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SILVANA LA SPINA racconta ANGELICA (Neri Pozza)

gennaio 10, 2023

Angelica - Silvana La Spina - copertinaCome nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: SILVANA LA SPINA racconta il suo romanzo “Angelica” (Neri Pozza)

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di Silvana La Spina

Tutti conosciamo il personaggio di Angelica del Gattopardo, ma proprio perché lo conosciamo non sappiamo realmente chi è. Una ragazzetta furba? Una volgare e disinibita giovane donna, che conosce il mondo?
Nel film di Visconti, con la faccia della bellissima Claudia Cardinale, si presenta come una giovane che sa bene quello che fa e persino come sedurre il principe di Salina.
Insomma, quante Angeliche ci sono?
Ogni tanto lei mi appariva nell’inconscio e poi puf andava via. Ma restava la sua traccia luminenscente come quella di una lumaca.
Poi da una chiacchierata con Beppe Russo l’idea: vorrei scrivere la vera storia di Angelica.
Vera? Fa lui, ma è un personaggio!
E allora? Un personaggio non può essere vero?
Sì, certo, conviene anche lui.
E allora fallo, dice ridendo.

E l’ho fatto, appunto. Anzi l’ho scritta.
Ho cominciato con una ragazzetta come tante, ma che non vive una vita come tante. Perché come dice l’organista nel romanzo e ripete anche nel film, Angelica non è una bambina amata dalla madre.
A quel punto per me non solo non era amata, ma addirittura odiata.
https://64.media.tumblr.com/1bccd2764490f1c36e2d215d0e7e256f/eb4c3f82432f45fa-d2/s1280x1920/79c2c80f141cf9a26de510e8b03b299a2b196ae6.jpgPerché Bastiana – come ho immaginato – è una donna perversa nella sua stolidità, non è una madre, non è una moglie, ma una che campa e basta. E quella figlia, Angelica, le ricorda anche quello che non è.
Lei la figlia Peppe ‘merda’, non conosce carezze, non conosce civiltà, è solo bellissima.
Ma alla fine ‘una bestia’.
Ora una bambina come Angelica che prospettive ha con una madre così?
Certo c’è la serva Mimidda, che a suo modo la ama moltissimo, ma anche lei analfabeta e stolida cosa può dare a una bambina desiderosa di affetto?
Insomma Angelica a me è apparsa così, un individuo nato con un ‘danno’, il disamore materno. E questa è una cosa che le creerà un dolore irreparabile.
Poi immagino Donnafugata.
Sono anch’io vissuta da piccola in un paese dell’interno della Sicilia, e quello di Angelica non deve essere nemmeno allora diverso: pettegolezzi, chiacchiere, divisioni di ceti in un modo incredibile.
Angelica infatti va a dottrina, è una scolara diligente, ma quella madre ha già aperto una voragine, infatti si parla molto di Bastiana in certi ambienti e del padre tutti sanno che viene dal niente, ma che con imbrogli riuscirà a ricompensare la figlia delle difficoltà con una grande dote.
Ecco siamo lì, almeno io così l’ho vista. Un paese, una madre aguzzina, un padre imbroglione e senza nessuna cultura e civiltà.
Ma ogni tanto al paese arriva anche il principe con la sua scorta di figli.
Angelica si reca a giocare con la principessina Concetta, e da lei apprende che esiste un altro mondo, fatto di giocattoli, feste, abiti sontuosi e persino lo studio delle lingue.
Ma se suo padre è diventato tanto ricco, magari rubando al principe di cui è amministratore, perché non potrebbe anche lei ambire a un’altra vita?
È quello che accade. Angelica andrà a Firenze, a studiare in un famoso collegio, e tra le angherie delle compagne e gli affanni imparerà a diventare una signora.
Al suo ritorno in Sicilia ci trova la rivoluzione e Garibaldi.

