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SUI PASSI DI LEI di Emma Di Rao (Ianieri) – recensione

dicembre 15, 2022

“Sui passi di lei” di Emma Di Rao (Ianieri Edizioni)

Il romanzo sarà presentato domani, venerdì 16, alle h. 18:00 a Siracusa. L’incontro si terrà nel Salone Amorelli, sede Inda, corso Matteotti 29. Daniela Sessa e Pucci Piccione converseranno con l’autrice (locandina in fondo alla pagina)

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di Simona Lo Iacono

Ci sono inizi che partono dalla fine. Che hanno bisogno dello strappo. Che necessitano del passaggio, doloroso e misericordioso, nel buio.
Non è solo perché la crescita ha i suoi strani rituali, le sue regole, i suoi necessari snodi. Ma perché la fine ha spesso la forza di rivelare, di gettare coni di luce sul tempo attraversato, di ridare – a quel tempo – una dimensione nuova.
Così accade a Lea Calì.
Era convinta di avere messo tra lei e le sue radici tutta la distanza necessaria, tutto il faticoso ammasso del cuore. Credeva di esserselo lasciato alle spalle, il più insoluto dei misteri. Il suo passato.
Torino era dalla parte opposta della Sicilia, una città tra i monti, in cui il disgelo arrivava solo a primavera inoltrata, quando al sud – nello stesso periodo – la terra era già arsa dalla sete, e il sole lanciava i suoi stigmi, laceri brandelli di fuoco su cui sarebbe divampata la notte.
Lea vi si era rifugiata pensando che niente avrebbe avuto la forza di strapparla a quell’approdo, una roccaforte vergine e innevata a cui lei era giunta per non voltarsi indietro.
E invece ecco che la Sicilia la reclama con la forza di una questione lasciata in sospeso. Con la sua capacità di risucchiare e ricapitolare. E il motivo è dei più feroci.
Sua madre è morta.
Non è un lutto nuovo per Lea Calì. Anzi, la fisionomia che sua madre ha sempre avuto ai suoi occhi è stata proprio quella dell’assenza, un vuoto inspiegabile, un disamore lungo, interminabile, a cui è riuscita a sopravvivere solo leggendo.
I libri sono stati il suo mondo alternativo, la vita mai avuta, la madre mancata.
È nella letteratura che ha stemperato la sofferenza, un vuoto a cui la morte vera sembra non aggiungere niente, né la solitudine né il senso d’abbandono.
Il suo lavoro da editor, forse, è soprattutto questo. Un cercare, tra le parole, quella dotata di senso, un immergersi nella finzione per dare risposta al vero inganno. Una disperata richiesta di aiuto, una abbozzata fame di felicità.
Ed ecco che il rientro a Sud riporta tutto a galla.
Mentre i riti funebri sembrano sugellare la perdita, dal passato arrivano richiami, misteri, insospettabili resurrezioni. Come una chiave che aprirà un cassetto da sempre chiuso e che porterà alla luce una vecchia lettera che getterà impensabili verità sulla vita della madre. O come il colore nero che persiste negli abiti della sua governante, Grazia. O come le ombre che oscurano il volto di Annabella, amica da sempre, strappandole i suoi sorrisi abituali, la sua vitalità.
La Sicilia sembra gettarla in un vortice.
Un antico, tenace amore, mai sopito, torna a farla sognare. Gabriele, un autore in erba, cerca di fare della scrittura la propria vocazione. Persino un ciclone sorprenderà tutti, e si leverà con la sua furia dissotterrando fantasmi, rendendo pace ai vivi e nuovo slancio ai morti.
E infine, pur scompaginata dal dolore, ecco che viene alla luce una voce che Lea non pensava di avere, e la cui forza diventa giorno dopo giorno rimedio e cura, trasformandosi nella vera figlia di ogni madre indecisa: la scrittura, che per Lea non è più solo di altri, e di cui si appropria quando è necessario dare un nome alle cose fuggite e alle ferite mai rimarginate.
La storia di Lea, magnificamente narrata da Emma Di Rao nel suo sorprendente romanzo di esordio “Sui passi di lei” (Ianieri Edizioni), non è solo la vicenda di un ritorno. Ma è il resoconto di un implacabile e tenace scandaglio, quello sulle ragioni della filiazione, del cordone che – reciso o annodato – indissolubilmente ci lega a chi ci ha chiamato alla vita.
Con grazia e – al tempo stesso – con un rispetto supplice, venato di compassione e di disarmata intimità, Emma Di Rao dipinge la necessità di mettersi sui passi di chi ci ha preceduto per trovare finalmente i propri, per generarsi dopo essere stati generati, come se la nascita obbedisse non ad una madre ma a due, una di sangue e una di parole. E come se la seconda fosse sempre la più sola, ma anche la più forte.

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La scheda del libro: “Sui passi di lei” di Emma Di Rao (Ianieri Edizioni)

Il cuore può spezzarsi in modo de­finitivo o guarire un po’ alla volta. È questa l’alternativa per Lea Calì, giovane editor che ha scelto di vi­vere a Torino ritenendola il luogo più lontano dalla città d’origine, in Sicilia, e soprattutto dalla propria sofferenza. Una sofferenza scaturita dall’inspiegabile disamore materno che ha quasi sospeso il tempo della protagonista.
A dispetto della distanza, dalla sua terra continua però ad arrivare, for­te e vitale, il richiamo di rapporti mai spezzati. Che diverranno pesi molesti quando Lea, in occasione della morte della madre, farà ritorno a casa. Qui l’attendono inquietanti misteri che imprimeranno un corso diverso alla sua esistenza. Come una vecchia chiave che aprirà un casset­to da sempre chiuso riportando alla luce una lettera e un passato scon­volgente. O come il terribile segreto che si cela dietro il colore nero mai dismesso da Grazia, la governante che si è fatta carico di trasformare “una tana in nido”.
Un antico e tenace amore, mai so­pito, torna nel frattempo a inondare con la sua musica l’anima di Lea.
Nel suo romanzo d’esordio, l’autrice racconta la complessità delle rela­zioni umane che alcune volte si ar­rendono all’oscurità ed altre volte cercano e trovano la luce.

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Emma Di Rao è nata a Siracusa dove vive. Già docente di Italiano e Latino nel Liceo Classico “Tommaso Gar­gallo”, è relatrice nell’ambito di con­vegni, seminari e conferenze. Fra le sue pubblicazioni: “Santa Lucia e le simbologie luministiche nella Divina Commedia” nel volume Siracusa città di luce di S. Gatto e L. Trigilia, Lette­ra Ventidue 2022; “Note in margine a oggi di Elena Salibra” nella rivista di critica letteraria “Nuove soglie”; “Né Ulisse né Tiresia” nel volume Sulla punta là in alto dei Climiti, Quader­no della Fondazione Il Fiore 2016. È inoltre autrice di approfondimenti culturali e di recensioni sul quotidia­no “La Sicilia” e su Letteratitudine.

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