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10 LIBRI PER IL GIORNO DELLA MEMORIA 2023

gennaio 26, 2023

Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria: ricorrenza internazionale sancita per commemorare le vittime dell’Olocausto e per non dimenticare una delle pagine più buie e atroci della Storia.

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Proponiamo, di seguito, dieci titoli per il Giorno della Memoria 2023

[Le notizie sui libri segnalati per il Giorno della Memoria dello scorso anno sono disponibili qui]

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Fuga dal ghetto. La storia vera di un ragazzo ebreo sfuggito ai nazisti - John D. Carr - copertina“Fuga dal ghetto. La storia vera di un ragazzo ebreo sfuggito ai nazisti” di John D. Carr (La nave di Teseo, 2023 – traduzione di Salvatore Serù)

John Carr ha ricostruito la storia grazie alle testimonianze del genitore, scomparso nel 1995, traendone un romanzo memorabile.

All’inizio del 1940 Chaim Herzsman era rinchiuso nel ghetto di Lódz, in Polonia. Affamato, ma impavido e determinato a scappare, scava una via di fuga oltre il filo spinato ed è costretto a uccidere una guardia nazista per riguadagnare la libertà. Quel momento cambierà per sempre la sua vita, trascinandolo in un’incredibile avventura attraverso le linee nemiche. Fuga dal ghetto è la storia di un ragazzo qualunque che si trova a dover affrontare, armato solo del suo coraggio, il terrore nazista e la prospettiva dello sterminio e dell’incredibile avventura che lo ha condotto lontano da un epilogo tragico. Una storia agrodolce sulla speranza, sulla bellezza in mezzo all’orrore e sul trionfo dello spirito umano e del coraggio. John Carr è il figlio maggiore di Chiam Herzsman e in Fuga dal ghetto racconta la storia di suo padre, fuggito in maniera rocambolesca da una morte certa riuscendo a ricominciare una nuova vita a Leeds, in Inghilterra, dove aveva assunto il nome di Henry Carr.

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Se esiste un perdono. Copia autografata su ex libris - Fabiano Massimi - copertina“Se esiste un perdono” di Fabiano Massimi (Longanesi, 2023)

La chiamano la Bambina del Sale, perché tutte le sere, quando il buio allaga la città, puoi incontrarla all’imbocco di un vicolo che vende ai passanti sacchetti in tela azzurra con dentro una manciata di sale, introvabile da tempo. Nessuno a Praga conosce il suo nome. Nessuno sa come si procura quella preziosa merce. La Bambina compare dopo il tramonto e scompare prima dell’alba, senza dare confidenza a chi incontra. Una moneta, un sacchetto. Tutto qui. È il 1938. Il furore nazista incombe sulla Cecoslovacchia e Hitler è alle soglie della città. La paura dilaga, soprattutto fra gli ebrei del Ghetto. Non c’è tempo, bisogna fuggire. Bisogna salvare i più deboli, come i bambini senza famiglia, come la Bambina del Sale. Un’impresa impossibile. Eppure c’è un uomo che ci crede, un inglese di origini ebraiche, Nicholas Winton, che tenta il miracolo: allestire treni diretti nel Regno Unito per mettere in salvo quanti più bambini possibile. Tra mille ostacoli logistici e politici, e con l’aiuto della giovane Petra che lo guida in una città a lui sconosciuta e colma di fascino, Winton sta per riuscire nel suo eroico intento. Ma la Bambina del Sale sembra non voglia farsi salvare. Perché quello sguardo sfuggente? Quale segreto nasconde? In questo romanzo, che racconta la vicenda vera e dimenticata di sir Nicholas Winton, tornata alla luce grazie a un commovente video della BBC dove l’uomo ottantenne incontra a sorpresa i “suoi” bambini ormai adulti, Fabiano Massimi ci accompagna in un viaggio fra storia e finzione, rischiarando una delle pagine più oscure del nostro passato con la luce della speranza.

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Forse Esther - Katja Petrowskaja - copertina“Forse Esther” di Katja Petrowskaja (Adelphi, 2023 – traduzione di Ada Vigliani)

