L’ULTIMO ANGOLO DI MONDO FINITO di Giovanni Agnoloni (Galaad)
di Massimo Maugeri
Ho seguito sin dall’inizio, e con grande piacere, la saga dei romanzi dedicati alla “Fine di Internet” dell’amico scrittore Giovanni Agnoloni. Eccoci giunti, dunque, al quarto appuntamento della nostra chiacchierata online, dopo quelli dedicati a: “Sentieri di notte”, “Partita di anime“ e “La casa degli anonimi“.
– Caro Giovanni, come accennavo nella premessa “L’ultimo angolo di mondo finito“, edito da Galaad, conclude la serie dei tuoi romanzi dedicati alla “Fine di Internet”. Un lavoro molto impegnativo che ti ha coinvolto nella stesura e nella successiva pubblicazione di ben quattro libri. Sei soddisfatto? I risultati raggiunti sono conformi alle tue aspettative?
Il lavoro è stato estremamente impegnativo, soprattutto per questo ultimo “atto”, nel quale ho dovuto tirare le fila di tutti gli eventi dei primi tre libri, e inoltre ho operato un salto di qualità letterario, cercando di infondere nelle voci dei personaggi (intendendo per queste anche quella del narratore, nelle parti in terza persona) un grado di maturità e profondità consonante con la ricchezza del percorso che avevano seguito fino ad ora. Sono perciò felice del risultato raggiunto, che dispiega l’intera gamma di risonanze e riferimenti che volevo sviluppare. Anche perché, sia pur con gli inevitabili rimandi, sono riuscito a inserire in ogni libro spiegazioni a sufficienza affinché il lettore possa leggere ciascun romanzo senza necessariamente conoscere già tutta la serie.
– Alcuni dei romanzi della serie, se non sbaglio, sono stati pubblicati (o sono in corso di pubblicazione) anche all’estero. Cosa puoi dirci da questo punto di vista?
Sì, il primo romanzo della serie, Sentieri di notte, è uscito in traduzione spagnola (Senderos de noche, Editorial El Barco Ebrio, 2014) e polacca (Ścieżki nocy, Wydawnictwo Serenissima, 2017), e attualmente è già pronta una versione inglese in attesa di pubblicazione. Inoltre, il secondo racconto di Partita di anime è uscito, per estratti, in olandese sulla rivista della Società Dante Alighieri di Utrecht. In particolare, durante il tour polacco di Ścieżki nocy del novembre 2016, che ha toccato alcune tra le principali sedi universitarie del paese (Varsavia, Łódź, Wrocław, Cracovia) e diverse librerie e caffè letterari, le manifestazioni d’interesse sono state notevolissime, soprattutto da parte di studenti interessati a scrivere le loro tesi di laurea o dottorato sulle tematiche evocate dal libro, e in parte riconducibili alla poetica del movimento connettivista.
– Entriamo nella storia di questo romanzo che chiude il ciclo della saga sforzandoci di non svelare troppo della trama. Direi di partire dalla citazione che hai scelto come epigrafe. È un breve brano tratto da “L’uomo eterno” di Chesterton. Lo riporto di seguito: “(…) in quella seconda caverna tutta la grande e gloriosa umanità, che noi chiamiamo antichità, era raccolta e racchiusa, e in quel luogo fu sepolta. Era la fine di quella grandissima cosa che si chiama storia umana: della storia che fu semplicemente umana. Le mitologie e le filosofie furono colà seppellite, insieme con gli dei e gli eroi e i sapienti. Secondo la grande parola romana, essi avevano vissuto. Ma come potevano vivere, così potevano morire; ed erano morti.” (G.K. Chesterton, L’uomo eterno, Rubbettino Editore, 2008, pag. 264, trad. Raffaello Ferruzzi). Perché hai scelto di citare questo brano in apertura del libro? Leggi tutto…