È morto Pino Roveredo (Trieste, 16 ottobre 1954 – Duino-Aurisina, 21 gennaio 2023), considerato lo scrittore degli ultimi e degli emarginati.
Aveva vinto il Premio Campiello nel 2005 con “Mandami a dire” (Bompiani). Aveva 69 anni ed era malato da tempo, ma nell’ultimo mese le sue condizioni erano peggiorate rapidamente. Lo ricordiamo in questa pagina
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Approfondimenti su: la Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Rai News, Ansa, Il Piccolo
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In merito alla scomparsa di Pino Roveredo la Fondazione Il Campiello ha diramato la seguente dichiarazione:
“Con Pino Roveredo perdiamo uno degli scrittori più importanti della letteratura italiana contemporanea. Un uomo speciale che il Premio Campiello ha avuto l’onore di premiare nel 2005 con il libro “Mandami a dire” e che ricorderemo sempre, oltre che per la sua penna ispirata, per la caratura morale. Il suo impegno sociale e letterario nei confronti degli “ultimi” sarà l’eredità più grande che dovremo raccogliere.
Per questo tutta la Fondazione Il Campiello lo ricorda con grande affetto e riconoscenza.”
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Il ricordo di Elisabetta Sgarbi: “Ciao Pino. Ci legano momenti di grande gioia, quello straordinario Premio Campiello del 2005, outsider e vincente, il Premio Cavallini, i film insieme e tanti libri, una cena con Magris in una trattoria triestina di circa vent’anni fa. Da anni prevaleva il silenzio e la distanza. La tua scrittura, unica e irripetibile, le tue metafore ardite e illuminanti. Da lì, da dove sei, se puoi, Mandami a dire”.
Foto sotto, dal film “Trieste la contesa” di Elisabetta Sgarbi

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Pino Roveredo (Trieste, 16 ottobre 1954 – Duino-Aurisina, 21 gennaio 2023) è stato uno scrittore italiano.
La sua infanzia è segnata da gravi problemi familiari (genitori entrambi sordomuti) e sociali seguiti in gioventù dalla piaga dell’alcolismo.
Il suo esordio letterario giunge nel 1996 con il testo autobiografico “Capriole in salita” (Lint Editoriale, Trieste), che narra in prima persona le avventure e le disavventure, le cadute e le ricadute dell’autore e dei suoi compagni di bevute meno fortunati di lui. Il romanzo ottiene subito un notevole successo a livello nazionale e Roveredo acquista notorietà grazie a vari passaggi televisivi nel popolare Maurizio Costanzo Show.
Nel 1997 esce la raccolta di racconti “Una risata piena di finestre”, dove l’autore con ironia e tenerezza racconta le storie di quei personaggi comuni che tutti guardano ma nessuno vede, seguito l’anno successivo dal romanzo La città dei cancelli, romanzo duro ma realistico che narra i fatti crudi e le vicende quotidiane dei carcerati. Sempre nel 1998 e sempre per la casa editrice triestina, esce il testo teatrale La bela vita dove l’autore in un atto unico mette in scena la dura vita del penitenziario.
L’anno 2000 vede la nascita di un altro toccante romanzo: “Ballando con Cecilia”. Qui Roveredo racconta la storia di Cecilia, un’anziana donna rinchiusa da oltre sessant’anni in ospedale psichiatrico dove gli altri ospiti, (tutti accomunati da un’unica e semplicistica etichetta: “pazzi”) fanno da contorno ad una vita il cui destino ha tolto la libertà. Sempre nel 2000 Roveredo pubblica il testo teatrale “Centro diurno/Le fa male qui?”, dove in due atti viene messo in scena il problema dell’emarginazione sociale e della tossicodipendenza. La Lint pubblica poi, a cura di Stefano Bianchi, il volume “San Martino al Campo – Trent’anni”, dove Pino Roveredo racconta le tappe più importanti nei trent’anni di storia del centro di recupero per tossicodipendenti fondato da don Mario Vatta. Il volume ospita testimonianze di illustri cittadini come Angelo Baiguera, il senatore Roberto Antonione, Claudio Magris, Daniela Lucchetta (vedova del compianto giornalista RAI assassinato a Mostar), oltre alle foto di Giovanni Montenero, noto fotografo triestino.
Con la raccolta di racconti “Mandami a dire” (Bompiani) Pino Roveredo vince a settembre il Premio Campiello 2005 come miglior romanzo dell’anno e nel 2006 pubblica assieme all’onorevole Ettore Rosato il volume “Andar per fodere”. Sempre nel 2006 Bompiani ristampa “Capriole in salita” e, nel 2007, pubblica il nuovo romanzo, “Caracreatura” che narra le vicende di una madre di un tossicodipendente. Nel 2009 pubblica “Attenti alle rose”, sempre con Bompiani.
Segue poi “La melodia del corvo”, (Bompiani 2010), mentre l’ultimo romanzo di Roveredo è “Mio padre votava Berlinguer”, (Bompiani 2012) e – sempre per Bompiani – la rielaborazione di “Ballando con Cecilia” (2013) e “Mastica e sputa” (2016). Dal 2014 al 2018 è stato Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in Friuli Venezia Giulia.
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