“Tutto quello che non avevo capito. Una bambina e basta cresce” di Lia Levi (HarperCollins Italia)
Dopo Una bambina e basta raccontata agli altri bambini e basta, Lia Levi torna con una testimonianza autentica e inedita, che riparte dalla ricostruzione dell’Italia dopo la guerra e ci narra le gioie e le fatiche di ridisegnare il proprio futuro e quello di tutti.
Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo un brano estratto dal romanzo
In coda al post il tour di Lia Levi organizzato da Demea eventi culturali
* * *
Doppio studio: non è un po’ troppo?
Papà e altri padri combattivi erano andati in gruppo al ministero dell’Educazione appena riorganizzato per chiarire una questione importante.
Le loro famiglie erano dovute scappare e nascondersi perché perseguitate dai tedeschi, ma molti dei figli erano riusciti in qualche modo a studiare lo stesso. Insomma, questi ragazzi che avevano con fatica seguito un regolare corso scolastico dovevano essere considerati promossi all’anno successivo.
Quand’era stato il momento in cui toccava a papà illustrare la nostra situazione, la scena si era fatta incandescente. Nostro padre, al ritorno, l’ha raccontata e quasi recitata parola per parola, tanto gli bruciava ancora dentro.
Eccolo lì papà a spiegare con grande calma che sua figlia (cioè io) aveva dovuto frequentare la seconda media in un istituto di suore. Era ebrea, si nascondeva dai tedeschi, e per questo motivo aveva dovuto adottare un cognome falso. Adesso, per fortuna, era finito il pericolo, sua figlia per la terza media si sarebbe iscritta alla scuola pubblica, ma era necessario che si accettasse come valida una pagella il cui nome non era quello reale.
“Ah!” Il funzionario era saltato su dopo un minuto di stupito silenzio. “Dove sono le prove? Chi mi assicura che quella e quell’altra siano la stessa persona? Chiunque potrebbe impadronirsi di un fascicolo spacciandolo come proprio” aveva ribattuto sbattendo i fogli timbrati sul tavolo. “La lettera della madre superiora? Quella è una dichiarazione privata senza alcun valore giuridico.”
Ma qual era il punto che aveva fatto quasi saltare in aria papà? Era successo quando quel funzionario lo aveva pregato di non insistere, ché lo Stato in quel momento doveva riorganizzarsi, ricostruirsi, e non si potevano disperdere le forze su piccole questioni private.
Piccole questioni private? “Il fatto che mia figlia, le sue sorelle e anche noi genitori ci siamo dovuti mimetizzare e nascondere lo considerate un fatterello privato?” aveva tuonato mio padre (e mentre lo raccontava a noi tuonava un’altra volta).
“Ma su, su.” Il funzionario aveva assunto un tono tranquillo, se pure un po’ infastidito. “Voi state ingigantendo un problema facilmente risolvibile. Se vostra figlia è brava come dicono questi fogli, si presenta a ottobre agli esami di riparazione, risponde a qualche domanda e poi se ne andrà tranquilla in terza media.”
Riparazione, riparazione… Papà si era impuntato su quella parola. “Siete voi, lo Stato, che dovreste riparare all’infamia che avete fatto piombare sui cittadini ebrei!” aveva gridato ancora più forte.
«Davvero? Gli hai risposto proprio così?» ha mormorato mia madre, cercando di calmare papà che stava gridando anche mentre riproduceva la scena.
«Sì sì. E sai cosa mi ha replicato lui?»
«No.» Mamma stava scuotendo, perplessa, la testa.
«“In questi locali non si fanno discussioni politiche.” Ti dice niente questa frase? Sono le parole dei manifesti che il governo fascista aveva imposto in tutti i luoghi pubblici. Vedi? Il Fascismo c’è ancora, specie negli uffici statali.»
«Ma cosa dici? Ora c’è la democrazia, siamo liberi di dire a tutti quello che pensiamo» canterellava mamma. «E ai fascisti gli facciamo sciò sciò!» ha aggiunto come tocco finale, scuotendo le mani nel gesto con cui si scacciano le galline.
(Riproduzione riservata)
Credits: © 2023 Lia Levi/Grandi & Associati/HarperCollins Italia
* * *

La scheda del libro: “Tutto quello che non avevo capito. Una bambina e basta cresce” di Lia Levi (HarperCollins Italia)

Roma è stata appena liberata dalle truppe americane, Lia ha tredici anni e, insieme alla sua famiglia, affronta il tentativo di ritornare a una vita normale, ma tutto è da ricostruire: la vecchia casa che non sembra più la stessa, gli esami da recuperare, le lezioni noiose dal rabbino, le amicizie di un tempo che si sfaldano e quelle nuove che nascono nel quartiere, il cuore che batte per qualcuno che non si conosce ancora… E, in sottofondo, il rumore di un Paese che è irrequieto e affamato quanto la Lia adolescente che si batte con coraggio e passione per rivendicare gli ideali di democrazia e libertà. Dopo Una bambina e basta raccontata agli altri bambini e basta, Lia Levi torna con una testimonianza autentica e inedita, che riparte dalla ricostruzione dell’Italia dopo la guerra e ci narra le gioie e le fatiche di ridisegnare il proprio futuro e quello di tutti.
* * *
LIA LEVI è nata a Pisa nel 1931. È una delle più importanti scrittrici italiane, tanto per adulti quanto per ragazzi. La sua produzione letteraria è vasta e ha vinto numerosi premi.
Tra i suoi libri: Una bambina e basta (e/o, 1994, Premio Elsa Morante), Che cos’è l’antisemitismo? Per favore rispondete (Mondadori, 2001, Premio Grinzane Cavour), La portinaia Apollonia (Orecchio Acerbo, 2005, Premio Andersen), L’albergo della magnolia (e/o, 2011, Premio Moravia), Questa sera è già domani (e/o, 2018, Premio Strega Giovani) e, per HarperCollins, L’anima ciliegia e Una bambina e basta, raccontata agli altri bambini e basta.
* * *
© Letteratitudine – www.letteratitudine.it
LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo
Seguici su Facebook – Twitter – Instagram
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati