“Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi (Laurana Editore): incontro con l’autore e un brano estratto dal romanzo
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Gian Marco Griffi vive a Asti. Ha pubblicato: Più segreti degli angeli sono i suicidi, Bookabook 2017; Inciampi, Arkadia 2019.
Ferrovie del Messico è il suo nuovo romanzo (pubblicato da Laurana Editore).
Abbiamo chiesto all’autore di parlarcene…
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“Ferrovie del Messico nasce da tre suggestioni”, ha detto Gian Marco Griffi a Letteratitudine.
“La prima: una piccola storia in cui un’anziana signora di nome Tilde si fa leggere ad alta voce dal figlio le cartoline che un uomo (conosciuto quando entrambi erano giovani) le ha scritto nel corso di cinquant’anni: sono cartoline inviate da diverse località della Svizzera, della Francia, del Messico e dell’Argentina. Una storia minima, nella quale emergono pochi dettagli della vita dell’uomo, ma sono sufficienti a generare in Tilde sconvolgimenti emotivi impensabili.
La seconda: avevo voglia di prendere un uomo e farlo girandolare per le strade di Asti come se fossero un labirinto. Quell’uomo, mi è stato subito chiaro, doveva essere l’uomo delle cartoline. Il periodo storico, allora, non poteva che essere quello della Repubblica di Salò, sia per motivi anagrafici sia perché la collocazione temporale doveva rispecchiare la confusione del protagonista e del mondo attorno a lui, presentato come un garbuglio apparentemente inestricabile. A quel punto però serviva una scintilla, un filo conduttore che rendesse indispensabile, per quest’uomo, vagabondare per le strade di Asti e per le colline che circondano la città.
La terza: questa scintilla è arrivata da Marcel Proust e dal suo desiderio di fare soldi in borsa acquistando titoli azionari esotici, come per esempio le azioni delle Ferrovie del Messico. Voilà. Non appena lessi nella biografia di Proust questa noterella di rilevanza nulla, mi fu chiaro quel che dovevo fare. Il romanzo, mi dissi, sarà un romanzo d’avventura e si intitolerà Ferrovie del Messico. Il protagonista dovrà girandolare qua e là nel tentativo di eseguire un ordine giunto dall’alto: disegnare una mappa delle ferrovie messicane. Doveva quindi essere un milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria. Ed ecco allora che Cesco Magetti, nella sua prima tappa per procacciarsi informazioni utili a perseguire il suo scopo, entra nella biblioteca civica di Asti dove incontra Tilde, la giovane e bellissima bibliotecaria, e se ne innamora”
Tutti i personaggi del romanzo (sono molti) ruotano attorno a Cesco e a Tilde, li sfiorano o li segnano, li cambiano o li narrano. Anche quelli di ambientazione messicana come Gustavo Baz, autore del romanzo-trattato sulle ferrovie messicane che Cesco cerca ossessivamente, oppure Frank Calcavecchia, glottologo italoamericano che inseguendo il suo vizio per le scommesse sportive finisce a Santa Brígida de la Ciénaga, la terribile e leggendaria città messicana verso cui tutti sembrano inesorabilmente dirigersi, sono legati a Cesco Magetti (e sono legati tra loro) da un destino caotico che domina il mondo.
In tutto ciò, il povero Cesco Magetti deve affrontare la sua avventura menomato da un terribile mal di denti e dalla sua fobia per i dentisti. Mal di denti mal d’amore, mi diceva mia nonna quando da piccolo mi faceva male un dente. E in effetti il mal di denti di Cesco è anche un mal d’amore (Tilde, l’oggetto del suo amore, è l’amore idealizzato, il «fin’amor», come dice un altro personaggio del libro, Edmondo Bo, un ferroviere poeta), ma è ovvio che sia soprattutto il montaliano rivo strozzato che gorgoglia, l’incartocciarsi della foglia riarsa, il cavallo stramazzato. Un male di vivere che Cesco combatte principalmente fuggendo (dalla sua adesione al fascismo, dalla sua vita monotona, dal fantasma di un suo imperdonabile sbaglio, dalla sua fidanzata emigrata, dai dentisti), almeno fino al momento in cui l’avventura lo porterà a prendere una direzione precisa nel sentiero dei bivi che si biforcano della sua vita, e nulla sarà come prima”.
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Un brano estratto da “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi (Laurana Editore)

Brutta faccenda, quella dei denti. Un’agonia iniziata da adolescente e che Cesco si portava addosso come una maledizione; il primo era stato un molare sinistro, curato da un tal Giovinazzi tra indicibili sofferenze e una notte trascorsa a bestemmiare. E poi il canino sinistro, il premolare destro, il secondo molare sinistro, un incisivo. Dopo il Grandi, passò in rassegna metà dei dentisti della provincia. Ai suoi occhi, tutti macellai squilibrati. Il terzo voleva cavargli un incisivo sano. Al quinto tremava il braccio come a un soldato della Grande Guerra appena tornato dal fronte. Il sesto o settimo aveva la mano che pareva quella di un gigante e gli aveva lasciato una mascella gonfia e dolorante per una settimana.