Si sarà proprio chiamata Esther quella bisnonna che, nella Kiev del 1941, chiese fiduciosa a due soldati tedeschi la strada per Babij Jar, la fossa comune degli ebrei, ricevendone come risposta un distratta rivoltellata? Forse. E dell’intera famiglia, dispersa fra Polonia, Russia e Austria, che cosa ne è stato? Il monolite sovietico conosceva l’avvenire, non la memoria. Per ricostruire quella ramificata genealogia, quel vivace intreccio di culture e di lingue – yiddish, polacco, ucraino, ebraico, russo, tedesco -, Katja Petrowskaja intraprende, sulle tracce degli scomparsi, un intenso viaggio a ritroso nella storia di un Novecento sul quale incombono la stella gialla e quella rossa, e in cui si incrociano i destini di memorabili figure: la babuska Rosa, incantevole logopedista di Varsavia, che salva duecento bambini sopravvissuti all’assedio di Leningrado; il nonno ucraino, prigioniero di guerra a Mauthausen e riemerso da un gulag dopo decenni; il prozio Judas Stern, che spara a un diplomatico tedesco nella Mosca del 1932, e dopo un processo-farsa viene spedito “nel mondo della materia disorganizzata”; il fratello Semén, il rivoluzionario di Odessa, che passando ai bolscevichi cambia in Petrovskij un cognome troppo ebraico… Ma indimenticabili protagonisti sono anche i paesaggi: l’immane pianura russa invasa dai tedeschi e le città della vecchia Europa: Kiev, Mosca, Varsavia, Berlino. E i ghetti, i gulag e i lager nazisti.

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L' artista della fuga - Freedland Jonathan - copertina“L’artista della fuga” di Freedland Jonathan (Neri Pozza, 2023 – traduzione di Leonardo Clausi)

L’impresa di Rudolf Vrba è raccontata in questo libro perché «si esibisca in un’ultima fuga: sottrarsi all’oblio ed essere ricordato».Auschwitz, 1944. La zona è un cantiere edile e rimbomba del rumore sordo del legno, dei cani che abbaiano e delle grida delle SS e dei Kapò. Walter Rosenberg controlla con cura la machorka, il tabacco russo infilato nelle fessure delle assi della catasta di legno perché i cani trovino l’odore repellente. È nascosto con Alfred Wetzler in quella catasta da tre giorni. Ha udito migliaia di stivali che calpestavano il terreno, gli ufficiali che imprecavano, i cani con la bava alla bocca alla ricerca del minimo, fragile, trepidante segno di vita umana e, ora che l’anello esterno delle torri di avvistamento è sgombrato, è il momento giusto per scappare. Fuggire da Auschwitz a diciannove anni insieme con Fred, l’amico bohémien conosciuto a Trnava, in Slovacchia. Due ragazzi ebrei prigionieri dell’orrore nazista. Cosí comincia una fuga che è senza precedenti nella tragica vicenda della Shoah, una fuga che farà di Rudolf Vrba, – il nome che prenderà Walter Rosenberg peregrinando nei paesi dell’Europa dell’Est governati dagli alleati dei nazisti – un testimone meritevole di stare accanto ad Anna Frank, Oskar Schindler e Primo Levi. È una storia che mostra «come le azioni di una sola persona, anche adolescente, possano piegare l’arco della Storia, se non verso la giustizia, almeno verso la speranza». Rudolf Vrba racconterà, infatti, in maniera dettagliata e precisa, dello sterminio e del progetto della «soluzione finale». Non sarà creduto, sulle prime. Le trentadue pagine del suo rapporto arriveranno, tuttavia, fino a Roosevelt, a Churchill e al Papa e diventeranno poi il documento chiave del processo di Norimberga.

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Il gatto e la bambina del ghetto - Mala Kacenberg - copertina“Il gatto e la bambina del ghetto” di Mala Kacenberg (Garzanti, 2023 – traduzione di Adria Tissoni)

Una storia vera che ha emozionato la stampa di tutto il mondo e scatenato un passaparola senza paragoni. Ci sono parole dal valore universale; ci sono messaggi la cui importanza non tramonta mai; ci sono testimonianze che non si deve smettere mai di ascoltare.Polonia 1939. Mala ha davanti a sé una casa vuota. La casa in cui ha vissuto e riso per dodici anni con i suoi genitori e i suoi fratelli ora è abitata solo da un’eco silenziosa. Come molti altri ebrei, anche la sua famiglia è stata deportata, e lei è l’unica a essere sfuggita ai rastrellamenti. Ma non è sola. Ha il cuore distrutto e ha finito le lacrime, ma accanto a lei c’è chi riesce a darle la forza di andare avanti e non mollare: è Malach, la sua bellissima gatta. Il suo nome significa «angelo», ed è proprio questo che diventa per Mala giorno dopo giorno: la guida attraverso le campagne intorno alla città dove delle famiglie le offrono cibo e riparo per la notte; la protegge per evitare che raggiunga la sua famiglia nei campi di sterminio. Ma non è facile per la ragazzina nascondersi, anche se Mala si è ribellata ai suoi aguzzini strappandosi la stella di David dal braccio: le sue radici, le sue tradizioni e la sua fede possono più di qualsiasi discriminazione. Anche con la vigile protezione di Malach, però, non arrendersi allo sconforto è difficile. Nella sua mente è ancora vivo il ricordo delle perdite che ha subito e dei divieti a cui è dovuta sottostare, primo fra tutti non poter più studiare e andare a scuola. Mala deve trovare la forza per sopravvivere. E la sua gatta è sempre con lei a ricordarle che ogni cosa è possibile anche se intorno è solo buio. Una storia vera che ha emozionato la stampa di tutto il mondo e scatenato un passaparola senza paragoni. Ci sono parole dal valore universale; ci sono messaggi la cui importanza non tramonta mai; ci sono testimonianze che non si deve smettere mai di ascoltare.

