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Archive for the ‘Interviste’ Category

GINGOLPH E LA MUSICA ORIUNDA di Giuseppe Costa

https://64.media.tumblr.com/9ddcf8549235dd5d1e011973d1984ecf/76ed9f3604c67035-63/s500x750/37e4375be86dc8f82b77d98fabf632f1815ecd52.jpg“Gingolph e la musica oriunda” di Giuseppe Costa (Apalòs): intervista all’autore

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di Simona Lo Iacono

Parlare della vita con le sue evoluzioni, con i suoi ritmi, con le sue avvisaglie di felicità non è semplice. Ci vuole animo da viaggiatore, da profeta. Da cantore di destini e da nostalgico. Infatti, niente più che la nostalgia – sentimento ricco di tenerezza e di ricerca di senso – costituisce porta d’accesso al passato.
Dunque, mettersi sui passi di ciò che si è attraversato, e del modo in cui si è compiuto un tratto di percorso, vuol dire non solo dipanare i ricordi, ma dare ad essi lo spessore di un mistero. E narrarlo, quel mistero, per ritrovare se stessi, le radici del proprio stare nel mondo.
E’ quello che fa Giuseppe Costa (Gingolph) con un libro straordinario, “Gingolph e la musica oriunda”, uscito in questi giorni per Apalòs. Facendosi guidare dalla musica, infatti, Gingolph narra un’epoca, riscopre la sua personale storia familiare declinandola attraverso una vera e propria colonna sonora, fa sì che le canzoni udite, ereditate, ripetute, lo guidino indietro, a ripescare una vita fatta di gesti quotidiani e abitudini care, in cui le note soffiavano conferendo anche alle azioni più semplici la veste dello straordinario. Leggi tutto…

ROSARIO LIVATINO. L’UOMO, IL GIUDICE, IL CREDENTE di Roberto Mistretta (ed. Paoline)

Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente. Nuova ediz. - Roberto Mistretta - copertina“Rosario Livatino. L’uomo, il giudice, il credente” di Roberto Mistretta (ed. Paoline)

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Intervista a Roberto Mistretta autore di “Rosario Livatino. L’uomo, il giudice, il credente” (ed. Paoline). Oggi, 9 maggio 2023, ricorre l’anniversario della beatificazione di Rosario Livatino

di Simona Lo Iacono

Una biografia non è mai soltanto una cronaca di eventi, di date, di anelli che tendono a formare la catena di un passaggio. È piuttosto la ricerca di una scintilla, del senso di cui una vita si fa portatrice. Della necessità di fondare su quel senso anche la scoperta del proprio percorso. O di fornire ad altri quel fuoco, quello snodo essenziale, o quel dirupo dal cui fondo affiora una testimonianza.
Ecco perché il libro di Roberto Mistretta, “Rosario Livatino. L’uomo, il giudice, il credente” (ed. Paoline) è, in realtà, molto più che una biografia. È piuttosto uno scandaglio partecipe, commosso, che si affida alla verità e che da essa sa trarre un significato più grande, che trascende la vicenda terrena e tende a cogliere quella interiore.

– Caro Roberto, ripercorriamo le tappe della vita di Rosario Livatino e iniziamo dall’infanzia. Livatino, il bambino. Ha una famiglia serena, devota. Vive giornate sane, tra la scuola e l’oratorio. In lui si intravede una sensibilità già marcata. Che bimbo era Saro, ovvero Rosario Livatino?
Rosario, chiamato affettuosamente Saro in famiglia, cresce nella casa di via Regina Margherita, al civico 166, dove i suoi genitori andarono ad abitare non molto tempo dopo il matrimonio. Un luogo che vorrei suggerire a tutti di visitare perché qui si respira ancora lo spirito di Rosario e sono conservati anche alcuni dei suoi giocattoli. Fin dalla primissima infanzia Rosario venne nutrito a pane e diritto e ai valori del Vangelo. Il nonno, laureato in Legge, era stato anche sindaco, e pure il padre era laureato in Legge. La madre, donna molto pia, era imparentata col Venerabile cappuccino padre Gioacchino La Lomia. Leggi tutto…

IL NON-MANUALE DELL’OPERATORE DI TEATRO SOCIALE di Pascal La Delfa

Il non-manuale dell'operatore di teatro sociale - Pascal La Delfa - copertina“Il non-manuale dell’operatore di teatro sociale” di Pascal La Delfa (Seri, 2023)

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Pascal La Delfa: un non-manuale per parlare di teatro sociale

di Letizia Cunsolo

Il teatro come strumento di conoscenza di sé e di autocura: è questo l’assunto che sta alla base del concetto di “teatro sociale” di cui Pascal La Delfa è stato ed è uno dei maggiori esponenti in Italia, un pioniere che, sin dall’inizio della sua carriera di attore, autore teatrale, sceneggiatore e chissà quant’altro, ha saputo cogliere la funzione salvifica del teatro, dell’interpretazione scenica come mezzo catartico di riscatto personale e di “guarigione”. Non è un caso che i protagonisti, gli “attori” del Teatro Sociale, siano principalmente coloro che occupano gli ultimi gradini della scala sociale, i “frequentatori” dei centri di igiene mentale, delle carceri, delle comunità di recupero, persone in difficoltà che, attraverso l’arte del teatro, riescono spesso ad entrare in contatto con la parte più profonda di se stessi ed a comprenderne le dinamiche, riuscendo finalmente ad esprimere, attraverso le parole dei personaggi che interpretano, ciò che altrimenti rimarrebbe nascosto ed ineffabile, e quindi fonte di disagio e devianza. L’operatore di teatro sociale – l’OTS, per usare l’acronimo utilizzato dall’autore – è colui che promuove questa scoperta, è chi, senza avere la pretesa di sostituirsi allo psichiatra, allo psicologo, all’educatore, anzi supportato da queste figure, fa da tramite per la costruzione di questo percorso. E i risultati sono, molto spesso, sorprendenti.

Incontro Pascal in una pizzeria, in una fresca sera di inizio primavera. La sua semplicità, e la simpatia che il suo modo amichevole e scherzoso di fare immediatamente suscita, mi mettono già a mio agio. La persona che avevo immaginato leggendo il libro coincide perfettamente con quella dell’uomo che mi sta davanti. Iniziamo a parlare del libro.

–  Allora Pascal, già il titolo del tuo libro colpisce: come mai un non-manuale? Leggi tutto…

CATANIA BOOK FESTIVAL 2023: intervista a Simone Dei Pieri

La 4ª edizione di Catania Book Festival si svolgerà dal 5 al 7 maggio presso il Centro Fieristico “Le Ciminiere”. L’intero programma è scaricabile da questo link

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Abbiamo intervistato il direttore del Festival, Simone Dei Pieri

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di Massimo Maugeri

La 4ª edizione di Catania Book Festival è stata presentata qualche giorno fa. Si svolgerà presso il Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania dal 5 al 7 maggio con un programma fittissimo di attività (quasi 200 eventi). Tra le altre cose, ospiterà la prima tappa nazionale dello Strega Tour, con la partecipazione della dozzina (scrittrici e scrittori) dei candidati al  premio. Un festival giovane, organizzato da giovani e rivolto principalmente ai giovani. Ne abbiamo discusso con il direttore e ideatore, Simone Dei Pieri (anche lui molto giovane).

– Simone, il Catania Book Festival giunge alla sua quarta edizione. Partiamo dall’inizio. Come è nata l’idea di questo progetto? Leggi tutto…

NUOVO LESSICO CRITICO, la nuova collana di Castelvecchi

Nuovo Lessico Critico, la nuova collana di Castelvecchi

Castelvecchi Editore

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di Simona Lo Iacono

La nascita di una collana di libri è sempre un evento fondativo, nel senso che celebra la fondazione di un nuovo sistema del pensiero, di una prospettiva e di una strada praticabile.

E’ appena uscita per Castelvecchi una collana bellissima, NUOVO LESSICO CRITICO di cui Ivana Zuccarello è la curatrice.

Le chiedo:

– Come nasce questo progetto? E perché una collana dedicata al “Nuovo lessico critico”?
La collana Nuovo Lessico Critico (edita da Castelvecchi) è nata dall’esigenza, condivisa con l’amico e collega Antonio Coratti, di fornire una risposta alle domande: Qual è il lessico della nostra epoca? Quali le parole e i concetti di cui ci serviamo per comunicare, ragionare, discutere e argomentare? Che cosa rimane delle grandi idee del passato nella nostra cultura?
Queste stesse domande da più di dieci anni animano il dialogo all’interno del gruppo di ricerca di Filosofia in movimento che è parte integrante del progetto.
L’obiettivo specifico della collana è quello di divulgare studi e ricerche che rimettano al centro del dibattito pubblico i grandi temi e concetti del nostro patrimonio culturale, ripensandoli in un’ ottica critica e attuale. Leggi tutto…

V13 di Emmanuel Carrère (Adelphi)

V13. Cronaca giudiziaria - Emmanuel Carrère - copertina“V13. Cronaca giudiziaria” di Emmanuel Carrère (Adelphi)

Postfazione di Grégoire Leménager. Traduzione di Francesco Bergamasco

Emmanuel Carrère presenta V13 in Italia. In coda all’articolo, le notizie sul tour 

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Scandito in tre parti – « Le vittime », « Gli imputati », « La corte » –, V13 raccoglie, rielaborati e accresciuti, gli articoli (apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei) in cui Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo ai complici e all’unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 – attentati che, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti.

«Io non sono rimasto coinvolto negli attentati, e nessuno dei miei cari lo è stato», ha dichiarato Emmanuel Carrère. «Però mi interessa la giustizia. In un libro ho descritto lo scenario di una Corte d’assise, in un altro l’oscuro lavoro di un tribunale di istanza. Il processo che si apre oggi non sarà, come a volte si dice, la Norimberga del terrorismo: a Norimberga gli imputati erano alti dignitari nazisti, qui sono figure di secondo piano, dato che quelli che hanno ucciso sono morti. Ma sarà qualcosa di altrettanto enorme, qualcosa di inedito, e voglio seguirlo: primo motivo. Un altro è che, pur non essendo un esperto di Islam, e tantomeno un arabista, mi interessano anche le religioni, le loro mutazioni patologiche – e questa domanda: dove comincia il patologico? Dove comincia la follia, quando c’è di mezzo Dio? Che cos’ha nella testa quella gente? Ma il motivo fondamentale non è nemmeno questo. Leggi tutto…

IO SONO L’ORCHESSA di Sebastiano Spicuglia (Baldini + Castoldi)

Io sono l'orchessa - Sebastiano Spicuglia - copertina“Io sono l’orchessa” di Sebastiano Spicuglia (Baldini & Castoldi): recensione e intervista

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di Simona Lo Iacono

Laura ha poco più di trent’anni, è bella e in attesa di qualcosa che la rubi ai ritmi ordinari del suo lavoro, fa la commessa, ma conserva uno spazio sognante e solitario in cui tesse un dialogo assorto.
Quando vede un anziano signore rubare all’interno del supermercato in cui lavora, non parla. Non lo denuncia. Non lo ferma. Decide di amarlo.
Come se il gesto – l’atto del rubare, di appropriarsi di nascosto e per necessità – fosse un richiamo ardente alla sua parte più tenera e inconfessata.
Come se il reato non fosse che il segno di un’umanità traboccante, ferita, a cui dare ristoro.
E’ così che Laura inizia una strana relazione con Rocco, una relazione non solo di corpi, sapori, carezze rubate alla vecchiaia, ma di sfoghi e silenzi, in cui a parlare è sempre lei, con un ininterrotto lago di parole e desideri, e in cui Rocco pare limitarsi ad accoglierla senza troppi perché, perso in stralunamenti e lentezze, sulla soglia di un estremo lembo, la vita ai limiti, già vissuta, già persa.
E’ un darsi e ritrarsi, un volere e rimpiangere, un correre e un frenare. Gli amici che giudicano. I parenti di lui che rifiutano.  Un vespaio di consigli, previsioni, riflessioni che s’ingarbugliano sulla fame di Laura. O sui suoi allontanamenti.
Perché alla fine è sempre lei a guidare l’incandescente gorgo di smisurata tenerezza. Lei, l’orchessa, colei che sa fagocitare, ma anche ripensarci. Lei che stana e che non trattiene. Lei che smania di gelosia e ritrosia. Leggi tutto…

SUI PASSI DI LEI di Emma Di Rao (Ianieri) – intervista

“Sui passi di lei” di Emma Di Rao (Ianieri Edizioni): intervista all’autrice

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di Massimo Maugeri

Nella bella recensione pubblicata qui su Letteratitudine, Simona Lo Iacono – tra le altre cose – ha definito il (soprendente) romanzo d’esordio di Emma Di Rao, “Sui passi di lei (Ianieri Edizioni), come «il resoconto di un implacabile e tenace scandaglio, quello sulle ragioni della filiazione, del cordone che – reciso o annodato – indissolubilmente ci lega a chi ci ha chiamato alla vita».

Ho avuto il piacere di rivolgere qualche domanda a Emma Di Rao per conoscere qualcosa in più di questo suo bel romanzo (dal suo punto di vista di autrice)…

– Cara Emma, partiamo dall’inizio. Raccontaci qualcosa sulla genesi di questo tuo romanzo d’esordio. Come nasce “Sui passi di lei”?
Posso dire senza alcuna esitazione di aver abitato per molto tempo la vicenda narrata nel mio romanzo e di averla alimentata con suggestioni ricavate prevalentemente dall’immaginazione, ma nell’immaginazione, lo sappiamo bene, confluiscono quasi sempre, oltre agli inevitabili spunti provenienti dal nostro vissuto, anche le nostre letture. E quelle che in me devono aver agito in profondità sono le letture di opere concernenti l’orfananza che rappresenta uno dei temi sottesi al mio libro. Ovviamente mi riferisco a una condizione interiore, a un vuoto dell’anima che finisce per risolversi in una malinconia perenne. Ad un certo momento, sia la vicenda che la protagonista hanno quasi preteso che le facessi uscire dalla nebulosa informe in cui si trovavano e che le affidassi alla scrittura. Leggi tutto…

DEUS EST MACHINA? di Divier Nelli (Vallecchi) – intervista

Deus est machina? - Bookrepublic“Deus est machina?” di Divier Nelli (Vallecchi): intervista all’autore

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di Lucia Russo

Divier Nelli (scrittore ed editor, Viareggio 1974) è l’autore di Deus est machina?, il romanzo che ha appena pubblicato per Vallecchi Firenze dopo numerosi racconti e diversi romanzi. Al suo esordio letterario nel 2002 col thriller poliziesco La contessa, sono seguiti Falso binario, Il lungo inganno (a quattro mani con Leonardo Gori), Amore dispari e Coma, Il giorno degli orchi e Posso cambiarti la vita, selezionato dalle Giurie per il Premio Viareggio-Repaci e il Premio Alassio Centolibri.
Uno scrittore – Divier Nelli – che sembra rientrare pienamente in quell’orientamento della narrativa contemporanea che il grande Amitav Ghosh ha posto in luce nell’intervista rilasciata il 9 gennaio 2022 al Manifesto, secondo cui «Siamo entrati in una nuova era, che ha comportato la necessità di lasciarsi alle spalle una certa concezione della realtà, e credo dunque che chi scrive oggi debba contemplare la possibilità di includere stabilmente l’elemento più surreale, poiché è la realtà stessa a manifestarsi come surreale».
In Deus est machina? il protagonista è Mattia, un adolescente appassionato di tecnologia che abita a Poggio in Chianti. Costruisce un robot da solo, nel garage di casa, e appena lo ultima si ritrova a essere suo ostaggio, ricattato, con l’onere di dover salvare molte vite. Il robot si rivelerà quasi onnisciente, a conoscenza di ogni particolare della vita del ragazzo, ma vuole apprendere da lui anche ciò che non può sapere perché incapace di sperimentare con l’esperienza umana. Le due intelligenze si trovano a confronto in una sorta di duello per la vita o la morte. Un romanzo che per tema, scelta stilistica e gergo utilizzato ci immerge nella contemporaneità, scorre come un direttissimo, inquieta e inchioda alla suspence di una trama fantascientifica dove la robotica si manifesta in forma sistemica più capace e potente di quanto la si pensi. Leggi tutto…

FIORI DI VENTO di Lelio Bonaccorso (Smasher) – poesia

Fiori di vento. Ediz. illustrata - Lelio Bonaccorso - copertina“Fiori di vento. Ediz. illustrata” di Lelio Bonaccorso (Smasher, 2022)

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di Eliana Camaioni

Hai fiducia negli uomini?
Sì che ho fiducia negli uomini.
Hai fiducia in Lei?
Sì che ho fiducia in Lei.
Nell’ombra ti fiderai?
Sì che lo farò.
E allora dove alberga la paura?
Scrivo senza limite del distacco dalla superficie, perché la poesia non si giudica né si recensisce: dalla poesia semplicemente ci si lascia attraversare. Senza limiti, senza aspettative, in uno scambio erotico e travolgente che conduce al Divino.
È chiudere gli occhi nell’acqua di un fiume, e lasciare che ci trasporti a valle, ovunque esso vada.
È divenire fiore di vento, nomade nei mondi, fino a raggiungere quell’Oltre che lambisce le stelle, alla ricerca di quella vibrante unione, di quella pace nell’equilibrio o di un amore che riconosce sé stesso.
È un viaggio che richiede un coraggio immenso come la luce del sole, possibile solo amando con tutto sé stessi le cose che si hanno a cuore, combattendo per esse, senza mai – mai – chiedere nulla in cambio. Leggi tutto…

MARE MOSSO di Francesco Musolino (Edizioni E/O): intervista

“Mare mosso” di Francesco Musolino (Edizioni E/O): intervista all’autore

[Nella rubrica “Incontri con l’autore”, Francesco Musolino ci racconta la genesi di questo suo nuovo libro]

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di Eliana Camaioni

Una narrazione che procede per salti temporali, “Mare mosso” di Francesco Musolino (E/O),  flashback come istantanee di un passato gravido di misteri e malinconia che torna prepotente, di continuo, nel presente di Achille Vitale, ingegnere al servizio della Siresa Mare SpA. Sono gli anni Ottanta e  si viaggia a bordo di una R4, non ci sono i telefonini, e le onde radio sono le uniche padrone dell’etere; è la notte di Natale, quando Davide di Radio Cagliari intercetta l’SOS di un cargo battente bandiera turca. E la calma piatta dell’attesa, che accompagna per parecchie pagine il lettore come una quiete prima della tempesta, si trasforma in un attimo in azione: dalla chiamata alla localizzazione dello scafo, da un mare piatto a un maestrale che lo ingrossa rapidamente fino a divenire tempesta, dal sollievo per l’arrivo del rimorchiatore all’irreparabile che accade dopo. Un crescendo veloce e concitato, onde, squarci, abbordaggi, ghiaccio che si scioglie e casse che rivelano agghiaccianti segreti. Dove ogni cosa assume i contorni del dramma, dove la disperazione diventa terrore di non far mai più ritorno a casa; dove il ritorno a casa svelerà nuove sorprese, gravide di un sequel che ci auguriamo Francesco Musolino vorrà regalare presto ai suoi lettori.

Mare mosso è ambientato nei magici 80’s. Verrebbe da ipotizzare una vena nostalgica, se non fosse che in quegli anni eri appena nato. Perché questa scelta? Leggi tutto…

VENTO DI LIBERTÀ di Lelio Bonaccorso (Tunuè)

Vento di libertà - Lelio Bonaccorso - copertina“Vento di libertà” di Lelio Bonaccorso (Tunuè)

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di Eliana Camaioni

È il suo esordio come autore unico: Vento di libertà (Tunuè) rappresenta una svolta nella carriera artistica di Lelio Bonaccorso, l’inizio di un percorso di sceneggiatore oltre che di illustratore. La vicenda narrata è quella di Dina e Clarenza, eroine messinesi che nel 1282 promossero e sostennero la rivolta del Vespro a Messina, resistendo eroicamente assieme alla popolazione ad un assedio di 72 giorni. Non manca poi, fra le pagine, la storia d’amore impossibile fra Dina e Jacques: finzione letteraria che diventa però emblema di quanto sia vero che amor vincit omnia. Lelio Bonaccorso ha scelto ancora una volta una storia che dal particolare si riconnette all’universale, nel rapporto fra oppressori e oppressi, ma con un messaggio di speranza: uniti si vince, anche in disparità numerica e di mezzi, anche di fronte a nemici oggettivamente imponenti. Con una prefazione di Nadia Terranova, che conferma un’idem sentire culturale, e un progetto condiviso di più ampio respiro.

– Lelio autore. Raccontaci la tua giornata di artista
Solitamente disegno fino a sera tardi, notte a volte, e di conseguenza non comincio mai a disegnare prima delle dieci di mattina. Faccio colazione, la mia passeggiata giù al mare, poi torno a casa, controllo email e social, e comincio a disegnare. Pausa per pranzare, poi torno a disegnare fino a sera; nel frattempo, mentre disegno ascolto musica e qualche volta riesco a seguire anche film: ho imparato a fare più cose contemporaneamente, visto che disegno dodici ore al giorno, sennò non avrei più una vita! Lavoro fino alle nove di sera, ma se ho scadenze particolari finisco a notte fonda. Leggi tutto…

NON È UN PAESE PER SINGLE di Felicia Kingsley (Newton Compton)

undefined“Non è un paese per single” di Felicia Kingsley (Newton Compton): intervista all’autrice

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Felicia Kingsley è nata nel 1987, vive in provincia di Modena e lavora come architetto. Di recente Newton Compton, la casa editrice che la pubblica, ha annunciato l’acquisizione dei diritti per una trasposizione audiovisiva del romanzo Non è un paese per single della Kingsley. L’acquisizione è della produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano.

Abbiamo discusso con l’autrice di questo suo nuovo romanzo…

– Felicia, hai detto di esserti ispirata a Orgoglio e pregiudizio nella scrittura del tuo romanzo Non è un paese per single, anzi l’hai definito un vero e proprio retelling…
In Non è un paese per single ho fatto in modo che i personaggi fossero facilmente associabili ai loro corrispettivi nella storia della Austen, calandoli però in un contesto spazio-temporale diverso. Siamo in Toscana, per la precisione sulle colline del Chianti, ai giorni nostri. Per la mia “filosofia culinaria”, ho dato al romanzo la chiave della commedia romantica e ho narrato gli eventi con un doppio punto di vista alternato. I capitoli narrati da Elisa, la protagonista, si alternano a quelli raccontati dal punto di vista di Michael (D’Arcy), la controparte maschile.
Ho aggiornato alcuni aspetti della trama che potevano risultare anacronistici nel XXI secolo e lavorato sulla caratterizzazione della protagonista per conservare quella che è la modernità intrinseca di Elizabeth Bennet.

