25-3-2012/25-3-2013: Un anno dalla morte di Antonio Tabucchi. Ne parliamo con Gioia Pace, autrice di “Tabucchi e la categoria della memoria”.
di Simona Lo Iacono
Fantasmi a metà strada tra vita e oltremondo, ombre che parlano, danzano, invitano e ammiccano. L’immaginario di Tabucchi ripercorso con la lucidità dello studioso e la passione dello scrittore.
Questo è “Tabucchi e la categoria della memoria” (ed. Morrone), il saggio che Gioia Pace (nella foto in basso con Piero Angela), presidente della Dante di Siracusa, studiosa e cultrice sottile di Pirandello, D’Annunzio, Quasimodo, ha scritto per le nuove generazioni.
Un libro che non vuole “spiegare” Tabucchi, ma farlo vivere nella sua complessità, nelle discese ripide verso il sogno, svelandolo come interprete del tempo in cui viviamo, come poeta inquieto, malinconico, surreale.
– Gioia, oggi ricorre l’anniversario della morte di Tabucchi. Che valore ha porgere la lettura di questo narratore ai nostri ragazzi?
Senz’altro positivo, perché lo scrittore nelle sue pagine vuol dare messaggi carichi di valori al lettore e noi oggi abbiamo bisogno chi ci rieduchi ai valori.
– Tabucchi diceva: “ La letteratura è una forma di conoscenza che viaggia per strade tutte sue. Il fatto che coincida talvolta con la cosiddetta realtà non vuol dire che non abbia un’anima tutta sua”. La letteratura è quindi una strada che richiama con una voce personalissima e che incanta. I giovani sentono questa seduzione?
Sì, nonostante i frastuoni dell’informatica,di facebook, dei tablet e degli i-phone, perché la letteratura è storia, la nostra storia.
– Spesso i personaggi di Tabucchi vivono gli ultimi anni della propria vita, la città stessa decade e degrada verso il disfacimento, la morte è una soglia che si avvicina, e che si può quasi palpare. E’ una condizione in apparenza lontana dalla giovinezza, ma che – tuttavia – con il suo carico di fragilità, può avvicinare l’uomo alla fine della sua esistenza con chi è all’inizio del proprio percorso. Ciò che proponi, insomma, è una sorprendente vicinanza di Tabucchi alle nuove generazioni. E’ così?
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