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AURORA di Giorgio Nisini (HarperCollins Italia)

febbraio 3, 2023

Aurora - Giorgio Nisini - copertina“Aurora” di Giorgio Nisini (HarperCollins Italia): incontro con l’autore e un brano estratto dal romanzo

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Giorgio Nisini è nato a Viterbo nel 1974. Scrittore e saggista, insegna Letteratura Italiana contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. È autore dei romanzi La demolizione del Mammut (Perrone, 2008, Premio Corrado Alvaro Opera Prima e finalista Premio Tondelli), La città di Adamo (Fazi, 2011, selezione Premio Strega), La lottatrice di sumo (Fazi, 2015) e Il tempo umano (HarperCollins, 2020).

Il nuovo romanzo di Giorgio Nisini si intitola Aurora (HarperCollins).

Abbiamo chiesto all’autore di parlarcene…

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«Da un po’ di tempo sentivo il bisogno di confrontarmi con la grande e misteriosa tradizione fiabesca europea», ha detto Giorgio Nisini a Letteratitudine. «Non che sia un appassionato di fiabe – come genere letterario intendo – eppure ne sento da sempre un fascino disturbante, come se dentro quelle storie piene di streghe, incantesimi, boschi dimenticati, sentissi riecheggiare qualcosa di vivo e di molto attuale, un nodo irrisolto che riguarda le nostre paure più ancestrali.Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri) Cercavo una formula per avvicinarmi a quel mondo e farlo rivivere nel presente, ma non attraverso una riscrittura filologica o una narrazione che si svolgesse all’interno del genere fiabesco, che appunto mi interessa relativamente; volevo andare in una direzione totalmente diversa ed opposta: volevo prendere una fiaba, smontarla e “de-fiabizzarla”, togliere cioè la parte più fantastica e inverosimile per far venire a galla solamente il suo fondale oscuro. Ho scelto di lavorare su La bella addormentata nel bosco perché fin da bambino, quella giovane donna distesa senza coscienza in una teca di vetro mi restituiva un senso di morte, ma anche di speranza, di tempo che si blocca e poi si sblocca – spesso nei miei sogni mi capita di pensare al risveglio di persone che non ci sono più, e allora capisco che la bella addormentata è in fondo un sogno ancestrale che riguarda il nostro desiderio orfico di ritorno dall’aldilà (non a caso ho scritto parti del libro ascoltando Lazarus di David Bowie). Il problema era capire in che direzione andare: sono partito dalle versioni più celebri della fiaba – quella di Walt Disney, basata su La belle au bois dormant di Perrault, e quella dei fratelli Grimm – per poi procedere a una vera e propria opera di scomposizione, andando indietro nel tempo a cercare le versioni più antiche e oscure, o le parti della storia che hanno un debito derivativo con miti e leggende ancora più antichi: dal mito di Meleagro, alle Parche romane, dalla storia di Troilo e Zellandine (Perceforest) al mito nordico di Norna-Gest, per arrivare alle versioni di Gian Battista Basile e Italo Calvino. Ho poi ricomposto le sezioni che più mi attraevano dentro una vicenda tutta contemporanea: la storia di Stefano e Carola e della loro figlia unica Aurora. Il cuore della vicenda è l’improvvisa, inspiegabile, narcolessia che colpisce la ragazza dopo un rapporto sessuale e una telefonata misteriosa (di una vecchia donna di cui non si sa nulla, una strega?), evento che innesca tutto un rituale di superstizioni, indagini, paure, che portano i suoi genitori a cercare le origini del male nel passato, forse in una maledizione che colpì il nonno di Stefano, nobile industriale che, nel cuore degli anni Venti, fondò una rinomata fabbrica di lampadine. Ma qual è il confine tra verità e suggestione? Probabilmente non esiste».