– Sono diversi anni che i retelling o riscritture stanno andando molto forte soprattutto nel settore young adult; il fenomeno fanfiction ha anticipato questa tendenza? Leggi tutto…

IL CASTELLO DEI FALCHI NERI di Marcello Simoni (Newton Compton): intervista all’autore

undefined“Il castello dei falchi neri” di Marcello Simoni (Newton Compton): intervista all’autore. In libreria dal 28 giugno

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di Massimo Maugeri

Esce oggi il nuovo romanzo di Marcello Simoni intitolato Il castello dei falchi neri” (Newton Compton).

Siamo nell’Anno del Signore 1233. Il protagonista del romanzo,  il nobile Oderico Grifone, torna a casa in questa grande magione nelle campagne napoletane dopo aver preso parte alla crociata di Federico II. Come a volte accade, il tempo cambia persone e situazioni…

Così come per i precedenti libri ho avuto il piacere di discutere in anteprima con Marcello Simoni di questa sua nuova creatura letteraria…

– Marcello, raccontaci qualcosa sulla genesi di questo tuo nuovo romanzo. Come nasce “Il castello dei falchi neri”?
Nasce dalla duplice idea di scrivere un medieval thriller costruito su una vicenda familiare e caratterizzato da delitti “spettacolari”. Delitti, intendo, che faranno saltare il lettore sulla sedia.

– In epigrafe leggiamo questa citazione tratta da “Le mille e una notte (Pensai che sul sole fosse passata una nuvola ma, dato che eravamo d’estate, mi meravigliai e, alzata la testa mentre stavo guardando, vidi un uccello di grande mole, con ali larghe, che volava nell’aria: era esso che aveva coperto l’occhio del sole nascondendolo all’isola). In che modo si lega al romanzo? E come la commenteresti?

Uno degli argomenti centrali di questo romanzo è la falconeria. Un’arte venatoria molto praticata durante il Medioevo, anche se non ancora “codificata” così come accadrà nei secoli successivi. Il falcone è, in questo periodo, un animale dotato di un forte valore simbolico, al punto da ritrovarsi citato e classificato persino in libri insospettabili come il Tresor di Brunetto Latini. Leggi tutto…

LE DONNE NELLA SHOAH di Bruna Bertolo (Susalibri)

Le donne nella Shoah - Bruna Bertolo - copertina“Le donne nella Shoah” di Bruna Bertolo (Susalibri)

Un viaggio nella memoria contro la cultura dell’odio e dell’indifferrenza

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di Gabriella Serravalle

Bruna Bertolo giornalista e scrittrice torinese ha presentato al Salone Internazionale del libro lo scorso 22 maggio il suo ultimo volume “Le donne nella Shoah” edizioni Susalibri.
Presenti: l’editore Angelo Panassi, Nino Boeti già Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte e Presidente del Consiglio Regionale, dal 12 marzo 2022 Presidente dell’Anpi Provinciale di Torino e  Pierfranco Quaglieni, giornalista, storico, Direttore generale del Centro Mario Pannunzio.
Il libro di Bruna Bertolo è un vero e proprio viaggio nella memoria, nato da un viaggio in Polonia nel 2018. Un volume in cui l’autrice narra le storie delle donne deportate e molte volte non sopravvissute alla prigionia dei campi di sterminio. Testimonianze che hanno un grande valore storico che nulla ha da invidiare a quelli maschili. Una ricostruzione storica, frutto di una grande ricerca, delle testimoni degli orrori della barbarie nazifascista che vanta una ricca documentazione fotografica. Leggi tutto…

“Specchi deformanti”: il debutto editoriale di FuoriAsse

https://www.cooperativaletteraria.it/wp-content/uploads/2022/03/Specchi-deformanti.jpgFuoriAsse Edizioni debutta nell’editoria con una raccolta di racconti di autori vari  dal titolo “Specchi deformanti“.

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È il frutto del laboratorio di scrittura tenuto da Guido Conti nel 2020: un lavoro di ricerca letteraria e di verifica che ha permesso di giungere a un prodotto coerente con lo spirito della casa editrice

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di Massimo Maugeri

Dopo la pubblicazione di ben 26 numeri (il più recente si intitola La Pietas), il magazine culturale FuoriAsse (di Cooperativa Letteraria), realizzato a Torino e diretto da Caterina Arcangelo (con collaborazioni di pregio del calibro di Daniela Marcheschi e Guido Conti), diventa anche casa editrice. Una giovanissima casa editrice improntata sul binomio ricerca/qualità. Un primo volume è stato dedicato alla figura del grande Giuseppe Pontiggia, intitolato per l’appunto “Giuseppe Pontiggia. Fare letteratura insieme” a cura di Sara Calderoni: un libro che contiene gli atti di un seminario dedicato alla figura di Pontiggia (Attraverso la testimonianza di scrittori diversi, un Pontiggia conosciuto di persona. In rilievo, non solo lo scrittore e l’intellettuale, ma anche il maestro, l’uomo, l’amico capace di sostenere esperienze di valore, in un’intelligente apertura agli altri, alla cultura umana). Leggi tutto…

LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI DON VITO TRABÌA di Sebastiano Ambra (Newton Compton)

undefined“La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa” di Sebastiano Ambra (Newton Compton): intervista all’autore

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di Eliana Camaioni

Cosa accade quando un boss mafioso, già ricercato dalla giustizia, sparisce in circostanze misteriose? Come faranno i poliziotti da un lato, e i mammasantissima dall’altro, a ritrovarlo?
Se lo è domandato Sebastiano Ambra, giornalista, nel suo “La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa” (Newton Compton), un romanzo di genere che pur tuttavia spicca per alcuni caratteri originali: nella Palermo di Sciascia (a cui è dedicato un esplicito omaggio), raccontata attraverso le sue bellezze artistiche (la Zisa su tutte), la protagonista Malena Di Giacomo è la sbirra che dovrà ritrovare don Vito, ma dovrà farlo solo risolvendo esoterici e misteriosi rompicapi. Una singolare caccia al tesoro, nella quale Malena detta Lena verrà affiancata da uno psicologo toscano, Leo, investigatore per caso: e l’ironia sferzante di Sebastiano Ambra renderà complice il lettore dei continui battibecchi della strana coppia, sdrammatizzando la narrazione di genere e regalando la promessa di un sequel.

– Sei stato definito il Dan Brown siciliano, perché effettivamente il tuo romanzo, pur essendo un impeccabile giallo classico, ha in sé degli elementi mystery che lo rendono ancora più intrigante. Com’è nata l’idea di questa contaminazione?
Ho letto il paragone con Dan Brown e mi ha fatto piacere, ma credo di rendermi differente da lui per una certa tendenza a dissacrare il racconto, con i personaggi stessi che a volte cercano di non prendersi troppo sul serio. Vero è che amo inserire nella narrazione elementi che hanno a che fare con la storia e con i misteri dei luoghi attraversati dalle vicende, e spesso questo ha a che fare con leggende, con misteri, con fatti al limite del reale. Mi piace dare al lettore spunti che possano condurlo al di là del romanzo. Leggi tutto…

LA PAROLA AMORE UCCIDE di Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa (Nero Rizzoli)

La parola amore uccide (Nero Rizzoli) - Bookrepublic“La parola amore uccide” di Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa (Nero Rizzoli)

Intervista (con il coinvolgimento dei personaggi letterari del romanzo)

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di Eliana Camaioni

In una Bolzano estiva, infuocata dalla canicola, un nuovo caso vede di nuovo assieme la coppia Karl Rottensteiner e Tanino Barcellona, protagonisti di “La parola amore uccide” (Rizzoli) il nuovo giallo della consolidata coppia Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa, che firmano assieme il secondo volume, dopo il successo di “Tutta quella brava gente” (Rizzoli 2020), pubblicato con lo pseudonimo Marco Felder. Un’esplosione in un centro d’accoglienza per immigrati, che ha ucciso una giovane donna, e un delitto che sembra avere un movente passionale, le cui evidenze sembrano inchiodare Angelica Guidi, primo dirigente della mobile ed ex fiamma di Karl: due omicidi apparentemente slegati fra loro, due strade che Tanino e Karl si troveranno a percorrere nuovamente da soli, mettendosi entrambi nei guai. Due protagonisti che lasciano la pagina e prendono vita nell’immaginario del lettore, tanto da far venire voglia di intervistarli direttamente, senza passare per i rispettivi autori.

Ed è quello che, con un gioco di fantasia e la complicità di Jadel e Guglielmo, abbiamo provato a fare.

– Buongiorno ragazzi, e benvenuti. Grazie per essere venuti. Approfittiamo dell’assenza dei vostri autori, e cominciamo con le domande difficili. Le loro pagine si alternano, entrambi vi raccontano, ciascuno a modo suo. Dite la verità: chi dei due vi porta in scena meglio? Quale mano preferite, quella ironica e dissacrante di Guglielmo o quella descrittiva e puntuale di Jadel? Leggi tutto…

IL CIMITERO DI VENEZIA di Matteo Strukul (Newton Compton) – intervista

undefined“Il cimitero di Venezia” di Matteo Strukul (Newton Compton): in libreria dal 2 maggioIntervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Con questo libro, Il cimitero di Venezia(Newton Compton), ambientato nella Venezia del Settecento, Matteo Strukul inaugura una nuova serie di avventure con protagonista un personaggio letterario che coincide con un personaggio storico realmente esistito: Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto.
Un romanzo che, come sostiene lo stesso autore (e gli chiederemo maggiori dettagli in proposito), “non è un romanzo storico ma un thriller storico-avventuroso”.

– Caro Matteo, partiamo come sempre dall’inizio… ovvero dalla genesi del romanzo. Come nasce “Il cimitero di Venezia”?
Volevo tornare nella Venezia del Settecento per la quale provo una fascinazione incredibile, tanto più dopo l’opera teatrale Casanova Opera Pop, con le musiche di Red Canzian – tratta dal mio romanzo “Giacomo Casanova, la sonata dei cuori infranti” – e per la quale ho scritto il libretto. Avere al centro della trama un’altra delle figure iconiche della Venezia di quegli anni, Canaletto, era semplicemente magnifico, anche perché ne è per molti aspetti il pittore più rappresentativo di sempre, insieme a Tintoretto. Inoltre, la sua figura è in parte avvolta nel mistero: non si sposò mai, non ebbe figli e dedicò tutta la sua vita alla propria arte. Fu anche un pittore di fama mondiale già in vita. I suoi agenti furono, in particolar modo, Owen McSwiney e Joseph Smith che gli procurarono straordinarie committenze da parte del duca di Bedford, del conte di Carlisle e di moltissimi altri.

– C’è qualcosa in particolare che ti lega alla città della laguna? Leggi tutto…

L’ARTISTA DELL’ANIMA. GIOTTO E IL SUO MONDO di Alessandro Masi (Neri Pozza)

“L’artista dell’anima. Giotto e il suo mondo” di Alessandro Masi (Neri Pozza): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Quella di Giotto è una figura mitica della storia dell’arte italiana. Ma se sappiamo molto delle sue opere, sappiamo piuttosto poco dell’uomo. Chi è stato veramente Giotto?
Alessandro Masi – storico dell’arte, giornalista, nonché segretario generale della Società Dante Alighieri – se ne è occupato in questo suo nuovo ottimo libro, edito da Neri Pozza e intitolato “L’artista dell’anima. Giotto e il suo mondo“.
Ho avuto il piacere di rivolgere qualche domanda all’autore…

– Alessandro Masi, la sua prefazione al libro comincia con una domanda molto interessante: come raccontare la vita di un artista come Giotto rispettando la storia e non tradendo la cronaca? Qual è la risposta?
La risposta sta nel testo stesso del libro (sorride). Questo libro non è un romanzo storico, non è un saggio critico di arte, ma è un racconto storico, ossia si avvale delle fonti per narrare l’incredibile vicenda e la leggenda che circonda Giotto, uno dei massimi artisti italiani di tutti i tempi.

– Quali potevano essere altri eventuali rischi collegati a una narrazione che ha, per l’appunto, come epicentro Giotto e la sua vita? Leggi tutto…

SENZA L’OMBRA DI UN BEL FIOR di Roberto Cattaneo (ExCogita)

Senza l'ombra di un bel fior - Roberto Cattaneo - copertina“Senza l’ombra di un bel fior” di Roberto Cattaneo (ExCogita edizioni): recensione e intervista

Un libro per il 25 aprile

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di Nicoletta Bortolotti

Gianna e Neri sono partigiani. E sono uccisi dai partigiani. Senza l’ombra di un bel fior, dello scrittore comasco Roberto Cattaneo, narra con stile, ritmo e veridicità magistrali una delle pagine più oscure e vergognose della Resistenza. Così come Gianna e Neri, che alla Resistenza hanno consacrato giovinezza, affetti e vita, continuano a narrarci una delle pagine più luminose e struggenti della nostra libertà.
Giuseppina Tuissi, nome di battaglia Gianna, ha ventun anni, ha gli occhi blu e viene da una famiglia operaia poverissima di Baggio. Il comando garibaldino di Milano decide di mandarla a fare la staffetta partigiana sulle montagne intorno al lago di Como, di cui ogni giorno, in sella alla sua bicicletta, percorre salite e discese. Qui incontra il giovane Luigi Canali, nome di battaglia Capitano Neri, dall’eroismo dei “neri” etiopi, comandante della 52° Brigata Garibaldi “Luigi Clerici”.
Contrastando i tedeschi sotto la neve da un gelido rifugio in quota e spiando i ricchi gerarchi che, nelle lussuose ville liberty sulla riva del Lario, affamano il Paese, Gianna e Neri s’innamorano del medesimo sentimento intenso e assoluto che nutrono per la causa antifascista. Leggi tutto…

CATANIA: DUE O TRE COSE CHE SO DI LEI di Antonio Di Grado (Algra) – intervista

Catania: due o tre cose che so di lei - Antonio Di Grado - copertina“Catania: due o tre cose che so di lei” di Antonio Di Grado (Algra): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

“Mi è parso, quando mi sono risolto a darlo alle stampe”, scrive Antonio Di Grado nella sua prefazione a questo libro, “che quello scritto ne chiamasse altri accanto a sé per comporre un mosaico di considerazioni critiche, impressioni e divagazioni, memorie personali e generazionali, “plausi e botte” intorno alle deux ou trois choses (il titolo va da sé, l’ho rubato a Godard) che so della mia città. E mi è parso pure che nel suo assetto divagante e dilemmatico il libro che andava componendosi si prestasse a inaugurare questa collana di Congetture e confutazioni (altro plagio), che immagino non solo vocata a recuperare preziosi reperti di critica letteraria e storia della cultura ma anche a ospitare nuove e ardite indagini, più prossime alla felice anarchia della libera ricerca che alle esanimi disposizioni in auge presso certa accademia schiava degli algoritmi e figlia dell’omologazione”.

Un libro, questo “Catania: due o tre cose che so di lei” (edito da Algra) che – tra le altre cose – si trasfigura anche in un grande atto d’amore per la sua (aggiungo “nostra”) città. Non un amore cieco, però; incapace, cioè, di vagliare i difetti e gli aspetti contraddittori che comunque, in un modo o nell’altro, interessano tutti i luoghi, tutte le città. Una narrazione che vibra sotto il segno dei ricordi e delle analisi critiche, che passa dalla torre Alessi al Monastero dei Benedettini, da Micio Tempio a De Roberto, da Brancati a Battiato; da cinquant’anni d’inerzie e di furori alla “città delle donne”.

– Caro Antonio, partiamo dalla genesi di questo libro dedicato alla tua/nostra città. Come nasce? E perché hai deciso di scriverlo e pubblicarlo proprio in questa fase della tua vita? Leggi tutto…

L’ALBA CHE VERRÀ di Lorenzo Marotta (Algra)

L' alba che verrà - Lorenzo Marotta - copertina“L’alba che verrà” di Lorenzo Marotta (Algra): intervista all’autore

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di Grazia Calanna

“Parto. Ho chiuso la valigia. Ho messo dentro tutto ciò che mi serve per la prima settimana. Ho preso dei libri da leggere e il mio MacBook. Il resto mi arriverà a parte. Era da tempo che accarezzavo l’idea di partire. Destinazione Parigi: la città dei caffè letterari, della moda, degli enciclopedisti, dei rivoluzionari, dei poeti maledetti. Da Parigi sono partite le idee che hanno influenzato il mondo. E poi, Parigi ha per me suggestioni interiori, inconfessabili. Non voglio visitarla. Già la conosco. Desidero viverci, distendermici, sentirne il palpito, il respiro degli scrittori che l’hanno vissuta. C’è uno spirito che rimane e si avverte camminando in silenzio lungo i boulevards della Città delle luci. È da un po’ che mi sono laureato, ho già pubblicato dei romanzi e mi guadagno da vivere scrivendo e lavorando per le agenzie editoriali. Nella testa si affollano tante letture che moltiplicano il desiderio di capire meglio, di trovare altri stimoli. […]” 

– Quali i temi affrontati dal suo libro e per quali ragioni?
L’idea è nata dalla lettura di alcuni libri – romanzi e saggi come da bibliografia -, dovendoli recensire per la pagina cultura de La Sicilia. In particolare “L’era sintetica” di Preston, “Zero K.” De Lillo, “Macchine come me” di Mc Ewan, per citarne alcuni. Il tema dei guasti causati al pianeta Terra con il surriscaldamento climatico, la conseguente desertificazione di parecchie aree geografiche, l’avvelenamento dei mari e dell’atmosfera a causa del modello di vita e di sviluppo economico privilegiato, la sperimentazione genetica selvaggia, tutto poneva e pone una domanda angosciosa: ci sarà ancora un futuro? Che tipo di mondo lasceremo alle nuove generazioni? Leggi tutto…

LA VENDETTA DEGLI DEI di Hannah Lynn (Newton Compton) – intervista

undefined“La vendetta degli dei” di Hannah Lynn (Newton Compton – traduzioni di Micol Cerato e Mariacristina Cesa): intervista all’autrice – in libreria dal 7 marzo

“La mitologia classica”, dice Hannah Lynn, “offre la capacità di vedere le innumerevoli sfumature dei comportamenti umani, sia nel male che nel bene”

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Hannah Lynn è nata e cresciuta in Inghilterra. Il segreto di Medusa è diventato un bestseller alla sua prima uscita ed è in corso di traduzione in numerosi Paesi. La vendetta degli dei è il secondo episodio della serie Greek women e lo pubblica Newton Compton, come il precedente.

La vendetta degli dei è incentrato sulla figura di Clitennestra: una delle figure femminili più cattive della mitologia greca. “Perfido mostro”, la definì il marito Agamennone, ma era davvero così? Abbiamo rivolto all’autrice alcune domande…

– Hannah, come ti spieghi il successo dei romanzi retelling di mitologia greca in chiave femminile se non femminista?
Credo che la chiave stia nell’assonanza dei temi trattati con quelli presenti nella società odierna. Il fatto che i lettori, e le donne in particolare, possano fare paragoni con personaggi di oltre 3000 anni fa, li rende incredibilmente attraenti e aiuta a costruire un profondo senso di empatia nei loro confronti.

È la rivincita di una certa storiografia moderna su quella classica da sempre in mano a soli uomini? Leggi tutto…

L’ANNO DEL BRADIPO di Domenico Calcaterra (Inschibboleth) – intervista

untitled image“L’anno del bradipo. Diario di un critico di provincia” di Domenico Calcaterra (Inschibboleth): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Domenico Calcaterra (1974), insegnante e critico letterario, collabora con diverse riviste tra cui «L’Indice dei Libri del Mese» e «Succedeoggi». Tra le sue pubblicazioni: Vincenzo Consolo. Le parole, il tono, la cadenza (Prova d’Autore, 2007), Il secondo Calvino. Un discorso sul metodo (Mimesis, 2014), Niente stoffe leggere (Meligrana, 2014), Lo scrittore verticale. Conversazione con Vincenzo Consolo (Medusa, 2014), Perriera sentimentale. L’umanesimo gentile di un soave eroe della mitezza (Algra Editore, 2016).

Per l’editore Inschibboleth, nell’ambito della collana Margini (diretta da Filippo La Porta) ha pubblicato il volume “L’anno del bradipo. Diario di un critico di provincia“.

Rapsodico journal, diario in pubblico che travalica i generi: dal ritratto critico alla nota descrittiva, dalla scheggia autobiografica al recupero dei momenti cruciali d’un apprendistato, fino a farsi, in taluni passaggi, arioso romanzo che convoca sulla pagina i vivi e i morti. O, più semplicemente, regesto quotidiano del lavorio mentale del critico nell’intento di restituire, per dirla con Boine, quella “compresenza di cose diverse nella brevità dell’attimo”.

Ho avuto il piacere di discuterne con l’autore…

– Caro Domenico, come nasce questo tuo libro? Da quale esigenza?
È un libro che nasce da una disposizione assai estemporanea, da poche note di scrittura e di lettura, al mare (era l’estate del 2019), e che ho continuato a scrivere per qualche mese; fino a lasciarmi prendere la mano e a pensarlo come il diario di un anno, nell’impresa di riuscire ad “arpionare” (per dirla con Vila Matas), fissare sulla pagina, un libro inatteso e soprattutto per nulla programmato. L’opzione del journal in pubblico mi è giovata ad assecondare l’estrema libertà di scrittura, concependo il tutto come un libro aperto: il romanzo di una mente al lavoro…

– Il titolo è molto suggestivo (L’anno del bradipo). Come lo commenteresti? Leggi tutto…

IL GRANDE LIBRO DEL VINTAGE di Sabina Minardi (Il Saggiatore) – intervista

“Il grande libro del vintage” di Sabina Minardi (Il Saggiatore): intervista all’autrice

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di Massimo Maugeri

Sta riscuotendo un grandissimo successo questa nuova opera di Sabina Minardi intitolata “Il grande libro del vintage“, edita da Il Saggiatore. Un vero e proprio viaggio nel passato che diventa presente grazie a un magico legame tra nostalgia e qualità, tra voglia di preservare e desiderio di guardare al futuro facendoci accompagnare da piccole pietre miliari della nostra esistenza.
Ho avuto il piacere di discuterne con l’autrice…

– Cara Sabina, partiamo dall’inizio. Come nasce questo libro? Cosa puoi dirci con riferimento alla sua genesi?
L’idea della nostalgia come sentimento collettivo di questa epoca l’avevo notata e raccontata su un articolo per il mio giornale, L’Espresso: descrivevo la grande retromania sociale, il riflesso condizionato di un Paese che anziché guardare avanti preferisce voltarsi indietro, e ripescare etiche ed estetiche nell’immaginario delle decadi precedenti. Il grande libro del vintage fa un passo in avanti: riflette sulle ragioni profonde di questo Zeitgeist, ne analizza le declinazioni nella moda, nel cinema, nella pubblicità, in tv, nel design e nella musica. E, nel raccontare la passione per un mondo che non c’è più, mette in guardia dal rischio di idealizzare il passato, e di restarne schiacciati.

