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L’ULTIMO ANGOLO DI MONDO FINITO di Giovanni Agnoloni (intervista all’autore)

https://giovanniag.files.wordpress.com/2017/02/lultimo-angolo-di-mondo-finito-copertina.jpgL’ULTIMO ANGOLO DI MONDO FINITO di Giovanni Agnoloni (Galaad)

di Massimo Maugeri

Ho seguito sin dall’inizio, e con grande piacere, la saga dei romanzi dedicati alla “Fine di Internet” dell’amico scrittore Giovanni Agnoloni. Eccoci giunti, dunque, al quarto appuntamento della nostra chiacchierata online, dopo quelli dedicati a: “Sentieri di notte”, “Partita di anime“ e “La casa degli anonimi“.

– Caro Giovanni, come accennavo nella premessa “L’ultimo angolo di mondo finito“, edito da Galaad, conclude la serie dei tuoi romanzi dedicati alla “Fine di Internet”. Un lavoro molto impegnativo che ti ha coinvolto nella stesura e nella successiva pubblicazione di ben quattro libri. Sei soddisfatto? I risultati raggiunti sono conformi alle tue aspettative?
Il lavoro è stato estremamente impegnativo, soprattutto per questo ultimo “atto”, nel quale ho dovuto tirare le fila di tutti gli eventi dei primi tre libri, e inoltre ho operato un salto di qualità letterario, cercando di infondere nelle voci dei personaggi (intendendo per queste anche quella del narratore, nelle parti in terza persona) un grado di maturità e profondità consonante con la ricchezza del percorso che avevano seguito fino ad ora. Sono perciò felice del risultato raggiunto, che dispiega l’intera gamma di risonanze e riferimenti che volevo sviluppare. Anche perché, sia pur con gli inevitabili rimandi, sono riuscito a inserire in ogni libro spiegazioni a sufficienza affinché il lettore possa leggere ciascun romanzo senza necessariamente conoscere già tutta la serie.

– Alcuni dei romanzi della serie, se non sbaglio, sono stati pubblicati (o sono in corso di pubblicazione) anche all’estero. Cosa puoi dirci da questo punto di vista?
Sì, il primo romanzo della serie, Sentieri di notte, è uscito in traduzione spagnola (Senderos de noche, Editorial El Barco Ebrio, 2014) e polacca (Ścieżki nocy, Wydawnictwo Serenissima, 2017), e attualmente è già pronta una versione inglese in attesa di pubblicazione. Inoltre, il secondo racconto di Partita di anime è uscito, per estratti, in olandese sulla rivista della Società Dante Alighieri di Utrecht. In particolare, durante il tour polacco di Ścieżki nocy del novembre 2016, che ha toccato alcune tra le principali sedi universitarie del paese (Varsavia, Łódź, Wrocław, Cracovia) e diverse librerie e caffè letterari, le manifestazioni d’interesse sono state notevolissime, soprattutto da parte di studenti interessati a scrivere le loro tesi di laurea o dottorato sulle tematiche evocate dal libro, e in parte riconducibili alla poetica del movimento connettivista.
Entriamo nella storia di questo romanzo che chiude il ciclo della saga sforzandoci di non svelare troppo della trama. Direi di partire dalla citazione che hai scelto come epigrafe. È un breve brano tratto da “L’uomo eterno” di Chesterton. Lo riporto di seguito: “(…) in quella seconda caverna tutta la grande e gloriosa umanità, che noi chiamiamo antichità, era raccolta e racchiusa, e in quel luogo fu sepolta. Era la fine di quella grandissima cosa che si chiama storia umana: della storia che fu semplicemente umana. Le mitologie e le filosofie furono colà seppellite, insieme con gli dei e gli eroi e i sapienti. Secondo la grande parola romana, essi avevano vissuto. Ma come potevano vivere, così potevano morire; ed erano morti.(G.K. Chesterton, L’uomo eterno, Rubbettino Editore, 2008, pag. 264, trad. Raffaello Ferruzzi). Perché hai scelto di citare questo brano in apertura del libro? Leggi tutto…

LA CASA DEGLI ANONIMI di Giovanni Agnoloni (intervista all’autore)

lacasadeglianonimiLA CASA DEGLI ANONIMI di Giovanni Agnoloni (Galaad Edizioni)

di Massimo Maugeri

Terzo appuntamento con Giovanni Agnoloni, dopo quelli relativi alle due precedenti pubblicazioni: “Sentieri di notte” e “Partita di anime“. Il nuovo romanzo (legato ai due precedenti) si intitola “La casa degli anonimi“.

