Pubblichiamo il discorso integrale di NICOLA LAGIOIA (Direttore Editoriale Salone Internazionale del Libro) nell’ambito della presentazione ufficiale della XXX edizione del SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

di Nicola Lagioia
Direttore Editoriale Salone Internazionale del Libro
«Un’idea luminosa, con un pizzico di follia». Sono le parole che il grande poeta, premio Nobel, Iosif Brodskij pronunciò alla cerimonia inaugurale del primo Salone del Libro di Torino al Teatro Regio il 18 maggio del 1988. Il 18 maggio del 2017, quando la nuova edizione aprirà le porte, saranno trent’anni da allora.
Brodskij era nato a Leningrado ed era stato praticamente costretto ad abbandonare l’Unione Sovietica all’inizio degli anni Settanta. Mentre qui a Torino pronunciava quelle parole, il Muro di Berlino era ancora in piedi, ma lo sarebbe stato solo per poco.
Nel 1988 vengono pubblicate le Lezioni americane di Italo Calvino e I versetti satanici di Salman Rushdie. Gesualdo Bufalino vince il Premio Strega. Patty Smith cavalca l’onda lunga della new wave e i Public Enemy hanno già capito che, a più di 30 anni dall’impresa di Rosa Parks, razzismo e xenofobia sono cattive piante che il mondo non è ancora riuscito a estirpare da se stesso.
Nel 1988 c’era la prima edizione del Salone del Libro di Torino. Un anno dopo sarebbe praticamente finito il Novecento. Saremmo entrati nel cosiddetto sciopero degli eventi, quel lungo periodo (gli anni Novanta) durante il quale ci si illuse che, crollato il mondo diviso in due blocchi, la Storia fosse finita, e una lunga fase di pace, prosperità e fratellanza avrebbe attraversato il mondo.
Eppure, a Torino, al Salone del Libro, nel 1992 e 1996 arrivò per esempio lo scrittore Predrag Matvejevic, nato a Mostar, una città che testimoniava come anche negli anni Novanta, nel cuore dell’Europa, il lato più brutale della Storia continuava a fare la sua parte.
Il XXI secolo non è iniziato come ci aspettavamo avrebbe fatto. Viviamo una nuova età dell’ansia, che al proprio interno, da qualche parte, nasconde forse una nuova età della speranza.
Di questo per esempio, l’anno scorso, qui a Torino, al Salone del Libro, vennero a parlare due donne e pensatrici eccezionali, come il Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi e la scrittrice Premio Pulitzer Marilynne Robinson.
Non solo sembra passato molto tempo da quel lontano 1988, ma molte cose sono cambiate nel mondo persino rispetto all’anno scorso. Non c’è bisogno di un meterologo per sapere da che parte tira il vento», cantava Dylan in un pezzo di Bringing it All Back Home. «Ah, se l’amore per la disciplina facesse nascere il passo del soldato che non vince ma si ritira senza colpo ferire», potremmo idealmente rispondergli citando i versi di una delle più belle poesie di Amelia Rosselli.
Il Salone del Libro di Torino, dal 18 al 22 maggio 2017 proverà a farci capire – attraverso il mondo del libro – in che mondo, anzi in che mondi viviamo.
Sarà il Salone dei lettori e degli editori, italiani e stranieri. Leggi tutto…