– In linea generale, quali caratteristiche dovrebbe avere un oggetto (o un determinato “elemento”) per sopravvivere al decorso del tempo, o tornare in auge, conquistandosi il titolo di “vintage”? Leggi tutto…

LO STORIOGRAFO DEI DISGUIDI di Paolo Codazzi (intervista)

“Lo storiografo dei disguidi” di Paolo Codazzi (Arkadia)

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di Massimo Maugeri

Paolo Codazzi, scrittore fiorentino, autore di romanzi e racconti, nonché ideatore e presidente del Premio Letterario Chianti, ci consegna una raccolta di racconti dal titolo molto suggestivo: “Lo storiografo dei disguidi” (Arkadia, 2021). Storie accomunate da una visione “strabica” della realtà (come ci spiega lo stesso autore nell’ambito di questa intervista) e con lo sfondo di una Firenze tutta da scoprire…

– Caro Paolo, cosa puoi dirci sulla genesi di questa antologia di racconti? E qual è il filo conduttore che li lega?
Fin dagli esordi dell’attività di scrittore, devoto alle mie libere letture, ho alternato romanzi a raccolte di racconti, percependo e riconoscendo nel “racconto”, una significativa tradizione letteraria che purtroppo in Italia è trascurata ma che, con onnivoro appetito, ho digerito da altre letterature maturando, credo, un’inclinazione espressiva che ha sempre ottenuto attenzione anche per questa attitudine del mio lavoro di scrittore.
La genesi, o la riscrittura, di questi quindici racconti si è sviluppata negli ultimi due, tre anni, da quando mi resi conto che fra i molti racconti scritti, abbozzati, o soltanto ideati, alcuni di questi dimoravano nello stesso immaginario condominio, per quanto legati da un’idea filosofica di socialità, più o meno evidente, come in tutte le descrizioni di ambienti antropizzati. Leggi tutto…

MUTAZIONI. STORIA DI MARICIA, UN MEDICO CHE SI SCOPRE PAZIENTE di Fabio Cavallari (recensione e intervista)

“Mutazioni. Storia di Maricia, un medico che si scopre paziente” di Fabio Cavallari (Lindau)

recensione del libro a cura di Maria Genchi – a seguire, intervista a Maricia Roccaro 

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di Maria Genchi

“Mutazioni” è la storia personale di Maricia Roccaro, nefrologa siciliana che dirige il centro di analisi di Bronte , in provincia di Catania. Una scrittura autobiografica , rielaborata dallo scrittore e giornalista Fabio Cavallari , che racconta come la vita possa cambiare all’improvviso e ritrovarsi confusi, pieni di paure e d’incertezze: l’io narratore narra l’io personaggio autobiografico. Tra narratore e personaggio si è stabilito un dialogo, un’empatia profonda che ha permesso la condivisione dell’esperienza di vita e l’assimilazione del narratore nel personaggio Maricia come se si trattasse della stessa persona che si sdoppia nel raccontare sé stesso. La testimonianza autobiografica si articola in diversi momenti che rappresentano il percorso di Maricia, dalla scoperta della malattia ai dubbi, alla conoscenza e terapia della malattia e per finire al Covid 19. In questi momenti il personaggio si snoda in altri “io”: medico-donna-paziente-madre. L’io proustiano si sdoppia alla ricerca della propria identità e della propria forza interiore per giungere ad essere quello che è Maricia adesso, una donna medico che ha la vocazione di dialogare con le persone malate per condividerne le difficoltà e portarle a superare le proprie angosce, paure e assisterle durante la terapia con l’aiuto dei familiari. In questo momento storico di Covid 19 che stiamo attraversando, Maricia sa vivere le paure, il silenzio, le angosce sfidando la vita stessa per dirci che possiamo riuscirci. Leggi tutto…

DIMMELO ADESSO di Caterina Falconi (intervista)

“Dimmelo adesso” di Caterina Falconi (Vallecchi editore): intervista all’autrice

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di Domenico Trischitta

“Se è vero che l’amore non ha età e che spesso prescinde dai difetti, è altrettanto vero che è doveroso curare il proprio aspetto, perché comunque è dal corpo che passa il desiderio. (Milf è bello, Pizzo nero editore). Ecco, quello che mi ha sempre colpito della scrittura di Caterina Falconi è la facile versatilità, la dote di cambiare tono, tema e registro linguistico mantenendo un’ironia di fondo sferzante, una profonda e sintetica analisi dei comportamenti e delle debolezze umane (l’autrice è laureata in filosofia).
Dunque per questo ma anche per altri motivi suscita interesse e curiosità la sua ultima prova narrativa, “Dimmelo adesso” (Vallecchi editore), un romanzo che affronta una tematica dura come il bullismo, ma anche le dinamiche competitive tra adolescenti.

-“A Luigi Bernardi, per quel caffè in piazza del Nettuno”, non ti nascondo la curiosità per questa dedica… chi era per te Bernardi?
Luigi Bernardi è stato un amico prezioso a cui non ho avuto tempo di affezionarmi. Ma questa incompiutezza, nell’affetto e del destino, lo rende tuttora al mio cuore una stella sfavillante e un’impalpabile, benevola presenza.

– In questo ultimo romanzo confermi la tua felice “cattiveria” stilistica. Che rapporto hai con la tua scrittura?
In questo libro ho deposto quasi completamente la “cattiveria”, che è un sentimento sterile. Ho preferito essere cruda, talora spietata, senza mai edulcorare le situazioni. Del resto “Dimmelo adesso” è un romanzo di denuncia e come tale deve scuotere. Leggi tutto…

LA TANA DEL POLPO di Giorgio Lupo (intervista)

La tana del polpo“La tana del polpo” di Giorgio Lupo (Augh! Edizioni): intervista all’autore

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di Simona Lo Iacono

Placido Tellurico è un commissario di polizia, un padre, un uomo solo. Nel suo passato si agitano ferite, a cui tenta di dare una svolta facendosi trasferire nel commissariato di Termini Imerese, dove cerca di incanalare la propria esistenza verso una rasserenante tranquillità.
La routine viene però rotta dal ritrovamento di un corpo senza testa, e questa sconcertante novità sarà anche una strada verso approdi impensati.
Il suo inventore, Giorgio Lupo (che di Tellurico ha fatto il protagonista del suo ultimo romanzo “La tana del polpo”, Augh! Edizioni), gli ha dato una personalità ironica, una imperfezione che trasuda umanità, una sensibilità che si innesta nella città di Termini Imerese.
Avvolto dalle atmosfere del luogo, Placido si fa tutt’uno con esso, ne diventa il simbolo fragile e al tempo stesso fermo, abitato da commozione e senso del precario.
Chiedo quindi a Giorgio quale sia la connessione tra Placido Tellurico e Termini Imerese.

– Caro Giorgio in che modo il luogo si fa uomo e l’uomo si fa luogo? Leggi tutto…

NON CE LO DICONO di Errico Buonanno (intervista)

“Non ce lo dicono. Teoria e tecnica dei complotti dagli Illuminati di Baviera al Covid-19” di Errico Buonanno (UTET): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Un libro di grandissima attualità, questo nuovo di Errico Buonanno pubblicato da Utet. Lo si evince già dal titolo (Non ce lo dicono. Teoria e tecnica dei complotti dagli Illuminati di Baviera al Covid-19). E d’altra parte, giacché gli schemi sulla base dei quali sorgono e si sviluppano le teorie complottiste sono più o meno gli stessi, si tratta di problematiche ricorrenti di cui è possibile tracciarne un percorso storico.
Ho avuto il piacere di discuterne con l’autore…

– Caro Errico, partiamo dall’inizio: come nasce questo libro?
Sono anni che mi occupo di fake-news. Posso dire, anzi, di averlo incominciato a fare da prima che si chiamassero “fake-news”: quando scrissi il mio Sarà vero usavo il termine “falsi” o “bufale”. E me ne sono iniziato a interessare non precisamente con lo spirito del debunker. Al contrario, io sono principalmente un narratore, perciò nutro molto rispetto per le invenzioni e le bugie. Quello che tuttavia mi interessava era lo straordinario potere dei falsi di trasformarsi in realtà: una bugia può avere conseguenze molto pratiche e concrete, può smuovere eserciti, può creare nazioni attraverso i miti fondativi, può dare il via a tradizioni come a stragi. Questo significa che la fantasia è qualcosa da maneggiare con molta cura. Nel caso delle teorie di complotto, ahimè, la fake-news porta spesso a esiti rischiosissimi: le ultime vicende, da QAnon alle dicerie intorno alla pandemia, mi hanno portato in Non ce lo dicono ad affrontare il lato più nero del falso.

– Cosa puoi dirci sull’attività di studio e di ricerca che hai svolto prima di dedicarti alla scrittura del testo? Leggi tutto…

LA STRANTULIATA di Fabrizio Escheri (intervista)

La strantuliata - Fabrizio Escheri - copertina“La strantuliata” di Fabrizio Escheri (Ianieri Edizioni): intervista all’autore

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di Eliana Camaioni

In una torrida mattina, uguale a mille altre, il solitario autista di una corriera semivuota in servizio fra Licu e Spirlinga, di nome Blasco Blando Antonio Maria scopre una sagoma coperta da un telo, sul ciglio della strada. E’ il cadavere di un uomo, orribilmente sgozzato; un delitto di mafia, all’apparenza, ma che rivelerà insospettabili segreti e intrighi, con continui colpi di scena, allorquando Blasco Blando Antonio Maria, unico testimone della vicenda, si troverà a volerci vedere chiaro. E lì rivelerà il suo carattere “babbasunazzu”, con continui svarioni e ingenuità, comportamenti azzardati e imprudenti che lo trascineranno in un turbine grottesco di eventi impossibili da arrestare.
Con una voce tutta sua, inserita in modo inedito in quello che sembrerebbe un giallo classico ma finisce per non esserlo, Escheri ci regala uno spaccato autentico del cuore della Sicilia, rivisitato con la leggerezza di chi ha seriamente a cuore le sorti di questa terra. Leggi tutto…

IL MIRACOLO DELLA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA IN UN FUMETTO

La Lacrimazione della Madonna a Siracusa è stata rappresentata in un fumetto che sarà presentato nell’ambito delle attività scelte per la celebrazione del 68mo anniversario dell’evento.

La presentazione del fumetto avverrà il prossimo 27 agosto, al termine della Celebrazione Eucaristica delle ore 19, sul sagrato della Cripta, nella piena osservanza di tutte le regole anticontagio. Sarà presente l’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto, che ha seguito i lavori della composizione del fumetto e ha curato la prefazione allo stesso (qui, la lettera dell’Arcivescovo e il Programma del 68° Anniversario della Lacrimazione).
La scrittrice Simona Lo Iacono ne parla con il Rettore del Santuario, Don Aurelio Russo

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di Simona Lo Iacono

Una storia di fede che balza dalle figure di un fumetto e traduce le atmosfere, le paure, l’incanto e lo stupore provati dai Siracusani 68 anni fa.
Era un agosto rovente come quello che viviamo in questi giorni, e una mamma in attesa si sventagliava senza tregua sul proprio letto, ai piedi di un quadretto semplice, di gesso, un regalo di nozze che riproduceva una Madonna con una manina sul cuore. Stava male, Antonina Lucia Giusto, maritata Iannuso. La creatura che custodiva nel grembo non le dava tregua e una tossicosi gravidica l’aveva quasi privata della vista.
Quando, improvvisamente, verso le prime ore del mattino, la vista sembrò tornarle e consentirle di vedere – con sbigottimento – che dallo sguardo della Madoninna sgorgavano lacrime. Leggi tutto…

EUROPA ROMANZA. SETTE STORIE LINGUISTICHE di Lorenzo Tomasin (intervista)

“Europa romanza. Sette storie linguistiche” di Lorenzo Tomasin (Einaudi): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Lorenzo Tomasin (Venezia, 1975) è ordinario di Filologia romanza e di Storia della lingua italiana all’Università di Losanna. Si è formato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha ottenuto una Venia legendi in Romanische Philologie a Saarbrücken. Codirige il cantiere del Vocabolario storico-etimologico del veneziano (VEV) e ha codiretto la Storia dell’italiano scritto (Carocci 2014-21). Per Einaudi ha pubblicato Il caos e l’ordine. Le lingue romanze nella storia della cultura europea (2019).

Ho chiesto a Lorenzo Tomasin di raccontarci qualcosa, nell’ambito della chiacchierata che propongo qui di seguito, sul suo nuovo libro intitolato Europa romanza. Sette storie linguistiche (Einaudi, 2021). Un’opera intrisa di grande fascino e che ci conduce alla ricerca delle radici linguistiche europee offrendoci sette interessantissime storie di donne e di uomini ricavate da documenti legati a vicende private e privi di qualunque “preoccupazione letteraria”…

– Lorenzo, partiamo dall’inizio. Anzi, da ancora prima… con una domanda apparentemente ingenua, banale e generica: perché è importante indagare sulle origini delle lingue?
Per le stesse ragioni per le quali è importante ricostruire la storia di ogni fatto della cultura umana per comprenderne ragioni, svolgimenti e strutture. Poiché le lingue sono il motore stesso della storia (senza linguaggio e senza lingue non c’è storia, ma solo evoluzione naturale, come ho argomentato altrove), lo studio delle lingue non può che essere, in via preliminare e privilegiata, uno studio storico.

– Che tipo di relazione lega lingue e identità? Leggi tutto…

LA CITTÀ NERA e UNA RAGGIANTE CATANIA di Domenico Trischitta (intervista)

“La città nera” e “Una raggiante Catania” di Domenico Trischitta (Algra): intervista all’autore

I due libri saranno presentati martedì 10 agosto alle 18.30, presso Catania libri, viale Regina Margherita 2, Catania. Con l’autore saranno presenti Orazio Caruso (uno dei curatori della collana assieme a Maria Rita Pennisi) e l’editore Alfio Grasso

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di Massimo Maugeri

Lo scrittore Domenico Trischitta torna in libreria con ben due volumi pubblicati da Algra: una nuova edizione di “Una raggiante Catania” (con prefazione inedita di Manlio Sgalambro) e “La città nera” (con nota di Giuseppe Pontiggia).
Ho avuto il piacere di discuterne con lui nell’ambito di questa intervista…

– Caro Mimmo, cosa significa per te tornare in libreria con ben due libri dedicati alla tua/nostra Catania?
Non ti nascondo che è una grande emozione dopo cinque anni di silenzio, avevo messo in discussione me stesso, le ragioni della scrittura. Poi il lockdown paradossalmente mi ha restituito nuova linfa, nuove motivazioni. La nostra città è una provincia anomala, caratterizzata da molte contraddizioni, che io ho vissuto nel pieno della mia formazione, nella strada ma anche nelle aule universitarie, tra sconvolgimenti politici e musicali. Tutte ragioni che mi hanno spinto a raccontarla da un avamposto periferico, privilegio creativo per il parto liberatorio di “Una raggiante Catania” e ora, finalmente de “La città nera”, fulgore giovanile e impetuoso che rientra a pieno titolo nella mia personale trilogia catanese.

– Ripartiamo dall’inizio. Parlaci del tuo intero progetto letterario dedicato a Catania. Come è nato? E come si è sviluppato? Leggi tutto…

LA GUERRA. PRIMA FAMIGLIA di Pietro Valsecchi (recensione e intervista)

“La guerra. Prima famiglia” di Pietro Valsecchi (Mondadori): recensione e intervista all’autore

Esce oggi per Mondadori, in formato e-book, il terzo romanzo della trilogia di Pietro Valsecchi della “Prima famiglia”. Si intitola: “La guerra“. Ce ne parla di seguito Tea Ranno

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di Tea Ranno

Con il romanzo La guerra – oggi in uscita per Mondadori – Pietro Valsecchi chiude la trilogia di Prima famiglia, la lunga storia della famiglia Palermo che, partita dalla Sicilia all’inizio del Novecento, giunge a New York in cerca di quel futuro pieno di benessere di cui tanto nell’Isola si favoleggia. Come altri emigranti, infatti, Luigi e sua moglie Carmela credono in una Merica leggendaria in cui basta essere onesti e lavoratori, camminare dritto per dritto – senza cedere alle lusinghe del malaffare – per assicurarsi ricchezza e rispetto. Non sarà precisamente così: anche l’America ha denti aguzzi che mordono a sangue chi non ha altro che le sue mani e il suo ingegno per costruirsi il futuro, e saranno anni durissimi quelli che traghetteranno i ragazzi Palermo dall’infanzia all’età adulta, ciascuno col suo sogno in divenire, ciascuno con la sua scommessa di felicità da vincere. Leggi tutto…

CASTROREALE MYSTERY FESTIVAL 2021: incontro con Cristina Marra

Intervista a Cristina Marra, direttrice e conduttrice del Castroreale Mystery Festival

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di Eliana Camaioni

Si è da poco chiusa, con grande successo di pubblico, la seconda edizione del Castroreale Mystery Festival, condotta e diretta da Cristina Marra (nella foto accanto). Tre serate dedicate al mistero, ai romanzi gialli e non solo, patrocinata dal Comune e dalla pro loco di Castroreale.
Abbiamo intervistato Cristina Marra, a Festival concluso.

– Tre serate dedicate al mistero. Ce le racconti?
Sì sono state tre giornate dedicate al mistero, a partire da quello dei luoghi, dei libri, dell’animo umano, misteri che ci coinvolgono e di cui siamo anche protagonisti. Sono stati tre pomeriggi in cui i libri hanno incontrato la musica, i profumi, i fumetti in una mescolanza di talenti ed eccellenze. Abbiamo inaugurato venerdi 2 luglio la prima giornata di questa seconda edizione (la prima in presenza) del festival con un incontro dedicato ai bambini col racconto teatralizzato dedicato ai misteri di Castroreale dell’attrice Nunzia Lo Presti e poi un’accoppiata inedita, il direttore creativo di Eoliparfums Olga Iossa insieme allo scrittore Diego Lama autore del giallo “Tutti si muore da soli” e poi ancora l’intervista in diretta streaming col maestro del thriller psicologico Wulf Dorn. Piazza Pertini, la sede della manifestazione è stata gremita dal pubblico e non ti nascondo che rifare incontri col pubblico partecipe e con cui puoi condividere emozioni e sorrisi è stato bellissimo. Leggi tutto…

NEVE D’OTTOBRE di Angela Nanetti: intervista all’autrice

“Neve d’ottobre” di Angela Nanetti (Neri Pozza)

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di Simona Lo Iacono

La neve che cade in ottobre è sempre un segno propiziatorio, in montagna. Fa maturare l’uva. Odora di latte. Fa esclamare ai bambini tutta la loro meraviglia. È quasi un momento sacro, una di quelle strade che – a volte – si aprono per farci scorgere il mistero che si nasconde dietro le nostre vite.
Non tutti sanno percepirlo. Ci vogliono occhi buoni, passo da scalatore, braccia forti. Ci vuole anche qualche ferita inferta ai senza colpa, il marchio fiammante dei veri sopravvissuti.
Giulio ha quindi tutte le caratteristiche per capire il richiamo della neve di ottobre. È un uomo massiccio, che sa inseguire un amore lontano. Ha compassione per le faine rimaste impigliate nelle tagliole. Sente il guaito e il dolore del mondo.
E, soprattutto, Giulio ha una ferita che pulsa in testa, che lo rende irrequieto e spaventato. Uno sfregio che nasconde una prevaricazione e una profonda avversione verso la sua diversità. Leggi tutto…

LA PROFEZIA DELLE PAGINE PERDUTE di Marcello Simoni (intervista all’autore)

“La profezia delle pagine perdute” di Marcello Simoni (Newton Compton): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Marcello Simoni, già vincitore del Premio Bancarella, torna in libreria con una nuova avventura del mercante di libri maledetti, saga italiana letta in tutto il mondo e che ha consacrato Simoni come autore di culto di thriller storici.

– Caro Marcello, partiamo come sempre dall’inizio. Puoi raccontarci qualcosa sulla genesi di questo nuovo romanzo del ciclo del “Mercante dei libri maledetti” (ovviamente legato ai precedenti libri della saga)? Come nasce?
Questo romanzo nasce dal desiderio di dare continuità alle vicende degli Álvarez: la famiglia di Ignazio da Toledo. Dopo il finale traumatico del precedente (Il segreto del mercante di libri), ero impaziente di raggiungere il cuore degli eventi, svelare gli intrighi e superare i tragici accadimenti culminati nell’Isola Perduta. Inoltre mi sentivo in dovere di rispondere a una domanda che assilla molti dei miei lettori: Ignazio da Toledo è veramente morto?

– Parlaci dei luoghi d’ambientazione. Com’è, in particolare, la Sicilia dell’anno 1232? Leggi tutto…

LA MUSICA PERDUTA di Antonio Mistretta (intervista)

“La musica perduta” di Antonio Mistretta (Giulio Perrone editore)

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Giovedì 24 giugno, h. 18:30, il libro sarà presentato a Catania, nel Foyer del Teatro Massimo Bellini (dettagli sulla locandina in basso)

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di Domenico Trischitta

Innanzitutto la trama, accattivante come la musica del più grande musicista romantico del melodramma, Vincenzo Bellini. E le stesse mete geografiche che il compositore catanese ha percorso, bruciando le tappe per il successo decretato dal sommo Gioacchino Rossini: “dopo di me ci sarai solo tu.” Invece al grande pesarese toccò organizzare il funerale del suo erede musicale, che dopo il successo clamoroso de “I Puritani” si ammalò e morì giovane, come gli aveva predetto il mefistofelico Heine. Antonio Mistretta rinnova un mito e attraverso un vero e proprio divertissement originale imbastisce una vicenda gustosa e di valore letterario. I protagonisti sono due giovani, un pianista salentino che si chiama Francesco Milauro e una ricercatrice che si chiama Zaira, come nell’opera belliniana. Leggi tutto…

UNA STRANA NEBBIA di Federico Zatti (intervista)

“Una strana nebbia. Le domande ancora aperte sul caso Moby Prince” di Federico Zatti (Mondadori): intervista all’autore

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Il libro sarà presentato a Taobuk, festival letterario di Taormina, domenica 20 giugno alle h. 15:30, a Palazzo Ciampoli (Taormina, ME)

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di Massimo Maugeri

Federico Zatti (1973) è giornalista e autore Rai. Da oltre quindici anni segue i principali fatti di attualità, scrivendo per programmi radio e tv. Attualmente lavora al programma di Rai Uno Unomattina.
Di recente, per la collana Strade blu. Non Fiction di Mondadori, Federico Zatti ha firmato il volume intitolato “Una strana nebbia“. Un saggio d’inchiesta che, come indica la frase riportata in copertina, si concentra su “Le domande ancora aperte sul caso Moby Prince”.
Stiamo parlando della più grande tragedia della nostra marina civile. Il fatto accadde trent’anni fa,  la sera del 10 aprile 1991, allorquando il traghetto di linea Moby Prince, in partenza dal porto di Livorno e diretto a Olbia, entrò in rotta di collisione con la petroliera Agip Abruzzo, all’ancora in rada, sfondandone la fiancata di dritta e provocando un incendio in cui persero la vita centoquaranta persone.

