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Addio a Dubravka Ugrešić

marzo 17, 2023

File:Dubravka Ugresic 2006.jpgÈ morta oggi Dubravka Ugrešić (Kutina, 27 marzo 1949 – Amsterdam, 17 marzo 2023), scrittrice croata naturalizzata olandese

“Apprendo la notizia della scomparsa di Dubravka Ugrešić”, dice Elisabetta Sgarbi, publisher de La nave di Teseo, “straordinaria scrittrice croata che ha raccontato la condizione dell’esilio. Ci ha lasciato testimonianze letterarie straordinarie, che troverete nei cataloghi di diversi editori, nottetempo, Garzanti Libri, La nave di Teseo. Leggetele, rendetele omaggio”.

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Nata il 27 marzo 1949 da madre bulgara e padre croato, Dubravka cresce a Kutina, nella Regione di Sisak e della Moslavina – nella parte interna della Croazia – al tempo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Studia Letteratura e Russo a Zagabria, e per un anno frequenta l’Università di Mosca come ricercatrice, studiando gli scrittori dell’avanguardia sovietica degli anni Venti e Trenta, di cui cura un’antologia. Lavora come ricercatrice presso l’Istituto per le scienze letterarie della Facoltà di filosofia di Zagabria per vent’anni, svolgendo contemporaneamente l’attività di scrittrice.
Esordisce come scrittrice nel 1971 con una raccolta di racconti per bambini Mali plamen (La piccola fiamma), cui seguono Filip i sreća (Filipo e la felicità, 1976), Poza za prozu e Nova ruska proza. Ottiene il successo sperato solo nel 1981 per Štefica Cvek u raljama života (Stefania tra le mascella della vita), romanzo ironico d’impronta post-modernista; nel 1984 il regista croato Rajko Grlić ne trae un film, U raljama života.

Nel 1991, quando scoppiano le guerre jugoslave, Ugrešić, pacifista, critica il conflitto e il nazionalismo serbo e croato, diventando così bersaglio di giornalisti e politici nazionalisti e oggetto di denigrazione continua dei media. Viene etichettata come “una prostituta, una strega, una traditrice” e nel 1993 lascia la Croazia, e si stabilisce nei Paesi Bassi. Lavora come insegnante in diverse università europee e americane tra cui Harvard, UCLA, Columbia e Freie Universität Berlin.

Le sue opere, tradotte in più di venti lingue, le hanno fatto vincere diversi premi letterari, fra cui l’Österreichischem Staatpreis für Europäische literatur, conferitogli dal Governo austriaco, il Premio Feronia a Fiano (2004), il Vilenica Prize in Slovenia (2016) e il Neustadt International Prize for Literature nel 2016.

In Italia ha pubblicato, oltre a Vietato leggere (nottetempo 2005), Il ministero del dolore (Garzanti, 2007), Baba Jaga ha fatto l’uovo (nottetempo 2011).
Di recente La nave di Teseo ha pubblicato i due seguenti libri di Dubravka Ugrešić: La volpe (2022) e Il museo della resa incondizionata (2023).
Di seguito, un approfondimento su La volpe.

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“La volpe” di Dubravka Ugresic (La nave di Teseo, 2022)

La volpe - Dubravka Ugresic - copertinaPer quasi tutte le tradizioni mitologico-folcloriche la volpe è l’incarnazione dell’astuzia, maestra di finzione, ingannatrice per antonomasia, simbolo dell’eros femminile e del narcisismo, può essere ipocrita e ruffiana quanto coraggiosa. È animale duplice, sempre in bilico tra il mondo dei vivi e quello dei morti, terribilmente affascinante nel suo essere in grado di cambiare volto e carattere. Per queste ragioni lo spirito della volpe è il totem degli scrittori, come sosteneva Boris Pil’njak in una citazione che Dubravka Ugrešić riprende e fa sua, e con cui da inizio a questo racconto che è, prima di tutto, un’appassionata dichiarazione d’amore alla letteratura.
Partendo dalla sua esperienza di scrittrice e conducendo il lettore in un viaggio che attraversa la Russia e i Balcani, passando per Tokio, Napoli e gli Stati Uniti, l’autrice esplora il potere della narrazione e dell’invenzione letteraria, raccontando le storie di personaggi minori che, in un modo o nell’altro, sono stati fondamentali per la letteratura.
In questo racconto coinvolgente e ricchissimo, che reinventa continuamente se stesso, Dubravka Ugrešić affronta alcuni dei temi a lei più cari come l’identità, la forza della scrittura, l’intreccio tra finzione e realtà, il posto delle donne nel canone letterario, la mentalità iugoslava e post-iugoslava, l’inaffidabilità della memoria, ricordando a tutti che finché esisterà la letteratura sarà legittimo avere speranza nel futuro.

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