In esclusiva per Letteratitudine, pubblichiamo la prefazione dell’antologia di racconti LA MORTE NUDA, curata da Simona Castiglione e Caterina Falconi (Galaad Edizioni, 2013 – pagg. 404 – euro 15)
Il libro
Come ripete il verso del corvo di Edgar Allan Poe, il suo gracchiante nevermore, ogni uomo convive con il sentimento del mai più, leit motiv che lo chiama a interrogarsi sul finis vitae, a immaginare l’appuntamento finale con “la signora vestita di nulla”. Ma misurarsi con la dipartita non è facile, a meno che non si provi a scandagliare gli abissi scrivendo storie, o ascoltandole. Non è forse narrando mille e una volta che si allontana la fine, in una notte lunga intessuta di parole? Ecco, allora, che la morte qui si fa bella, si denuda, si mostra, si svela in una danza, un velo dopo l’altro, un racconto dopo l’altro: in ventitré storie di autori italiani che hanno le tinte del poliziesco o del fantascientifico, che trascolorano nell’horror o virano verso il grottesco, in cui il sesso sfrenato si muta in magia nera e il terrore si ribalta in umorismo. Un’antologia irresistibile, un viaggio per accarezzare la morte nella sua nudità, per corteggiarne il profilo che si staglia netto all’orizzonte, come tratto del paesaggio in cui si muove il viandante quando costeggia la linea che lo separa dall’ultimo confine.
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La prefazione di LA MORTE NUDA, a cura di Simona Castiglione e Caterina Falconi (Galaad Edizioni)
di Simona Castiglione e Caterina Falconi
Quando si parla della morte si parla, soprattutto, della vita. Tale dialettica non è eludibile. Noi viventi, se non evitiamo l’argomento per motivi scaramantici, siamo spesso molto interessati al finis vitae, vogliamo conoscere le verità escatologiche e soteriologiche che quest’evento può racchiudere in sé. Siamo ansiosi di raccogliere informazioni su cosa avviene prima, durante e dopo (una tripartizione tipica della descrizione dell’atto amoroso, a riprova che eros e thanatos fanno coppia fissa).
Le curatrici de La morte nuda, Simona Castiglione e Caterina Falconi, hanno voluto trattare questa tematica non sub specie aeternitatis – per quello ci sono la filosofia, la poesia, la religione – ma con l’apparente leggerezza e con il comfort che offre la narrativa. Quest’antologia presenta una girandola di racconti noir, gialli, horror, esistenziali, fantascientifici, erotici, umoristici e così via. La prova cui ogni autore ha sottoposto se stesso è stata forzare i vincoli del genere letterario, per ottenere uno «squarcio nel velo di Maya» e intravvedere bagliori e riflessi della coscienza umana a cavallo fra la vita e la morte.L’intento che sta alla base della raccolta è che ogni scrittore e ogni lettore si senta – come scrive il filosofo Martin Heidegger – un «viandante diretto nelle vicinanze dell’essere». Dell’essere vivi, morti o a metà strada. Un viandante per definizione è sempre in cammino, non è giunto né può giungere alla meta, non ha dunque verità ultimative da comunicare e trasmettere: può soltanto indicare paesaggi sorprendenti, valichi inattesi, itinerari alternativi. Leggi tutto…