“O Gigi traversa il Canale…” di Enzo Papa
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di Massimo Maugeri
Per Natale il Enzo Papa usa regalare agli amici un libricino letterario. Quest’anno è la volta del racconto, scritto dallo stesso Enzo Papa, intitolato “O Gigi traversa il Canale”. Un racconto delizioso ambientato nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quando Ben Gurion fonda lo Stato di Israele (con tutte le conseguenze che ne discendono).
È il racconto di una traversata, di una rischiosa missione mascherata da viaggio mercantile finalizzato all’acquisto di pesce. L’obiettivo è riportare in Italia e gli italiani ebrei che vivono in Libia (per evitare che possano subire ripercussioni dagli arabi ostili a Gurion).
“Avevo un’altra idea degli Ebrei”, rivela la voce narrante del racconto “l’idea che ci aveva fornito il Fascismo, di una razza umana inferiore, di scarsa intelligenza, di pelle scura, col naso adunco, come c’era stata descritta nella rivista “La difesa della razza”. E invece quei giovani, che parlavano italiano, erano veramente belli, maschi e femmine, di carnagione bianca e alcuni anche con gli occhi azzurri e capelli biondi. Non solo, ma nei loro modi gentili, nei loro occhi espressivi, nei loro sorrisi aperti rivelavano una mediterraneità come la nostra. Insomma, erano come noi ed io ne rimasi incantato, come rimasi piacevolmente sorpreso quando tutti insieme intonarono un loro canto, che mi sembrò un canto di ringraziamento”.
Un racconto che evidenzia, con tutto il suo carico di attualità, come la salvezza, ieri come oggi, al di là dei luoghi comuni e delle possibili strumentalizzazioni, possa passare da una traversata in mare, da una sponda di terra all’altra.
«Quand’ero Presidente della Società Siracusana di Storia Patria, negli ultimi sei anni del secolo scorso, ebbi modo di conoscere il Capitano Giuseppe Rodante», racconta Enzo Papa, «ormai scomparso, ultimo superstite della Società Siracusana dei Naviganti. Un giorno mi portò un suo dattiloscritto di ben 120 pagine, cucito a punti metallici, di cui allego qui la copertina, che ancora conservo.
Egli vi raccontava in prima persona la gloriosa storia della Marineria siracusana; una storia straordinaria che aveva antichissime origini, che egli ripercorreva con passione e viva partecipazione; vi elencava la tipologia delle navi iscritte nel Compartimento marittimo, le imprese, i marinai più valorosi, gli armatori. Poiché ormai la Società, denominata “Antica Congregazione Portus Salutis”, fondata nel 1397, andava verso l’estinzione, il Capitano Rodante, di cui era presidente, insieme ai cinque o sei ultimi soci sopravvissuti intendeva affidare il Gonfalone e i cimeli o all’Istituto Nautico o all’Archivio di Stato.
A me affidò una copia di quel dattiloscritto. Tra le imprese che vi si narravano, quale, ad esempio, a partire dal 1945, il trasferimento clandestino degli italiani dai campi profughi siracusani in Libia e in Cirenaica, si raccontava anche di un trasferimento clandestino al contrario, cioè per riportare in Sicilia gli Ebrei di Libia, in collaborazione con Ada Sereni, che era a capo dell’organizzazione clandestina.
Questa parte del dattiloscritto occupava non più di 3 o 4 pagine, ma quella descrizione mi aveva colpito più di tutto quanto si narrava nel dattiloscritto. Me ne ricordavo ogni anno, il 27 gennaio, giorno della Memoria, e mi dicevo sempre di volerla raccontare a modo mio, quella bella storia, ma non riuscivo mai a trovare la giusta chiave narrativa. L’illuminazione (o intuizione), mi venne a settembre, quando capii che l’io narrante doveva essere proprio il Capitano Rodante che me ne aveva parlato e che mi aveva affidato il dattiloscritto. Egli era il figlio del Capitano Angelo Rodante.
Da diversi anni, ormai, per Natale, stampo privatamente in esclusiva e in poche copie numerate qualcosa da inviare agli amici sparsi un po’ ovunque: un breve saggio, un poemetto, una lettera augurale, una traduzione. Quest’anno un racconto, questo. Una sorta di piccola strenna per augurare buone festività natalizie. Il bello è che non posso più sottrarmi a questa “incombenza”, perché già a settembre qualcuno mi chiede: “Cosa ci stai preparando quest’anno per la collezione?”».

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Il Prof. Enzo Papa è Presidente dell’Associazione Vittorini-Quasimodo che organizza il nuovo Premio Letterario Vittorini a Siracusa
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