Ne ho discusso con l’autore…

– Federico, partiamo dall’inizio. Cosa ti ha spinto a interessarti al caso Moby Prince al punto da dedicargli un saggio d’inchiesta?
Quella della Moby Prince è una storia che non torna. 10 anni fa, lavorando a un racconto televisivo di questa vicenda, ho dovuto fare i conti con i troppi buchi logici di questo caso. Benché non sia considerata una scienza esatta, la narrazione ha una logica stringente e più apprendevo i dettagli degli avvenimenti, più si inceppava il racconto e mi costringeva a fermarmi e a pormi nuove domande. Leggi tutto…

IO SONO GESÙ di Giosuè Calaciura (intervista)

“Io sono Gesù” di Giosuè Calaciura (Sellerio): intervista all’autore

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di Domenico Trischitta

Giosuè Calaciura è uno scrittore di sostanza, uno che non piazza parole scritte a caso, le rende animate e vitali, visivamente dinamiche. E’ la sua, grazie a Dio, è una scrittura di ricerca, di sforzo stilistico e onestà intellettuale, la misura dei grandi autori. E poi è siciliano, di quella carnalità sanguigna che rende questa letteratura pregnante di storia atavica e tradizione millenaria. Per questo motivo cimentarsi con il grande mistero della rivelazione cristiana è stata l’occasione per creare un’opera letteraria potente, una sfida esaltante riuscita, forse il romanzo più bello per il narratore palermitano, da paragonare all’epica di “Furore” di Steinbeck.
Io sono Gesù” (Sellerio) non ci svela un mistero, ci racconta la formazione di un ragazzo che non sa e non si sogna nemmeno di essere un profeta.

– Calaciura, cosa ti ha spinto a raccontare questa storia? Leggi tutto…

DANTE ENIGMA di Matteo Strukul: intervista all’autore

“Dante enigma” di Matteo Strukul (Newton Compton): intervista all’autore e un brano estratto dal libro

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Nel suo nuovo romanzo storico, Matteo Strukul (foto in basso – © Marco Bergamaschi), autore della saga bestseller “I Medici”, tradotto in 24 Paesi e vincitore del Premio Bancarella, si cimenta con la figura di Dante Alighieri.

Il titolo del libro è “Dante enigma” e lo pubblica Newton Compton (come i precedenti)

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di Massimo Maugeri

Nel contesto della celebrazione del settecentesimo anno della morte di Dante, Matteo Strukul torna in libreria con un nuovo romanzo incentrato sulla figura dell’Alighieri da giovane, con l’obiettivo di fornirne un ritratto inedito.
Ho avuto il piacere di discuterne con l’autore…

– Caro Matteo, sulla figura di Dante Alighieri si è scritto di tutto. Quali sono gli elementi caratterizzanti di questo tuo romanzo?
Caro Massimo, il mio romanzo prova a raccontare il giovane Dante: quello innamorato dell’amore, maestro del Dolce Stil Novo, certo, ma anche feditore di prima linea e guerriero suo malgrado, reduce di guerra, affetto da epilessia o da shock traumatico post-bellico, fiorentino e guelfo orgoglioso che vive in una città sbranata dalle faide, marito incostante e uomo incatenato a un vincolo matrimoniale imposto. È un Dante per buona parte inedito e di cui si è scritto molto poco. Leggi tutto…

“FRANCESCO DE GREGORI. I testi. La storia delle canzoni” di Enrico Deregibus

“Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni” (Giunti) di Enrico Deregibus

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di Massimo Maugeri

Il volume “Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni” (Giunti, 2020) nasce da un lavoro ventennale di Enrico Deregibus sul cantautore romano. Deregibus, peraltro (giornalista, saggista, consulente e direttore artistico di svariati festival ed eventi musicali) è considerato il maggior esperto di Francesco De Gregori. Ho colto l’occasione, dunque, per invitarlo a Letteratitudine e per discutere con lui, partendo proprio da quest’ultimo libro, di questo grande cantautore che con la sua musica e i suoi testi ci ha fatto sognare (e continua a farlo) offrendoci anche spunti di riflessione…

– Enrico, come nasce questo volume dedicato alla storia delle canzoni di Francesco De Gregori? E che connessione c’è con il tuo precedente libro “Mi puoi leggere fino a tardi”, dove racconti la vita di questo grande artista della nostra musica?
Per risponderti devo fare un rapido salto indietro di più di 20 anni, al 2000, quando ho iniziato a fare di mestiere il giornalista musicale e l’organizzatore di rassegne. Ero un grande consumatore di libri sulla musica e quindi mi è venuto spontaneo pensare subito di farne uno. De Gregori era certamente uno degli artisti che stimavo e conoscevo di più, quindi mi è venuto altrettanto spontaneo farlo su di lui, anche perché fino a quel momento mancavano i libri davvero validi su di lui, tranne uno molto bello di Giorgio Lo Cascio, che però era un suo amico e compagno di musica dei primissimi tempi e quindi raccontava le cose da un punto di vista molto soggettivo. Leggi tutto…

RANDAZZO E LA VALLE DELL’ALCANTARA di Federico De Roberto: intervista a Dario Stazzone

“Randazzo e la Valle dell’Alcantara” di Federico De Roberto (Il Convivio): intervista al curatore del libro, Dario Stazzone

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“De Roberto ha saputo antivedere, come la triste storia delle classi politiche e dirigenti italiane ha ampiamente dimostrato. Ma lo scrittore è stato un innovatore per molti altri versi: si pensi al pluristilismo dei Vicerè…”

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di Massimo Maugeri

Federico De Roberto (Napoli, 16 gennaio 1861 – Catania, 26 luglio 1927) è stato uno dei massimi scrittori della storia della letteratura italiana. Autore, tra gli altri, del celeberrimo romanzo “I Viceré”, la sua attività artistica è caratterizzata da una produzione narrativa assai ricca e poliedrica nell’ambito della quale rientra anche il libro di cui ci occupiamo qui, riedito da Il Convivio, a cura del prof. Dario Stazzone (presidente del Comitato di Catania della Società Dante Alighieri), e intitolato “Randazzo e la Valle dell’Alcantara” (di cui segue la scheda informativa).

Dal lavoro del romanziere Federico De Roberto è nata una guida rivolta ai lettori e viaggiatori colti dell’epoca, un testo ricco di costrutti ecfrastici e spunti saggistici in cui la mimesi sopravanza, com’è ovvio, la diegesi. Ma se il lettore avvertito, sulla scorta di Gérard Genette, è ormai ben consapevole che gli stessi costrutti mimetici possono contenere impliciti narrativi, è utile sottolineare che la strategia adottata dallo scrittore, i diversi inserti letterari e odeporici, le ampie digressioni storiche, i cenni alle biografie dei viaggiatori arricchiscono il testo di non pochi segmenti narrativi che, talvolta, assurgono a toni poetici nell’evocazione dell’Evo Medio. Si tratta di una strategia duttile e complessa che rende utile la lettura della monografia non solo ai fini dello studio della storia dell’arte o dei passi dedicati alla storia locale, ma anche in virtù del valore di non pochi suoi scorci letterari.

Ho chiesto al curatore di parlarci in maniera più approfondita di questo libro, approfittandone per dare spazio alla figura di De Roberto e all’attività svolta dal Comitato di Catania della Società Dante Alighieri, presieduta dallo stesso Dario Stazzone.

– Caro Dario, cosa ti lega – con riferimento ai tuoi interessi letterari e alla tua attività di studioso – alla figura di Federico De Roberto? Leggi tutto…

CANDIDO di Guido Maria Brera con I Diavoli: intervista

“Candido” di Guido Maria Brera con I Diavoli (La nave di Teseo): intervista al collettivo I Diavoli

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di Massimo Maugeri

Con Guido Brera abbiamo avuto modo di discutere in varie circostanze dei suoi libri: di recente, la chiacchierata radiofonica sul suo romanzo “La fine del tempo” (La nave di Teseo).

Adesso, in occasione dell’uscita di questo nuovo romanzo intitolato Candido (La nave di Teseo), ho coinvolto l’intero collettivo de I Diavoli (co-autori, insieme a Guido Brera, del progetto narrativo in esso contenuto).

Il collettivo I Diavoli è un laboratorio di narrazioni nato sul web per espandere l’universo dell’omonimo romanzo di Guido Maria Brera. Sperimenta molteplici forme di scrittura spaziando dalla fiction alla fact fiction, dal reportage narrativo alla saggistica disinvolta e pop. “Informare raccontando” è la formula che restituisce il senso di un’attività di produzione on line e non solo, che racconta i grandi eventi di questo tempo.

Questo nuovo romanzo, “Candido”, ispirato dalla celebre opera di Voltaire, è incentrato su un imminente futuro (o forse, potremmo dire, su un prossimo presente… ancora più prossimo di quanto possiamo immaginare) dove la tecnologia, invece di emancipare il genere umano, finisce con l’incrementare a dismisura lo sfruttamento e le disuguaglianze che già oggi attanagliano la nostra società, arrivando a esercitare un controllo asfissiante sull’esistenza delle persone.

Ringrazio il collettivo de I Diavoli per avermi concesso questa intervista…

– Partiamo dall’inizio. Come nasce il progetto letterario di “Candido”? Leggi tutto…

GLI EXTRALISCIO TRA SANREMO E IL NUOVO ALBUM: intervista a Elisabetta Sgarbi

Elisabetta Sgarbi ci racconta della sua esperienza sanremese con gli Extraliscio, del nuovo doppio album della band intitolato “È bello perdersi”, della distribuzione del film “Extraliscio – Punk da Balera. Si ballerà finché entra la luce dell’alba” e, per la prima volta in assoluto, dei nuovi progetti della Betty Wrong Edizioni Musicali

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di Massimo Maugeri

Avevamo già avuto modo di parlare della storia degli Extraliscio, del loro connubio artistico con Elisabetta Sgarbi e della loro vertiginosa crescita: da “Merendine Blu” al Giro d’Italia, dal film (diretto dalla stessa Elisabetta Sgarbi e presentato al Festival Internazionale del Cinema di Venezia), fino all’approdo al Festival di Sanremo.
La parentesi sanremese e il grande successo che ne è conseguito hanno consentito ai giganti del “punk da balera” di diventare notissimi al grande pubblico (con riscontri sorprendenti e inviti a partecipare ai più seguiti programmi televisivi).

Ho chiesto a Elisabetta Sgarbi (che è l’artefice del successo degli Extraliscio) di raccontarmi qualcosa sull’esperienza sanremese e sul nuovo doppio album della band (“È bello perdersi”), nonché – tra le altre cose – dei progetti futuri della Betty Wrong Edizioni Musicali…

– Cara Elisabetta, ti aspettavi questo grande successo degli Extraliscio a Sanremo?
Qualcuno ha scritto che Extraliscio era un gruppo discograficamente inesistente prima di Sanremo. Era certamente una esagerazione perché avevano alle spalle due album. Però è vero che la musica a certi livelli si deve confrontare con i numeri, cercando di non esserne schiava: visualizzazioni del video, ascolti su Spotify, Apple, Amazon. Loro – ed era un aspetto che mi affascinava molto – erano lontani da tutto questo. Non avevano neppure un profilo Spotify, e riversavano tutto nei concerti, che facevano, ovunque capitasse.
Ecco, a partire da queste considerazioni, sono felice di due cose: con Sanremo hanno iniziato a costruire una visibilità discografica importante, al pari di artisti che già arrivavano da standard molto elevati in termini numerici; d’altra parte non hanno perso la loro identità a Sanremo, sono stati loro stessi, portando una energia da balera, non affettata, non manierata. Leggi tutto…

LEONARDO DA VINCI. IL MISTERO DI UN GENIO: intervista a Barbara Frale

“Leonardo da Vinci. Il mistero di un genio” di Barbara Frale (Newton Compton): intervista all’autrice

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Barbara Frale è una storica del Medioevo, nota in tutto il mondo per le sue ricerche sui Templari. Autrice di varie monografie, ha partecipato a trasmissioni televisive e documentari storici. Ha curato la consulenza storica per la serie I Medici. Masters of Florence in onda sulla RAI ed è autrice, insieme a Franco Cardini, del saggio La Congiura. La Newton Compton ha pubblicato con successo I sotterranei di Notre-Dame, In nome dei Medici, Cospirazione Medici, La torre maledetta dei templari, Leonardo da Vinci. Il mistero di un genio e il saggio I grandi imperi del Medioevo.

Barbara Frale ha appena pubblicato il romanzo “Leonardo da Vinci. Il mistero di un genio” (Newton Compton) mentre, contestualmente, esce per la Rai una fiction dedicata a questo grande genio (Leonardo è una serie televisiva ideata da Frank Spotnitz e Steve Thompson e ha come protagonista Aidan Turner nel ruolo di Leonardo da Vinci. Fanno parte del cast principale anche Matilda De Angelis, Freddie Highmore e Giancarlo Giannini. Debutta stasera 23 marzo 2021 su Rai 1).

Ho chiesto a Barbara di raccontarci qualcosa su questo suo nuovo libro.

– Cara Barbara, partiamo dall’inizio e parlaci un po’ di te. Come e quando nasce il tuo interesse per la figura di Leonardo Da Vinci? Leggi tutto…

LA MEMORIA DEI NONNI: racconti a cura di Marinella Fiume

“La memoria dei nonni”, racconti a cura di Marinella Fiume (Algra editore)

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di Massimo Maugeri

Cosa rimarrebbe dell’essere umano senza la memoria? Domanda retorica che contiene già, al suo interno, la risposta.
Purtroppo, tra i rischi e le ferite terribili che ci ha inflitto la pandemia da Covid-19 ancora in corso, vanno evidenziati anche quelli connessi alla scomparsa della memoria ancorata alle vite perdute di migliaia di nonni.
C’è un modo per tentare di salvare, di recuperare, in qualche modo questa memoria che rischia di precipitare definitivamente nell’oblio?
Sono questi i presupposti che hanno spinto la scrittrice Marinella Fiume a lavorare a un libro che ha come titolo, per l’appunto, “La memoria dei nonni“. Si tratta di una raccolta di racconti pubblicata da Algra, con cui la curatrice ha coinvolto autrici e autori puntando sulla necessità di salvare la memoria che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto.

– Marinella, raccontaci qualcosa in più sulle origini di “La memoria dei nonni”. Com’è nata l’idea di questo progetto letterario? Leggi tutto…

AL DI LÀ DI LEONARDO SCIASCIA: intervista a Antonio Di Grado

In Sicilia con Leonardo Sciascia - Antonio Di Grado,Barbara Distefano - copertinaAl di là. Soglie, transiti, rinascite in letteratura (e nel cinema) - Antonio Di Grado - copertina“In Sicilia con Leonardo Sciascia”, edito da Perrone, e “Al di là. Soglie, transiti, rinascite in letteratura e nel cinema”, edito da Ad Est dell’Equatore: i due nuovi libri di Antonio Di Grado

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di Massimo Maugeri

Nei mesi scorsi sono usciti due nuovi ottimi libri di Antonio Di Grado. Il primo, pubblicato da Giulio Perrone nell’ambito di “Passaggi di dogana” (qui un articolo di Simona Lo Iacono dedicato a questa bella collana dell’editore romano), riguarda Leonardo Sciascia e si intitola “In Sicilia con Leonardo Sciascia“, scritto con Barbara Distefano (Un viaggio itinerante nella biografia dello scrittore, dall’aula scolastica di Racalmuto alle carceri dello Steri, dalla zolfara di Assoro ai paesi etnei, per cercare le tracce che questi luoghi hanno lasciato nei suoi testi e cosa sono diventati oggi). Il secondo, è un saggio pubblicato da Ad Est dell’Equatore e si intitola “Al di là. Soglie, transiti, rinascite in letteratura e nel cinema: (Sulla soglia di là dalla vita, e sul viaggio verso un Oltre sconosciuto, romanzieri e cineasti hanno azzardato avventurose congetture; e molti personaggi d’autore hanno provato a inoltrarsi, con fiducia o sgomento, in quell’ignoto guado. Ma si dà pure il tragitto inverso, il ritorno degli estinti tra i vivi…).

Ho avuto il piacere di discuterne con l’autore…

– Caro Antonio, partiamo da Sciascia e da questo volume intitolato “In Sicilia con Leonardo Sciascia” (Perrone). Come nasce? E cosa puoi dirci sulla collaborazione con Barbara Distefano, co-autrice del libro? (Come vi siete organizzati per la scrittura del testo?) Leggi tutto…

BERRETTI ERASMUS di Giovanni Agnoloni (intervista)

“Berretti Erasmus. Peregrinazioni di un ex studente nel Nord Europa” di Giovanni Agnoloni (Fusta)

[Giovanni Agnoloni è anche il traduttore del volume “Le nostre verità” di Kamala Harris (La nave di Teseo)]

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di Massimo Maugeri

Come è noto L’Erasmus (acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students) è un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, creato nel 1987, attraverso il quale uno studente universitario europeo ha la possibilità di effettuare in una università estera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. È interessante evidenziare che il nome del programma deriva da quello dell’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536), che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture.
Il nuovo libro di Giovanni Agnoloni ci porta nel mondo dell’Erasmus attraverso la narrazione di episodi vissuti durante esperienze di studio, esplorazione e lavoro nel Regno Unito, in Olanda, in Lituania, Irlanda, Polonia e altri luoghi ancora. Si intitola, per l’appunto, “Berretti Erasmus. Peregrinazioni di un ex studente nel Nord Europae lo pubblica l’editore Fusta.
Ho avuto modo di discuterne con l’autore…

– Caro Giovanni, partiamo dall’inizio. Ovvero, dalla genesi del libro. Come nasce “Berretti Erasmus”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione? Leggi tutto…

UNA VOLTA È ABBASTANZA di Giulia Ciarapica: intervista all’autrice

“Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica (Rizzoli): intervista all’autrice

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di Eliana Camaioni

Una storia d’amore che nasce nell’immediato dopoguerra, un racconto corale che coinvolge due piccoli centri marchigiani, Sant’Elpidio e Casette d’Ete, in provincia di Fermo; un documento storico prezioso, nato da fonti orali ricche di dettagli, gesti, vite quotidiane che Giulia Ciarapica, nel suo “Una volta è abbastanza” (Rizzoli) trasforma in narrazione.
Dal profumo di colla di una bottega calzolaia, ai campi bagnati di pioggia, passando per feste di paese e amori rubati fra le mura di famiglie nobili, Giulia Ciarapica ci regala il primo romanzo di una trilogia annunciata, la storia di due sorelle, Annetta e Giuliana, che la sorte ha voluto si legassero allo stesso uomo. Con un finale che mozza il fiato, e lascia il lettore in attesa del sequel.

-La storia raccontata ha inizio con la fine della Guerra, è giugno 1945. Un passato prossimo che già la generazione dei nostri genitori, cresciuti nel boom economico e nell’american dream, ricorda a malapena. Un periodo che ha conosciuto la fame vera, e la necessità di rubare la frutta nei giardini. Proprio così ci presenti Annetta, una delle protagoniste del romanzo: donna senza paura, con un temperamento fuori dagli schemi, che riesce a gabbare un custode armato… Leggi tutto…

TRA PANDEMIA E SUCCESSI: il 2020 DI ELISABETTA SGARBI

Un anno di successi nonostante le difficoltà causate dalla pandemia da Covid-19 ancora in corso: il 2020 di Elisabetta Sgarbi (con uno sguardo all’inizio del nuovo anno)

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di Massimo Maugeri

Non c’è alcun dubbio sul fatto che, a causa della pandemia da SARS-CoV-2, il 2020 sia stato un anno difficile, orribile e da dimenticare (lo abbiamo più volte evidenziato nell’ambito della rubrica “Pensieri e parole ai tempi del Coronavirus“). Al di là delle problematiche connesse alla salute, tutti i settori del sistema economico sono stati duramente colpiti. Fra questi, anche quello dell’editoria. Eppure non mancano i casi di successo (che lasciano ben sperare sulla possibilità di farcela nonostante le evidenti difficoltà ancora in corso). Ne parlo con Elisabetta Sgarbi (regista, direttrice artistica de La Milanesiana e direttore generale del gruppo editoriale de La nave di Teseo), che ha trascorso un 2020 da protagonista…

– Cara Elisabetta, l’anno appena trascorso è stato terribile a causa della pandemia e delle sue conseguenze. Eppure per te, e per La nave di Teseo, è stato un anno di successi. Come commenteresti il tuo 2020?
imageAl di la’ dell’andamento della Nave di Teseo, non possiamo non dire che sia stato un anno orribile. E continua ad esserlo, perché le pandemie non rispettano di certo le chiusure contabili. Ognuno ha cercato di difendersi come poteva e La nave di Teseo ha avuto la fortuna di avere libri importanti che le hanno permesso di tenere la barra diritta. Vincere un Premio Strega con un autore che già lo aveva vinto, con una casa editrice così giovane è merito dello stato di grazia che ha accompagnato Sandro Veronesi nella scrittura del Colibrì. Woody Allen non aveva mai scritto una autobiografia ed è uscito nell’anno in cui il mondo, e il cinema in modo particolare, si è fermato. Joel Dicker ha scritto il suo romanzo di maggior successo, proprio nell’anno in cui i librai – e il suo editore – ne avevano più bisogno. Non c’è più merito di quanto ci sia fortuna.

L' enigma della camera 622 - Joël Dicker - copertinaA proposito di niente - Woody Allen - copertina– Ricapitolando: il Premio Strega e tre libri (“Il colibrì” di Sandro Veronesi, il nuovo romanzo di Joel Dicker, l’autobiografia di Woody Allen) tra i più venduti dell’anno. Due, addirittura tra i primi quattro. Inoltre “Il colibrì” ha appena vinto il Premio del Libro straniero 2021 – France Inter / Le Point. Andasse sempre così, ci sarebbe da “metterci la firma”. Cosa speri per l’immediato futuro?
Spero di tornare presto a lavorare in casa editrice, con tutto il gruppo della Nave. Spero che la vaccinazione corra più veloce del virus. Spero queste cose. Poi abbiamo imparato a lavorare in condizioni difficili, a dare il massimo e a resistere, quindi continueremo a farlo, a proporre libri che riteniamo importanti. Ma ogni volta è come cominciare da zero.

– A proposito di cominciare da zero. C’è anche il caso de “L’Alchimista” di Paolo Coelho, tornato in classifica dopo un paio di decenni… Leggi tutto…

LA GERMANIA TRA IL ’44 E IL ’47 NEI ROMANZI DI GILBERS: intervista all’autore

Una corposa intervista di Luca Crovi allo scrittore, giornalista e drammaturgo tedesco Harald Gilbers: autore di una saga, ambientata nella Germania di fine seconda Guerra mondiale (edita in Italia da Emons Edizioni), che presto dovrebbe diventare serie televisiva

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di Luca Crovi

Com’era realmente la Germania fra il 1944 e il 1947? Qual era il sentimento provato dai tedeschi durante il regime di Hitler? Ha cercato di raccontarlo in un ciclo per ora di cinque romanzi come “Berlino 1944”, “I figli di Odino”, “Atto finale”, “La lista nera” e “L’inverno della fame” (tutti editi da Emons Edizioni) lo scrittore, giornalista e drammaturgo tedesco Harald Gilbers. Cinque storie in cui emerge il personaggio dell’ex commissario di polizia Richard Oppenheimer alle prese con cinque indagini che lo portano a svolgere il ruolo di investigatore in una Berlino che finirà bombardata, invasa e divisa. Rimosso dal suo incarico per le sue origini ebraiche Oppenheimer è poi rimesso sul campo dal regime nazista ed è un poliziotto davvero speciale. Abbiamo avuto occasione di farci spiegare dallo stesso Gilbers la genesi della sua saga che presto dovrebbe diventare una serie televisiva.

– Com’è nata l’idea della sua serie?
All’inizio ho pensato per un attimo di sviluppare una sceneggiatura della prima storia BERLINO 1944. Il cinema mi ha sempre influenzato e anche all’università ho scritto alcuni articoli sulla storia del cinema. I film diretti in Germania da Fritz Lang prima di emigrare sono stati il ​​mio punto di partenza. In “M” e “The Testament of Dr. Mabuse” compare il personaggio del commissario Lohmann. Io mi sono chiesto come potesse essere la vita di Lohmann durante il nazismo se fosse stato ebreo. È da qui che nasce l’ispirazione per Oppenheimer il mio personaggio principale.

– Che immagine emerge dai suoi romanzi della Germania di Hitler? Leggi tutto…

ANTEPRIMA: intervista a Giorgio Dell’Arti

Intervista al creatore di “Anteprima“, Giorgio Dell’Arti, di recente in libreria con il romanzo “Gli onorevoli duellanti” (La nave di Teseo)

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“Anteprima” offre velocità (una newsletter) ma anche sguardo; sintesi, ma anche approfondimento

di Simona Lo Iacono

Mai come oggi l’apparenza è sovrapposta alla vita, il virtuale al concreto, la percezione alla realtà. Il mondo digita freneticamente sui tablet e sugli smartphone, elabora dati, afferra i guizzi del computer come se fossero porte di accesso alla verità. Le informazioni rimandano ad altre informazioni, in un gioco di fascinazioni e moltiplicazione di specchi.
Tempestività e istantaneità della notizia rendono faticoso il dovere della ve­rifica.
Tutto è probabile o possibile.
In questo mondo addolorato da stasi e pandemie, vortici di commenti, esalazioni di like e conturbanti faccine, in cui la giornata sembra essere affidata alla tastiera, leggere gli eventi è diventato un vero rovello, più il gioco di un trampoliere dondolante che regge in mano l’asta, che una verifica di natura critica.
Mai come oggi siamo il post che leggiamo, la fake che ci seduce, il fumastro di un vino oppiaceo che ci rimbambisce: la notizia.
Come districarsi, quali strade trovare per rinvenire un senso, un obiettivo, una lettura disadorna, verace, austera?
Da sempre la ricerca del significato non è affare della velocità, esige tempo, distanza, capacità di inanellare e scomporre.
Da sempre la confusione è nemica della verità.
Ben lo sapeva il mito greco, con le sue sconturbanti antinomie e visioni. Tanto da affidare la narrazione del più avventuroso dei viaggi a un aedo cieco, e il mito della celerità a Mercurio, che era sì il più rapido degli dei, ma indossava il petaso, ossia il copricapo dei viaggiatori, e il caduceo, ossia la rappresentazione fisica del bene e del male. Leggi tutto…

ECONOMIA SENTIMENTALE di Edoardo Nesi (recensione e intervista)

“Economia sentimentale” di Edoardo Nesi (La nave di Teseo)

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di Massimo Maugeri

L’economia e la finanza segnano profondamente le nostre vite, le condizionano, a volte le stravolgono. Chiunque noi siamo, qualunque ruolo svolgiamo, qualunque cosa facciamo, in un modo o nell’altro, nel bene e nel male, dobbiamo farci i conti. Non v’è dubbio sul fatto che, oggi, anche per via della cosiddetta globalizzazione, tale potere condizionante produca effetti molto più profondi rispetto al passato. Ed è strano, dunque, che la letteratura italiana abbia dedicato, soprattutto in questi anni feroci, poco spazio alle dinamiche esistenziali strettamente connesse a quelle messe in moto dall’economia e dalla finanza. Per fortuna le felici eccezioni non mancano. Tra queste, rientrano le ottime pagine di Edoardo Nesi prodotte in opere che hanno lasciato il segno. Su tutte: “Storia della mia gente” (Bompiani, Premio Strega 2011) e “Le nostre vite senza ieri” (Bompiani, 2012); senza dimenticare il libro scritto a quattro mani con un altro scrittore che rientra nella schiera delle felici eccezioni di cui sopra: Guido Brera (autore di romanzi come “I diavoli” e “La fine del tempo”) che, insieme a Nesi, ha scritto “Tutto è in frantumi e danza” (La nave di Teseo, 2017).
In questi giorni Edoardo Nesi – dopo il romanzo “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo, 2019) – è tornato in libreria con un altro volume che segue il percorso narrativo tracciato da “Storia della mia gente” e dagli altri testi citati. Il titolo ha già, in sé, il valore di un manifesto: “Economia sentimentale” (anche questo edito da La nave di Teseo). È un libro attualissimo (direi, necessario) che affonda lo sguardo sulle nostre vite sconquassate da questo periodo di pandemia e su come i meccanismi economici risultino essere strettamente (e inevitabilmente) connessi alle nostre problematiche esistenziali. Il racconto degli effetti della pandemia si mischia con il desiderio inesauribile di comprendere il presente, osservando il passato, per immaginare il futuro; perché, sebbene Guicciardini reciti che De’ futuri contingenti non v’è scienza, il peso schiacciante dell’oggi non dovrà mai indurci nella tentazione di immaginare le nostre vite senza domani. Leggi tutto…

LA SAGOMA di Daniela Carmosino (recensione e intervista)

“La sagoma (favola crudele)” di Daniela Carmosino (RP Libri)

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di Simona Lo Iacono

Cosa sia la fiaba sin dagli esordi del mondo è difficile da dire, narrazione, memoria, ricerca di senso. Ma forse, l’uomo che racconta favole ha un obiettivo più alto, che non è solo quello di incantare, o di suggerire sotterranei segreti, che sempre presiedono alla affabulazione (la cosiddetta “morale della favola”).
Forse l’uomo che racconta favole tenta di proporre la fiaba come strumento fondatore di un nuovo ordine di rapporti che è, in altre parole, il tentativo di portare allo statuto visibile l’invisibile. Come se ciò che non è, o ciò che non appare, avesse la forza di far deragliare ciò che è, e quindi la legge di necessità.
Lo diceva meravigliosamente Cristina Campo: “La caparbia, inesausta lezione delle fiabe è dunque la vittoria sulla legge di necessità, il passaggio costante a un nuovo ordine di rapporti e assolutamente niente altro, perché assolutamente niente altro c’è da imparare su questa terra”.
La favola ci insegna quindi la lezione più importante, che non è una semplice regola di comportamento o di vita, ma è la vita, o meglio la vera vita, quella che si agita in profondità inaccessibili, e che la favola riesce a far affiorare, elargendo a chi legge una vera e propria rivelazione.
A questa prospettiva altissima si ispira la favola di Daniela Carmosino: “La sagoma” (favola crudele). Come già il titolo ci avverte la favola non offre una visione consolatoria, è anzi fin dall’inizio un viaggio che comincia con la più misteriosa delle avventure. La nascita. Il luogo in cui si nasce. La famiglia in cui questo evento accade. Un evento che molto ha a che fare con l’anima, con la luce e con l’attraversamento del buio. Leggi tutto…

STORIA DEL GIALLO ITALIANO: intervista a Luca Crovi

“Storia del giallo italiano” di Luca Crovi (Marsilio): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Se parliamo di giallo e di letteratura di genere (e non solo, in verità), e se siamo alla ricerca di uno dei massimi esperti sul tema, il primo nome che viene in mente è senz’altro quello di Luca Crovi (peraltro figlio d’arte del grande Raffaele).

Luca Crovi lavora per Sergio Bonelli Editore, dove dal 1993 si occupa della collana Almanacchi. Ha collaborato con «Italia Oggi», «Il Giornale» e «Max» occupandosi di musica. È autore di saggi e romanzi, da ultimi Noir. Istruzioni per l’uso (2013) e L’ombra del campione (2018), L’ultima canzone del Naviglio (2020). Ha sceneggiato fumetti ispirati alle opere di Andrea G. Pinketts, Joe R. Lansdale e Massimo Carlotto. Per Marsilio è autore della monografia Tutti i colori del giallo (2002) che ha inspirato l’omonima trasmissione radiofonica andata in onda su Radio 2, con cui ha vinto il Premio Flaiano nel 2005.

Di recente, per Marsilio, Luca Crovi ha pubblicato un libro che può essere considerato come un vero e proprio faro con riferimento al giallo italiano e alla sua storia. Si intitola, per l’appunto, “Storia del giallo italiano“. Un libro di cui gli amanti del giallo, della letteratura di genere (e non solo, in verità), farebbero bene ad accaparrarsi.

Ho avuto il piacere di conversare con Luca Crovi sul giallo italiano e sulla sua storia…

– Luca, partiamo dall’inizio. Come nasce questo libro? Quand’è che hai sentito l’esigenza di scrivere un testo che potesse ripercorrere in maniera completa ed esaustiva, come poi sei riuscito a fare, la storia del giallo italiano?
Questo volume nasce dall’idea di riprendere le ricerche sul giallo italiano che avevo intrapreso con “Delitti di carta nostra” e proseguito con “Tutti i colori del giallo”. Nel mezzo ci sono stati 9 anni di trasmissioni di Radiodue che ho condotto sulla narrativa di genere e centinaia di interviste, recensioni, dossier, presentazioni fatte a fianco dei grandi protagonisti della letteratura di suspense mondiale. Tutte queste esperienze sono finite nel libro. Leggi tutto…

STORIE PER GENITORI APPENA NATI di Simone Tempia (intervista)

“Storie per genitori appena nati” di Simone Tempia (Rizzoli Lizard)

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di Eliana Camaioni

Viene ad aprirmi col suo sorriso baffuto.

“Benvenuta, accomodati”, e fa un inchino sornione che sembra una citazione, con l’eleganza d’altri tempi che gli è propria. Fa strada attraversando il salone e lungo un corridoio, fino al luogo che ci ospiterà per un’oretta buona, in una giornata grigia e insolitamente calda di questo strano novembre duemilaventi.
Confesso che ho una certa emozione: Simone ha scelto lo studio di casa sua come luogo per la nostra intervista, e mentre mi siedo sulla poltroncina di vimini accanto alla scrivania col computer, e Simone prende posto di fronte a me in una sedia alcova di design – un uovo bianco di policarbonato girevole, con gli interni di velluto bordeaux – mi batte il cuore al pensiero di trovarmi nel luogo che ha visto nascere Sir e Lloyd, il maggiordomo e il padrone più famosi dei social, che hanno consacrato al grande pubblico l’arte eclettica di Simone Tempia. Che oggi in libreria, con “Storie per genitori appena nati” (Rizzoli Lizard) inaugura una nuova avventura e si mette coraggiosamente alla prova, innovando con uno stile ormai tutto suo un genere antico, quello dei racconti e delle favole. O piuttosto costruisce un romanzo fatto di stanze di racconti, che si alternano con uno stile a staffetta; complessi e decorati come quei cioccolatini di alta pasticceria, dai mille sapori e lo speziato che non ti aspetti, da sciogliere in bocca lentamente accanto a un camino e un buon whiskey d’annata. Leggi tutto…

IL DONO DI ANTONIA di Alessandra Sarchi (intervista)

“Il dono di Antonia” di Alessandra Sarchi (Einaudi Stile Libero): intervista all’autrice

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di Massimo Maugeri

Dopo il grande successo di “La notte ha la mia voce”, romanzo finalista al Premio Campiello 2017 (qui l’Autoracconto d’Autore, dedicato al libro, che l’autrice ha scritto in esclusiva per Letteratitudine), la scrittrice Alessandra Sarchi torna in libreria con un nuovo potente romanzo incentrato su tematiche che, da un lato, sono strettamente legate alla nostra contemporaneità, ma che dall’altro riguardano dinamiche e relazioni umane ataviche… come quelle relative al rapporto madri/figli.
Si intitola “Il dono di Antonia“, pubblicato (come il precedente) da Einaudi Stile Libero, e narra la storia di una donna che si trova a fronteggiare il rapporto doloroso e difficile con una figlia adolescente che soffre di anoressia e quello inatteso con un giovane venuto a cercarla dall’America per trovare in lei risposte sulla propria origine, sulla propria “appartenenza”. Un romanzo che indaga, tra le altre cose, su cosa significa essere madri ed essere figli alla fine di questa seconda decade di secondo millennio.
Ho avuto il piacere di discuterne con l’autrice…

– Alessandra, partiamo dall’inizio. Come nasce “Il dono di Antonia”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?
Il “Dono di Antonia” nasce dall’idea di un figlio che va alla ricerca della madre biologica (invertendo l’archetipo di Telemaco che va alla ricerca del padre). Fin dall’antichità, nella Bibbia quanto nella letteratura greca e latina, troviamo rappresentata la situazione del figlio che va alla ricerca delle proprie origini perché è stato adottato, ha perduto i genitori o è stato scambiato in culla. Oggi la tecnologia medica crea la possibilità, prima inedita, che più individui concorrano con il proprio materiale genetico e con il proprio corpo a creare un’altra vita. Avviene ogni giorno in ogni parte del mondo, eppure è un fatto ancora molto poco esplorato dalla letteratura. Leggi tutto…

IL MIO AMICO di Daniela Matronola (intervista)

“Il mio amico”, raccolta di racconti di Daniela Matronola (Manni)

Intervista a cura di Simona Lo Iacono

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Chiunque scriva sa benissimo quanto profonda sia l’affinità tra la parola e la cura. Quanto squarcio abiti il segno. E quanta affinità esista tra il medico e lo scrittore.
In realtà, chi scrive lo fa per accudire se stesso, per ripararsi da un dolore. Un dolore taciuto, che solo la scrittura svela.
Narrando infatti solo in apparenza diciamo, in realtà creiamo qualcuno a cui dire. Perché la parola, nata per comunicare con l’uomo, fuoriesce invece per trovarlo.
Non si scrive mai per chi c’è già, ma solo per chi si cerca.
Ecco perché nella raccolta di racconti “Il mio amico“ di Daniela Matronola (Manni), l’autrice immagina che il suo personaggio sia un amico. Qualcuno che non solo ascolti, ma sappia anche curare. Un medico. Anzi di più, un anestetista.
Un personaggio quindi che riconosce il dolore prendendolo in sé. E che riesce ad anestetizzarlo rendendolo meno feroce, meno cattivo.
Daniela quindi non solo scrive per cercare un amico, ma lo trova scrivendone. E a quest’ amico consegna tutta la fragilità della ferita. Ossia, tutta la storia.
Lo fa senza disegnare però un andamento cronologico, ma saltando nella vita del suo amico con familiarità e grande intimità. Leggi tutto…

DISEGNAVO PAPPAGALLI VERDI ALLA FERMATA DEL METRÒ di Nicoletta Bortolotti (Giunti)

“Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò. La storia di Ahmed Malis” di Nicoletta Bortolotti (Giunti)

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di Massimo Maugeri

Questa è una storia di riscatto, solidarietà e tenacia.
Lui si chiama Ahmed Malis. È un ragazzo di origine egiziana che viene dai palazzi popolari del Giambellino, a Milano, ed è un prodigio della matita.  Lei è Nicoletta Bortolotti, redattrice Mondadori, autrice per ragazzi e per adulti con diversi libri all’attivo.
Il loro incontro è suggellato in un volume edito da Giunti e intitolato “Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò. La storia di Ahmed Malis” scritto da Nicoletta Bortolotti.
Di che si tratta?
Ho avuto modo di parlarne con Nicoletta e con Ahmed nell’ambito di questa intervista…

– Cara Nicoletta, partiamo dall’inizio (come sono solito fare). Come nasce questo libro? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?
L’idea di scrivere mi è nata qualche anno fa quando lessi un articolo sul “Corriere della Sera” a firma di Elisabetta Andreis, che narrava l’incredibile vicenda di Ahmed Malis, un ragazzo di origine egiziana, figlio di genitori immigrati a Milano negli anni Ottanta, con una sorella maggiore Amina e un fratello minore Islam. Ahmed possiede uno spiccato talento per il disegno iperrealistico ma, cresciuto nei palazzi popolari di Milano Giambellino, non aveva i mezzi per iscriversi all’Accademia… Grazie a quell’articolo e al Cde Creta, il centro di aggregazione giovanile frequentato da lui e dai suoi fratelli, Milano si è mobilitata, ritrovando un volto solidale, e il giovane artista ha potuto frequentare per tre anni la Naba con una borsa di studio gratuita. Fino a laurearsi pochi giorni fa con 110 e lode! Come se fosse stata la vita a scrivere l’epilogo del nostro libro… Leggi tutto…

LA CORONA DEL POTERE di Matteo Strukul: intervista all’autore

“La corona del potere” di Matteo Strukul (Newton Compton): intervista all’autore

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Esce oggi, 5 ottobre, il nuovo romanzo storico di Matteo Strukul (foto in basso – © Marco Bergamaschi), autore della saga bestseller “I Medici”, tradotto in 24 Paesi e vincitore del Premio Bancarella. Una nuova avvincente storia intitolata “La corona del potere” (Newton Compton)

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di Massimo Maugeri

Matteo Strukul torna in libreria con un nuovo romanzo dedicato alla “saga delle sette dinastie”, da cui trasuda – come nei precedenti libri – la sua passione per lo studio e la ricerca storica e il suo talento di narratore. Una storia complessa, avvincente, con svariati personaggi e filoni narrativi.
Ho avuto il piacere di discuterne con l’autore…

– Matteo, cosa puoi dirci sulla genesi di questo tuo nuovo romanzo “La corona del potere”, secondo volume de “La saga delle sette dinastie”? E che ruolo occupa nell’ambito generale della saga?
Dopo il grande successo de Le Sette Dinastie, abbiamo deciso con Newton Compton che la saga meritava un secondo capitolo. Lo scopo di questo affresco letterario è quello di raccontare in modo avventuroso e verosimile l’Italia del Rinascimento attraverso la storia di sette grandi dinastie, con tutti gli intrecci, gli intrighi, i tradimenti, le battaglie del caso. Attraverso le vicende di Sforza, Condulmer, Estensi, Medici, Colonna, Borgia e Aragonesi costruisco una trama fitta di eventi che svela la nostra storia, quella di città con tradizioni e culture diverse. È un percorso antropologico, in un certo senso, scoprire le meraviglie di Milano, Venezia, Ferrara, Firenze, Roma e Napoli, celebrarne le diversità e comprenderne le peculiarità. Significa familiarizzare con l’idea che l’Italia è unica perché è unione di molte culture diverse. È la storia a dircelo. A volte la chiave di comprensione del futuro sta nel nostro passato. La corona del potere, in particolare, sposta almeno in parte l’attenzione su Roma e i Borgia. Se nel primo volume Milano e Venezia erano protagoniste assolute, qui personaggi come Alessandro VI, Lucrezia e Cesare Borgia sono a dir poco centrali. Ma c’è posto anche per Caterina Sforza, la tigre di Forlì, o per Antonio Condulmer, Gran Maestro delle Spie della Serenissima. Per non parlare dei cugini Prospero e Fabrizio Colonna, condottieri o Consalvo di Cordova, viceré di Napoli.

– Cosa puoi dirci sull’attività di ricerca e studio propedeutica alla scrittura di questo volume, in particolare? Leggi tutto…

L’ULTIMA EREDE DI SHAKESPEARE di Elvira Siringo (intervista)

“L’ultima erede di Shakespeare” di Elvira Siringo (Piemme): intervista all’autrice

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di Simona Lo Iacono

Che la poesia non abbia nazionalità è una verità indubitabile. E che la voce dei versi abbia come padrone solo l’ispirazione e lo sguardo, è un altro indiscutibile assioma.
Ma ci sono poeti che ci hanno sempre fatto pensare a un luogo, fino a farlo assurgere a simbolo della loro vocazione. E personalità che abbiamo sempre collegato a un contesto storico e politico, senza il quale ci pare quasi che non possano esistere.
Cosa accadrebbe quindi se – andando a ritroso nel tempo – scoprissimo che il più grande poeta di tutti i tempi – William Shakespeare – è in realtà un siciliano, anzi un messinese?
Saremmo pronti a credere che una delle commedie più famose – “Molto rumore per nulla” o meglio: “Much Ado About Nothing” – in realtà in origine era intitolata “Troppu traficu ppi nenti”?
Lo chiedo ad Elvira Siringo, geniale autrice di “L’ultima erede di Shakespeare” (Piemme edizioni), in libreria da oggi.

-Cara Elvira, quali sono i documenti a cui ti sei ispirata per costruire il romanzo e come è nata l’idea di questa narrazione?
Carissima Simona, questo romanzo ha preso inizio molti anni fa, proprio dal desiderio di approfondire la questione shakespeariana su dati storici. La ricerca però, piuttosto che darmi certezze, ha moltiplicato i dubbi perché tutto ciò che riguarda Shakespeare è andato perduto dopo la sua morte ed è stato ricostruito solo dal 18° secolo: la casa, il paese, le locande, i teatri, perfino le opere, sono tutte ricostruzioni fedeli al modello che si è deciso di imporre al mondo, il modello vero-simile di un drammaturgo tanto geniale quanto invisibile. Leggi tutto…

INTERVISTA A DACIA MARAINI: su “Trio” (Rizzoli) e “Il Teatro sull’Acqua 2020”

INTERVISTA A DACIA MARAINI: sul suo nuovo romanzo “Trio” (Rizzoli) e sulla nuova edizione de “Il Teatro sull’Acqua”

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di Massimo Maugeri

Dal 9 al 13 settembre 2020, ad Arona, si svolgerà la decima edizione de “Il Teatro sull’acqua“, bellissima manifestazione incentrata sul teatro diretta artisticamente da Dacia Maraini (la quale – di recente – ha pubblicato con Rizzoli un nuovo romanzo, intitolato “Trio”).

Ho avuto il piacere di discuterne con Dacia…

image– Cara Dacia, “Il Teatro sull’acqua” compie 10 anni. Come si è evoluta la manifestazione nel corso di questo decennio?
Il festival del teatro sull’acqua sta crescendo. Per merito soprattutto degli organizzatori fra cui metto per primi Luca Petruzzelli, Vanessa Travenzollo e Anna Maria Riva. Ma devo dire che c’è un lavoro di gruppo molto simpatico e costruttivo, con la partecipazione dei ragazzi delle scuole, dei cittadini di Arona e anche dell’amministrazione con a capo il sindaco Alberto Gusmeroli.

– Quali saranno gli elementi caratterizzanti di questa decima edizione?
Ci saranno molte iniziative: teatro di strada, teatro nelle ville, teatro all’aperto sulla Rocca, teatro sull’acqua. Certo, avremo meno spazio per il pubblico seguendo le indicazioni precauzionali, e per questo alcuni spettacoli verranno ripetuti due volte. Ma credo che sia un atto di coraggio affrontare gli allarmi con saggezza e attenzione, senza rinunciare alla manifestazione.