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Un brano estratto da “Aurora” di Giorgio Nisini (HarperCollins Italia, 2023)

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L’episodio risaliva a molti anni prima, quando Stefano era ancora un bambino. Il telefono aveva iniziato a squillare nel cuore della notte e lo aveva svegliato all’improvviso. Ripensare a quel momento gli aveva sempre procurato una sensazione di paura, ma non sapeva dire esattamente il perché – in fondo non ricordava nulla degli istanti successivi, a parte l’immagine di sé stesso che si nascondeva spaventato sotto le coperte, un tramestio di passi lungo il corridoio seguito da un parlottare concitato tra suo padre e sua madre.
Tutto ciò che sapeva non riguardava le cause, ma le conseguenze: ancora adesso, infatti, benché fossero trascorsi più di quarant’anni, provava un sentimento d’insicurezza non appena andava a dormire, soprattutto nel breve intervallo di tempo in cui allungava le dita verso l’interruttore della luce, quando, nello scrutare il cellulare sul comodino, non poteva fare a meno d’immaginare che qualcosa di terribile stesse per succedere. Era come se la sua mente fosse costretta a simulare tutte le sequenze della scena solo per esorcizzarla: l’urgenza che una telefonata inattesa porta sempre con sé, la brusca interruzione del sonno, l’inquietudine del buio, l’anonima identità della persona che sta chiamando, che nel suo primo apparire, senza voce né volto, si manifesta inesorabilmente come una figura fantasma.
Quella sera Stefano si era addormentato più presto del solito in una stanza d’albergo di Hanau, a pochi chilometri da Francoforte. Il sogno in cui era immerso, sullo sfondo di un grande salone dove si celebrava il battesimo di una bambina – la vedeva distintamente in una stretta culla a dondolo, vedeva il suo corpo nudo accarezzato da un’anziana balia voltata di spalle –, era talmente vivido da annullare ogni rapporto fisico con lo spazio che lo circondava. Non esistevano suoni né rumori oltre quelli del sogno. Non esisteva la realtà.

(Riproduzione riservata)

© (HarperCollins Italia, 2023)

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La scheda del libro:  “Aurora” di Giorgio Nisini (HarperCollins Italia, 2023)

AuroraStefano, ultimo discendente dell’antica famiglia aristocratica degli Orsini Gianotti, dirige con successo e da lungo tempo la Fulgor, la fabbrica di lampadine fondata dal celebrato nonno Umberto negli anni Venti del Novecento. Ha una moglie, Carola, e una figlia sedicenne, Aurora, venuta al mondo come un miracolo, dopo anni di tentativi disperati e infruttuosi.
La telefonata notturna di una sconosciuta, con cui si apre il romanzo, lascia in Stefano un vago senso di paura e sgomento: la donna allude, infatti, a questioni del passato che lui nemmeno ricorda, parlando con tono sibillino di una promessa fatta quando sua figlia era ancora una bambina, quasi esprimendo una velata minaccia. Poche ore dopo, durante un rapporto sessuale, Aurora cade in un sonno comatoso di cui nessun medico riesce a comprendere la ragione. Si apre così un periodo di crisi, in cui i due genitori cercano di rispondere in modo diverso a quest’evento inspiegabile e doloroso, alla ricerca di una soluzione sempre più disperata: Carola si abbandona a una vita di preghiera e riti superstiziosi, mentre Stefano cerca di reagire e inizia a indagare sulla telefonata ricevuta nel cuore della notte, sui misteri della sua famiglia e sull’ipotesi che una maledizione gravi sulle fondamenta della Fulgor… Ma è davvero così?
Giorgio Nisini architetta una rielaborazione in chiave contemporanea della Bella addormentata nel bosco, in una versione che fonde il tono classico delle favole di Perrault e dei fratelli Grimm con le tradizioni più nere del Perceforest e di Giambattista Basile. Il risultato è un romanzo avvincente e sorprendente, che gioca con la tradizione trasportandola nel presente e nel futuro, aprendo squarci di senso sul mondo contemporaneo e ricordando il valore eterno delle grandi storie.

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