Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: VIOLA ARDONE racconta il suo romanzo “Oliva Denaro” (Einaudi)
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di Viola Ardone
La voce di questa ragazzina di quindici anni, Oliva Denaro, è la prima cosa che ho sentito, in questa storia. Aveva bisogno di raccontarsi perché aveva tanti dubbi, tante paure, ma anche un sacco di emozioni e ancora molta voglia di giocare, anche se si era appena affacciata all’età adolescenziale.
L’ho immaginata in un paesino della Sicilia nel 1960 perché volevo seguire il percorso iniziato già con Il treno dei bambini, un’esplorazione nella nostra storia recente per capire meglio il presente. E poiché io capisco immaginando storie e raccontandole, ho deciso di scriverci un romanzo. Il romanzo di un desiderio negato, di una violenza fisica e psicologica che ancora e da millenni si abbatte sulle donne, in tutto il mondo, a diverse latitudini. Una violenza che forse è antica quanto è antico il mondo e contro cui le donne, a ogni latitudine, hanno provato a ribellarsi. Ma Oliva non è una ribelle, è poco più che una bambina, rispetta le regole che sua madre le ha insegnato, prima tra tutte quella che dice: “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”. Non ha “grilli per la testa”, ama studiare ma non si immagina in un futuro diverso da quello che gli adulti di famiglia hanno immaginato per lei. Vuole essere come le altre, la madre, la sorella maggiore, le amiche ma non ci riesce perché qualcuno decide per lei, perché il figlio del pasticciere si incapriccia di lei e la prende con la forza, contro la sua volontà, convinto del fatto che il proprio desiderio sia sufficiente per entrambi, che il consenso della donna non abbia alcun valore.
Ma non è solo lui a pensarla così. È la legge dello Stato italiano che all’articolo 544 del Codice penale stabilisce che un uomo che prenda con la forza una donna e che poi le offra come “riparazione” il matrimonio non debba essere perseguito dalla legge. È tecnicamente innocente. Una barbarie, diremmo oggi. Sì, una barbarie valida fino a 40 anni fa: 5 agosto 1981. Troppo poco tempo, in effetti, davvero troppo poco per modificare, oltre che le leggi, anche la mentalità.
E forse per questo quasi quotidianamente ci arrivano notizie di donne malmenate, ferite, ammazzate per aver detto un no, per essersi sottratte in un rapporto amoroso che amoroso non è più, per aver frustrato una certa idea di possesso da parte dell’uomo che evidentemente ancora agisce sottopelle in una zona profonda dell’animo da cui non è stata mai estirpata.
Insomma, mi sono caricata sulle spalle un macigno, lo so. Una tematica spinosa, divisiva, addirittura. Quando si parla di emancipazione, di metoo, di molestie, di consenso, di parità, di quote rosa, il terreno della discussione si fa scivoloso, e anche tra le donne ci sono posizioni molto diverse, il rischio di trasformarsi in censori, in apostoli del buoncostume o in suffragette dei diritti è consistente.
Per questo ho voluto affidare la parola a lei, una ragazzina, un personaggio di fantasia che attraversa in prima persona l’inferno della sopraffazione ma senza cadere nel melodrammatico o nel pietistico. I personaggi di una storia, credo, devono suscitare com-passione (nel senso di empatia e complicità) ma non pietà.
Ho affidato tutto alla sua voce, alla sua capacità di divertire, sorprendere, intenerire, commuovere, coinvolgere. Come quando qualcuno – spesso anche uno sconosciuto – ci mette a parte delle sue confidenze. E noi lo ascoltiamo, con umana comprensione e spassionato interesse.
Perché un romanzo non è un saggio o un’inchiesta. Un romanzo non ha risposte, ha solo domande. E più domande riesce a disseminare pagina dopo pagina, più è riuscito. E, soprattutto, un romanzo deve raccontare una bella storia. E quella di Oliva, fidatevi di me che la conosco bene, lo è!
(Riproduzione riservata)
© Viola Ardone [foto di Ludovico Brancaccio]
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La scheda del libro: “Oliva Denaro” di Viola Ardone (Einaudi)
Dopo lo straordinario successo de Il treno dei bambini, Viola Ardone torna con un’intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un’epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.
«Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni».
È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili piú toccanti della recente narrativa italiana.
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Viola Ardone (Napoli 1974) insegna latino e italiano al liceo. Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Il treno dei bambini (2019), caso letterario dell’anno, in corso di traduzione in trentaquattro lingue, che diventerà presto un film, e Oliva Denaro (2021).
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