Home > Recensioni > BILLY SUMMERS di Stephen King (Sperling & Kupfer) – recensione

BILLY SUMMERS di Stephen King (Sperling & Kupfer) – recensione

dicembre 20, 2021

Billy Summers. Ediz. italiana - Stephen King - copertina“Billy Summers. Ediz. italiana” di Stephen King (Sperling & Kupfer – traduzione di Luca Briasco)

* * *

di Erika Di Giorgio

Concordiamo con buona parte della stampa internazionale nel considerare “Billy Summers” (Sperling & Kupfer, 2021) uno dei migliori lavori di Stephen King pubblicato negli ultimi anni; probabilmente il miglior romanzo dai tempi di quel capolavoro intitolato “22/11/’63” (uscito nel novembre 2011 e incentrato sul classico filone dei viaggi nel tempo, integrato – nella fattispecie – con un intreccio memorabile legato al caso dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy). E ciò sebbene l’iperprolifico King, nell’arco dell’ultimo decennio, non sia certo rimasto con le mani in mano.
Billy Summers (protagonista dell’opera omonima ottimamente tradotta da Luca Briasco) è un veterano della guerra in Iraq, un cecchino infallibile, un maestro nel dileguarsi; ed esercita l’attività di assassino a pagamento, su commissione, attenendosi a una specie di sua regola morale che cerca di non trasgredire mai: le vittime che finiscono nel suo mirino mercenario devono essere persone che, in certo senso, non meritano di trovare spazio in questo mondo. Nel romanzo, ci troviamo di fronte a quello che dovrebbe essere l’ultimo incarico di Billy. Ovviamente accade qualcosa che finisce con il rendere la situazione molto più complicata di quanto dovrebbe essere. Prima di proseguire con questi cenni sulla nuova opera di King è opportuno evidenziare che, a differenza di molti dei suoi altri romanzi, quella di Billy Summers non è una storia horror o dai risvolti smaccatamente paranormali. Di certo ha gli elementi del noir (che caratterizzano altre opere del grande scrittore del Maine); ma se dovessimo ricercare un ulteriore elemento caratterizzante, non potremmo non fare riferimento alla “scrittura”, intesa come espediente narrativo. Molti personaggi dei romanzi di King sono scrittori (o gente che scrive). L’elenco di titoli che rientrano in questa casistica è cospicuo: Shining, Le notti di Salem, Misery, Le creature del buio, La metà oscura, Mucchio d’ossa, La storia di Lisey (di certo ne dimentichiamo qualcuno). Anche in Billy Summers l’omonimo protagonista finisce ingarbugliato tra i meandri della scrittura; sebbene, nel suo caso, non scriva fiction, ma una sorta di autobiografia.
Si diceva, dunque, che Billy è alle prese con il suo ultimo incarico: deve eliminare un tizio che spaventa persone potenti e di malaffare perché “sa troppo”. Nel farlo, Summers (grande lettore di Thomas Hardy ed Émile Zola) dovrà aspettare il momento giusto (ovvero fino a quando la vittima oggetto del suo incarico non raggiungerà il tribunale locale per il processo). In altre parole, dovrà vivere per un po’ di tempo in questa piccola città nel Sud degli Stati Uniti e, per non dare nell’occhio (per operare “sotto copertura”, potremmo dire), dovrà fingersi un aspirante scrittore alle prese con la sua storia d’esordio. D’altra parte, sebbene prima di quel momento non abbia mai scritto veramente, Billy è sempre stato vicino alle grandi storie narrate… se non come scrittore, di certo come lettore. L’incipit del libro, in tal senso, non lascia adito a dubbi: “Billy Summers è seduto nella hall dell’hotel, in attesa della sua auto. È venerdì, mezzogiorno. Anche se sta leggendo una raccolta a fumetti intitolata Archie’s Pals ’n’ Gals, pensa a Émile Zola e al suo terzo romanzo, il suo primo vero successo, Thérèse Raquin. Pensa che sia un’opera decisamente giovanile. Pensa che Zola avesse appena iniziato a esplorare quello che si sarebbe rivelato un giacimento ricco e prezioso. Pensa che Zola fosse – e sia tuttora – una versione da incubo di Charles Dickens. Pensa che una tesi del genere costituirebbe la base ideale per un saggio di critica letteraria. Non che ne abbia mai scritto uno”.
L’approccio metanarrativo offre la possibilità di conoscere scorci del passato difficile e tumultuoso di Billy. Ed è senz’altro uno degli aspetti più interessanti di questo romanzo (che affronta varie tematiche: giustizia, destino, amore, redenzione… oltre al potere catartico della scrittura) su cui non vogliamo dilungarci ulteriormente perché le opere di King vanno gustate pagina per pagina, tra momenti di sapiente lentezza e risvolti narrativi da montagne russe, senza sapere troppo prima della lettura (chi “spoilera” dovrebbe finire nel mirino di Billy). Basti, in chiusura, la suggestione seguente: se, per certi versi, “Shining” è la storia di uno scrittore che diventa assassino, “Billy Summers”, per altri versi, è la storia di un assassino che diventa scrittore.
Qualcuno direbbe: scusate se è poco.

 * * *

La scheda del libro: “Billy Summers. Ediz. italiana” di Stephen King (Sperling & Kupfer – traduzione di Luca Briasco)

Billy SummersBilly Summers è un sicario, il migliore sulla piazza, ma ha una sua etica: accetta l’incarico solo se la vittima designata è una persona veramente spregevole. Dopo anni di servizio, ora vorrebbe uscire dal giro, ma gli è stato appena offerto un nuovo contratto, per un compenso vertiginoso. Se accetta, dovrà trasferirsi forse per mesi in una piccola città nel Sud degli Stati Uniti, in attesa del suo bersaglio. Come copertura, si fingerà un aspirante scrittore, impegnato a finire il suo primo romanzo.
Billy è un lettore incallito: i suoi autori preferiti sono Thomas Hardy ed Émile Zola, anche se con i clienti finge di leggere soltanto fumetti – perché meno gli altri sanno di te, meno possono farti del male. Ha accarezzato l’idea di scrivere un libro in più di un’occasione, ma non ci ha mai provato sul serio. Chissà che questa non sia la volta buona.
Billy è parecchio tentato di accettare quest’ultimo incarico prima di uscire di scena. Dopotutto, è tra i più abili cecchini al mondo, un veterano decorato della guerra in Iraq: non ha mai sbagliato un colpo, non si è mai fatto beccare – una specie di Houdini quando si tratta di svanire nel nulla a lavoro compiuto. Cosa potrebbe mai andare storto?
Ovviamente, stavolta, praticamente tutto. Del resto, il migliore dei romanzi è quello di cui non puoi prevedere nessun giro di trama.
Tracciando la parabola umana di un personaggio destinato a diventare leggenda, Stephen King tesse magistralmente più romanzi in uno. Billy Summers è una storia che parla di giustizia e destino, amore e redenzione, e dell’incredibile potere catartico della scrittura. Un romanzo impossibile da posare. Un protagonista impossibile da dimenticare.

 * * *

Stephen KingStephen King vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di quarant’anni le sue storie sono bestseller che hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont. Oltre ai film tratti dai suoi romanzi – vere pietre miliari come Stand by me – Ricordo di un’estate, Le ali della libertà, Il miglio verde, It, per citarne solo alcuni – sono seguitissime anche le sue serie TV. Per i suoi meriti artistici, il presidente Barack Obama gli ha conferito la National Medal of Arts. Nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Award.

 

* * *

© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo

Seguici su Facebook TwitterInstagram

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: