TOMASI DI LAMPEDUSA E I LUOGHI DEL GATTOPARDO di Maria Antonietta Ferraloro (Pacini editore)
di Domenico Trischitta
Maria Antonietta Ferraloro, saggista siciliana, svela retroscena interessanti legati a “Il Gattopardo”, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, soprattutto al soggiorno nel 1943 di tre mesi dello scrittore a Ficarra, in quel momento teatro di battaglia tra i tedeschi in ritirata e le truppe angloamericane che avanzavano.
La ricerca dell’autrice parte dall’analisi di un passo memorabile del romanzo: “il cadavere di un giovane soldato del 5° Battaglione Cacciatori che, ferito nella zuffa di S. Lorenzo contro le squadre dei ribelli era venuto a morire, solo, sotto un albero di limone. Lo avevano trovato bocconi nel fitto trifoglio, il viso affondato nel sangue e nel vomito, le unghia confitte nella terra, coperto dai formiconi; e di sotto le bandoliere gl’intestini violacei avevano formato pozzanghera. Era stato Russo, il soprastante, a rinvenire quella cosa spezzata, a rivoltarla, a nascondere il volto col suo fazzolettone rosso, a ricacciare con un rametto le viscere dentro lo squarcio del ventre, a coprire poi la ferita con le falde verdi del cappottone; sputando continuamente per lo schifo, non proprio addosso ma assai vicino alla salma. Tutto con preoccupante perizia.”
Da qui un’originale e attenta ricerca che apre squarci inediti per capire meglio le motivazioni letterarie che hanno spinto Tomasi a scrivere questa storia, al suo rapporto con i luoghi attraversati in vita, dalla Villa dei cugini Piccolo alle campagne di Ficarra.
-Come parte questa ricerca? Leggi tutto…