– Tra le altre cose si svolgerà una nuova produzione teatrale sull’acqua tratta da un tuo racconto. Si intitola “Un tagliatore di teste sul Lago Maggiore” e vedrà come protagonista Mariano Rigillo. Ti andrebbe di parlarcene? Leggi tutto…

LE CIOCIARE DI CAPIZZI di Marinella Fiume (intervista)

“Le ciociare di Capizzi” di Marinella Fiume (Iacobelli editore)

[Il libro sarà presentato a Capizzi (Me), presso piazza San Giacomo, sabato 29 agosto, h. 18]

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di Massimo Maugeri

Marinella Fiume è da sempre attentissima, tra le altre cose, alle storie connesse ai soprusi e alle violenze perpretati ai danni delle donne. In un nuovo libro, appena pubblicato da Iacobelli, intitolato “Le ciociare di Capizzi“, affronta il terribile crimine degli “stupri di guerra” compiuti in Sicilia, ai danni delle donne di Capizzi, sul finire della Seconda guerra mondiale nell’ambito della nota operazione Husky.
Ho avuto il piacere di discuterne con l’autrice…

– Cara Marinella, come nasce questo libro?
L’idea di questo libro nasce il 25 Novembre del 2015 quando, invitata dalle amiche della FIDAPA di Capizzi, un ridente paesino montano dei Nebrodi, a commentare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, stimolo le socie e le persone presenti a riflettere sul fatto che anche le loro nonne, le cittadine del luogo subirono, nel luglio del 1943, il doloroso fenomeno degli stupri di guerra di cui la grande Storia non si era mai occupata almeno per la Sicilia, mentre per l’Italia centro-meridionale, sia le inchieste parlamentari che un romanzo capolavoro come La ciociara di Alberto Moravia (1957) da cui scaturì il celebre film di Vittorio De Sica (1960) avevano messo il dito sulla piaga delle “marocchinate”. Dopo le prime chiusure e perplessità, avviammo una serie di interviste a cui presero parte donne e uomini di quella comunità e capimmo che la memoria sotterrata aveva bisogno di emergere per la rielaborazione e la riconciliazione col proprio passato.

– In esergo leggiamo questa frase bella e incisiva di Primo Levi (“La memoria è uno strumento molto strano, uno strumento che può restituire, come il mare, dei brandelli, dei rottami, magari a distanza di anni”). Ti andrebbe di commentarla? Leggi tutto…

UCCIDO CHI VOGLIO di Fabio Stassi (recensione e intervista)

“Uccido chi voglio” di Fabio Stassi (Sellerio)

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Quattro chiacchiere con Fabio Stassi sul suo ultimo romanzo “Uccido chi voglio”

di Daniela Sessa

Si fa presto a dire giallo. Fiotti di sangue, budella penzoloni, tatuaggi a carne viva, omicidi seriali, un investigatore, un poliziotto, un sospettato, inseguimenti, arresti e il movente. Si è impegnato Fabio Stassi a tingere di giallo la terza disavventura di Vince Corso. Si intitola “Uccido chi voglio” e già mette il lettore sulle tracce di un paio di indizi. Sbagliati. Il primo: a dire uccido non è lo smagato biblioterapeuta di Stassi ma un narratore esterno. Errore: il narratore non è troppo esterno. Secondo indizio: il titolo ricorda l’ironico film di Sidney Sibilia “Smetto quando voglio”, che con il libro di Stassi condivide solo la iella dei protagonisti e una diversa ironia. Che nel romanzo di Stassi è tecnica retorica allo stato puro, ossia rovesciamento. In “Uccido chi voglio” tutto va al contrario.  Comincia con l’epilogo e poi riavvolge la storia con un bizzarro movimento: i fatti vanno avanti una decina di giorni ma i capitoli indietreggiano dalla Z alla A. Come avviene nei sogni. Un evento, un’emozione dello stato di veglia indietreggia nel sogno e si snatura in simboli: poetici come le falene sognate all’inizio del romanzo o grotteschi come la donna che vende fiori a piazza Vittorio o addirittura il cieco con il cane che è personaggio, ombra e specchio assieme. Leggi tutto…

AUTORI SOTTO LE STELLE: intervista a Antonio Oliveri (di Demea Eventi Culturali)

“Autori sotto le Stelle. La Musica incontra la Letteratura”. È il grande evento di beneficenza che si svolgerà il 10 agosto al Teatro Antico di Taormina, alle h. 21:30

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Ci sarà la musica di Santi Scarcella e un evento letterario condotto da Milena Romeo e Felice Cavallaro con la partecipazione di Stefania Auci, Tea Ranno e Melo Freni. L’incasso sarà devoluto al reparto di Cardiochirurgia Prenatale dell’Ospedale di Taormina.

L’evento è organizzato da Demea Eventi Culturali

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“Autori sotto le stelle” (Teatro Antico di Taormina, 10 agosto, h. 21:30) sarà il primo di una serie di eventi promossi nei posti archeologici più importati d’Italia. Gli eventi sono organizzati da Demea Eventi Culturali e dal suo direttore Antonio Oliveri, a cui abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di sé, del progetto di Demea e dell’evento del 10 agosto…

– Antonio, da dove trae origine il tuo interesse per il mondo del libro? Leggi tutto…

IL SEGRETO DEL MERCANTE DI LIBRI di Marcello Simoni (intervista)

“Il segreto del mercante di libri” di Marcello Simoni (Newton Compton)

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Marcello Simoni torna in libreria dando nuovamente spazio al mercante di reliquie Ignazio Da Toledo. Un nuovo libro che, ancora una volta, appassionerà i tantissimi lettori dei romanzi storici dal ritmo incalzante realizzati dall’ex archeologo e bibliotecario nato a Comacchio nel 1975. Il titolo è metaletterario – “Il segreto del mercante di libri” (Newton Compton) – e la vicenda è ambientata nell’anno 1234, allorquando – dopo aver trascorso un paio d’anni presso la corte di Federico II, in Sicilia – Ignazio torna in Spagna per intraprendere la caccia alla Grotta dei Sette Dormienti…

– Caro Marcello, partiamo dall’inizio. Come nasce “Il segreto del mercante dei libri”, questo nuovo romanzo dove ricompare la figura di Ignazio da Toledo?
In parte grazie ai miei lettori. Sono anni che, numerosissimi, mi chiedono il ritorno di Ignazio da Toledo, quasi si trattasse di un vecchio amico o addirittura di un parente che desiderano rivedere dopo una lunga assenza. Un desiderio che, del resto, ho provato io stesso. Dopo oltre una decina di romanzi dedicati ad altri soggetti e periodi storici, la nostalgia del Mercante è diventata incontenibile, ed è stato con grande entusiasmo che ho ricominciato a scrivere di lui.

– Chi è Ignazio da Toledo? Potresti offrirci un ritratto di questo personaggio a beneficio dei nostri lettori che ancora non hanno avuto modo di conoscerlo? Leggi tutto…

COME UN ANIMALE di Filippo Nicosia (recensione e intervista)

“Come un animale” di Filippo Nicosia (Mondadori)

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di Eliana Camaioni

“A darmi il benvenuto nella nuova casa ci ha pensato una pioggia fitta e costante. È caduta per due giorni senza interruzioni, dilatando il tempo. […] Poi, annunciata da un vento lieve, è arrivata la tregua”.
Potrebbe riassumersi così la vicenda del protagonista di “Come un animale”, ultimo romanzo di Filippo Nicosia per i tipi di Mondadori.
Il protagonista non ha nome, racconta in prima persona, svela al lettore solo ciò che via via ha il coraggio di svelare a sé stesso: il suo trasferimento da Roma a Manziana, il suo passato da insegnante, ma soprattutto il motivo di ciò che lo ha spinto a una scelta così radicale, spostare tutta la sua vita dalla realtà cittadina a una villa fatiscente e abbandonata.
Si intuisce solo che una circostanza dolorosa ha stravolto la sua esistenza.
“Non avevo messo le lenzuola. Erano una cosa alla quale non avevo mai pensato. A Roma le avevo sempre trovate nel letto, e così avevo dato per scontato che ogni materasso avesse il suo lenzuolo. Non era così, e ogni mattina il rivestimento ruvido sul quale mi mettevo a dormire me lo ricordava pizzicandomi le braccia e le gambe”.  In nessun modo il protagonista decide di intervenire sulla nuova dimora: non butta via gli oggetti rotti al suo interno, non fa le pulizie, non cucina ma si affida a cibi precotti che acquista, assieme a diversi tipi di alcolici, al supermercato del paese. Leggi tutto…

A PROPOSITO DI ELENA di Giuseppina Norcia (recensione e intervista)

“A proposito di Elena” di Giuseppina Norcia (Vanda Edizioni)

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di Daniela Sessa

Già chiamarla Elena di Sparta o Elena di Troia apre immensi e fecondi scenari. Ma apriamone un altro: se Elena fosse un calligramma, una bella poesia disegnata da Teocrito fino ad Apollinaire. Immaginiamo le parole di Elena intorno al ventre del cavallo di Troia pieno di greci (amici o nemici?) o le parole per Elena dette da Gorgia o inflitte dall’euripidea Ecuba: cosa diventerebbero sulla pagina? Un uovo e un punto interrogativo. Perché Elena e il suo mistero stanno in quell’origine divina così poetica e violenta assieme. Figlia di Nemesi o di Leda, Elena è quell’uovo appeso al soffitto della reggia di Sparta il cui fato coincide con il rapimento. Ogni attributo di Elena rimanda all’enigma, al bifrontismo, alla fuggevolezza, alla parvenza. Paride la porta a Troia “fittamente velata” come scrive Christa Wolf eppure tutti ne vedono la stravolgente bellezza, luminosa e seducente. Pure il rapimento ha la sua doppia semantica: Elena rapisce e viene rapita. Soprattutto su questo ruota l’ultimo libro di Giuseppina NorciaA proposito di Elena” che racconta, con quell’incanto verbale che è proprio della scrittrice, la storia di Elena, il suo destino di rapita attraverso i secoli. Un personaggio aereo appare l’Elena di Norcia, metamorfico nell’attraversare il tempo degli uomini con la stessa sfingea consistenza di Orlando di Virginia Woolf. Leggi tutto…

IL LIBRO DEI SETTE SIGILLI di Barbara Bellomo (intervista)

“Il libro dei sette sigilli” di Barbara Bellomo (Salani): intervista all’autrice

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Barbara Bellomo, laureata in Lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia antica e ha lavorato per diversi anni presso la cattedra di Storia romana dell’Università di Catania. Attualmente insegna in una scuola superiore. Ha pubblicato diversi libri, tra cui i romanzi: La ladra di ricordi (Salani, 2016), Il terzo relitto (Salani, 2017), Il peso dell’oro (Salani, 2018).

Il nuovo romanzo di Barbara Bellomo, pubblicato da Salani (come i precedenti), intitolato Il libro dei sette sigilli, è un thriller ricco di colpi di scena, di figure femminili forti e di personaggi complessi.

Ho avuto modo di discuterne con l’autrice…

– Cara Barbara, partiamo dall’inizio. Come nasce “Il libro dei sette sigilli”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?
Dopo avere scritto tre gialli, ho voluto provare una nuova avventura. Ho così ripreso in mano la Bibbia e l’ho riletta alla ricerca di qualcosa che sollecitasse la mia curiosità. È stato un lavoro lungo, ma fruttuoso. E quando mi sono imbattuta nel testo dell’Apocalisse di Giovanni ho capito. Ho capito di cosa volevo parlare. Del libro dei sette sigilli.

– Oltre alla rilettura della Bibbia, cosa puoi dirci sull’attività di ricerca propedeutica alla scrittura del romanzo?
Libri di Barbara BellomoQuesto romanzo ha richiesto molta ricerca, non solo dei passi biblici e della loro interpretazione, ma anche della storia dei gesuiti, dell’occupazione nazista di Roma e sopratutto delle guerre giudaiche che di fatto sono il contenuto del libro della protagonista, Margherita Mori. Un lungo lavoro condotto sulle fonti per dare al mistery solide basi storiche.

– Sono sempre incuriosito dalle epigrafi dei romanzi, perché in genere forniscono una sorta di “chiave di lettura” del testo. In questo romanzo hai scelto di inserire questa citazione di Marc Bloch: «La storia non è la scienza del passato, il passato come tale non può essere oggetto di scienza. La storia è la scienza degli uomini nel tempo». Perché hai scelto proprio questa citazione? Ti andrebbe di commentarla? Leggi tutto…

A UNA CERTA ORA DI UN DATO GIORNO di Mariantonia Avati (intervista)

“A una certa ora di un dato giorno” di Mariantonia Avati (La nave di Teseo)

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di Massimo Maugeri

Dopo il felice esordio, come autrice, nel 2018 con Il silenzio del sabato, Mariantonia Avati (regista, soggettista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica) torna in libreria con un nuovo romanzo pubblicato da La nave di Teseo (che aveva pubblicato anche il precedente). Si intitola A una certa ora di un dato giorno: una storia forte, coinvolgente, la cui narrazione è affidata alla voce di una donna (Emma) che ci porta sul territorio, impervio e inevitabile, delle dinamiche contradditorie del rapporto amoroso. Emma da una parte, Luca dall’altra. Tra di loro un figlio adolescente e una vita apparentemente normale che tuttavia comincia ad affondare nelle sabbie mobili della fragilità e delle sofferenze con cui ogni essere umano, in un modo o nell’altro, deve fare i conti.

Ho avuto il piacere di discuterne con l’autrice…

– Cara Mariantonia, partiamo dall’inizio. Come nasce “A una certa ora di un dato giorno”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?
L’amore continua a essere il tema più affrontato dalle diverse forme espressive e artistiche, è diffusamente analizzato, eppure resta un argomento oscuro, un moto che segue dinamiche ancora oggi pressoché sconosciute. Sono arrivata alla conclusione che sono le ferite che ci portiamo dentro, quelle più antiche e nate in ambiente familiare, a farci scegliere la persona con la quale costruire una storia importante. Cerchiamo una persona che sappia entrare nel nostro dolore. Tutto ciò ha poco a che fare con le qualità del soggetto prescelto, ma molto di più con la nostra vulnerabilità emotiva.

– Sono sempre molto incuriosito dalle epigrafi dei libri, poiché – in genere – forniscono una chiave di lettura. Per lo più sono citazioni di autori noti. Tu, nel caso di questo romanzo, hai scelto invece come epigrafe una parola, la sua definizione e i suoi sinonimi. La parola in questione è: “scomparso”. Ti andrebbe di commentare questa scelta? Leggi tutto…

IL VIAGGIO DEI VIAGGI di Gianluca Barbera (intervista)

image“Il viaggio dei viaggi” di Gianluca Barbera (Solferino)

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di Massimo Maugeri

Gianluca Barbera è nato a Reggio Emilia nel 1965 e vive a Siena.
Lavora in ambito editoriale e ha pubblicato racconti su riviste e in antologie oltre a diversi romanzi, tra cui ricordiamo i più recenti “Magellano” (2018) e “Marco Polo” (2019), entrambi editi da Castelvecchi e vincitori di numerosi premi.

La più recente opera di Gianluca Barbera (disponibile in libreria dal 14 maggio 2020) si intitola “Il viaggio dei viaggi” ed è edita da Solferino.

Ed è un viaggio davvero particolarissimo, quello che ci consente di intraprendere questo libro. Un viaggio nel tempo e nello spazio, tra le sale di un museo. Un viaggio che vede come protagonisti un professore di storia e la sua scolaresca. Un viaggio che diventa apologo della bellezza dei racconti, delle avventure e degli infiniti percorsi che l’arte e le pagine di un buon libro possono offrire…

– Caro Gianluca, partiamo dall’inizio: come nasce “Il viaggio dei viaggi” e come si colloca all’interno della tua poetica?
Dopo “Magellano” e “Marco Polo”, “Il viaggio dei viaggi” rappresenta un punto di arrivo. Un viaggio mitico attraverso spazio, tempo, anima. Protagonista l’arte di viaggiare. Una scolaresca in visita al museo dei viaggi precipita in una grande avventura attraverso i secoli. Leggi tutto…

LA LICENZA di Mario Falcone (recensione e intervista)

“La licenza” di Mario Falcone (Oakmond Publishing)

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di Simona Lo Iacono

Il viaggio inizia.
Enea Crisafulli lo decide dopo notti visionarie, lasciandosi alle spalle il sommergibile che lo ha portato a vivere una guerra sommersa, affogata dal mare.
Sarà forse perché uccidere non gli pare più un dovere a cui obbedire, e il sangue versato lo interroga sul senso di quell’immane distruzione, sul mistero di ogni guerra.
Una cosa, però, è chiara. Da qualche giorno, fiuta un pericolo che aggredisce quanto ha di più caro. Che pare fagocitare non solo una persona, ma un intero mondo.
Sua madre.
Il sogno è sempre lo stesso. Un’idra dalle fauci aperte sembra ingoiarla, e lui è ammorbato da un incubo che non lo lascia più, che gli mette addosso un senso di minaccia incombente. Basta, non può più resistere e decide di partire.
Ottiene la licenza.
Con quest’atto formale, che sugella una sorta di pausa drammatica mentre l’Italia è cosparsa da rovine e si avvia verso l’armistizio, Enea Crisafulli inizia una lunga discesa da Pola verso la Sicilia.
E’ un siciliano fiero, figlio unico di genitori che si sono amati visceralmente, Mimmo e Gemma. E’ stato cresciuto da frotte di parenti amorevoli, in una Sicilia calda e profumata, dove ha sognato e ha covato il sentimento della Patria.
Quando il padre Mimmo muore in un incidente, non si tira indietro. Interrompe gli studi, si improvvisa uomo di famiglia. Cerca di restituire alla mancanza uno sfogo di autentica gratitudine. Leggi tutto…

IL TEMPO UMANO di Giorgio Nisini (intervista)

“Il tempo umano” di Giorgio Nisini (HaperCollins Italia): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Giorgio Nisini, scrittore e saggista, è autore dei romanzi La demolizione del Mammut (Perrone, 2008), Premio Corrado Alvaro Opera Prima e finalista Premio Tondelli, La città di Adamo (Fazi, 2011), selezione Premio Strega 2011 e La lottatrice di sumo (Fazi, 2015). Per Longanesi ha curato l’antologia Un bacio in bocca (2016). È co-direttore artistico di Caffeina Festival e direttore artistico dell’Emporio Letterario di Pienza.

È appena uscito per HaperCollins Italia il nuovo romanzo di Giorgio Nisini. Si intitola Il tempo umano ed è una storia di amori, tradimenti, trasgressioni e ossessioni… ma è anche una storia sul tempo che scorre e sull’incrocio di destini.

Ho avuto il piacere di discuterne con l’autore…

– Caro Giorgio, partiamo dall’inizio (come spesso mi piace fare). Raccontaci qualcosa sulla genesi di questo libro. Come nasce “Il tempo umano”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?
imageTi rispondo con un aneddoto. Nelle prime puntate di una tra le sit-com americane più famose degli anni Settanta-Ottanta, Happy Days, compare un personaggio, Chuck Cunningham, fratello di Richie. La sua presenza non dura molto: per ragioni che non sto qui a spiegare, scompare improvvisamente dalla serie tv senza che venga data una spiegazione. Viene narrativamente “assassinato”. Questo fenomeno si chiama, nel linguaggio televisivo, proprio “Sindrome di Chuck Cunningham”. Ecco, io mi sono sempre chiesto che fine abbia fatto Chuck, in quale spazio-temporale sia finito; ma questa domanda me ne ha posta un’altra: che fine hanno fatto molti personaggi che hanno in qualche modo avuto a che fare con la mia vita? Persone che ho frequentato anche solo per una giornata, e che magari in quella giornata hanno avuto una parte tutt’altro che secondaria. Che fine hanno fatto? Come si è svolto il loro tempo? Perché i nostri destini si sono incrociati anche per un solo attimo e poi separati per sempre? Sullo sfondo di queste domande mi è tornata in mente la prima persona di cui mi sono innamorato, quand’ero ancora un bambino, e che per anni e anni non ho mai più rivisto. Il tempo umano parte da lì, dal ricordo di quel primo amore perduto.

– Dico sempre a chi ci legge che le citazioni inserite in apertura dei libri sono importanti perché in genere forniscono una sorta di chiave di lettura del testo. La citazione che hai scelto di inserire in esergo di “Il tempo umano” è molto suggestiva. È tratta da La morta innamorata di Théophile Gautier ed è la seguente: “Per quanto casto e sereno siate, un solo attimo può farvi perdere l’eternità”. Perché hai scelto di inserire proprio questa frase in apertura del libro? Leggi tutto…

COME IN UN LABIRINTO DI SPECCHI di Silvana Mazzocchi (intervista)

“Come in un labirinto di specchi” di Silvana Mazzocchi (Iacobelli): intervista all’autrice

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di Massimo Maugeri

Silvana Mazzocchi, scrittrice e giornalista, storica firma de La Repubblica, è autrice di vari libri di successo tra i quali Nell’anno della Tigre: storia di Adriana Faranda (1994); Iddu, la cattura di Bernardo Provenzano (con Enrico Bellavia, 2006) e il romanzo L’amore crudele (con Patrizia Pistagnesi, 2008).

Per i tipi di Iacobelli è uscito un nuovo romanzo di Silvana Mazzocchi. Si intitola Come in un labirinto di specchi.

«Ho sessantacinque anni e ancora non so se sono una vigliacca o soltanto una donna responsabile. Non saprei dire che cosa sia la felicità, ma forse non conosco neanche la serenità. Ho chiuso tante porte nel corso della mia esistenza, ma chissà se l’ho fatto per egoismo, per superficialità o perché ho creduto ogni volta di muovermi nella direzione giusta.
Come tutti, avrei potuto fare scelte diverse e avere un’altra vita, ma non ho rimpianti, anzi. Eppure, nonostante la facciata tranquilla che mostro, è come se in me ci fossero due donne. Da sempre. So che solo cancellandone una, sarò realmente libera e, giorno dopo giorno, tiro avanti con le mie due anime. Da quasi mezzo secolo».

È questo il coinvolgente incipit del romanzo. La voce narrante di una donna che si guarda alle spalle, osserva la sua esistenza e riflette sull’oggi pensando al passato. Leggi tutto…

SETE di Amélie Nothomb (intervista)

“Sete” di Amélie Nothomb (Voland – traduzione di Isabella Mattazzi)

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di Eva Luna Mascolino

Amélie Nothomb è tornata lo scorso febbraio in libreria con un romanzo che farà parlare a lungo di sé. Sete, 128 pagine, è infatti una riscrittura in prima persona della vita di Gesù Cristo sulla terra, raccontata durante la sua ultima notte in cella prima della crocifissione. Attraverso una lunga analessi, la voce narrante ripercorre le tappe fondamentali della propria esperienza sulla terra, suggerendo a chi legge, secondo le parole stesse dell’autrice «un nuovo modo di pensare all’idea della sofferenza necessaria e del sacrificio».

