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DANIEL PENNAC ED EMMANUEL CARRÈRE A CHE TEMPO CHE FA

marzo 26, 2023

I due scrittori francesi, Emmanuel Carrère e Daniel Pennac, ospiti di Fabio Fazio alla trasmissione Che Tempo Che Fa di Rai 3 andata in onda stasera

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Sulla riforma delle pensioni in Francia, hanno affermato: “Macron è tra due fuochi… Non vorremmo essere al posto suo”. Gli approfodimenti…

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EMMANUEL CARRERE A CHE TEMPO CHE FA: ‘DURANTE IL PROCESSO PER LE VITTIME DEL BATACLAN MI IDENTIFICAVO NEI GENITORI A CUI ERANO STATI UCCISI I FIGLI’ ‘IN QUESTO PROCESSO L’INTERESSE È STATO PIÙ VERSO LE VITTIME CHE VERSO GLI IMPUTATI. NON ERANO ASSOLUTAMENTE INTERESSANTI […] ERANO DEI CRETINI, DEGLI IMBECILLI”

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“La sera del 13 novembre 2015 cenavo con degli amici e mi sono in primo luogo preoccupato per i miei figli, perché avrebbero potuto essere in quei luoghi, Mi sono reso conto che durante il processo tutti si identificavano in un modo o nell’altro con qualcuna delle vittime, mentre io mi identificavo con i genitori a cui erano stati uccisi i figli. Le mie probabilità di essere al Bataclan quella sera erano nulle, ma per i miei figli c’erano e questo processo ha prodotto l’identificazione da parte della gente della compassione, di questo terrore e questa pietà che compongono la tragedia. C’era una parte civile che ha fatto una deposizione per parlare della sofferenza, non ci sbarazza di una sofferenza ma la si depone e alla fine del processo si è depositata la sofferenza e si è resa giustizia”. Così Emmanuel Carrère ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3 per presentare il suo nuovo libro V13, una raccolta di reportage sul processo contro i responsabili degli attentati terroristici avvenuti a Parigi venerdì 13 novembre 2015.

Sui terroristi del Bataclan a processo: “Le persone che si occupano dei processi criminali, della cronaca, normalmente si interessano più dei criminali che delle vittime. Nel caso di questo processo l’interesse è stato più verso le vittime che verso gli imputati, perché c’era una ricchezza, una grandezza umana, morale, un’intensità eccezionale nelle vittime. Si vedevano persone ordinarie che sono passate attraverso prove difficilissime con esperienza di vita e di morte incredibili. Non sono una persona che è abituata a piangere, ma durante questo processo ho pianto più volte. Poi abbiamo avuto a che fare con gli imputati, queste 14 persone. Dovevamo interessarci a loro ma non erano assolutamente interessanti, perché non sono le persone che hanno preso i Kalashnikov, perché quelli che li hanno imbracciati sono saltati in aria,  ma erano quelli che avrebbero potuto o dovuto imbracciarli. Erano dei cretini, degli imbecilli, immischiati con questi discorsi stereotipati. Si capiva che a monte c’era un percorso, una storia, di istituzione dell’Islam, che è appassionante, ma il modo in cui è stato trasformato è un modo povero”.

Sul male diffuso tramite la propaganda: “Nel caso effettivamente dello jihadismo, della forma estrema che ha preso con lo stato islamico, c’è una forma di male che si esprime nella propaganda, la propaganda dello stato islamico ha qualcosa di unico. Normalmente la propaganda nasconde il male sotto l’apparenza del bene, la propaganda nazista non ha mostrato Auschwitz, quella staliniana non ha mostrato i Gulag, mentre la propaganda dell’Isis ha mostrato delle scene di tortura, di crudeltà straordinaria, di decapitazione, c’è un piacere verso la sofferenza che è stupefacente, che non è mai stato utilizzato come propaganda e che ora si trova anche in Ucraina. Si vedono infatti nella propaganda russa degli atti di tortura che vengono incoraggiati a fare”.

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DANIEL PENNAC SULLA DEFINIZIONE DI CAPRO ESPIATORIO A CHE TEMPO CHE FA, DOVE HA PRESENTATO IL NUOVO LIBRO CAPOLINEA MALAUSSÈNE  DELLA CELEBRE SAGA

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