“Portami con te” di Eliana Camaioni (Algra): incontro con l’autrice e un brano estratto dal libro
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Eliana Camaioni, classe 1973, critico letterario e blogger. Dottore di ricerca in Filologia, ex docente di Latino e Greco, studiosa di misteri delle civiltà antiche. È una nostra collaboratrice, ed è suo il blog #unminutodilibri per il giornale Messina Today. Ha pubblicato Di verità non dette (2007), Il legame dell’acqua (2008), L’amoretiepido (2014); ha vinto nel 2012 il Premio Terremoti di Carta col racconto Senza paracadute e nel 2015 il Premio Osservatorio Città di Bari con la sceneggiatura teatrale Caffè macchiato. Trascorre buona parte del suo tempo fra studi di sciamanesimo e la campagna che le è cara, nella città dello Stretto in cui è nata.
Nel 2022, per Agra editore, è uscito il romanzo Nessun Dorma.
Esce in libreria proprio oggi il nuovo romanzo intitolato Portami con te (Uno young adult, prequel di Nessun Dorma, ambientato a Messina fra i suoi luoghi e le sue leggende, fra palazzi nobiliari e bus affollati, racconta con il cuore dei diciotto anni il più potente dei sentimenti: quello che muove il Sole e le altre Stelle, e non conosce età).
Abbiamo chiesto all’autrice di parlarcene…
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«“Portami con te” è nato da una sfida con me stessa», ha detto Eliana Camaioni a Letteratitudine: «riuscirò, col cuore di adulta, a raccontare cosa sia quel sentimento travolgente che è l’amore dei diciassette anni?

Ma soprattutto: riuscirò a raccontare, al presente e in prima persona, quelli che sono stati i miei diciassette anni, negli anni ’90, rivolgendomi ai diciassettenni di oggi, senza apparire pateticamente boomer?
È stata un’esperienza interessante, lo confesso. Dovevo espungere l’autobiografia dai sentimenti, mettere su carta le emozioni senza nulla concedere al compiacimento nostalgico, trasformando il mio vissuto in quello di due personaggi che ormai, dopo Nessun Dorma, avevano già un’identità forte e definita. E man mano che scrivevo, mi rendevo conto che anche la mia vita assumeva contorni nuovi, come se quello zampillo di sentimenti forti e primitivi, tipico degli amori di quella età, riuscisse lentamente a vivificare la mia vita di adulta: mi alzavo dalla tastiera, giorno dopo giorno, con un entusiasmo nuovo, come se quella vitalità dei miei personaggi, alla quale ogni mattina prestavo mani e cuore, riuscisse a rigenerare qualcosa in me che inevitabilmente – vuoi l’età, vuoi le disillusioni e i luoghi comuni sullo scorrere del tempo – sembrava essersi appannato per sempre.
Ecco che l’intento squisitamente letterario di scrivere uno young adult destinato ai ragazzi, che fosse il prequel di Nessun Dorma, si è trasformato in una missione più importante e articolata, allargando e definendo ulteriormente i miei destinatari: vorrei che Portami con te raccontasse ai più giovani quale sia la differenza fra amore-possesso e amore incondizionato, attraverso una vicenda che ha dell’avventuroso ma che attraversa tutte le gamme dei sentimenti (amicizia, affetto, passione, odio, gelosia, rancore) che compongono la parola amore, per elevare tutto ciò che è terreno e istintuale alla sua ottava superiore, fino a farlo coincidere con quella forza pura e incontaminata che muove il sole e le altre stelle. Al contempo, vorrei che questo scorcio dei meravigliosi anni Novanta, che hanno contraddistinto la nostra giovinezza, risvegli nei miei coetanei il bisogno di innamorarsi: di sé stessi, della vita, e poi di chi vogliono loro, per citare un detto famoso. Che la forza che vincit omnia possa tornare a far brillare i loro cuori di adulti, ricordando loro come ci si sente quando il cuore batte: non si è mai troppo avanti con gli anni per affrontare la vita con entusiasmo ed energie, vivendo la pienezza dell’Amore».
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Un brano estratto da “Portami con te” di Eliana Camaioni (Algra)

“Marco ascoltami, e ti prego di non interrompermi finché non ho finito. Io non so che problemi tu abbia, ma sicuramente con uno bipolare come te io non ho voglia di starci un minuto di più. Ormai mi è chiaro che tutta la storia del documento altro non è che una favoletta inventata da te per impressionarmi e portarmi due giorni in viaggio e poi a letto, una montatura organizzata da maestro – in questo devo farti i complimenti! – che mi ha letteralmente mandato fuori di testa. Io per te ho lasciato tutto in ventiquattrore: la mia vita, il mio fidanzato, la mia credibilità. Ti sono cascata fra le braccia come una deficiente, e mi faccio pena se ci penso. E tutto per scoprire cosa? Che tu qui avevi già una vita, o ci hai messo un attimo a rifartela; e ho il sospetto che questo documento, mi spiace per te, non credo esista proprio”
Lo dico tutto d’un fiato, nella mia mente, e il cuore mi batte all’impazzata: sono le dieci e cinquanta, mancano giusto dieci minuti alla ricreazione e io continuo a ripassare ossessivamente il discorso che ho deciso di fare.
