“le siciliane” di Gaetano Savatteri (Laterza)
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Femmine di ferro e di fuoco
di Tea Ranno
Delle siciliane ormai si parla, e non solo in accostamento a realtà malavitose che le hanno fatte eroine del bene o del male; ci sono scrittrici, imprenditrici, registe, attrici, mediche, poete, poliziotte, avvocate, scienziate e via discorrendo: belle figure di donna che attirano su di loro fari di benevolenza, ammirazione e rispetto (nel senso più puro del termine). Ma, basta voltarsi indietro, guardare a un passato non troppo remoto, ed ecco che la Sicilia femmina appare come una nera massa indistinta: scialli, manti, grembiuli, ignoranza, analfabetismo, sottomissione a un capofamiglia – capobranco – che esercita indiscussamente la sua potestà. È come se la figlia femmina principale di Sicilia – la Muntagna – avesse sfiatato sopra le sorelle tanta di quella cenere da renderle, appunto, invisibili.
Non è così, noi siciliane lo sappiamo, ci conosciamo, sappiamo che da sempre siamo femmine di ferro e di fuoco, alimentate dalla linfa magmatica di quella sorella madre che è appunto Etna, e se ci sono stati tempi in cui l’esercizio della libertà era ostacolato da lacci, pastoie e remore, non è stato così per tutte, anzi, la leggenda, l’aneddotica, ma anche la storia – cose giuste – brulicano di questa effervescenza femminina che lo stereotipo ha però incoperchiato: nero, quindi, cenere, vita accupata, vita sottomessa, vita non vita… Così è, se vi pare, e arrivederci e baci. Leggi tutto…