Archivio

Archive for the ‘Tra le pieghe delle storie’ Category

ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY in “Rubare la notte” di Romana Petri

Rubare la notte - Romana Petri - copertinaIl ritratto di Antoine de Saint-Exupéry nel nuovo romanzo di Romana Petri “Rubare la notte”, edito da Mondadori (romanzo presentato da Teresa Ciabatti  all’edizione 2023 del Premio Strega)

 * * *

di Grazia Pulvirenti

“Il mondo è solo realtà, il suo riflesso però è stupefacente possibilità, e questo è il bottino per l’anima che fuoriesce dalle sue caverne più profonde.”
Hugo von Hofmannsthal, Die Bühne als Traumbild (1903)

Le caverne più profonde erano per Hofmannsthal il luogo della trasmutazione del reale nel simbolico, del sensibile nel sovrasensibile, dell’io adulto, dimidiato e sofferente, in un io “magico” partecipe della totalità dell’esistenza. Questo io, cui il poeta austriaco dedica nell’intera sua opera una sismografia del malessere e del disincanto, vive pienamente e compiutamente solo nello spazio della pre-esistenza, dove si appaga l’anelito verso la riunificazione con una totalità primigenia. La pre-esistenza è una condizione “gloriosa, ma pericolosa”, come ebbe a scrivere lo stesso poeta. Condizione magica e al tempo stesso spaurante di una età pre-razionale, in cui il giovane della poesia Gerechtigkeit tutto capisce attraverso il sentimento e le emozioni, sognando quella fantasmagoria memoriale di una unità smarrita, eppure ancora viva nelle vibrazioni delle emozioni e dell’immaginazione.

Questa dimensione della pre-esistenza, intesa da Wund come categoria psicologica, mi pare, con tutte le possibili varianti del caso, la condizione esistenziale della vita di Antoine de Saint-Exupéry, come la ricrea magistralmente Romana Petri nel suo Rubare la notte (Mondadori, 2023). Leggi tutto…

GEORGE GISSING E VIRGINIA WOOLF

https://64.media.tumblr.com/c58e8446b9c0aeeedcf4f6d53577c85e/7a780c779137926c-af/s500x750/68bbe5cf2c6dc65436445442dd7e71c834142118.jpg

George Gissing by David Levine | The New York Review of Books

The Land of Romance: un vittoriano nel Sud d’Italia

 * * *

di Grazia Pulvirenti

Nel 1893 apparve a Londra, per i tipi di Lawrence & Bullen, un romanzo dal titolo The Odd Women di un singolare scrittore, George Gissing (1857-1903). Non fu apprezzato dai contemporanei per la crudezza e il disincanto della sua scrittura, successivamente elogiata per la sua verità e per la sua capacità di rendere a pieno, in una totalità irta di contrasti, il “sentimento della vita”.
In Odd Women, tradotto in italiano con il titolo Le donne di troppo, ed edito da La Tartaruga nel 2017, lo sguardo da entomologo di Gissing si era posato su figure femminili impegnate nella lotta per l’emancipazione, nella battaglia contro l’ossequio a modelli sclerotizzati rappresentati nella fiction romanticheggiante: giovani donne in cerca di marito, mogli fedeli, madri per vocazione.
Quello di Gissing fu un potente controcanto alla letteratura sua contemporanea, animato dalla ricerca di autenticità umana e verità.
Quella stessa verità di vita che Gissing si recò a cercare nel Sud dell’Italia postunitaria, imbarcandosi da Napoli su un piroscafo Florio, che lo condusse in Calabria, a Paola, il 17 novembre 1897. Leggi tutto…

RITRATTO DI VERNON LEE

https://64.media.tumblr.com/4b2f29aafad6d5935a582bd8a958826a/8e4d4a42f8b882fb-89/s1280x1920/da3e723181e9a1bb5b2d4d5a07be0e06e6a06b63.jpgRitratto di Vernon Lee. Olio su tela di John Singer Sargent

 * * *

di Grazia Pulvirenti

Dalle collezioni della Tate di Londra affiora un volto dipinto da John Singer Sargent, il celebre ritrattista della vita lussuosa dell’era edoardiana, cosmopolita e viaggiatore indomito. Si tratta di un viso di donna, i capelli neri alla garçonne, occhialini rotondi a evidenziare lo sguardo rivolto a un immaginario interlocutore. La donna, che indossa una sobria giacca scura, da cui affiorano le punte bianche di un colletto, è ritratta con la bocca aperta, come durante una conversazione. Il pittore la coglie in un atteggiamento comunicativo, di scambio intellettuale. E questo fu uno dei molteplici talenti di una scrittrice di grande talento e studiosa d’arte all’avanguardia per la sua epoca, Vernon Lee, pseudonimo di Violet Page (1856-1935). Considerata un’esponente del Decadentismo, di fatto Lee visse l’arte, cui si dedicò per tutta la vita con studi di estetica antesignani e prolifici di intuizioni rivoluzionarie, non come fine a se stessa, ma come fine di un’esistenza trascorsa alla ricerca del bello.
Adesso lasciamo il dipinto di Sargent e ci spostiamo con l’immaginazione a Firenze, o meglio nei dintorni di Firenze, inoltriamoci fra i viali del giardino della Villa Il Palmerino, un edificio quattrocentesco originariamente appartenuto alla famiglia dello scultore Agostino di Duccio. Leggi tutto…

LO SPECCHIO DI RILKE

“Lo specchio di Rilke”: uno specchio che fa entrare dentro un intrico di storie e vite che si dipanano sui viali di Montparnasse nella Parigi del primo decennio del Novecento

https://64.media.tumblr.com/5c9546e2b67be6b9c271b57ff810c922/a631454b0bd2cdcc-47/s500x750/bb82a0d2811d6b0121ba5e278358be02a6eb234d.jpg

Con questo articolo inauguriamo la nuova rubrica “Tra le pieghe delle storie”:
Tra le pieghe delle storie, tra gli anfratti di ciò che in genere scompare, ma che è pregno di significato. A cura della professoressa Grazia Pulvirenti.

 * * *

di Grazia Pulvirenti

Non si tratta di uno specchio metaforico. Né di un’allusione poetica. Piuttosto di uno specchio reale, rettangolare, dei primi del Novecento, uno specchio come tanti, apparentemente, con una cornice dorata, con delle piccole crepature, come la vita. Eppure questo è uno specchio magico, come quello di Alice, uno specchio che fa entrare dentro un intrico di storie e vite che si dipanano sui viali di Montparnasse nella Parigi del primo decennio del Novecento.
Lo specchio, quello reale, si trova al Museo “Académie Vitti” ad Atina: uno scrigno prezioso di memorie e arte e atmosfere parigine fin de siècle. La storia di questo museo è lunga e intricata da raccontare, basti sapere che una donna della Val Comino, Maria Caira sposata Vitti, con le sue sorelle Annette e Giacinta, dopo aver affrontato da emigrante nella capitale francese la miseria della vita da modella, diventa un’imprenditrice, apre un’accademia di disegno per sole donne, che diviene uno dei centri artistici privati più innovativi e ha come maestri artisti della levatura e della follia di un Gaugin. L’Accademia diviene un cruciale luogo d’incontro di amanti dell’arte provenienti da ogni parte del mondo, come si narra nel documentato e appassionante romanzo di Marco Consentino e Domenico Dodaro, Madame Vitti, edito quest’anno da Sellerio. Leggi tutto…