In un’intervista esclusiva con la scrittrice belga (tradotta ancora una volta da Isabella Mattazzi per Voland), infatti, Nothomb chiarisce come il problema legato alla venuta del Messia «non risieda nella sua incarnazione, che è assolutamente positiva e le cui conseguenze sono buone per l’essere umano, quanto piuttosto nel suo supplizio». Non a caso, all’interno del romanzo grande spazio viene dato alla celebrazione del corpo, al rapporto gioioso con i cinque sensi di cui siamo dotati e a una sete del desiderio da ascoltare e assecondare con maggiore consapevolezza da parte del singolo individuo. Leggi tutto…

LA TRASPARENZA DEL CAMALEONTE di Anita Pulvirenti (intervista)

“La trasparenza del camaleonte” di Anita Pulvirenti (DeA Planeta)

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di Alessandro Russo

Buongiorno.
Ha fatto centro Anita Pulvirenti con il suo primo romanzo La trasparenza del camaleonte, DeA Planeta Ed. (pp224, €15). Sposata e madre di due figli, laureata e con in tasca un master in Economia e Gestione del settore culturale, da diversi anni Anita Pulvirenti promuove cultura attraverso il blog letterario Chili di libri. Lontana dai finti buonismi, ruvida ma trascinante è la storia che ci racconta; rigorosa, scorrevole e mai piatta è la sua penna. La protagonista de La trasparenza del camaleonte è Carminia, una donna speciale che porta grandi occhiali da sole e non sopporta chiacchiere e convenevoli. Carminia ha la sindrome di Asperger ma non lo sa; è piena di ossessioni ed è molto bella ma qualcuno dice che è brutta al punto che chi la bacia diventa addirittura di pietra. Il pomeriggio in cui incontro Anita Puilvirenti, all’interno d’uno stimolante salotto letterario catanese, mi colpiscono il suo garbo e la sua luminosità. Leggi tutto…

L’ISOLA DELLE MADRI di Maria Rosa Cutrufelli (intervista)

“L’isola delle madri” di Maria Rosa Cutrufelli (Mondadori)

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di Massimo Maugeri

Maria Rosa Cutrufelli ha curato antologie di racconti, scritto radiodrammi, collaborato a riviste e quotidiani nazionali. Ha fatto parte della redazione di “Noi donne”, fondato e diretto la rivista “Tuttestorie” e insegnato scrittura creativa alla Sapienza. Ha pubblicato diversi romanzi, libri di viaggio, per ragazzi e numerosi saggi. Fra i suoi libri (che hanno vinto diversi premi e sono stati tradotti in varie lingue) si ricordano: “La donna che visse per un sogno”, “Complice il dubbio”, “Il giudice delle donne”.

Il suo più recente romanzo, appena edito da Mondadori, si intitola “L’isola delle madri“. Una storia potente e incisiva incentrata su tematiche di grandissima attualità che vanno dalla catastrofe climatica in atto alla problematica correlata alle nuove nascite. Una storia resa ancora più affascinante e coinvolgente per via dell’utilizzo di un’ottica distopica che, paradossalmente, ci consente di inquadrare la nostra contemporaneità in maniera estremamente lucida e concreta.

Ne ho discusso con l’autrice…

– Cara Maria Rosa, complimenti per questo tuo nuovo romanzo (che, peraltro, è attualissimo sotto diversi punti di vista). Partiamo dall’inizio. Ci racconteresti qualcosa sulla sua genesi?
È vero, il romanzo per molti versi è decisamente attuale. Parla dell’inquinamento, di come gli uomini hanno avvelenato la terra e di come la terra si vendichi avvelenando, a sua volta, gli uomini. Parla di biotecnologie, di riproduzione assistita e degli sconvolgimenti che tutto ciò produce sui tradizionali assetti familiari. Eppure, malgrado questa indubbia attualità, il romanzo nasce da un ricordo antico. Dal ricordo di mio padre, che studiava gli effetti dell’inquinamento già negli anni Sessanta del secolo scorso (era uno scienziato). Non ho mai dimenticato le storie che mi raccontava: storie di pesci mutanti e stormi radioattivi, di erbicidi e veleni chimici profusi ovunque. Storie, in definitiva, di umana cecità. È da questi ricordi che nasce, dopo tanto tempo, il mio romanzo: un omaggio al lavoro di mio padre, che appunto per il suo lavoro ha perso la vita. Leggi tutto…

CIELO, LA MIA MUSICA! di Leonardo Lodato (intervista)

“Cielo, la mia musica!” di Leonardo Lodato (Domenico Sanfilippo Editore)

Venerdì 13 marzo presso la Sala Harpago (Via Vittorio Emanuele II, 67, Catania) si svolgerà la presentazione ufficiale del libro e l’apertura delle celebrazioni per il 75° anniversario del quotidiano La Sicilia.

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di Massimo Maugeri

Esiste una relazione tra Cielo e Musica? Sì, esiste. E ce lo dimostra il nuovo libro del giornalista – capo servizio Cultura e Spettacolo del quotidiano “La Sicilia” di Catania – Leonardo Lodato. Il volume, intitolato “Cielo, la mia musica!” (Domenico Sanfilippo Editore), contiene interviste a dodici musicisti siciliani (tutte inedite e strutturate in maniera originale e incisiva): da Bob Salmieri a Andrea Cantieri, da Caterina Anastasi (Babil On Suite) alla Compagnia D’Encelado Superbo, da Giuseppina Torre a Lello Analfino (Tinturia), da Marian Trapassi all’ex Denovo Mario Venuti, da Paolo Buonvino a i Pupi di Surfaro, da Roberta Finocchiaro a Rosalba Bentivoglio.
La prefazione del libro è firmata dal tastierista dei mitici Rockets, Fabrice Quagliotti.
Ho avuto il piacere di rivolgere a Leonardo Lodato (che passa, dunque, dal ruolo di intervistatore a quello di intervistato) qualche domanda sul libro. Una chiacchierata incentrata sulla musica pop (e non solo) siciliana, nazionale e internazionale…

– Caro Leonardo, partiamo dall’inizio: come nasce il tuo interesse per la musica? Leggi tutto…

GLI INTERESSI IN COMUNE di Vanni Santoni: intervista

“Gli interessi in comune” di Vanni Santoni (Laterza): intervista all’autore ed estratto del libro

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Vanni Santoni ci parla del suo Gli interessi in comune e ci racconta il suo esordio e gli inizi della sua carriera letteraria

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di Massimo Maugeri

Vanni Santoni (Montevarchi, 1978), dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi In territorio nemico (minimum fax 2013, da coordinatore), Terra ignota e Terra ignota 2 – Le figlie del rito (Mondadori 2013 e 2014), L’impero del sogno (Mondadori 2017) e I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019). Scrive sul “Corriere della Sera” e dirige la narrativa della casa editrice Tunué.

Per Laterza ha pubblicato Muro di casse (2015) e La stanza profonda (2017). E sempre per Laterza è da poco in libreria Gli interessi in comune (originariamente pubblicato, nel 2008, da Feltrinelli): romanzo incentrato sul racconto della generazione dei nati negli ’80. Protagonisti alcuni  ragazzi che vivono in un pezzo di provincia toscana privo di stimoli e di intrattenimenti e che devono fare i conti con un vuoto interiore che, a volte, può essere anche devastante.

Ho avuto il piacere di rivolgere a Vanni qualche domanda su questa ri-pubblicazione…

 -Caro Vanni, come è nato originariamente Gli interessi in comune?
Gli interessi in comune è il mio primo romanzo uscito in libreria (nel maggio 2008 per Feltrinelli, NdR), ma non è né il mio esordio, né il primo romanzo che ho scritto.
Il mio esordio fu Personaggi precari, che uscì per la microscopica casa editrice RGB dopo la vittoria di un concorso “per il miglior testo tratto dal web” – erano diversi anni che raccoglievo quelle microprose, o epigrammi, sul mio blog, e il libro è una selezione di circa 500 sui circa 7000 scritti – e che oggi è pubblicato da Voland. Il primo romanzo che ho scritto si intitolava Vassilj e la morte, anche quello aveva vinto un concorso, due anni prima di Personaggi precari, e avrebbe dovuto essere pubblicato da una casa editrice di un certo peso, ma il concorso si rivelò truffaldino – per chi è curioso, ne racconto la storia qui – e i vincitori non vennero mai pubblicati (naturalmente le quote di iscrizioni dei partecipanti vennero invece trattenute). Leggi tutto…

IL FERROVIERE E IL GOLDEN GOL di Carlo D’Amicis (intervista)

“Il ferroviere e il golden gol” di Carlo D’Amicis (66th and 2nd): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Carlo D’Amicis (Taranto, 1964) vive e lavora a Roma. Tra i suoi romanzi: Escluso il cane (2006, pubblicato anche in Francia presso Gallimard), La guerra dei cafoni (2008, selezione premio Strega), La battuta perfetta (2010), Quando eravamo prede (2014) e Il gioco (2018, finalista al premio Strega). Da La guerra dei cafoni è stato tratto il film omonimo di Davide Barletti e Lorenzo Conte. È tra gli autori dei programmi Quante storie (Rai3) e Fahrenheit (Radio3).

Di recente, per i tipi di 66th and 2nd, è tornata in libreria, con nuova veste editoriale, la sua opera prima: “Il ferroviere e il golden gol“; grande romanzo rappresentativo del rapporto tra calcio e letteratura italiana. D’altra parte il legame di Carlo D’Amicis con il mondo del calcio è testimoniato anche dalla sua militanza tra le fila della Nazionale italiana scrittori nel ruolo di centrocampista.

La storia de “Il ferroviere e il golden gol” è incentrata sulla vita di un trentenne ferroviere pugliese che si ritrova a smerciare mobili nell’ambito di televendite trasmesse da canali locali; fino a quando la sua ossessione per il mondo del calcio non lo spinge a girovagare tra i campetti di provincia con la convinzione di poter diventare un grande talent scout capace di relazionarsi persino con la Juventus.

Un romanzo impreziosito da numerose metafore calcistiche. A titolo di esempio ne cito due, tratte dalle prime pagine: (da pag. 32) “Quella gioventù se ne stava incollata al sudore di quei ragazzi come Gentile alla maglietta di Zico.“; (da pag. 36)”Ma, come Boninsegna nell’area di rigore, non si vive per vent’anni su una strada ferrata senza sviluppare facoltà extrasensoriali.” .

Un romanzo che non manca di offrire squarci fortemente connessi alla nostra contemporaneità, come il seguente (stralcio da pag. 17); “Avevo passato la vita a controllare i biglietti, e adesso non c’era più nessuno che convalidasse il mio: bastava arrampicarsi sulla pensilina della stazione per vederli tutti quanti in fila lungo la statale, i miei ex passeggeri; perfino gli studenti fuori corso andavano e venivano da Bari su Fiat Punto fiammeggianti, per non parlare degli operai dell’Ilva, i cui sonni proletari e siderurgici avevo vegliato per anni sui sedili sdruciti di seconda del 103 delle 5.40 (…).

Ho avuto modo di discutere con Carlo D’Amicis del suo “Il ferroviere e il golden gol” nell’ambito di questa intervista…

– Caro Carlo, questo romanzo è uscito originariamente nel 1998. Quali sono state le motivazioni che, all’epoca, ti hanno spinto a scriverlo? Leggi tutto…

LA LOGICA DELLA LAMPARA di Cristina Cassar Scalia (intervista)

LA LOGICA DELLA LAMPARA di Cristina Cassar Scalia (Einaudi). Romanzo finalista al Premio Scerbanenco 2019 –  intervista all’autrice

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di Eliana Camaioni

Registro narrativo sapiente in questo romanzo della Cassar Scalia, che ci ripropone una nuova intricata indagine del vicequestore Vanina Guarrasi.
Avevamo imparato a conoscerla già da “Sabbie nere”, Vanina, col suo umano bagaglio di nevrosi ed il suo acume fuori da ogni schema. Attorno a lei una serie di personaggi non meno reali, resi a tutto tondo: ritroviamo il commissario in pensione Patanè, l’ispettore Marta Bonazzoli, il vice dirigente Cesare Manenti. E poi l’uso della lingua, un registro piegato al colloquiale, con quel colorito di sicilianità più potente di mille metafore.
Sullo sfondo l’amore per la Sicilia, per quella terra antica le cui ferite segnano strade e palazzi. E infine la vicenda, la scomparsa di una giovane donna, ma soprattutto il disvelarsi di verminai la cui realtà supera l’immaginazione.
Il finale a sorpresa che ribalta gli eventi e spiazza il lettore riconferma  – se mai ce ne fosse bisogno – la Cassar Scalia autrice di talento, una Elisabeth George italiana o, meglio ancora, siciliana.

– Che oscure vicende in seno agli Atenei siano stati, in tempi più o meno recenti, oggetto di cronaca e di indagini giudiziarie, è un dato tristemente assodato. E’ stato forse uno di quei casi a ispirare questa nuova avventura di Vanina? Qual è la genesi di questa storia?
Leggi tutto…

Nasce una BIBLIOFARMACIA a Paternò: intervista al neurologo dr. Peci

Nasce a Paternò una Bibliofarmacia per anziani con deficit di memoria.

Comunque, in generale, evidenzia il neurologo Dr. Peci, leggere è salutare per chiunque: “una lettura costante non è solo indicata per potenziare le proprie capacità cognitive, ma è anche uno strumento di riflessione e di serenità, oltre che di crescita culturale e di sviluppo della coscienza individuale e collettiva”. Ne parliamo con il dr. Peci.

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di Massimo Maugeri

Nunzio Antonio Peci è un neurologo interessato alla biblioterapia e ha istituito una vera e propria Bibliofarmacia a Paternò, in provincia di Catania. Per lanciare il progetto ha organizzato un evento di raccolta libri finalizzata a far crescere la Bibliofarmacia destinata ad anziani con deficit di memoria. Per l’occasione verrà chiuso l’ultimo tratto della via Emanuele Bellia a Paternò, sabato 2 novembre, e sarà trasformato in una sorta di salotto culturale a cielo aperto. Ne parliamo con l’ideatore del progetto…

– Dottor Peci, In cosa consiste intanto la “biblioterapia”?
La biblioterapia, come già la parola composta lascia intendere è una terapia non farmacologica attraverso l’utilizzo della lettura o ascolto di libri per patologie neuropsicologiche riguardanti soprattutto i deficit di memoria, l’ansia, la depressione, i disturbi del sonno. La terapia non farmacologica di queste patologie può essere eseguita con tante altre metodiche: la musica (musicoterapia), la danza (danzamovimentoterapia), l’arte (arteterapia), il giardinaggio (ortoterapia), la recita (teatroterapia) e via dicendo. Chiaramente non sono terapie sostitutive della farmacologica che, seppur non dà ancora risultati soddisfacenti, resta comunque la scelta prioritaria. Né tanto più il ricorso alla terapia non farmacologica deve allontanare i pazienti dal monitoraggio clinico con indagini periodiche.
Dovremmo anche considerare che comunque una lettura costante non è solo indicata per potenziare le proprie capacità cognitive, ma è anche uno strumento di riflessione e di serenità, oltre che di crescita culturale e di sviluppo della coscienza individuale e collettiva. E poi insieme al movimento rappresenta sicuramente la forma di svago più salutare che l’uomo possa svolgere durante i momenti di pausa lavorativa.

-Come è nata l’idea della “bibliofarmacia”? Leggi tutto…

PRANZI DI FAMIGLIA di Romana Petri (intervista)

PRANZI DI FAMIGLIA di Romana Petri (Neri Pozza)

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recensione e intervista a cura di Simona Lo Iacono

Da sempre mettersi a tavola è un rito che attira il mistero. Già nelle civiltà primitive consumare il pasto apparteneva all’area del sacro, perché mangiare voleva dire avere sconfitto la fame, e quindi la morte, allestire una festa, sopravvivere grazie a una benedizione.
I greci ai propri banchetti invitavano sempre gli dei, e i partecipanti spirituali erano più numerosi di quelli reali.
Il cibo si adattava ai convitati: agli uomini andava la carne dell’animale sacrificale, la materia che avrebbe innervato il loro sangue. Agli dei, i fumi, gli aromi che bruciavano nell’ara, e che si invettavano fino alle nuvole.
Con quei vapori l’uomo si lavava dalla colpa di avere ucciso per restare vivo, cercava di far dimenticare che il sacrificio non era che una macellazione, indispensabile per consentirgli di continuare a esserci.
Dunque, riunirsi a tavola, è più che un atto quotidiano. E’ rito, coniuganza del senso della vita e dell’eterno, intuizione di oscurità e luce, di menzogna e verità.
Romana Petri lo sa perfettamente.
Nel suo ultimo, bellissimo, romanzo, “Pranzi di famiglia” (ed. Neri Pozza), il pranzo famigliare è riunione intorno ai vivi, ma soprattutto ai morti, è atto comunitario, ma anche urlo di solitudine, è appello al vincolo di sangue, ma anche a chi quel vincolo ha tradito, a chi lo ha violato, a chi – come agnello sacrificale – ha preferito macellare gli innocenti sull’altare del proprio io. Leggi tutto…

L’ATTIMO PRIMA di Francesco Musolino

L’ATTIMO PRIMA di Francesco Musolino (Rizzoli): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Conosco Francesco Musolino da tanti anni. Ho seguito il suo percorso di crescita nell’ambito del giornalismo culturale, ho condiviso il suo dolore per la perdita prematura del padre, l’ho incoraggiato per le sue battaglie contro il mal di testa cronico, mi sono complimentato con lui per la genesi del progetto @StoLeggendo su Twitter e ho sostenuto il suo desiderio di “farcela” senza perdere il contatto territoriale con i luoghi di origine.
Sapevo anche che stava lavorando a un romanzo e sapevo che dentro questo romanzo avrebbe messo molto di sè. E adesso che il libro ha visto la luce sono davvero felice di potermi ulteriormente congratulare con lui, condividendo la sua gioia. Si intitola “L’attimo prima“, lo pubblica Rizzoli e parte da una domanda: cosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l’attimo prima di diventare realtà?
A pag. 87 leggiamo: “L’attimo prima che tutto andasse come previsto si è inceppato un meccanismo perfetto. Un urlo, un tonfo. E siamo scivolati, rimasugli di cibo dentro il lavandino. Tutto cambia in un momento. Tutto era già cambiato in un lampo senza lasciarci il tempo di capire dove avevamo sbagliato“.
L’attimo prima solca la vita di Lorenzo, protagonista e voce narrante del romanzo. È un giovane messinese di venticinque anni, figlio di ristoratori; lavora in un’agenzia di viaggio ed è molto legato alla sorella Elena che avrà un ruolo chiave nel processo di crescita del giovane. Leggi tutto…

MUSICA SULL’ABISSO di Marilù Oliva (intervista)

MUSICA SULL’ABISSO di Marilù Oliva (HarperCollins Italia): conversazione con l’autrice

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di Massimo Maugeri

Chiunque ami le storie investigative ad alta tensione non può non fare conoscenza con Micol Medici, potente personaggio letterario nato dalla prolifica e virtuosa penna di Marilù Oliva. Molti lettori hanno già incontrato Micol in occasione dell’uscita del primo romanzo della serie intitolato “Le spose sepolte”, edito da HarperCollins Italia (qui la puntata radiofonica dedicata al romanzo, in conversazione con l’autrice). Colgo l’occasione per evidenziare che Il romanzo “Le spose sepolte” sarà in edicola, in allegato a Repubblica, nel gennaio 2020, nell’ambito della collana “Emozione Noir”.
Di recente Micol Medici, ispettore della Sezione Omicidi di Bologna, è stata coinvolta in una nuova inquietante vicenda. È stata trovata morta una giovane impenditrice bolognese e il caso è stato archiviato pensando che si trattasse di un suicidio. La situazione, tuttavia, è ben diversa, come avrà modo di scoprire Micol. E il caso verrà dipanato in un crescendo di tensione emotiva a… sfondo musicale. Del resto il titolo di questo nuovo romanzo di Marilù Oliva, con protagonista Micol Medici (pubblicato, come il precedente, da HarperCollins Italia), ha un titolo molto significativo: “Musica sull’abisso“. Ed è un abisso profondo, condotto su legami che rimandano agli ex studenti di una classe di un istituto scolastico (riferimento temporale a quindici anni prima) e all’avvincendarsi delle strofe di una canzone in latino.
Ho avuto modo di discuterne con l’autrice…

– Cara Marilù, bentornata con questo secondo romanzo che vede come protagonista Micol Medici. Partirei proprio da Micol, chiedendoti di descriverla ai lettori che non hanno avuto modo di incontrarla nel primo libro. Che tipo di donna è? Leggi tutto…

CIBO di Helena Janeczek (intervista)

Torna in libreria “Cibo” romanzo di Helena Janeczek (Guanda): ne discutiamo con l’autrice

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di Massimo Maugeri

Helena Janeczek è nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. È autrice di Lezioni di tenebra, Premio Bagutta opera prima, Le rondini di Montecassino, finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa e La ragazza con la Leica, Premio Strega 2018, Premio Bagutta, Selezione Premio Campiello. Tutti i suoi libri sono editi da Guanda.

Ho avuto il piacere di incontrare nuovamente Helena dopo lo strepitoso successo de La ragazza con la Leica e la vittoria del Premio Strega (foto accanto), per discutere con lei della ripubblicazione di “Cibo” (per i tipi di Guanda), uscito originariamente nel 2002. Un libro che indaga, con l’abilità narrativa che contraddistingue Helena Janeczek, sul rapporto tra noi e il cibo. Questa nuova edizione, peraltro, è arricchita da una sezione inedita dedicata al crollo delle Torri Gemelle di New York attraverso le storie dei cuochi che lì lavoravano…

Cara Helena, questo libro è uscito originariamente nel 2002. Quali sono state le motivazioni che, all’epoca, ti hanno spinto a scriverlo?
Per me non è mai rintracciabile il punto preciso o la motivazione da cui nasce un libro, tantomeno nel caso di Cibo a cui ho lavorato negli ultimi anni dello scorso millennio!
Però c’entra senz’altro la “scoperta” che attraverso il fil rouge del cibo si potessero raccontare appartenenze e memorie ma anche solitudini e sofferenze depositate nei nostri corpi. E poi mi piaceva l’idea di cimentarmi con una narrazione più polifonica rispetto a Lezioni di tenebra, il mio libro d’esordio.

– Questa “scoperta” è ancora valida tutt’oggi? Cosa è cambiato in questi anni, con riferimento alle tematiche trattate in “Cibo”? Leggi tutto…

IL CANTO DELL’IPPOPOTAMO di Alberto Garlini (intervista)

IL CANTO DELL’IPPOPOTAMO di Alberto Garlini (Mondadori)

Alberto Garlini è nato a Parma nel 1969. Vive a Pordenone. Ha pubblicato Una timida santità (2002) e Fútbol bailado (Sironi, 2004), Tutto il mondo ha voglia di ballare (Mondadori, 2007), La legge dell’odio (Einaudi, 2012), Piani di vita (Marsilio, 2015), Il fratello unico. Un’indagine di Saul Lovisoni (Mondadori, 2017). La legge dell’odio, pubblicato da Gallimard, ha avuto un’ottima accoglienza anche in Francia. È tra i curatori della manifestazione culturale Pordenonelegge.