– Giovanni, per prima cosa ti chiederei di spiegarci qual è il ruolo di questo nuovo libro rispetto al ciclo della “fine di Internet”?
La casa degli anonimi rappresenta il capitolo più intensamente avventuroso della serie della “fine di internet”, benché già in Sentieri di notte la componente d’azione avesse la sua importanza. Con il nuovo romanzo, si entra nel vivo di un’autentica cospirazione internazionale, ordita da un gruppo di sabotatori, gli “Anonimi” appunto (che si rifanno a, ma non sono, The Anonymous), i quali, nel 2027, estendono anche al Nord America e al Nord Africa il crollo di internet, avvenuto in Europa un anno e mezzo prima a seguito del tentato colpo di stato di una multinazionale informatico-energetica. Altri due macro-pezzi di Rete vengono così resi inattivi, stavolta come misura “preventiva” per evitare eventuali prese di posizione autoritarie anche in altre parti del mondo. Il risultato, comunque, è lo stesso: lo spaesamento generale. La gente (o per lo meno la stragrande maggioranza delle persone) non riesce più a orientarsi, perché è stata privata della “droga” dell’iperconnessione, della possibilità di sventolare come una bandiera alla finestra l’inconsistenza imbellettata della propria vita, rabbiosa perché frustrata dalla privazione di un sia pur illusorio palco virtuale dove sfogare il proprio bisogno di protagonismo. Ne derivano ostilità verso il prossimo e incapacità di comunicare, perfino adesso che non esistono più distrazioni provenienti da cellulari multifunzione o altri accessori tecnologici. In questo nuovo atto della serie della fine di internet emerge dunque un aspetto più marcato di osservazione della società, che in questo futuro prossimo in fondo non è molto diversa da quella del nostro presente. Inoltre, spicca in modo ancor più accentuato l’importanza dei protagonisti, che sono personaggi che non condividono la “temperie” dominante e cercano di seguire un percorso verso fuori da questa gabbia mentale – che vuole anche dire verso il profondo di sé e verso l’altro.

– Chi sono i protagonisti di questo nuovo capitolo della saga? E il ciclo avrà un ulteriore seguito o si conclude con questo romanzo? Leggi tutto…

SENTIERI DI NOTTE, di Giovanni Agnoloni (un brano del libro)

In esclusiva per Letteratitudine, pubblichiamo un brano tratto dal romanzo SENTIERI DI NOTTE, di Giovanni Agnoloni (Galaad, 2012 – pagg. 230 – euro 12)

Qui, l’intervista sul romanzo…

(da Sentieri di notte, di Giovanni Agnoloni, Galaad 2012, pagg. 19-23)

“All’inizio non successe nulla. L’effetto che l’infravisore produsse su di me fu quello di un paio di occhiali molto potenti. Riuscivo a vedere i contorni delle cose e i profili delle persone con una nitidezza assoluta. Era una sensazione di grande presenza, come se mi accorgessi del mondo per la prima volta.
Mi spinsi oltre il Wawel, isolato nella sua mole, e percorsi Ulica Kanoniczna sotto la tenue luce del crepuscolo. Poi svoltai in Ulica Grodzka, dove la gente conduceva meccanicamente le sue abitudini quotidiane nel tentativo di esorcizzare l’erosione di spazio in corso, e poco dopo raggiunsi il Rynek Główny, che aveva l’aria di un salotto abbandonato. Su un lato, il Fondaco dei Tessuti, elegante tenda gitana, ormai divenuto una stazione di confine. Sull’altro, la Basilica di Santa Maria, con le due torri diseguali.
Quello era il limite oltre il quale tutto cambiava.
Non c’era quasi nessuno, come se le persone evitassero di stazionare troppo a lungo in quello che pareva un campo militare prossimo a una frontiera pericolosa. Arrivai alla statua del poeta Adam Mickiewicz e mi ci appoggiai per osservare ciò che mi circondava. Dal campanile della Basilica un trombettiere stava suonando lo hejnał, la breve melodia mozza che veniva ripetuta ogni ora per ricordare un lontano assedio dei Tartari, sventato da una sentinella poi trafitta da una freccia. Lo sentii echeggiare per quattro volte, una per punto cardinale. La consuetudine era stata mantenuta, nella speranza che quel noto richiamo potesse servire da punto di riferimento per coloro che si smarrivano nelle periferie. Speranza vana, purtroppo. La città aveva perso, fino a quel momento, almeno un terzo dei suoi abitanti.
Fui colpito da un pensiero che mi lacerò il petto come una lama arroventata. Una volta avevo aspettato Leyla proprio in quel punto, per un appuntamento davanti alla libreria Empik. Lei non arrivava, e io avevo iniziato a preoccuparmi: aveva pure il telefono staccato. Poi, dopo un’ora, quando l’angoscia stava per prendere il sopravvento, l’avevo vista sbucare dal Fondaco dei Tessuti.
Oggi, invece, niente. Leggi tutto…

SENTIERI DI NOTTE: intervista a Giovanni Agnoloni

SENTIERI DI NOTTE, di Giovanni Agnoloni
Galaad, 2012 – pagg. 230 – euro 12

di Massimo Maugeri

È un romanzo molto particolare, questo di Giovanni Agnoloni: visionario e “avveniristico”. Ambientata nell’Europa del 2025 schiacciata dal peso della Macros (multinazionale informatica che da Berlino ha preso il potere privando il continente di internet e dell’energia), la storia di Agnoloni tratteggia le vicende dell’androide Luther e del programmatore cieco Christoph Krueger.
Ne parliamo con l’autore.

– Giovanni, solita domanda sulla genesi del libro. Come nasce “Sentieri di notte”? Da quale idea, necessità, o fonte di ispirazione?

È stata una genesi complessa. La primissima idea è stata del tutto occasionale, fermo restando che non credo nella casualità delle coincidenze. Ero fuori con un amico, Francesco Gori (co-fondatore di un blog con cui collaboro, www.postpopuli.it), a bere una birra in un bar all’aperto a Firenze. Ho alzato la testa e ho guardato il cielo notturno. Da qui l’idea della scena iniziale, che descrive il risveglio dell’androide Luther in una notte stellata. Questo risale a sei anni fa, più o meno. Poi ho raccolto altri spunti, che all’inizio dovevano essere dei racconti a sé, ma gradualmente hanno iniziato a “richiamarsi” tra loro, evidenziando filamenti d’interazione. E via via la trama mi si è manifestata. Certo, la brusca accelerazione (e il grosso del lavoro) è avvenuta nell’arco degli ultimi tre anni, dopo la tragica morte della mia fidanzata a fine 2009, che mi ha costretto ad affrontare il nodo del dolore, riflesso con evidenza in uno dei filoni narrativi del romanzo – che peraltro non è strettamente autobiografico.
Al di là di questo, i quattro filoni che compongono Sentieri di notte, e che vengono convergendo in un discorso unitario, sono figli di diversi aspetti della mia ricerca interiore, che da anni conduco sia come saggista (ne è testimonianza soprattutto Tolkien e Bach. Dalla terra di mezzo all’energia dei fiori, uscito sempre con Galaad nel 2011), sia come appassionato e studioso (oltre che paziente) di medicina naturale e spiritualità: si tratta di percorsi incentrati in particolare sulla psicologia del profondo di Carl Gustav Jung e sul concetto del Sé, del centro dell’identità, dove si annida il punto di contatto dell’uomo col Divino. Tendere a questo punto, prendendo progressivamente consapevolezza dell’Ombra per come si manifesta nella Ferita della vita, e quindi accedere alla Luce di cui siamo figli, è a mio avviso il senso ultimo della nostra esistenza terrena. È in questa ricerca che si rivela il nostro percorso. Proprio come mi si è rivelata la trama di Sentieri di notte.
Una menzione speciale va all’autore cubano Amir Valle, ottimo amico, del quale sono onorato di essere il traduttore italiano. Amir, che vive a Berlino, mi ha fatto conoscere dei luoghi della capitale tedesca che poi si sono rivelati decisivi per la costruzione del mio romanzo.

– Sappiamo che Luther è un androide che, in una notte del settembre 2025, si sveglia accanto al cadavere del suo creatore? Approfondiamo la conoscenza di questo personaggio. Chi è Luther?
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