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Posts Tagged ‘davide orecchio’

Premio Strega 2022. Proposti i libri di Farulla, Alberico, Berruti, Bonadonna e Pucci Poppi, Buchignani, Carofiglio, D’Angeli, Darida, Dezio, Farina, Galletta, Gezzi, Longo, Magliani, Manfridi, Mazza, Moraci, Napolitano, Orecchio, Pieralice e Radini Tedeschi, San Guedoro, Scafi, Selo, Spadaro, Staropoli Calafati, Ventavoli

Proposti dagli “Amici della Domenica”, per l’edizione 2022 del Premio Strega, i libri di: Angelo Airò Farulla, Giulia Alberico, Fabrizio Berruti, Federico Bonadonna e Pierluca Pucci Poppi, Paolo Buchignani, Francesco Carofiglio, Concetta D’Angeli, Elisabetta Darida, Francesco Dezio, Francesca Farina, Veronica Galletta, Massimo Gezzi, Nicola Longo, Marino Magliani, Giuseppe Manfridi, Francesco Mazza, Simona Moraci, Sabatina Napolitano, Davide Orecchio, Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi, Lodovica San Guedoro, Alessandro Scafi, Maria Rosaria Selo, Francesca Spadaro, Giusy Staropoli Calafati, Bruno Ventavoli

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I dettagli sui libri presentati Leggi tutto…

DAVIDE ORECCHIO racconta MIO PADRE LA RIVOLUZIONE

DAVIDE ORECCHIO racconta la sua raccolta di racconti MIO PADRE LA RIVOLUZIONE (Minimum Fax)

libro finalista al Premio Campiello 2018 (Premio Selezione Campiello)

ritratto

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di Davide Orecchio
Volevo scrivere una raccolta di racconti dedicati alla storia e al mito della rivoluzione russa. Volevo lavorare con gli strumenti della narrazione per esplorare possibilità non accadute, ma sempre partendo dai documenti. Volevo proporre in ogni capitolo  un personaggio – a volte famoso, a volte no – e una situazione, un’epoca del Novecento, un luogo, dalla Russia alla Germania, dall’Italia al Messico. Così ho messo insieme i brani di Mio padre la rivoluzione. Anche qui, come nei miei lavori precedenti (Città distrutte e, in parte, Stati di grazia) ho seguito il percorso dell’ibridazione tra materiali storici – di archivio o da fonti secondarie – e invenzione narrativa. Ho manipolato e usato testimonianze e voci, le ho portate sulla pagina, nel racconto, nella storia; ho provato a governarle col ricorso a diversi registri (epico, mitologico, lirico). Ho affidato spesso il racconto a un noi che vorrebbe collimare col punto di vista della posterità, ossia davvero con noi tutti, i presenti, i vivi, chiamati a misurarci con un passato da risvegliare e interrogare. Così, accanto ai personaggi veri e propri dei dodici capitoli, emerge il tempo, creatura che insemina e genera, dal cui accoppiamento con le madri nascono gli eroi e i mostri della rivoluzione, i titani e i giganti, gli angeli caduti. Ma il tempo che sta in queste pagine prova a corrispondere anche a quello che vive nella mia coscienza; non fa distinzioni tra passato, presente e futuro, non accetta unità di misura e convenzioni di linearità; perché nella coscienza tutto è simultaneo, perché la memoria tiene il passato vicino, lo serba presente. Leggi tutto…

DAVIDE ORECCHIO CON CITTÀ DISTRUTTE È IL VINCITORE DEL SUPERMONDELLO

PALERMO, 30 novembre – È Davide Orecchio con “Città distrutte. Sei biografie infedeli” (Gaffi) il vincitore del SuperMondello, il più ambito riconoscimento per l’Opera italiana del Premio Letterario Internazionale Mondello, promosso dalla Fondazione Sicilia in partnership con il Salone Internazionale del libro di Torino e in collaborazione con la Fondazione Andrea Biondo. A decretare il supervincitore della XXXVIII edizione del Mondello, sono stati i lettori di tutta Italia, direttamente indicati dai librai di un circuito di 24 librerie segnalate dalla redazione dell’inserto culturale Domenica de Il Sole 24 Ore. Nei mesi scorsi, ognuna di queste librerie ha inviato alla Segreteria del Premio un elenco di 10 lettori ‘forti’, in grado di esprimere un giudizio letterario critico e ragionato. Dei 240 lettori indicati, ben 231 di essi hanno espresso correttamente e nei tempi prestabiliti il proprio voto.
Gli altri due scrittori vincitori per l’Opera di autore italiano in lizza per il SuperMondello erano Edoardo Albinati con ‘Vita e morte di un ingegnere’ (Mondadori) e Paolo Di Paolo con ‘Dove eravate tutti’ (Feltrinelli). I tre scrittori erano stati indicati a giugno dal Comitato di Selezione, composto da Massimo Onofri, Domenico Scarpa ed Emanuele Trevi.

Questi i voti riportati da ciascun libro: 83 voti per Davide Orecchio, Città distrutte. Sei biografie infedeli (Gaffi);76 voti per Paolo Di Paolo, Dove eravate tutti (Feltrinelli); 72 voti per Edoardo Albinati, Vita e morte di un ingegnere (Mondadori).

Durante la cerimonia sono stati consegnati anche il Premio alla carriera ad Antonio Debenedetti e quello per la critica letteraria a Salvatore Silvano Nigro, per il libro “Il Principe fulvo” (Sellerio)

Città distrutte. Sei biografie infedeliSei biografie infedeli rielaborano e accrescono il genere, mescolando la finzione alle fattezze di ciascun personaggio, fino a farne sopravvivere al calco la matrice. Ma è tutto rubato. Sono echi, repliche di originali, biografie fittizie ispirate a vite effettive. Ogni ritratto muove da fonti edite o materiali d’archivio, fatti accaduti e documentati, ma va oltre la semplice ricostruzione. Sintomo di questa doppiezza sono le stesse citazioni: opere e autori menzionati a volte sono reali, più spesso di fantasia, il che legittima in un qualche modo una narrazione a metà fra verità e finzione. Le città distrutte hanno molteplici nemici: il potere, la repressione, le “interruzioni” imposte da una storia collettiva scandita da altri, il fallimento, la morte. Per questo ogni “città distrutta” si assomiglia e, fuor di metafora, ciascuna esistenza umana nel suo non compiersi, nel suo non raggiungere la felicità, è l’esito di una violenza.
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