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DONNE DELL’ANIMA MIA di Isabel Allende (recensione)

novembre 25, 2020

“Donne dell’anima mia” di Isabel Allende (Feltrinelli – traduzione di Elena Liverani)

[Ne approfittiamo per ricordare che oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne]

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di Erika Di Giorgio

Isabel Allende è stata e continua a essere punto di riferimento per molte lettrici e molti lettori in tutto il mondo, sia per la bellezza visionaria e ficcante delle storie da lei narrate, sia per il suo ruolo sociale come donna, intellettuale, femminista.
Questo nuovo libro, “Donne dell’anima mia” (dedicato a “A Panchita, Paula, Lori, Mana, Nicole e a tutte le altre straordinarie donne della mia vita”), edito da Feltrinelli e tradotto da Elena Liverani, arriva in un momento storico in cui la voce potente di una donna-simbolo, come è quella della Allende, merita di essere ascoltata e meditata con particolare attenzione.
Siamo di fronte a un memoir in cui l’autrice racconta di sé stessa in relazione alla propria esistenza, al suo stare al mondo e al suo essere donna e femminista: l’infanzia cilena, il rapporto con il giornalismo e la scrittura, le relazioni sentimentali con gli uomini che l’hanno amata e che lei ha amato. E poi il presente, indagato tra le pieghe incerte della nostra contemporaneità.
È interessante ascoltare la Allende nei contesti virtuali, causa pandemia da Covid-19, in cui sta presentando questo libro in giro tra un continente e l’altro.
A suoi lettori colombiani, per esempio, ha spiegato che il femminismo tende a spaventare perché sembra molto radicale o viene erroneamente interpretato come odio verso gli uomini. Non è odio, ma esigenza di cambiamento reale. Perché sì, qualcosa è cambiato, ma non quanto basta.
Nel suo incontro virtuale con i lettori colombiani, la Allende si è soffermata sul significato del termine patriarca. Esiste ancora il patriarcato? Di certo non più come esisteva una volta, perché il movimento femminista è riuscito a minare quella sorta di potere assoluto. Eppure, in alcuni ambiti, questo potere continua a persistere. Sebbene molte leggi siano cambiate, l’azione discriminatoria del patriarcato continua a esercitare forme di oppressione politica, economica, culturale e religiosa, concedendo potere e privilegi al sesso maschile. Un’azione discriminatoria che si traduce non solo in misoginia, ma anche in forme di esclusione più varia: dall’omofobia al classismo, dalla xenofobia all’intolleranza verso idee e persone considerate diverse. Questa forma più o meno subdola di patriarcato, o neopatriarcato, continua a imporsi, continua a esigere obbedienza, continua a punire chiunque osi sfidarla. Il pensiero femminista della Allende diventa, dunque, posizione filosofica di contrasto e manifesto di rivolta contro l’autoritarismo maschile; diventa strumento a tutela delle relazioni e dei diritti umani, impegno a favore di un mondo più giusto, lotta per l’emancipazione delle donne. Non bisogna, per la Allende, mirare a raggiungere l’uguaglianza al fine di poter partecipare al gioco disastroso degli uomini… perché si tratta di un gioco folle, un gioco che sta distruggendo il pianeta e il tessuto morale dell’umanità. Non si tratta, in altri termini, di replicare il disastro, ma di porre a esso rimedio contrastando le potenti forze reazionarie oggi in campo: fondamentalismi, fascismi, tradizionalismi. Ed è, il suo, un invito alla riflessione rivolto a tutti (e a tutte). “Mi deprime”, dice la Allende, “vedere che tra quelle forze a cui bisogna opporsi ci sono tante donne che temono il cambiamento e hanno difficoltà a immaginare un futuro diverso”.
E si rivolge a tutti, la Allende, già a partire dalla frase con cui apre il libro e che nelle orecchie di noi lettrici e lettori dell’anno 2020 suona come chiara e forte dichiarazione identitaria: «Non esagero quando dico che sono femminista dai tempi dell’asilo, da prima che questo concetto entrasse nella mia famiglia».

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La scheda del libro: “Donne dell’anima mia” di Isabel Allende (Feltrinelli – traduzione di Elena Liverani)

Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni del suo femminismo. L’autrice parte dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. L’istinto di ribellione è una sorta di reazione naturale al maschilismo imperante che genera in lei l’attitudine che negli anni l’ha portata a schierarsi sempre con i deboli, gli emarginati e tutte le donne che ancora lottano per l’emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo cammino, a partire dal raggiungimento dell’indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che significa per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti sessisti e razzisti.

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Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. Con il suo primo romanzo, La casa degli spiriti del 1982 (Feltrinelli, 1983), si è subito affermata come una delle voci più importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola. Con Feltrinelli ha pubblicato anche: D’amore e ombra (1985), Eva Luna (1988), Eva Luna racconta (1990), Il Piano infinito (1992), Paula (1995), Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1998), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), La città delle Bestie (2002), Il mio paese inventato (2003), Il Regno del Drago d’oro (2003), La Foresta dei pigmei (2004), Zorro. L’inizio di una leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Le avventure di Aquila e Giaguaro (2012), Amore (2013), Il gioco di Ripper (2013), L’amante giapponese (2015), Oltre l’inverno (2017), Lungo petalo di mare (2019), Donne dell’anima mia (2020). Negli Audiolibri Emons Feltrinelli: La casa degli spiriti (letto da Valentina Carnelutti, 2012) e L’isola sotto il mare (letto da Valentina Carnelutti, 2010). Inoltre Feltrinelli ha pubblicato Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di PaulaLa vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001). Nel 2014 Obama l’ha premiata con la Medaglia presidenziale della libertà.

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