Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: MARIA GRAZIA CALANDRONE racconta il suo romanzo “Splendi come vita” (Ponte alle Grazie), presentato all’edizione 2021 del Premio Strega da Franco Buffoni
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di Maria Grazia Calandrone
Avere una storia come la mia ed essere scrittrice significa sentirsi ripetere per anni «Perché non la scrivi?», significa avere più di una proposta editoriale per un’autobiografia da scrivere e significa, però, dover trovare il tono giusto per parlare di sé senza parlare di sé, perché la mia intenzione è sempre stata quella di adoperare la mia storia per raccontare una relazione universale o, più modestamente, almeno sociale.
Ho fatto un primo tentativo qualche anno fa, rimanendo calata nel mio punto di vista per raccontare i cambiamenti dell’Italia, in particolare di Roma, la mia città. Ma il risultato sembrava una copia addensata, mediterranea, dell’idea acuminata di Annie Ernaux. A Roma ci sono troppe ombre, l’aria è troppo profonda, occorreva più io, perché a Roma l’io è completamente superfluo, irrisorio, è una città che ha visto nascere, passare e morire troppe vite, per dolersi o gloriarsi davvero di una singola esistenza. Sotto gli occhi di Roma i nostri drammi sono molecole di un gran fiume vitale che da millenni attraversa l’essere, senza parola. A Roma cambiano peso e prospettiva dell’identità, la terza persona Ernaux non funziona, suona meccanica e artificiosa: qui il nostro io deve venire esposto, perché non ha importanza. Qui si tratta di dare il cattivo esempio. Leggi tutto…