Tra le ombre, ancora inesplorata la poesia di LUCIO PICCOLO
di Maria Allo
Per fortuna quella siciliana non è mai una letteratura provinciale, anche nel caso dei cosiddetti minori, dei sommersi, soprattutto perché hanno avuto a loro disposizione delle biblioteche mai provinciali: vere e proprie biblioteche europee.
Prendiamo ad esempio Lucio Piccolo, poeta clandestino e ancora oggi snobbato dalla critica ufficiale. Scoprire l’universo poetico di un siciliano con forti radici europee è stata per me una rivelazione onirica, ma risulta difficile dare un contributo efficacemente esauriente per la difficile reperibilità sul mercato delle sue opere.
«Così prendi il cammino del monte: quando non / sia giornata che tiri tramontana ai naviganti, / ma dall’opposta banda dove i monti s’oscurano in gola / e sono venendo il tempo le pasque di granato e d’argento…». Da Plumelia, All’insegna del pesce d’oro, 1979
Il sole calava verso le Eolie, il mare era fermo.
«I giorni della luce fragile, i giorni / che restarono presi ad uno scrollo / fresco di rami… / oh non li richiamare, non li muovere, / anche il soffio più timido è violenza / che li frastorna… ».
“La casa era quieta, il resto del mondo lontanissimo. Fu così che mi resi conto come per villa Piccolo passasse un meridiano come a Greenwich il meridiano della solitudine “.
Vincenzo Consolo, Il barone magico
Sopra un poggio che domina la pianura di Capo d’Orlando, il Tìndari e Cefalù ai due poli dell’orizzonte, era la villa dei baroni Piccolo di Calanovella. Lucio, terzogenito, aveva la passione della letteratura, della poesia, della musica, della filosofia . Legge Husserl e Wittgenstein nei testi originali, grecista agguerrito, conoscitore di tutta la poesia europea vecchia e nuova, lettore per esempio, di Gerard Manley Hopkins e da giovane intrattenne anche una intensa corrispondenza con il poeta irlandese Yeats,di cui condivide le inclinazioni esoteriche.
Pur non appartenendo alla corrente simbolista,Yeats ebbe frequentò a Parigi Mallarmè e approfondì le sue conoscenze in merito, grazie all’amicizia con Arthur Symons. Infatti, il saggio di Renata Maria Dolce “Yeats sul cammino della verità “, in cui viene analizzata l’influenza delle culture orientali e di Castiglione sull’opera di Yeats , lo conferma. Nato in un paese culturalmente diviso,Yeats aspirò sempre ad una tradizione unitaria e si avvicinò al teosofo visionario svedese Swdwnborg per il quale l’anima non nasce nel momento del concepimento nel grembo materno ma è in perenne metamorfosi.
Gli anni ottanta videro un’ampia diffusione delle opere di Yeats sul mercato librario con numerose traduzioni , ma soprattutto del mito nel simbolismo drammatico yeatsiano che, ponendo in relazione filosofia ,religione ed esperienza poetica ,imprime senso di unità alla vita nazionale, recuperando quella forza immaginativa ed esoterica che il materialismo aveva soffocato.
[da: William Butler Yeats, Quaranta poesie, trad. di Giorgio Melchiori, Einaudi, Torino, 1965]
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