Passaggi di dogana. La linea editoriale di Giulio Perrone Editore che fa viaggiare leggendo

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di Simona Lo Iacono
Un luogo non è mai solo un luogo. Porta in sé tutto ciò che gli uomini vi hanno posato sopra, i piedi scalzi, le lacrime, il sangue. Sorregge le loro case, la quotidianità e la eccezionalità degli eventi. Si impregna dei versi dei poeti, delle delusioni degli erranti, delle preghiere dei fedeli, dell’astio degli sfrattati.
Un luogo è anche una persona. Quando quella persona lo incarna al punto da fare dei propri capelli arpioni al cielo, delle gambe tronchi trafitti alla terra, delle braccia ali dispiegate.
E così accade che evocando un nome, si pensi alla città. Per esempio, Dante è Firenze, Leopardi è Recanati, Manzoni è Milano, Sciascia è la Sicilia.
Oppure un luogo è una parola. Antica o rimodernata. Supplice o estatica. Risolutiva o senza sbocco. Anche le parole identificano i luoghi, e i luoghi le parole.
E poi il luogo è nostalgia. Di coloro che lo lasciano per cercare fortuna. Di coloro che vi restano, sognandolo migliore. Un luogo è ciò che ci basta e ciò che ci manca.
Un luogo è anche un accesso a una dimensione vagheggiata. E solo in apparenza porta fuori di noi. In realtà il suo vero obiettivo è sempre dentro. E’ sempre al centro.
Inoltre il vero luogo, spesso, non è neanche un luogo. Ma il percorso fatto per arrivarvi, l’esilio volontario e partecipe di chi mette la bisaccia del viandante e corre a verificare che quel luogo esista, se non nel mondo, almeno nell’anima.
Dunque narrare i luoghi non vuol dire parlare di cose, di monumenti, o di itinerari. Ma addentrarsi nell’incavo di un’umanità che cerca. Di un pensiero che si forma, nell’atto stesso di andare, di lasciare, di tornare.
A tutto questo si ispira la collana editoriale “Passaggi di dogana” della “Giulio Perrone editore”.
Una raccolta di libri che apre le porte a tutte le dimensioni del luogo, e a ogni direzione dello sguardo. Sia che si giunga a Napoli con Totò, a Parigi con Colette, a Genova con De Andrè o a Lisbona con Tabucchi, la collana editoriale di Giulio Perrone sussurra al lettore di imbracciare lo zaino portando sulla groppa non solo la borraccia, ma le parole dei poeti. E non solo lo snack, ma le stimmate del vero viaggiatore, che è tale solo se è un verace sognatore.
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I NUOVI LIBRI DI PASSAGGI DI DOGANA
“A Praga con Kafka. Le vie, le case, i ricordi” di Giuseppe Lupo (Perrone)
Tra la città di Praga e Kafka esiste un legame assai particolare, sia perché gran parte delle sue opere sono nate lì, sia perché la città stessa è una specie di libro in cui personaggi, luoghi, situazioni vere o soltanto intuite hanno trovato il luogo dove realizzarsi. Percorrendo strade, abitando appartamenti, frequentando locali pubblici, Kafka ha avuto la possibilità di conoscere un tipo di umanità che poi è entrata nelle sue pagine come simbolo di una specie umana che vive i contrasti della modernità, le contraddizioni delle tante civiltà che si sono incontrate (quella ebrea, quella tedesca, quella slava). Seguire Kafka nei percorsi cittadini, guardare la città dalle finestre dei suoi appartamenti, respirare l’aria degli uffici dove prevalentemente si è svolta la sua vita di impiegato modello è un po’ come camminare sopra le parole stampate nei suoi libri, finendo per essere Praga stessa il vero grande libro di una letteratura kafkiana.
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“A Roma con Alberto Sordi. Da Trastevere a Kansas City” di Nicola Manuppelli (Perrone)
Una guida di Roma attraverso Alberto Sordi, i suoi personaggi, la sua vita e le sue pellicole; e allo stesso tempo un racconto di Sordi attraverso Roma e i suoi quartieri. Perché Sordi e Roma si identificano, si compenetrano, e non c’è posto di Roma dove non ci sia qualcosa di Sordi.
Dall’infanzia e i difficili esordi alla radio e il successo col cinema, da Trastevere alla Galleria Colonna, da San Lorenzo al Colosseo, dal Ghetto a Cinecittà, fino al Campidoglio e alla famosa Villa Sordi, una serie di aneddoti, storie, leggende sull’attore più famoso di Roma. In questa raccolta di “racconti romani” che hanno al centro Alberto Sordi, a sfilare sono i luoghi di Roma e “spalle” come Fellini, De Sica, Monicelli, Oliver Hardy, Sonego, Monica Vitti, Fabrizi che hanno animato la città eterna. Ma anche le persone del popolo che di quella città amata da Sordi sono il sangue e l’anima. Così, da luogo a luogo, con gli occhi di Sordi, Roma diventa il grande romanzo picaresco italiano.
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“A Londra con Sherlock Holmes sulle orme del grande detective” di Enrico Franceschini (Perrone)
Sherlock Holmes l’uomo che non ha mai vissuto e che mai morirà e Londra, “quel grande pozzo nero dal quale tutti i perdigiorno e gli sfaccendati dell’Impero vengono irresistibilmente inghiottiti”. Enrico Franceschini traccia un itinerario alla scoperta della metropoli seguendo le orme del padre di tutti i detective, dal 221B di Baker Street per arrivare al Langham Hotel, dove Conan Doyle incontrò Oscar Wilde ed ebbe la prima idea per Uno Studio in rosso, al San Bartholomew’s Hospital, il più antico ospedale di Londra, nel cui laboratorio Holmes incontra il dottor Watson. Quella Londra, tentacolare e multiforme, più di un secolo dopo continua ad ammaliarci, a inghiottirci, nulla è cambiato. Attraversarla significa dilatarne la percezione, moltiplicarne le identità. Comprenderla rivela l’innesto delle storie nella Storia.
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“A Stoccolma. Da August Strindberg a Stieg Larsson” di Andrea Berardini (Perrone)
Accogliente e altera, elegante e sordida, ordinata e tetra: Stoccolma, nelle pagine degli scrittori che l’hanno amata e odiata, ha volti diversi quanto l’estate e l’inverno del Nord. Soprattutto, ha tante storie da offrire. Dai vicoli bui della Città Vecchia alla distesa d’acqua e verde dell’arcipelago, da August Strindberg a Stieg Larsson passando per Selma Lagerlöf e Tomas Tranströmer, queste passeggiate per la Stoccolma letteraria sono un invito a scoprire una città che vive di terra e di mare, e di presente e passato, dove ci si può ritrovare ad assistere all’omicidio di un primo ministro, per poi, pochi passi più in là, fermarsi a sognare ancora di sirene avvolte in pelle di foca o fare amicizia con un vampiro bambino.
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