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TOMÁS NEVINSON di Javier Marías (Einaudi)

febbraio 1, 2022

“Tomás Nevinson” di Javier Marías (Einaudi – Traduzione di Maria Nicola)

È in libreria da oggi, il nuovo romanzo di Javier Marías

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di Claudio Fabella

Lo scrittore spagnolo Javier Marías (Madrid, 20 settembre 1951) è noto e tradotto in tutto il mondo. Ha vinto molti dei più prestigiosi Premi letterari, tra i quali il premio internazionale di letteratura IMPAC, il Nelly Sachs, il Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane, ha vinto con Domani nella battaglia pensa a me il premio Rómulo Gallegos e il Prix Femina Etranger. Nel 2011 ha ricevuto inoltre il Premio Nonino.
La grande attesa per l’arrivo di questo nuovo romanzo di Marías (in Italia esce per Einaudi, con la traduzione di Maria Nicola, il primo febbraio), intitolato “Tomás Nevinson“, è dunque più che giustificata.  Anche perché gli apprezzamenti autorevoli non mancano. Per El País, per esempio, «Tomás Nevinson è il miglior romanzo tra tutti quelli che Javier Marías ha pubblicato finora». Ma di cosa parla questo libro?

Due uomini, uno nella finzione e uno nella realtà, ebbero la possibilità di uccidere Hitler prima che questi scatenasse la Seconda guerra mondiale. A partire di qui, Javier Marías esplora il rovescio del comandamento «Non uccidere». Quegli uomini avrebbero fatto bene a sparare al Führer: è forse lecito fare lo stesso contro qualcun altro? Come dice il narratore di “Tomás Nevinson”, «uccidere non è un gesto così estremo se si ha piena nozione di chi si sta uccidendo». Si tratta di un tema interessantissimo, affrontato peraltro in un altro celebre romanzo di Stephen King: “La zona morta“.

Javier Marías non concede moltissime interviste. Ne segnaliamo tuttavia una interessante, pubblicata sul quotidiano spagnolo La Vanguardia… dove l’autore afferma – tra le altre cose – di conoscere il mondo dello spionaggio inglese da suoi amici che hanno lavorato al suo interno. È da quell’ambiente che ha ricevuto le suggestioni per affrontare tematiche a lui care come l’inganno, il tradimento, i dilemmi morali, l’ambiguità, i pro e i contro del fare o non fare una determinata cosa. Spiega che lo scrittore Friedrich Reck-Malleczewen, nel suo diario, racconta di aver incontrato Hitler nel 1932 in un ristorante di Berlino. Hitler era senza guardie del corpo e lui (Friedrich Reck-Malleczewen) aveva con sé una pistola. Ebbe dunque l’opportunità di sparargli, ma non lo fece. E terminò i suoi giorni a Dachau. Da qui la riflessione: crediamo che non uccideremmo mai nessuno, ma siamo sicuri? E se avessimo Hitler nel mirino? È un’idea inquietante.

Alla domanda se lui, Javier Marías, sarebbe capace di uccidere in un caso del genere, l’autore risponde di non saperlo. Anche perché, in verità, non c’è risposta. D’altra parte, se si avesse la certezza di poter salvare molte vite, verrebbe di dire forse sì… ma come si può essere sicuri di ciò che non è ancora successo?

Non sono state svolte particolari attività di ricerca propedeutica alla scrittura di questo romanzo, sostiene Marías; dichiarando di essere molto diverso, in tal senso, dal suo amico scrittore Arturo Pérez-Reverte, che, viceversa, dedica parecchio tempo all’attività di ricerca prima di scrivere un romanzo, leggendo molte riviste e libri e guardando film dei periodi attinenti a quelli di ambientazione della storia che si intende narrare. “Mi annoierebbe enormemente dover studiare per fare un romanzo”, dice Javier Marías, “altrimenti avrei fatto lo storico!”. Naturalmente è necessario che ogni cosa, nell’apparato narrativo, vada per il verso giusto. In tal senso, l’autore si è considerato fortunato ad aver appreso notizie sul funzionamento dell’MI6 da fonti dirette.

Un libro da leggere, dunque. Tematiche forti, sempre attuali. E un autore che da anni è considerato tra i migliori nell’ambito della produzione narrativa internazionale.

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Tomás Nevinson - Javier Marías - copertina“Tomás Nevinson” di Javier Marías (Einaudi – Traduzione di Maria Nicola – € 22,00 – pp. 600)

Due uomini, uno nella finzione e uno nella realtà, ebbero la possibilità di uccidere Hitler prima che questi scatenasse la Seconda guerra mondiale. A partire di qui, Javier Marías esplora il rovescio del comandamento «Non uccidere». Quegli uomini avrebbero fatto bene a sparare al Führer: è forse lecito fare lo stesso contro qualcun altro? Come dice il narratore di “Tomás Nevinson”, «uccidere non è un gesto così estremo se si ha piena nozione di chi si sta uccidendo». Tomás Nevinson, marito di Berta Isla, cede alla tentazione di tornare nei servizi segreti dopo esserne uscito: gli viene proposto di andare in una città del nord-ovest della Spagna per identificare una persona che dieci anni prima aveva preso parte ad alcuni attentati dell’Ira e dell’Eta. Siamo nel 1997. L’incarico reca la firma del suo ambiguo ex capo Bertram Tupra, che già in precedenza, grazie a un inganno, aveva condizionato la sua vita. “Tomás Nevinson” è una profonda riflessione sui limiti di ciò che è lecito fare, sulla macchia che quasi sempre accompagna la volontà di evitare il male peggiore, e soprattutto sulla difficoltà di determinare quale sarà quel male. Sullo sfondo di episodi reali del terrorismo europeo, “Tomás Nevinson” è la storia di ciò che succede a un uomo al quale è già successo di tutto e al quale, apparentemente, non poteva succedere più nulla. Ma, finché la vita non finisce, tutto può accadere…

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Javier Marías (Feria del Libro de Madrid, 31 de mayo de 2008).jpgJavier Marías è nato a Madrid nel 1951. Della sua opera Einaudi ha pubblicato Domani nella battaglia pensa a me, Tutte le anime, Un cuore cosí bianco, L’uomo sentimentale, Nera schiena del tempo, Malanimo, Quand’ero mortale, Selvaggi e sentimentali, Vite scritte, Traversare l’orizzonte, Interpreti di vite, la trilogia de Il tuo volto domani (Febbre e lancia, Ballo e sogno e Veleno e ombra e addio), Gli innamoramenti, I territori del lupo (suo primo romanzo, pubblicato originariamente nel 1971), Il secolo (pubblicato originariamente in Spagna nel 1983 e uscito per la prima volta in traduzione italiana nel 2013), Mentre le donne dormono, Così ha inizio il male, Berta Isla, Vite scritte e Tutti i racconti.

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