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“Tre” di Valérie Perrin (Edizioni E/O): un estratto

settembre 10, 2021

Pubblichiamo un brano estratto dal romanzo “Tre” di Valérie Perrin (Edizioni E/O – traduzione di Alberto Bracci Testasecca), il nuovo romanzo dell’autrice di “Cambiare l’acqua ai fiori“, da settimane in cima alle classifiche dei più venduti

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5 luglio 1987

Tutto inizia con un mal di pancia dopo il panino e le patate fritte intinte nel ketchup. Nina è seduta sotto un ombrellone di fronte al chiosco delle patatine, pochi tavolini di ferro colorati che sovrastano le tre vasche delle piscine comunali. Sta ascoltando La Isla Bonita di Madonna, si lecca il sale rimasto sui polpastrelli e osserva con aria sognante un biondo abbronzato che si tuffa dalla piattaforma dei cinque metri. Immerge le dita nella vaschetta vuota per raccattare le briciole salate nelle scanalature della plastica. Étienne si dondola sulla sedia sorseggiando un diabolo alla fragola, Adrien dà un morso a una pesca troppo matura che gli sgocciola su mani, bocca, gambe, dappertutto.
Nina guarda spesso Étienne e Adrien. Non lo fa mai di sfuggita, i suoi occhi si posano su una parte del loro corpo e non la mollano più. È una cosa che mette a disagio Étienne, il quale non fa che dirle: «Piantala di guardarmi in questo modo». Adrien se ne frega, Nina è così, senza freni.
Di nuovo fitte alla pancia, poi un liquido tiepido che le cola tra le cosce. Nina capisce. Non le va per niente, non di già, è troppo piccola, compie undici anni tra un mese… Credeva che le mestruazioni venissero alle medie, tra la seconda e la terza. O magari anche finite le medie, mentre lei entra in prima fra due mesi… “Che vergogna” pensa, “se le altre sanno che le ho già penseranno che sono una ripetente”.
Si alza, si avvolge intorno alla vita un piccolo asciugamano ruvido, che tuttavia basta a coprirle i fianchi. È magrissima.
«Fil di ferro» le dice sempre Étienne per provocarla. Nina gli restituisce il walkman senza aprire bocca e va verso lo spogliatoio femminile. Di solito entra in una cabina di quello maschile per spogliarsi e rivestirsi più in fretta.
Étienne e Adrien sono rimasti seduti. Nina è partita come una freccia senza dire una parola. Quei tre non si separano mai senza dire dove stanno andando.
«Ma che ha?» fa Étienne con la cannuccia tra le labbra.
Adrien nota che lo sciroppo gli ha fatto diventare la lingua rossa.
«Boh» risponde. «Forse l’asma».
Quel giorno Nina non torna al chiosco. Ha una macchia marrone sul costume da bagno. Si cambia a tutta velocità e si infila nelle mutande un po’ di carta igienica appallottolata, sembra che abbia un rigonfiamento tra le gambe. Si ferma alla Petite Coopérative e con i soldi avanzati dalle patate fritte compra degli assorbenti. Un pacchetto da dieci, quelli che costano meno.
Arrivata a casa, il cane Paola la guarda con aria strana dimenando la coda, la annusa, poi si volta e torna in giardino da Pierre Beau, il nonno di Nina, che non si è accorto del ritorno della nipote. Va al piano di sopra e si chiude in camera sua.
Fa parecchio caldo. Vorrebbe essere con Étienne e Adrien nella fossa, la piscina più profonda, quattro metri, dominata da tre trampolini da uno, tre e cinque metri. La fossa è troppo profonda perché l’acqua si riscaldi. La sfida quotidiana consiste nell’arrivare a toccare il fondo gelido dopo essersi tuffati.
In serata Étienne telefona a Nina. Anche Adrien, ma lo fa nello stesso momento, quindi trova occupato.
«Perché te ne sei andata senza dire niente oggi pomeriggio?».
Lei è incerta su come rispondere, pensa a una bugia, ma a che pro?
«Mi sono venute le mestruazioni».
Per Étienne le mestruazioni vengono solo alle ragazze che hanno il seno e i peli sotto le ascelle, alle madri, alle donne sposate, non a Nina! Étienne fa ancora le raccolte di figurine degli album Panini e si succhia il pollice di nascosto.
Nina è come lui. Étienne ha visto le Barbie che tiene una accanto all’altra in camera sua.
Dopo un lungo silenzio dubbioso le chiede:
«L’hai detto a tuo nonno?».
«No… Mi vergogno».
«E ora che fai?».
«Secondo te?».
«Forse non è normale alla tua età».
«Pare che dipenda dalle madri. Se la mia le ha avute a quest’età è normale. Ma non c’è modo di saperlo».
«Ti fa male?».
«Sì. Tipo crampi. Come quelli che vengono quando mangi quello schifo di minestra di cipolle».
«Sono contento di non essere una femmina».
«Be’, tu farai il servizio militare».
«Forse, ma sono contento lo stesso. Vai dal dottore?».
«Non lo so».
«Vuoi che ti ci accompagniamo?».
«Magari sì, ma mi aspettate fuori».

(Riproduzione riservata)

© Edizioni E/O

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La scheda del libro: “Tre” di Valérie Perrin (Edizioni E/O – traduzione di Alberto Bracci Testasecca)

«Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora parla con me. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre».
 
1986. Adrien, Étienne e Nina si conoscono in quinta elementare. Molto rapidamente diventano inseparabili e uniti da una promessa: lasciare la provincia in cui vivono, trasferirsi a Parigi e non separarsi mai.2017. Un’automobile viene ripescata dal fondo di un lago nel piccolo paese in cui sono cresciuti. Il caso viene seguito da Virginie, giornalista dal passato enigmatico. Poco a poco Virginie rivela gli straordinari legami che uniscono quei tre amici d’infanzia. Che ne è stato di loro? Che rapporto c’è tra la carcassa di macchina e la loro storia di amicizia?

* * *

Valérie Perrin ha il dono di cogliere la profondità insospettata delle cose della vita. Seguendo il filo di una vicenda struggente e implacabile, l’autrice ci trascina al cuore dell’adolescenza, del tempo che passa e separa. I suoi precedenti romanzi, Il quaderno dell’amore perduto Cambiare l’acqua ai fiori, sono stati successi mondiali. Tradotti in una trentina di paesi, hanno venduto oltre due milioni di copie. Nel 2018 Valérie Perrin ha vinto il premio Maison de la Presse e il premio Choix des Libraires du Livre de Poche, nel 2019 il premio des Lecteurs.
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