Il nuovo bellissimo libro di Alberto Garlini si intitola “Il canto dell’ippopotamo” e lo pubblica Mondadori.

Dalle pagine di quest’opera emerge, con forza, tra le altre cose, la figura del grande poeta Pierluigi Cappello (ne approfittiamo per ricordare questo omaggio di Letteratitudine dedicato alla figura di Pierluigi Cappello e questo post dedicato all’apertura di una biblioteca a suo nome).

Ho incontrato Alberto Garlini per discuterne insieme…

– Caro Alberto, come nasce “Il canto dell’ippopotamo”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?
Credo che la morte di una persona cara per me sia come una specie di detonatore. Sono travolto dai ricordi e nello stesso tempo temo che si possano perdere. Credo che esistano due tipi di morte. La prima è la morte fisica, naturalmente: sai che non potrai più parlare con l’amico e nemmeno vederlo. È tragica. Straziante. Ma poi esiste anche una seconda morte; ed è quanto capisci di perdere i ricordi della persona a cui hai voluto bene. Non sai più collocare un aneddoto, o non sai con chi è avvenuto o dove. Questa è una morte più sottile ma di certo altrettanto dolorosa. Perché senti che la persona cara sta sparendo anche dal ricordo. Ecco credo di aver scritto il canto dell’ippopotamo per contrastare questa morte seconda. Pensavo di scrivere qualcosa di molto lungo e complesso, mi ero messo a studiare, ma poi, quando ho percepito i primi ricordi andarsene, ho cominciato subito a scrivere, tutto quello che veniva, come veniva, in modo rapsodico. Ecco come è nato il canto dell’ippopotamo.

– Cosa puoi dirci del tuo primo incontro con Pierluigi Cappello? Leggi tutto…

NAXOSLEGGE 2019: intervista a Fulvia Toscano

di Massimo Maugeri

L’edizione 2019 di Naxoslegge, il Festival letterario di Giardini Naxos diretto da Fulvia Toscano, si svolgerà nel corso del mese di settembre. Si partirà il 31 agosto con la serata inaugurale dedicata al premio “Promotori della lettura e della cultura”, giunto alla terza edizione.
Ne discuto con Fulvia Toscano…

– Cara Fulvia, l’edizione 2019 di Naxoslegge è dedicata alla Storia. Cosa puoi dirci sulla scelta della tematica?
La scelta del tema scaturisce per noi, sempre, da un’urgenza. In questo caso l’urgenza di evidenziare la necessita della memoria storica, la necessità di riappropriarsi della memoria, compromessa, attaccata. Da docente posso affermare che, nella scuola, oggi, ci sono due grandi derive: quella che concerne la conoscenza e l’uso corretto della lingua italiana, e quella relativa alla banalizzazione metodologica degli studi storici e, ancor più, di quelli attinenti la geografia. La scuola delle “competenze” ha distrutto le conoscenze, anche quelle di base. Un popolo dimentico della propria lingua e della propria storia è carne da macello. Ecco, quindi, che Naxoslegge, per quel poco che si possa dire e fare, ma con la libertà e la onestà intellettuale che ci contraddistingue, sta cercando di aprire un dibattito su questa necessità della Storia. Leggi tutto…

MI FACEVI SENTIRE DOSTOEVSKIJ di Valentina Fortichiari (intervista)

Intervista a Valentina Fortichiari sul suo libro “Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa” (Tea)

di Massimo Maugeri
 
Tutti coloro che intendono intraprendere un’attività di ufficio stampa dovrebbero leggere senza indugi questo nuovo ottimo libro di Valentina Fortichiari intitolato “Mi facevi sentire Dostoevskij” (Tea). In verità farebbero bene a leggerlo anche tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con i libri (per saperne di più e per poter “confrontare” la propria esperienza). Ma pure un normale lettore (nel senso di “non addetto ai lavori”), a dirla tutta, facendosi coinvolgere nell’interessantissimo percorso che ci offre Valentina, avrebbe a disposizione una grande occasione per capire come funziona il mondo dei libri. In fin dei conti “Mi facevi sentire Dostoevskij” è anche un prezioso manuale capace di rispondere a molteplici domande. Giusto per evidenziarne qualcuna (a titolo di esempio): Che cos’è un ufficio stampa? Com’è un ufficio stampa? Come si lavora in squadra? Come si gestisce un calendario? Come ci si relaziona agli autori, agli editori, ai giornalisti, ecc.? Come si coordina? Come si delega? Quale profilo bisogna tenere? Come ci si prepara a scegliere il mezzo più efficace per il lancio? Come si scelgono i destinatari di un servizio stampa? Come si scelgono comprimari e relatori? Come si sceglie la location? Come preparare la visita in Italia degli autori stranieri? Che cos’è e come si redige uno schedule? Come predisporre comunicati e conferenze stampa?

Ho rivolto a Valentina qualche domanda su “Mi facevi sentire Dostoevskij” e, ovviamente, sulla sua esperienza pluriennale di direzione delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione in Longanesi.

– Cara Valentina, partiamo dall’inizio. Come nasce “Mi facevi sentire Dostoevskij”? Quando e perché hai pensato di scriverlo? Leggi tutto…

I FRUTTI DEL GIARDINO DI ARMIDA

“I FRUTTI DEL GIARDINO DI ARMIDA. L’itinerario letterario di Sarah Zappulla Muscarà” a cura di Maria Valeria Sanfilippo (Thule)

di Massimo Maugeri

Nata a Torino, Maria Valeria Sanfilippo vive e insegna a Firenze. È laureata in Lettere, in Filologia, in Scienze della Comunicazione. È dottore di ricerca in Filologia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche nell’Università di Catania. Ha conseguito, tra gli altri, il Premio Nazionale Luigi Capuana.
Coniuga la ricerca universitaria con l’attività di giornalista pubblicista e l’insegnamento da abilitata e vincitrice di concorso nella scuola secondaria. Ricopre attualmente il ruolo di vicepreside nell’Istituto Internazionale Kindergarten di Firenze. Ha all’attivo i volumi: La fortuna scenica di Luigi Capuana (ed. Sciascia, 2015), Giuseppe Bonaviri e le Novelle saracene (ed. Aracne, 2016), Il giardino di Armida (ed. Thule, 2018), Sebastiano Addamo. Il silenzio, il pensiero, la parola, (ed. Aracne, 2018), svariate pubblicazioni su autori dell’Otto-Novecento, convegni in Italia e all’estero.

Ho incontrato Maria Valeria per porgerle qualche domanda sul volume I frutti del giardino di Armida dedicato (come recita il sottotitolo) all’itinenario letterario di Sarah Zappulla Muscarà.

– Cara Maria Valeria, partiamo dall’inizio. Come nasce questo libro?
Il progetto risale a quasi 10 anni fa e si deve a Tommaso Romano. In occasione del Premio Al-Cantàra”, promosso da Pucci Giuffrida, ebbi l’occasione di conoscere Romano che, tra il serio e il faceto, mi propose una stimolante quanto ardua sfida intellettuale alla presenza di Sarah Zappulla Muscarà, di cui avrei dovuto ripercorrere l’intero itinerario letterario. Avendo instaurato da lunga data un sodalizio umano e culturale con l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano fondato da Enzo Zappulla e dal mio maestro Sarah Zappulla Muscarà, costituivo il naturale ’humus fertile per raccogliere questi sparsi e impervi (per l’imponente ed eterogenea mole) “frutti del giardino di Armida”. Onorata di essere stata scelta per quest’avventura edita per la collana “Tempi d’inventario”, per i tipi di Thule, diretta da Tommaso Romano.

– Perché questo titolo (I frutti del giardino di Armida)? Cosa simboleggia? Leggi tutto…

L’ENIGMA DELL’ABATE NERO di Marcello Simoni (intervista)

L’ENIGMA DELL’ABATE NERO di Marcello Simoni (Newton Compton): intervista all’autore

di Massimo Maugeri

Ennesimo successo editoriale per Marcello Simoni (foto accanto realizzata da Maurizio Cinti). Il terzo volume della cosiddetta Secretum Saga, intitolato L’enigma dell’abate nero(Newton Compton), avvincente thriller storico ambientato nella Ravenna del 1400 (che ha come “epicentro” la ricerca di un antico e pericoloso libro), è tra i romanzi più acquistati delle ultime settimane.
Ne ho discusso con l’autore…

-Caro Marcello, siamo alla terza tappa della Secretum Saga. Questo nuovo libro s’intitola “L’enigma dell’abate nero“. I lettori si imbatteranno di nuovo in Tigrinus, il giovane ladro protagonista della storia. Come si è evoluta, nei tre libri, la figura di Tigrinus? Oppure, in fondo, questo giovane ladro del Quattrocento, è sempre “rimasto sé stesso”?
Tigrinus è un personaggio che resta sempre fedele a sé stesso, o meglio, al suo codice morale che lo rende una persona “onesta” a dispetto della sua professione di ladro. In questo romanzo, però, egli dovrà fare i conti col passato e cercare di svelare un mistero che affonda le radici nelle sue origini. La curiosità di sapere lo renderà ancora più temerario, e forse più avventato, costringendolo ad allontanarsi dalla sua amata Firenze.

– In epigrafe troviamo delle rime di Antonio Pucci tratte da “Il Mercato Vecchio”. Ti andrebbe di commentarle? E perché le hai scelte?
Perché questi non sono versi, ma un autentico affresco di vita quattrocentesca. E con “vita” non intendo uno spaccato delle consuetudini delle corti tardomedievali, così “ingessate” e prevedibili, bensì il fermento che ribolliva nel volgo, entro le cornici di una dimensione borghigiana, caratterizzata da colori violenti e da un brulicare di facce grottesche degne della Salita del Calvario di Hieronymus Bosch. Leggi tutto…

I FRATELLI MICHELANGELO di Vanni Santoni (intervista)

I FRATELLI MICHELANGELO di Vanni Santoni (Mondadori): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Vanni Santoni (1978), dopo l’esordio con Personaggi precari, ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli, 2008), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza, 2011), Muro di casse (Laterza, 2015), La stanza profonda (Laterza, 2017, candidato al Premio Strega). Per Mondadori ha pubblicato la serie Terra ignota (2013-14) e L’impero del sogno (2017). Dirige la narrativa di Tunué e scrive sul “Corriere della Sera”.
Per Mondadori è uscito di recente il nuovo romanzo di Vanni Santoni (foto in basso di Carlo Zei), intitolato “I fratelli Michelangelo“: un libro piuttosto corposo (612 pagine) e articolato, ma al tempo stesso assai fluido e godibile; un grande affresco famigliare che di certo occupa una posizione di primo piano nella produzione narrativa del suo autore.
Ho chiesto a Vanni di parlarmene nell’ambito di questa intensa chiacchierata.

– Caro Vanni, partiamo dall’inizio (come in genere faccio quando “chiacchiero” sui libri). Come nasce questo tuo nuovo romanzo “I fratelli Michelangelo”? Da quale idea, spunto, esigenza o fonte di ispirazione?

L’idea di scrivere un romanzo corale di un certo respiro, ambientato in tanti luoghi nel mondo, la covavo da tempo: dopo Gli interessi in comune – circa il quale possiamo dare un atteso annuncio: tornerà finalmente in libreria il prossimo autunno, questa volta per Laterza –, che era già corale ma ambientato solo in Valdarno, abbozzai un libro che poi non ha mai visto la luce, in cui c’erano due fratelli che giravano l’Europa: il fratello era un perdigiorno che faceva una sorta di Interrail fuori tempo massimo, la sorella una raver che girava i luoghi più improbabili del continente al seguito delle carovane free tekno (ripensandoci, fu lì che cominciai a elaborare la mia esperienza in quel mondo e quindi ad affrontare temi emersi poi più dettagliatamente in Muro di casse). Quel progetto alla fine fu accantonato, anche perché era appena arrivata la proposta di Laterza per un “Contromano” che divenne poi il fortunato Se fossi fuoco arderei Firenze, ma nel 2012, prima di buttarmi sulla saga di Terra ignota, mi tornò l’idea di provare a fare il “grande romanzo”, un’idea che si manifestò sotto la forma di tre immagini scollegate tra loro. Nella prima c’era un tizio che andava a trovare un suo amico in un carcere di un paese in via di sviluppo, e scopriva che gli avevano rotto tutti i denti… Era una scena narrativamente interessante perché chi non ha denti parla in modo ridicolo: c’era un contrasto tra l’estrema drammaticità della cosa e il fatto che fosse buffa… Cosa che la rendeva ancora più tragica. Chi erano quei due? Perché uno era dentro e l’altro fuori? Da quelle domande sarebbero nati Louis Michelangelo e il suo amico-socio Carlo Felici. Leggi tutto…

AMMAGATRICI di Marinella Fiume

AMMAGATRICI di Marinella Fiume (A & B): intervista all’autrice

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di Massimo Maugeri

Marinella Fiume, nata a Noto (Sr), laureata in Lettere classiche presso l’Università di Catania, dottore di ricerca in Lingua e Letteratura italiana, ha pubblicato saggi, biografie, canzoni, racconti, romanzi, tra i quali Sicilia esoterica (2013), giunto alla sesta edizione, e La bolgia delle eretiche (2017); collabora con riviste e quotidiani e ha curato trasmissioni televisive. Ha esplorato e divulgato il ricchissimo patrimonio simbolico della Sicilia, l’universo femminile e i saperi tradizionali delle sue donne, contribuendo a sottrarle all’oblio della memoria. È curatrice del Dizionario Siciliane (2006). È stato scritto che “il suo linguaggio è quello di una sciamana siciliana e possiede la cifra dell’affabulazione evocatrice e magica”.

Il nuovo libro di Marinella Fiume si intitola “Ammagatrìci” ed è un viaggio visionario guidato da arcane incantatrici di Sicilia: dal Museo di Morgantina ad Aidone, alla casa di Lucio Dalla alle falde dell’Etna, a Catania, Scicli, Noto, Acireale, Taormina.

Ho chiesto a Marinella di parlarcene…

-Ci racconteresti qualcosa sulla raccolta e sul titolo che hai scelto?
Ammagatrìci (A&B Acireale – Roma, 2019), titolo che è un mio conio che ricorda l’Ammaliatrice di Teocrito,  è una raccolta di 11 racconti, altrettanti incontri surreali e folgoranti con arcane figure femminili di Sicilia: sirene e dee greche, sibille e grandi madri, medichesse ebree, trovatrici di tesori e streghe erboriste, schiave di corsari e castellane, assaggiatrici di raffinate pietanze, dive hollywoodiane e viaggiatrici straniere, accomunate da un rapporto esclusivo con il magico e la luna, e tutte, reali e fantastiche, trasfigurate letterariamente.

Quale è l’ambientazione? Leggi tutto…

NON HO TEMPO DA PERDERE di Giuseppe Artino Innaria (intervista)

Intervista a Giuseppe Artino Innaria, autore di Non ho tempo da perdere (Prova d’Autore)

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di Simona Lo Iacono

Un esordio letterario sorprendente, quello di Giuseppe Artino Innaria, magistrato del Tribunale di Catania, e – da sempre – lettore appassionato. Il suo romanzo, “Non ho tempo da perdere” (che vede la luce per i tipi di Prova d’autore, grazie alla stoffa  da vero scopritore di talenti di Mario Grasso [entrambi nella foto in basso: ndr]) trascina il lettore nel grembo delle irrequietezze di un uomo dei nostri tempi, alle prese con i risvolti – spesso dirompenti – della ricerca di senso.

Il libro (già presentato a Siracusa il 6 Aprile presso la sala convegni ISISC, e impreziosito dagli interventi, nel ruolo di relatore dal prof. Massimiliano Magnano, e dall’interpretazione del bravissimo attore Sebastiano Lo Monaco che ha letto i testi), è stata l’occasione gradita per volgere all’autore qualche domanda.

– Caro Giuseppe, da quale ispirazione nasce il romanzo? Leggi tutto…

LE STRAORDINARIE BILOCAZIONI DI LILY BELLS di Valentina Ferri (intervista)

LE STRAORDINARIE BILOCAZIONI DI LILY BELLS di Valentina Ferri (L’iguana editrice)

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di Simona Lo Iacono

Lily Bells si acquatta tra le lenzuola con un libro in mano. Si stiracchia sorridendo alle ombre e pregustando le peregrinazioni che – a breve – le concederà la notte. Non si allarma per ciò che gli altri definirebbero realtà. Per lei, ogni evento ha la possibilità di essere letto. Di essere interpretato in un modo inusuale. Persino di evolversi in una visione.
Dunque, senza troppo interrogarsi sul perché le capiti di spostarsi da un luogo all’altro in una manciata di secondi, inizia il rituale della lettura notturna.
Lily ad altri potrebbe sembrare un’eccentrica. Disegna pappagalli per tappezzerie, festeggia i compleanni di bambini immaginari, raccoglie gatti e indossa guepiere. Inoltre, quando legge, va in bilocazione, si ritrova catapultata nella Spagna di Filippo IV, oppure rinchiusa in un sotterraneo dove attende di essere arsa sul rogo come strega.
Insomma… chi è Lily Bells?
Lo chiedo alla sua autrice, la bravissima Valentina Ferri, che in questo nuovo libro, “Le straordinarie bilocazioni di Lily Bells” (L’iguana editrice), è riuscita a creare un personaggio bizzarro ma anche incredibilmente tenero, perché se c’è una qualità che colpisce il Lily è proprio la sua disarmante innocenza.

-Valentina, parlaci di Lily. Come nasce questa incantevole creatura? Leggi tutto…

DAI TUOI OCCHI SOLAMENTE di Francesca Diotallevi (intervista)

DAI TUOI OCCHI SOLAMENTE di Francesca Diotallevi (Neri Pozza)

Libro proposto all’edizione 2019 del Premio Strega

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Intervista all’autrice

di Simona Lo Iacono

Vivian scatta con un click deciso, afferra l’immagine, la archivia nel cuore, ancor prima che nella pellicola. Un gesto intenso e al tempo stesso fugace, che racchiude l’attimo e l’eternità.
E’ così la storia di ciascuno di noi, lo sa bene Vivian Maier. Una foto dietro la quale si acquattano sia i desideri perduti sia i bisogni d’amore. L’arte non fa che stanarli, a volte in modo inopportuno, alle altre con istinto provvidenziale. Ma resta pur sempre l’unica ad obbedire al suo vero padrone: la ferita che richiede l’unguento, la falla che esige il rimedio.
All’inizio è stato tutto un reagire all’istinto di divorare le esistenze degli altri. Come se quell’afferrare le figure di persone incontrate in modo imprevisto avviasse un contagio prodigioso e, nell’immedesimazione, operasse un insperato salvataggio. Ma dopo, quello stesso contagio l’ha portata là dove nessuno ha il coraggio di andare: oltre gli edifici allestiti per glorificare l’apparenza. Al di là dei nomi che proteggono dagli strapiombi. Dentro il buio che fatica a farsi abbeverare dalla luce.
Senza saperlo, Vivian ha imparato a guardare con gli occhi degli altri.
Francesca Diotallevi ritrae la storia di Vivian Maier con sconcertante bellezza. La fotografa vissuta a New York negli anni cinquanta svolgendo la professione di bambinaia, vive tra le sue pagine con umanità, dolore, incanto. L’infanzia difficile, a contatto con il rifiuto e il disamore. La fuga nelle case degli altri, in famiglie che non le appartengono, crescendo figli non generati. E quelli veri, di figli. Ossia gli scatti rubati alla realtà, nel momento preciso in cui quella realtà si rivela. Vivian non ritrae qualunque cosa, qualunque persona. Solo ciò che ha con lei un’affinità feroce e struggente. Il complicato richiamo di un riconoscimento.
Alla fine, non le importa nemmeno di svilupparle, le foto. Come bambini concepiti, preferisce tenerli nel grembo, al caldo di un covo che non vedrà la corruzione del vero, l’atrocità degli abbandoni, il rischio della solitudine. Con l’istinto di ogni madre che genera per necessità, o anche per sopravvivere a se stessa, Vivian non vuole che ai propri figli tocchi il suo stesso destino.

-Francesca, chiedo all’autrice, raccontaci di questa donna, del percorso che hai fatto per impadronirti della sua vita. Leggi tutto…

QUELLI CATTIVI di Antonio Del Greco e Massimo Lugli (intervista)

QUELLI CATTIVI di Antonio Del Greco e Massimo Lugli (Newton Compton): intervista agli autori

Un romanzo che il duo letterario considera come “inattaccabile dal punto di vista della realtà: o quello che scriviamo è accaduto oppure potrebbe accadere”

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di Massimo Maugeri

Antonio Del Greco e Massimo Lugli formano una coppia narrativa molto affiatata e competente. Potremmo definirli come gli “Attenti a quei due” (rievocando il titolo di un celebre telefilm di qualche decennio fa) della narrativa sulla criminalità italiana.

Antonio Del Greco è nato a Roma nel 1953 ed è entrato in Polizia nel 1978. Dopo i primi incarichi alla Questura di Milano, è stato dirigente della Omicidi. Sue le indagini su alcuni dei più grandi casi di cronaca nera degli ultimi anni, tra cui l’omicidio del “Canaro” alla Magliana, la cattura di Johnny lo Zingaro, il delitto di via Poma, la Banda della Magliana. Attualmente è direttore operativo della Italpol.

Massimo Lugli si è occupato per «la Repubblica» di cronaca nera per quarant’anni. Ha scritto Roma Maledetta e per la Newton Compton La legge di Lupo solitario, L’Istinto del Lupo, finalista al Premio Strega, Il Carezzevole, L’adepto, Il guardiano, Gioco perverso, Ossessione proibita, La strada dei delitti, Nelmondodimezzo. Il romanzo di Mafia capitale, Stazione omicidi. Vittima numero 1, Vittima numero 2 e Vittima numero 3, Città a mano armata, Il criminale e nella collana LIVE La lama del rasoio. Suoi racconti sono contenuti nelle antologie Estate in giallo, Giallo Natale, Delitti di Ferragosto, Delitti di Capodanno e Delitti in vacanza. Ha firmato con Andrea Frediani Lo chiamavano Gladiatore. Cintura nera di karate e istruttore di tai ki kung, pratica fin da bambino le arti marziali di cui parla nei suoi romanzi.

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Antonio Del Greco e Massimo Lugli hanno scritto insieme Città a mano armata, Il Canaro della Magliana e il recente Quelli cattivi (di cui ci occupiamo nell’ambito di questa intervista). Il sottotitolo del romanzo la dice lunga: “Roma non vuole padroni”. Una storia incentrata sui seguenti elementi: un terrorista nero, un boss della criminalità romana, una città dilaniata dalla violenza e dalla sete di vendetta, La nascita e l’ascesa della “grande mala” nella capitale.

Ne discuto con gli autori…

– Antonio, Massimo… come nasce il vostro sodalizio letterario? Leggi tutto…