Ora la ricostruzione storica del periodo mi ha dato molto da penare.
Non tanto per le rivolte e l’annessione dell’isola all’Italia, ma perché da quel momento dovevo prendere in carica il personaggio di Tancredi.
Tancredi è un ambizioso, e un po’ figlio di puttana, non si cura di passare sul cuore della cugina Concetta, pur di arrivare al suo scopo.
Ossia impalmare la bella Angelica e far uso della sua immensa dote.
Ma fare politica nemmeno a quei tempi è cosa facile, certo c’è l’aiuto del denaro del suocero, c’è il suo passato di garibaldino, ma bisogna anche andare a caccia dei voti nel contesto di allora.
Ho letto molto, naturalmente, saggi, biografie, e tutti i romanzi di De Roberto, che raccontavano non sempre felicemente come ne I Vicerè quel tempo anche in politica.
Ho quindi immaginato il Sedara correre di qua e di là col suo calesse per aiutare il genero, gli agguati mafiosi, i compromessi… E poi Tancredi in Parlamento.
Come sarebbe stata allora la vita di Angelica?
Anche qui non era facile da immaginare. Angelica adesso è principessa, ma non è dei loro e sa che non lo sarà mai. Stranamente si appoggia però a Concetta, che da sempre nasconde dentro di sé il ricordo del tradimento di Tancredi e della nuova cugina.
Concetta è fondamentale per Angelica, è la dimostrazione che ce l’ha fatta, ma sa che tra lei e l’altra non ci sarà mai vero affetto o vera amicizia.
Sono due contendenti insomma, che si rispettano forse, ma non si amano. Concetta si affeziona allora alla piccola Giulia, la figlia di Angelica, anche con lo scopo di allontanarla dalla madre.
Ci riesce. La maternità del resto non è la cosa principale di Angelica, in fondo che ne sa lei della maternità? Come sempre chi ha subito ripete lo stesso errore. Angelica sa che Giulia non è sua, è ‘loro’, è una bambina aristocratica pronta a diventare una superba adolescente.
Perché l’aristocrazia in quel mondo è tutto, il denaro non è sufficiente infatti a compensare una nascita umile per non dire infame.
Ma Angelica ho immaginato ha imparato a fingere, fingere di essere dei loro senza esserlo, fingere di capirne di cultura, di arte, di musica… e persino di politica.
Ma a prezzo di cosa?
Dopo Vienna, dove Angelica viene a contatto con la più potente monarchia del momento e addirittura con la stessa imperatrice Sissi, il personaggio però cambia, diventa più sicura di sé.
E quando torna in Sicilia ha recuperato la sua forza. Ora infatti è una donna forte che non si curerà nemmeno della disapprovazione della società, adesso è lei a prendere in mano il suo destino.
Anche perché nel frattempo il mondo attorno a lei crolla, presto le grandi monarchie finiranno, presto tutto cambierà.
Perché non è vero, come dovrà ammettere lo stesso Tancredi, che tutto cambia per restare uguale. Al contrario niente resta uguale e tutto cambia, il potere, la monarchia, i vecchi costumi.
E ciò che rimane è la forza interiore. Cosa che lui non ha.
Ma Angelica sì.

Ecco, è così che ho visto il personaggio di Angelica?
Ma poi perché l’ho fatto?
Per sfida.
So che non era facile fare accettare la ‘mia’ Angelica.
So che diranno: non è giusto, non è sano, non è nel canone fare diventare personaggio qualcuno che è già personaggio di un libro così famoso.
E allora?
Non ha forse una vita sua il personaggio di un libro?
E non posso inserirmi nella sua vita?
Sì, ma questo all’estero, diranno. Nelle altre letterature.
Sì, ma nelle serie televisive, diranno.
O semplicemente nelle serie.
E allora?
I personaggi vivono nell’immaginario collettivo, io ne ho preso solo un pezzo di quell’immaginario.

(Riproduzione riservata)

© Silvana La Spina

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La scheda del libro: “Angelica” di Silvana La Spina (Neri Pozza)

Sono molti i romanzi che approfondiscono un personaggio letterario, raccontando una parte rimasta segreta che l’autore aveva deciso di tralasciare. Così Silvana La Spina torna a visitare Il Gattopardo, romanzo iconico e intoccabile della tradizione letteraria italiana, e va alla ricerca di Angelica: narrandone la vita, le passioni, i fallimenti. La figlia di don Calogero Sedara, amministratore dei feudi del principe di Salina, è una ragazzina come tante. Ma il padre, arrivista senza scrupoli, che fa affari loschi anche con i banditi locali pur di arricchirsi, la avvia a conoscere la buona società. Angelica diviene amica di Concetta, la primogenita del principe di Salina, va a studiare in un collegio raffinato di Firenze, incontra il giovane Tancredi, al momento garibaldino.
Angelica è bella, Tancredi ha bisogno di soldi per fare carriera, così deciderà di sposarla, abbandonando la cugina Concetta con cui era vagamente fidanzato. A quel punto Angelica cambierà posizione nel mondo, divenendo principessa, una dama alla moda, bellissima, che legge, suona, si intende di arte. La sua vita si svolgerà a Palermo, a Roma, dove il marito fa di tutto per diventare deputato, anche con l’aiuto mafioso del suocero. Fino a Vienna, dove Angelica finirà per infilarsi nelle maglie della politica, aiutando l’imperatrice Sissi a risolvere un grave problema del figlio Rodolfo.
Angelica è un romanzo moderno. Per Silvana La Spina, la Sicilia non è mai un pretesto, una maniera, una moda: è un cantiere aperto, un laboratorio di passioni scritte in una mappa letteraria originale e spiazzante.

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Silvana La Spina è nata a Padova da madre veneta e padre siciliano. Ha pubblicato il volume di racconti Scirocco (La Tartaruga 1992, premio Chiara) e i romanzi: Morte a Palermo (La Tartaruga 1987, Baldini Castoldi 1999; premio Mondello), L’ultimo treno da Catania (Bompiani 1992), Quando Marte è in Capricorno (Bompiani 1994), Un inganno dei sensi malizioso (Mondadori 1995), L’amante del paradiso (Mondadori 1997), Penelope (La Tartaruga 1998), La creata Antonia (Mondadori 2001). Sempre per Mondadori sono usciti i tre romanzi dedicati alle indagini del commissario Maria Laura Gangemi: Uno sbirro femmina (2007), La bambina pericolosa (2008) e Un cadavere eccellente (2011). Per Giunti ha pubblicato il romanzo L’uomo che veniva da Messina (2015). Il precedente romanzo L’uomo del Viceré è uscito nel 2021 per Neri Pozza.

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