Eccola, la sua dannazione. La storia dei suoi denti che si guastavano come pomodori al sole. Al nono dentista smise di curarsi. Perderli tutti, ecco la soluzione. Una dentiera tanto per abbozzare la masticazione, tanto per mordere il pane, e via. Che disdetta restare senza denti o tenerseli guasti, con vent’anni! E le donne, pensava, non lo avrebbero mai più guardato. Sarebbe andato per bordelli tutta la vita. Alla fine era tornato dal Grandi, spronato dalla madre, perché aveva una tecnica, il Grandi, e che tecnica: gli aveva fatto l’ipnosi, quel diavolo di un dentista, e Cesco, privato dei sensi (tranne la vista), se ne stava seduto su quella sediaccia buono buono, a fissare con terrore gli attrezzi del dentista che scandagliavano la sua bocca, e per la prima volta in vita sua non aveva sentito dolore. Il Grandi gli impartiva l’ordine di aprire la bocca, di più, di meno, sputa, gira la testa, e Cesco meccanicamente eseguiva, come un barboncino ubbidiente, senza neppure accorgersene. Sette denti, gli aveva aggiustato in questo modo, e Cesco era tornato a vivere, a masticare il salame e la carne come gli altri esseri
umani.
E proprio adesso quel dannato Grandi si era fatto acchiappare dall’Upi, proprio la settimana prima che quel nuovo dente cominciasse a dargli il tormento. Di tutti i sovversivi, i banditi, gli antifascisti, i gappisti e i sappisti, di tutte le spie, l’unico che si era fatto pescare era il suo dentista, porco mondo. Ricordava il colonnello che in Sicilia gli propinava la faccenda dei denti sani della razza italiana. La razza italiana! Nessun popolo, pensava Cesco, aveva raccolto così tanti popoli come noi, dagli etruschi ai greci ai normanni agli africani. Di tutti i colori. Macché razza e razza, pensava Cesco, lui conosceva soltanto la razza meschina di quelli che pativano il mal di denti. In Sicilia si era trovato a soccorrere un commilitone col ventre squarciato da una granata shrapnel; e in mezzo ai suoi urli, in quella bocca spalancata per il dolore, Cesco aveva notato il particolare che lo aveva lasciato sbalordito e invidioso: che denti, aveva! bianchi e sani. Si era trovato a invidiare un uomo con l’intestino che gli usciva dalla pancia. Se avesse potuto, disperato com’era, glieli avrebbe strappati uno a uno e se li sarebbe ficcati in bocca lui, quei bellissimi denti, come si faceva con gli scarponi e con le divise dei morti. Gli veniva da piangere, a Cesco, per non tremare come una bimbetta teneva le mani premute sulla pancia del soldato e intanto gli guardava in bocca, smanioso, bilioso, roso dalla gelosia. Un altro che passava di lì gli aveva urlato qualcosa, gli aveva urlato di mettersi al riparo, ma lui era rimasto a guardare morire quel tizio sognando di pigliare una pinza e rancargli via tutti quei meravigliosi denti.
Non avrebbe mai ritrovato denti tanto belli in bocca a un essere umano fino al giorno in cui incontrò Tilde.
(Riproduzione riservata)
© Laurana Editore
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La scheda del libro: “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi (Laurana Editore)
Se cercate dell’avventura, in questo romanzo ne troverete a bizzeffe. Se cercate della letteratura, con questo romanzo ne farete una scorpacciata. I luoghi e i tempi: Asti, Repubblica Sociale Italiana, febbraio 1944; su e giù per le ferrovie del Messico, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso. I personaggi (non tutti): Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria, tormentato dal mal di denti, incaricato di compilare una mappa delle ferrovie del Messico (l’ordine viene dall’alto, molto dall’alto); Tilde Giordano, ragazza bellissima e folle, imbevuta di letteratura, della quale Cesco si innamora all’istante e perdutamente; Steno, devotissimo fidanzato di Tilde, partigiano senz’armi; don Tiberio, prete di città confinato a Roccabianca a causa di certe sue insane passioni; Epa, cartografo samoano (delle Samoa tedesche); Adolf il Führer e la sua consorte Eva, alle prese con l’abuso di anglicismi; Angelo detto Angelino detto Angelito detto Lito Zanon, addetto cimiteriale alla bollitura di cadaveri; Mec il muto, suo sodale fin dai tempi in cui insieme costruivano ferrovie in Sudamerica; le due Marie, entrambe di nome Maria; Bardolf Graf, impiegato amministrativo, ignaro motore immobile di tutta la storia; Ettore e Nicolao, informatissimi e misteriosi clienti fissi del night club segreto l’Aquila agonizzante, prossimi ai partigiani; Gustavo Adolfo Baz, autore del volume Historia poética y pintoresca de los ferrocarriles en México; Edmondo Bo, frenatore poeta, o poeta frenatore, o frenatore e poeta, in ogni caso alcolista e oppiomane; l’orribile Obersturmbannführer Hugo Kraas, amante dell’arte italiana, discutibile golfista e spietato SS; Giustina Decorcipo, compagna d’orfanotrofio di Ettore e Nicolao, violentata e uccisa e gettata sul bordo della strada a sedici anni; Feliciano, bambino morto. Con Ferrovie del Messico Gian Marco Griffi ci ha dato un grande romanzo corale, spassoso e commovente, giocoso e profondo, realistico e fantastico, avvincente senza tregua, scritto con una lingua quasi parlata, sempre cordiale tanto nel registro comico quanto in quello drammatico, e tuttavia letteratissima. Se i numi tutelari di Griffi sono senz’altro Jorge Luis Borges e Carlo Emilio Gadda (e fanno capolino qua e là Roberto Bolaño, Thomas Pynchon e – com’è logico – i Monty Python), il risultato è del tutto originale.
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