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PREMIO VITTORINI 2020: vince Marta Barone

Marta Barone, con il suo romanzo “Città sommersa” (Bompiani), vince l’edizione 2020 del Premio Vittorini.

Sabato 12 settembre alle ore 19,30 la premiazione della scrittrice torinese nella Sala Ipostila del Castello Maniace di Siracusa

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[Invitiamo i lettori a gustarsi l’Autoracconto d’Autore, dedicato a “Città sommersa” che Marta Barone ha scritto per Letteratitudine]

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“Questa storia ha due inizi: almeno due, perché, come tutto quello che ha a che fare con la vita è sempre difficile stabile cosa cominci e quando […]”.
(Marta Barone)

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È dunque Marta Barone ad aggiudicarsi il Premio Elio Vittorini 2020, con il romanzo d’esordio “Città sommersa” edito da Bompiani già candidato al Premio Strega 2020.

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Una trama avvincente, su un padre quasi sconosciuto ed un passato da indagare, su uno scenario terroristico e la Torino degli anni settanta. Leggi tutto…

MARTA BARONE racconta CITTÀ SOMMERSA

Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: MARTA BARONE racconta il suo libro CITTÀ SOMMERSA (Bompiani). Libro candidato all’edizione 2020 del Premio Strega

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di Marta Barone

Città sommersaLa storia di come Città sommersa è nato è già dentro il libro. Un padre muore; una figlia non riesce ad attraversare il lutto per le troppe cose non dette e le lacerazioni rimaste aperte e in qualche modo lo lascia da parte, non riesce a guardarlo; un paio di anni dopo quella figlia, che si è trasferita in un’altra città dopo la laurea e che una volta scriveva e aveva pubblicato libri per ragazzi, ma è impantanata da anni in un silenzio fangoso, a cercare di scrivere un libro nato già morto perché basato su delle idee ma senza una storia, torna a casa e quasi per accidente ritrova la memoria difensiva su un processo per partecipazione a banda armata a cui suo padre è stato sottoposto negli anni ottanta. La figlia sa già, molto vagamente, del processo e del carcere: ma dentro quelle pagine, che sono solo un riassunto degli eventi – l’accusa è di aver curato, lui medico operaio, un ferito di Prima linea e di aver “quasi” visitato un’altra terrorista ferita tre anni dopo – si muove un personaggio sconosciuto, interessante, misterioso, che accende una miccia sepolta.
Ora io – che naturalmente sono quella figlia – desideravo sapere qualcosa di quel fantasma sfuggente: e così ho cominciato a cercare persone, a scoprire cose della sua militanza politica nell’estrema sinistra, da Valle Giulia alle lotte operaie e per la casa a Torino, dei suoi amori, delle sue amicizie, del suo bizzarro vagare, della sua generosità e delle sue scelte a volte incomprensibili, di eventi sconvolgenti che dovevano avergli cambiato per sempre la vita e di cui non sapevo nulla, e che mi costringevano a rileggere in una nuova chiave quasi tutto dell’uomo che avevo conosciuto, o creduto di conoscere. Leggi tutto…