VALERIO AIOLLI racconta il suo romanzo NERO ANANAS (Voland)
Libro candidato all’edizione 2019 del Premio Strega

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di Valerio Aiolli
Lo chiamavo “il romanzone”. Stava lì. In piccola parte steso su qualche decina di pagine. Virtuali, stampate, corrette, ristampate. In una parte un po’ più grande imprigionato in schemi cronologici e diacronici suddivisi in varie cartelle dai nomi strani. Stampati, corretti, ristampati… Stava in schede di personaggi, in ritagli di giornale. In pacchi di fogli alti trenta centimetri contenenti dispositivi di rinvio a giudizio o motivazioni di sentenze. Ma in gran parte, la parte assolutamente preponderante, stava nella mia testa. O nel mio cuore. O nel mio corpo. Insomma, dove stanno i romanzi quando esistono potenzialmente, come possibilità, ma ancora non sono stati scritti. E quindi, a pensarci meglio, è sbagliato dire che stava da qualche parte. Perché un romanzo esiste solo a partire dal momento in cui lo si scrive.
«Il concepimento è ben poca cosa in confronto al parto» ha scritto Philip Roth. «Intendo dire che, fino a quando non sono state assorbite in una strategia narrativa d’insieme, le mie “idee” […] non [sono] diverse da quelle di chiunque altro. Tutti hanno “idee” per romanzi, la metropolitana è piena di persone che si reggono alle maniglie rigirandosi per la testa idee per romanzi che non riusciranno mai a scrivere. Spesso anch’io sono una di loro».
Quindi per lunghi anni il romanzone “non stava” lì, mentre la strategia narrativa d’insieme che era necessaria a dargli vita veniva a poco a poco componendosi. Non riesco a contare le volte in cui ho pensato che non ce l’avrei mai fatta a finirlo. Leggi tutto…