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La fuga di Jacob - Michael Reit - copertina“La fuga di Jacob” di Michael Reit (Newton Compton Editori, 2023 – traduzione di Eleonora Motta)

Ispirato a una toccante storia vera. Berlino, 1938, qui non si è più al sicuro. La storia di Jacob Kagan è diventata immortale.

Berlino, 1938. Qui non si è più al sicuro. Berlino, 1938. Jacob Kagan sa che è solo questione di tempo prima che i camion dei nazisti vengano a prelevare anche lui. Sono settimane, infatti, che gli ebrei di Berlino scompaiono nel corso di raid notturni. E così Jacob, che ha solo ventun anni, decide di fuggire insieme alla sua famiglia e al suo migliore amico Ethan, alla ricerca di un posto sicuro, oltre il confine con l’Olanda, dove potranno attendere che le rappresaglie contro gli ebrei abbiano fine. Ma le loro speranze sono destinate a naufragare. Il campo profughi nel quale trovano rifugio, infatti, si trasforma in un centro di smistamento non appena i nazisti invadono i Paesi Bassi. Decine e decine di treni partono da lì per raggiungere i letali campi di concentramento allestiti a est. Nessuno ha mai fatto ritorno da quell’inferno. Quando le SS selezionano Jacob per sorvegliare la popolazione ebraica all’interno del centro, con l’obbligo di segnalare qualunque comportamento sospetto, lui si rende conto che quella può essere un’occasione irripetibile per mettere in salvo i suoi cari. Ma a quale prezzo?

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Figlie della Resistenza. La storia dimenticata delle combattenti nei ghetti nazisti - Judy Batalion - copertina“Figlie della Resistenza. La storia dimenticata delle combattenti nei ghetti nazisti” di Judy Batalion (Mondadori, 2023 – traduzione di Giuliana Lupi)

Figlie della resistenza rivela una storia vera e potente. Un racconto di guerra, lotta per la libertà, coraggio, amicizia femminile e sopravvivenza.

Varsavia, 1943. Dopo aver assistito alla brutale uccisione di famigliari e vicini e alla violenta distruzione delle loro comunità, decine di giovani donne ebree – alcune ancora adolescenti – si organizzarono in un vero e proprio movimento di resistenza femminile antinazista. In veste di corrieri, combattenti armate, agenti dei servizi segreti e sabotatrici, queste «ragazze del ghetto» rischiarono la propria vita con coraggio e nervi d’acciaio. Corruppero guardie della Gestapo, nascosero pistole in pagnotte e aiutarono a costruire reti di ricoveri sotterranei. Sedussero ufficiali nazisti per poi ucciderli, svolsero missioni di spionaggio per Mosca, distribuirono documenti falsi e volantini, rivelarono al mondo ciò che stava accadendo agli ebrei. Compirono attentati alle linee ferroviarie tedesche e fecero saltare le reti elettriche. Assistettero i malati e aiutarono gli ebrei a fuggire dai ghetti. Scrissero bollettini per le radio clandestine, negoziarono con i proprietari terrieri polacchi e si occuparono di gran parte dell’amministrazione della resistenza. Tuttavia questa straordinaria pagina di Storia è rimasta a lungo dimenticata e finora quasi sconosciuta. Judy Batalion, studiosa canadese e nipote di sopravvissuti all’Olocausto, oggi la riporta alla luce. Attraverso una pluralità di fonti – diari, testimonianze, memorie, interviste, documenti d’archivio e saggi – ricostruisce la storia di Renia Kukiełka, Frumka Płotnicka, Tosia Altman, Chajka Klinger, Ruzka Korczak e Vitka Kempner. Sono solo alcune delle centinaia di attiviste cadute nell’oblio che operarono in oltre novanta ghetti dell’Europa orientale e nelle principali città polacche, e alle quali il lavoro di Batalion restituisce un’adeguata dignità storiografica, riscrivendo efficacemente la tradizionale narrativa dell’Olocausto.

