“Jethro Tull. La leggenda del flauto nel rock” di Giuseppe Scaravilli (Officina di Hank, 2022)
La nuova puntata di “Cielo, la mia musica!” (rubrica tra dischi, libri, film, strumenti musicali, personaggi, capolavori dimenticati, vintage e novità), a cura di Leonardo Lodato, è dedicata al volume di Giuseppe Scaravilli intitolato “Jethro Tull. La leggenda del flauto nel rock”
* * *
“Eravamo io, Carmen, Checco e i Malibran nella Seattle d’Italia”
di Leonardo Lodato
Eravamo a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Erano i tempi in cui a Catania le televisioni private dettavano legge (nel senso buono), e c’era spazio per l’inventiva, per dare vita a programmi giovani e frizzanti come lo erano i conduttori, i registi, gli operatori.
Io lavoravo ad Antenna Sicilia, e con i colleghi Umberto Teghini e Natale Zennaro, ci inventammo un programma che segnò, in qualche modo, la storia delle televisioni in Italia: “Tweeter”. Un programma che si faceva forte di una città che viveva la notte, che si vantava, magari un po’ anche a sproposito, dell’appellativo di Seattle d’Italia. Una città dove si muovevano personaggi come Francesco “Checco” Virlinzi, Carmelo Costa e Giuseppe Rapisarda. Fu durante quelle scorribande che, una sera, cameraman al seguito, sentii suonare una ragazzina in un pub del centro storico: stava appollaiata sullo sgabello, imbracciava una chitarra e cantava da dio. Era una ancora sconosciutissima Carmen Consoli che, di lì a poco, spiccherà il salto tra le stelle del firmamento musicale. Erano i tempi in cui si andava ai concerti degli Uzeda, si frequentava il Taxi Driver. E a Belpasso c’era un pub, l’Eight Horses, dove tra una birra e l’altra (senza esagerare!), era possibile ascoltare il prog rock dei Malibran, nome importante, da tempio della lirica, quasi onomatopeico, per una band che ancora oggi si fa rispettare. E’ in una di quelle occasioni che strinsi amicizia con la band e in particolare con il chitarrista Giuseppe Scaravilli. A differenza di Carmen Consoli (la cui intervista per “Tweeter” finì nel cestino causa “cecità” artistica del buon Natale Zennaro, che se lo becco lo uccido!), i Malibran sono stati più volte protagonisti, e un’intervista di queste è finita anche in un loro bellissimo documentario.
Come tutte le belle storie, a un certo punto, la nostra frequentazione si è interrotta, ma l’amicizia è rimasta ben salda, ci “followizziamo” vicendevolmente sui social, e mi piace l’idea che, di tanto in tanto, la nostra frequentazione ci fa ritrovare tra le pagine di un giornale o, in questo caso, proprio sul web.
Se cercate almeno un motivo che sia uno, forse il più banale, per convincervi a leggere questo libro, eccolo servito su un vassoio d’argento. “Jethro Tull – La leggenda del flauto nel rock” (Officina di Hank, pp. 292, euro 20,00), non è il solito, scontatissimo libro che parla di un musicista, di una band, o di qualcosa di simile. Perché l’autore è Giuseppe Scaravilli, che dopo un libro di argomento storico e tre saggi musicali, si può ben definire un esperto del settore. Ma qui non conta la quantità ma la qualità, e se riflettiamo sul fatto che Giuseppe non è semplicemente un appassionato di musica, e soprattutto di prog rock, ma uno che la musica ce l’ha dentro, la suona, la capisce, la mastica, la assimila, la fa sua e, poi, ce la racconta. Beh, allora avrete capito che di motivi per leggere tutto d’un fiato questo libro, ce ne sarebbe più di uno.
Giuseppe, per chi non lo conoscesse, ha raccontato “Fatti e personaggi della storia” nel suo libro del 2020, che ha spiazzato un po’ tutti i suoi fan, deviando dalla passione per la musica e facendogli scoprire quella per la Storia, per le imprese di Napoleone, della Roma antica e dei vichinghi. E poi c’è la musica, che a noi, in questo momento, importa ancor di più ma che non prescinde dalla bulimica ricerca da parte di Giuseppe, di tutto ciò che è bello.
