sebbene non necessariamente rassicurante.
Via via che si prosegue con la lettura, il volto dei fantasmi cambia e nella seconda vicenda lascia il posto a una vera e propria medium, che riesce a rintracciare lo spirito di Pietro su richiesta della sua compagna. I due vecchi amici erano finiti insieme dopo anni, nonostante le diversità caratteriali e i diverbi sempre più accesi, fino alla notte in cui un documentario sulla deriva di Antartide non aveva fatto sbottare lei e convinto a suicidarsi lui, in un vortice di nostalgie e sensi di colpa che solo il tempo è forse in grado di alleviare. La presenza di un contatto tra il nostro mondo e una dimensione altra si incarna in seguito in un cane giocattolo che abbaia in una grande villa ormai disabitata pur non avendo le pile e nella madre morta di una ragazza che organizza a pagamento una cena per venticinque persone per i vicini slavi del piano di sopra.
Come se non bastasse, in Miss Mucca la presenza del fuoco viene associata a un’inaspettata presenza demoniaca in una maniera che rompe i canoni dell’immaginario collettivo comune, mentre nella storia conclusiva il desiderio di una coppia omosessuale di avere un figlio si scontra con il corso degli eventi nel momento in cui la madre surrogata che i due partner hanno scelto comunica loro a bruciapelo una notizia shock sulla sua gravidanza, gettando ancora una volta le basi per un clima surreale e inconsueto, entro il quale non è facile districarsi con ragionevolezza né per i personaggi né per chi legge.
Ne consegue un tuffo nell’illogicità della vita, nelle sue sfumature più delicate, nei suoi meccanismi contorti e crudeli, che solo in pochi casi si addolciscono nell’avvicinarsi all’epilogo. Più frequente è invece il senso di impotenza di fronte al dipanarsi degli eventi, la commozione o l’irrigidimento dei protagonisti causato da una svolta imprevedibile del destino – il tutto descritto con maestria dalla penna della Muratori, che riesce a rimanere elegante e credibile perfino negli istanti di massima tensione.

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La scheda del libro: “Spifferi” di Letizia Muratori (2018, La Nave di Teseo)

Spifferi - Letizia Muratori - copertinaFinalista premio Intersezioni. Italia-Russia 2019

Come una matrioska che nasconde nella sua pancia un susseguirsi di mondi, Spifferi trascina il lettore lontano dalla superficie finché – e ognuno lo farà a modo suo – non senta d’aver afferrato qualcosa che somiglia a un fantasma, intrappolato o sprigionato dalle parole. Un molestatore telefonico che a poco a poco entra nella quotidianità delle sue vittime fino a quando la vita non dovrà scardinare l’abitudine aprendo a un’improvvisa avventura; un vecchio amico eccentrico, fanatico, razionalissimo e al tempo stesso matto, perso nel suo labirinto prima di andarsene alla deriva inseguito da una banda di medium; lo spettro di un bracco in una villa toscana dove vive una fantasmatica famiglia israelita; una coppia di omosessuali e il complicato rapporto con la madre surrogata del loro bambino in un continente lontano; storie di stranieri in Italia, osservati da angolazioni spiazzanti, fra il rischio di sparire, di non essere riconosciuti o addirittura respinti. Da Roma alla Toscana, dalla Valtellina alla Virginia, sei racconti incatenati fra loro da una scrittura ironica, concreta e sognante. Una guida per acchiappafantasmi letterari che perlustra case e famiglie, sensitivi e animali, fra chi brama di riportare qualcuno in vita e chi desidera solo sfuggire alla morte o alla memoria. Perché il punto non è credere ai fantasmi, ma alla forza dei propri desideri, senza rinunciare a una corrente aerea di umorismo e ai nostri più profondi e intensi spifferi vitali.

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È uscito il nuovo libro di Letizia Muratori: “Carissimi” (La nave di Teseo, 2019)

Carissimi - Letizia Muratori - copertinaUna storia familiare di ricerca e svelamento di verità nascoste a lungo, ma ineludibili: la scoperta di un padre biologico che non è stato solo il donatore della sua esistenza, una madre che non ha dimenticato quell’amore celato e mai spento.

Nurit Camerini ha diciotto anni e da quando ne ha sette sa di essere nata da un’inseminazione artificiale. Il padre biologico, Giorgio Amati, è scomparso da poco, ma Nurit ha fatto in tempo a trovarlo e a intraprendere con lui una fitta corrispondenza per cercare di riempire i buchi di quella curiosa storia che le avevano raccontato i suoi genitori quando era ancora una bambina. Alla morte di Giorgio, la ragazza, che coltiva una passione vivace per il cinema, decide di realizzare un documentario su di lui e sul mistero chiassoso e assediante della sua strampalata famiglia. A Nurit non è mancata una figura paterna, è cresciuta infatti con suo padre Piero a Torino anche quando la madre li ha lasciati: quello che la spinge a ricomporre tutti i pezzi è piuttosto il bisogno di dare una fisionomia precisa alle sue radici e alla figura enigmatica da cui, dopotutto, è dipesa la sua vita. È con i fratelli di Giorgio, i suoi figli e la vedova Franca Amati che Nurit dovrà confrontarsi per il suo film, in un viaggio prima epistolare e poi fisico fino in Israele e a ritroso nel tempo, da Roma ai kibbutz, dalla seconda guerra mondiale al presente. Non tutti i famigliari reagiscono bene alle sue domande sfrontate e precise: se c’è chi l’accoglie con affetto, altri esprimono diffidenza e orgoglio, per proteggere segreti e preoccupazioni materiali, ricordi e peccati mai confessati. Ma, oltre alle non poche resistenze opposte dalla famiglia Amati, Nurit dovrà fare i conti con qualcosa di inatteso che, nonostante la fiducia e l’affetto, né Giorgio né i suoi genitori erano riusciti a raccontarle.

 

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Letizia Muratori è nata a Roma, dove vive e lavora. Nel 1995 si è laureata in Storia del teatro. Nel giugno del 2004 esordisce con il racconto Saro e Sara. Nel 2005 pubblica il suo primo romanzo, Tu non c’entri. Collabora con vari giornali e riviste. Ha pubblicato: La vita in comune (2007), La casa madre (2008), Il giorno dell’indipendenza (2009), Sole senza nessuno (2010), Come se niente fosse (2012) e Animali domestici (2016).

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