La prof sta spiegando Leopardi e io la seguo per finta, mentre mette in fila parole e concetti sui quali non riesco a concentrarmi, e mi appaiono come suoni disarticolati che escono da un movimento ritmico delle sue labbra. Non ho più dubbi: Marco mi ha presa in giro fin dal primo momento. Come ho fatto a cascarci così? E mi maledico perché mentre lo penso sento le lacrime fare capolino: maledizione, è stato bello, tutto.
Peccato fosse solo un’enorme, inesorabile, fregatura.
Qualcosa però dentro di me si rassegna a non credere a quello che la mente implacabilmente continua a dimostrarmi: io me li ricordo, i suoi occhi a Praga. Io me la sento ancora sulla pelle, la sua emozione mentre mi stringeva a sé, la prima volta che abbiamo fatto l’amore, a Milano. Mi brucia ancora dentro, il fuoco unito della nostra passione. E fino a ieri sera, al pub, per un attimo mi è sembrato che emozioni vere attraversassero il suo sguardo, prima che la statua di ghiaccio riprendesse il sopravvento.
Come può aver recitato per tutto il tempo?
“La ragione è nemica d’ogni grandezza; la ragione è nemica della natura: la natura è grande, la ragione è piccola. Siamo nella fase del cosiddetto pessimismo storico di Leopardi: quella in cui il poeta attacca la ragione perché distruggerebbe le illusioni, facendo trionfare il vero, facendo vedere crudamente la nullità delle cose, provocando l’infelicità”
Improvvisamente le parole della prof aprono un varco nella mia mente. Com’è che ha detto? Precipito in un secondo nella realtà, impigliata in qualcosa che mi risuona dentro ma che non ho seguito coscientemente, vorrei essere certa di aver capito bene: “Prof, mi scusi, potrebbe ripetere l’ultimo concetto?”
Lo dico con un tono troppo squillante e senza nemmeno alzare la mano; tutta la classe si gira a guardarmi, come se fossi una pazza che si è messo a gridare nel bel mezzo di uno spettacolo. La prof si ferma, ha un’espressione quasi stupita, “Certo, Alianna, ripeto volentieri. Sono felice che ti appassioni tanto un concetto così complesso” e la sua faccia passa dallo stupore al compiacimento: ” Il poeta attacca la ragione perché distruggerebbe le illusioni, facendo trionfare il vero, facendo vedere crudamente la nullità delle cose, provocando l’infelicità”.
Le illusioni.
Il vero.
Ecco cos’è che mi ha risuonato dentro.
E mentre lo penso, mi si riempiono gli occhi di lacrime e menomale che sto all’ultimo banco da sola, e che la prof non mi sta guardando più: mi chino strategicamente sul foglio come per prendere appunti, cerco nello zaino un fazzolettino e intervengo prima che qualcuno si accorga di ciò che sta accadendo, mentre improvvisamente tutto mi è chiaro, come se il cuore tornasse a battermi e mi dicesse: “Stupida che sei, stavi calpestando con la ragione la magia di una verità che anche se le apparenze negano, dentro di te lo sai che è esistita. La realtà non è solo quella degli ultimi giorni, ma anche quella di ciò che avete condiviso”.
E il bravo discorsetto che mi ero preparata viene giù un pezzo dopo l’altro, mentre la ‘natura’ di Leopardi, cioè ciò che di più autentico, antico e primordiale esiste in noi, pretende di far sentire sempre più le sue ragioni: e mi ricordo di una frase famosa di un libro che in Brasile sta spopolando da qualche anno, L’Alchimista di Paulo Coelho, che dice: “Segui il tuo cuore. Lui conosce tutte le cose”.
(Riproduzione riservata)
© Algra
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La scheda del libro: “Portami con te” di Eliana Camaioni (Algra)
Messina, anni ’90, durante una gita scolastica al Museo Alianna Braschi, studentessa all’ultimo anno di liceo classico, conosce Marco Stagnoli, fascinoso compagno di quinta B. Inciampando sulla moquette della Carrozza Senatoria, sulla quale Alianna era salita di nascosto, verranno fuori le tracce di un antico restauro fatto con colla e fogli di un giornale russo che attirerà l’attenzione di Marco: in caratteri cirillici si racconta di un manoscritto antico, strappato in due e conteso da altrettanti studiosi, cento anni prima. Un documento che, se ricomposto, svelerebbe proprietà rivoluzionarie del legame dell’acqua e spiegherebbe il segreto dei segreti: ciò che sta alla base dell’innamoramento. Marco conosce bene quella leggenda e trovare la metà perduta del documento diviene la sua missione, nella quale coinvolge Alianna. Uno young adult, prequel di Nessun Dorma, ambientato a Messina fra i suoi luoghi e le sue leggende, fra palazzi nobiliari e bus affollati, racconta con il cuore dei diciotto anni il più potente dei sentimenti: quello che muove il Sole e le altre Stelle, e non conosce età.
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