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La guerra di H - Nicoletta Sipos - copertina“La guerra di H” di Nicoletta Sipos (Piemme, 2023)

Il nazismo visto con gli occhi di un bambino. Una storia vera sulle immense sofferenze della guerra e la necessità di non dimenticare.

Heinrich Stein ha ancora nel cuore l’estate che ha trascorso sul Baltico. Era il 1938 e lui aveva sette anni. Era la prima volta che vedeva il mare ed era rimasto folgorato da tutta quella bellezza. Con un unico dispiacere: poter andare in spiaggia solo la mattina, perché di pomeriggio la costa era riservata ai nuovi aerei costruiti nella vicina base militare. In quella fatidica estate la guerra di Hitler si avvicinava a grandi passi anche se la maggioranza dei tedeschi non voleva capirlo e gli statisti europei si illudevano di poter scongiurare il ricorso alle armi. Dai ricordi di Heinrich, primogenito di una nidiata di cinque fratelli, emerge la vita quotidiana di una famiglia borghese, colta e razionale, che dà al nazismo un appoggio tiepido, senza però arrivare a contrastarlo. Ma l’invasione della Polonia cambia tutto. Mentre i militari passano di vittoria in vittoria, occupano spazi immensi, ottengono importanti trofei, per chi è rimasto a casa non sono giorni di festa. La gente ha fame e freddo e arrivano le prime notifiche di morte. Perfino il padre di Heinrich, uomo mite e illuminato, direttore di una fabbrica di aerei, pagherà un prezzo carissimo per un gesto di umanità. Si parla poco della miseria dei tedeschi durante e dopo la guerra, ma Heinrich Stein continua a pensarci anche da vecchio, schiacciato tra il senso di colpa collettivo e l’amarezza di avere troppo taciuto. Un romanzo ispirato a una appassionante storia vera, che parla di lotta per la sopravvivenza, di ricerca della felicità e del bisogno di amore, temi resi più attuali ora dalla guerra. Che ci ricorda che non ci sono alternative alla ricerca della pace.

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La pupa di Zabban. Ebrei di Sicilia nel Novecento“La pupa di Zabban. Ebrei di Sicilia nel Novecento” di Alessandro Hoffmann

Le pagine scritte da Alessandro Hoffmann sono un esempio di “microstoria”. Un caso su tutti, la storia di Vittorio Zabban, imprenditore di successo, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento. Un self made man arrivato in Sicilia dove ha costruito la sua fortuna nel campo della confezione di abiti e biancheria per signora. Queste “microstorie” non parlano, parafrasando Carlo Ginzburg, delle «gesta dei re» ma di donne e uomini le cui voci vengono raccolte dal basso nella speranza di farle arrivare in alto, cioè al lettore. Al centro vi sono solo i fatti e la loro narrazione, quelli di un centinaio di persone. Questo volume arricchisce il testo precedente, Gli amici di Moïse. Cento e più storie di ebrei di Sicilia, e mette un nuovo tassello al discorso perché – per dirla con Sciascia – «alla generazione che volle o che fu chiamata a combattere la guerra del ’15-’18 e a quella che intorno a quegli anni nacque» viene aggiunta la generazione del dopoguerra. Uno scavo che ha fatto affiorare non poche figure del tutto dimenticate o addirittura sconosciute: in particolare, emerge per la prima volta il percorso di quanti, tra la fine del 1938 e i primi del 1939, sono stati costretti a lasciare la Sicilia perché impediti di lavorare o studiare e, a causa di questa fuga obbligata, sono finiti nelle mani dei carnefici.

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#AnneFrank. Vite parallele - Sabina Fedeli,Anna Migotto - copertina“#AnneFrank. Vite parallele” di Sabina Fedeli e Anna Migotto (Feltrinelli, 2023 – Illustrazioni di Isabella Mazzanti)

Un diario segreto, cinque sopravvissute, uno stesso destino.

Come sarebbe stata la vita di Anne Frank se fosse potuta vivere dopo Bergen-Belsen? E come la vita dei tanti che non sono tornati a casa? Ce lo raccontano cinque donne che hanno vissuto la deportazione. La loro storia di bambine e adolescenti, diventate donne, madri e nonne si intreccia a quella della bambina Anne Frank attraverso la lettura del suo diario. Ogni capitolo del libro è dedicato a una testimonianza ed è introdotto da una tappa del viaggio di una ragazza italiana che oggi, a quasi ottant’anni di distanza, ripercorre a ritroso il tragitto di Anne Frank dal campo di Bergen-Belsen alla sua casa di Amsterdam, visitando alcuni dei luoghi che rappresentano la memoria della Shoah in Europa. Età di lettura: da 12 anni.

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