In esclusiva per Letteratitudine, pubblichiamo un estratto del romanzo LA RESA, di Fernando Coratelli (Gaffi, 2013)
[domani pubblicheremo un intervento di Fernando Coratelli, che ci racconterà qualcosa sulle origini di questo romanzo]
La scheda del libro
“Milano è sotto attacco in quattro punti: la stazione, una piazza del centro, il quartiere finanziano, la questura. Terroristi uomini bomba raggiungono, credono, il Paradiso, lasciando sulla Terra morti e macerie. La pace è sempre più difficile della guerra. I quattro protagonisti sopravvivono, ma niente sarà come prima. Andrea ripensa a sua moglie, a suo figlio, li tradisce senza soluzione di continuità. E se ci riprovassero? Teresa, avvocato penalista, single infelice, resta ancora più vittima delle mille luci della città. E poi la coppia scoppiata del terzo potente romanzo di Fernando Coratelli. Tommaso detto Toma, alter ego dell’autore, perso dietro ideali e fanciulle. E Agata, una donna, una pietra. Detesta i percorsi lineari, se non c’è almeno una svolta al giorno nella sua vita, sta male. Tutto esplode? Lei progetta di partire con una Ong, rinunciare alla carriera – e all’amore? – per i derelitti. Il nuovo fondamentalista riluttante, la ricerca della felicità secondo una delle voci letterarie più brillanti. Ma si può cambiare il mondo o è meglio dichiarare ‘La resa’ e berci sopra?” (Annarita Briganti)
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Estratto del romanzo LA RESA, di Fernando Coratelli (Gaffi, 2013)
Nove e cinquantacinque incombe il silenzio. Nove e cinquantasei regna l’irreale. Nove e cinquantasette si accendono le prime sirene. Nove e cinquantotto la città è devitalizzata, gli occhi della gente paralizzati. Le linee telefoniche non danno segnale. Nove e cinquantanove arrivano le prime unità di crisi. Emergenza – è la parola d’ordine.
La polvere si deposita.
Dieci e zero-zero: il tempo scorre infischiandosene di tutto ciò che è successo.
Dieci e un minuto: al di là delle macerie, c’è chi non sa niente e ride, o chi si incontra per caso per strada, chi posta qualcosa su Facebook, chi twitta, chi guarda la televisione, chi lavora, chi muore per altro e chi nasce nonostante tutto.
Dieci e due minuti, Tommaso vaga alla ricerca di Mario Astolfi – in realtà non lo cerca, si guarda solo intorno.
Dieci e due minuti, Teresa guarda diritto davanti a sé. La gente che scappa dalla questura, quella che accorre passando davanti a lei. Ettore le è accanto ma nessuno dei due parla.
Dieci e due minuti, Agata continua a comporre numeri telefonici che non danno segni di vita. Si attacca a internet, il sito dell’Ansa non dà ancora notizie. Accende la tivù. Su “Sky ultim’ora” campeggia la prima timida scritta che avverte: “Ultim’ora: attentati terroristici a Milano”.
Dieci e due minuti, Andrea è fermo vicino a un pilastro all’interno del tunnel metropolitano di Centrale. Gli gira la testa.
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