Ed eccoci al suo più recente lavoro, il volume dedicato ai Jethro Tull e, imprescindibilmente, al leader della band, ancora oggi in azione, quell’Ian Anderson, compositore, cantante, chitarrista e armonicista, che ha sdoganato l’uso del flauto traverso in una rock band. Roba che, in quegli anni, e siamo alla fine dei Sessanta, sembrava follia pura. E forse lo era. Ma che in breve tempo ha dato ragione a Ian Anderson e ai Jethro Tull che si sono trovato appiccicati addosso un meritatissimo marchio di fabbrica che li ha accompagnati e continua ad accompagnarli tutt’ora.
A pagina 149 del libro di Giuseppe Scaravilli, si apre il capitolo intitolato “Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die!” che, oltre ad essere il titolo del loro album, è riferito ad un episodio, un aneddoto, che Giuseppe racconta con grande maestria e che la dice lunga sulla pellaccia dura e la forza di volontà che fa parte del Dna di alcune stelle del rock.
A rendere “speciale” questo volume, oltre ad una evidente dichiarazione d’amore per i J.T. da parte dell’autore, la consapevolezza di ritrovarsi al cospetto di un «tributo di chi relaziona con l’approccio del musicista e dello storico… Il volume spera di colmare questo vuoto, cercando di risultare allo stesso tempo esaustivo, scorrevole e avvincente». Il vuoto si riferisce al primo decennio della band che, per motivi anagrafici, l’autore non ha vissuto in prima persona. Per il resto, mantiene le promesse, condisce tutto con bibliografia, discografia, videografia e un capitolo finale dedicato ai Jethro Tull in Italia negli anni Settanta: tredici date da 1971 al 1973 che hanno segnato la storia dei “live”.
E, dato che siamo in periodo di festività, chiudiamo con l’ennesimo aneddoto raccontato da Scaravilli, quando il 16 dicembre 2021, viene registrato il Concerto di Natale all’Auditorium della Conciliazione di Roma. «L’evento ritrova insieme Ian Anderson e Andrea Griminelli… Ian Anderson asserisce di essere solo un clown rispetto a Griminelli, che è un vero flautista; quest’ultimo risponde che Anderson, oltre a essere il flautista più famoso al mondo, è anche un polistrumentista, un cantante e soprattutto un compositore».
© Leonardo Lodato
* * *
La scheda del libro: “Jethro Tull. La leggenda del flauto nel rock” di Giuseppe Scaravilli (Officina di Hank, 2022)
I Jethro Tull sono una band leggendaria nata alla fine degli anni Sessanta. Al primo disco pervaso di blues ne seguirono altri ricchi delle contaminazioni più svariate, dalla musica etnica a quella classica, dal folk all’hard rock.
Ian Anderson, valido compositore, cantante, chitarrista e armonicista, ebbe l’intuizione di inserire il flauto in una rock band, suonando questo strumento in maniera inusuale, al punto da rendere la sua figura, con gamba alzata e flauto traverso, un’autentica icona di quegli anni.
Circondato da musicisti dalle grandi qualità, sia dal punto di vista tecnico che puramente scenico, ha portato avanti la sua proposta per oltre 50 anni, essendo in attività ancora ai giorni nostri.
Il libro intende ripercorrere la storia di questo gruppo incredibile con l’approccio dell’appassionato, del musicista e dello storico.
“Vi imbatterete in un turbinio di notizie e aneddoti vari che gettano luce non solo sui membri della band in quanto musicisti ma che analizzano anche il loro profilo umano”.
Il tutto corredato dalle scalette dei concerti e alcuni scatti inediti.
* * *
Giuseppe Scaravilli è nato a Seregno e dal 1975 vive in Sicilia.
Diplomato al Liceo Classico e laureato in Legge, decide di dedicarsi alle sue grandi passioni: il disegno, prima, realizzando numerosi racconti a fumetti, e la musica poi, in particolare il Rock degli anni Settanta, rivolgendo la sua attenzione soprattutto ai Jethro Tull, gruppo che ha seguito svariate volte in concerto, conoscendo personalmente anche alcuni dei suoi componenti.
Dal 1987 guida – in qualità di cantante, polistrumentista e compositore – i Malibran, band che ha saputo ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nell’ambito del rock progressivo internazionale, con all’attivo diversi dischi e concerti sia in Italia che all’estero.
ha pubblicato un libro a carattere storico e tre saggi musicali.
* * *

CIELO, LA MIA MUSICA! Una nuova rubrica musicale curata da Leonardo Lodato, tra dischi, libri, film, strumenti musicali, personaggi, capolavori dimenticati, vintage e novità.
Tutti gli articoli della rubrica, sono disponibili qui
* * *
© Letteratitudine – www.letteratitudine.it
LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo
Seguici su Facebook – Twitter – Instagram
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati