Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: GIUSEPPE CATOZZELLA racconta il suo romanzo “Italiana” (Mondadori)
Con “Italiana”, Giuseppe Catozzella ha vinto il Premio Manzoni 2021
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di Giuseppe Catozzella
Credo di aver cominciato a scrivere Italiana da bambino, quando d’agosto nella grande casa di pietra dei miei nonni, al Sud, alla controra mia nonna mi raccontava a voce bassa, per non svegliare gli altri che riposavano, le storie del paese, della sua infanzia e di un’ava che aveva combattuto nei boschi e sulle montagne quella che lei chiamava guerra civile italiana, per lasciare a noi oggi, diceva, un paese più giusto. Il nome brigantessa lo usava raramente, io gliene chiedevo conto perché ne ero molto colpito, e come fanno i bambini lo ripetevo per saggiarne la pericolosità. Era una parola pericolosa infatti, da non pronunciare fuori casa, da tenere per la storia privata della famiglia. Certo non capivo tutto quello che mia nonna mi raccontava, però capivo benissimo lo strano luccichio dei suoi occhi, che contenevano un misto di vergogna e orgoglio. Solo dopo, negli anni, ho scoperto che quella misteriosa ava la guerra civile doveva averla persa. Quei racconti, così intimi e così privati, incidevano nella mia pelle la vera storia della mia famiglia: era la storia di una sconfitta. Poi, ma ero molto più grande, già al primo anno di Filosofia, ho scoperto la seconda storia di sconfitta iscritta nella genealogia familiare, e questa volta dall’altro lato, quello paterno. Un prozio, Gaetano Ambrico, che io vedevo a casa di mia nonna, era stato l’onorevole Ambrico, tra i fondatori della Democrazia Cristiana, uomo che suscitava in me uno strano effetto perturbante per essersi strappato alle origini contadine e aver preso quattro lauree. Incarnando la sinistra del suo partito era stato uno dei propugnatori dell’Inchiesta sulla miseria del primo parlamento italiano del secondo Dopoguerra. Leggi tutto…