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DIETRO LE QUINTE, di Giuseppe Crisafulli

dietro le quinteDIETRO LE QUINTE, di Giuseppe Crisafulli (Carthago editore)

recensione di Alessandro Russo

Catania, un’assolata domenica primaverile.
In jeans sdruciti e maglietta bianca, lenta va a passeggio una fanciulla dai capelli castano chiari e macchina fotografica al collo. In mezzo a viuzze e anfratti paiono attoniti i suoi intensi occhi blu. Curiosa, ella li rivolge a destra e a manca: nel suo atteggiamento vige un non so che d’angoscia. Questo l’incipit di “Dietro le quinte” (Carthago Ed, €16), ultima fatica letteraria del dottor Giuseppe Crisafulli. In ognuna delle centotrentatre pagine si staglia l’imponente figura di un medico che scruta senza pietas tra le atipiche serpentine della psiche. L’autore è catanese, ha sessantasette anni e conosce i meccanismi che avviluppano l’anima alla mente. Da bravo psichiatra sa che presso gli antichi la parola “persona” indica la maschera indossata dall’attore durante le rappresentazioni teatrali. Ordunque rimane egli dietro le quinte mentre redige il suo diario di bordo; intanto, come grandi attori tragici, i pazienti entrano in scena in fila indiana. Portano addosso sofferte vicissitudini: piccoli tic, personalità istrioniche gonfie di magniloquenze, ipocondrie, disturbi dissociativi, depressioni. In questa galleria d’esuberanze -che è poi il teatro esistenziale- fa capolino una giovinetta che giura e spergiura di lavorare per i servizi segreti. Crisafulli la erge ad eroina e dai misteriosi procedimenti biochimici che sono alla base del suo comportamento quotidiano sgorga autentica letteratura. Di più: le cuce addosso un’intrigante storia avvinghiata a vicende di mafie e pentitismo tra le città della Trinacria d’Oriente. «Sembra un romanzo ma è un trattatello di Psichiatria» sostiene a ragione Tino Vittorio nella prefazione mentre illustra come e perchè lo studio di aspetti morbosi della personalità può diventar produzione letteraria. Leggi tutto…