Pubblichiamo un estratto del romanzo XXI SECOLO di Paolo Zardi (Neo edizioni) – tra i dodici libri selezionati per l’edizione 2015 del Premio Strega. Domattina Paolo Zardi ci racconterà il romanzo
La scheda del libro
In un imprecisato futuro del ventunesimo secolo, un uomo percorre le strade di un’Europa assediata dalla crisi e dalla povertà. Vende depuratori d’acqua porta a porta fissando appuntamenti da desolati centri commerciali. Ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e rigore avendo come unica ragione di vita sua moglie e i suoi due figli.
Che sia un’intera società ad essersi illusa o un singolo individuo, la forza d’urto di una certezza che crolla dipende da ciò che si è costruito sopra.
Guardando dritto negli occhi un Occidente in declino, Paolo Zardi racconta il tentativo struggente di un marito di capire quali verità possano nascondersi sotto le macerie delle proprie certezze, lo sforzo commovente di un padre di proteggere la sua famiglia quando tutto sembra franare.
Opera al contempo intima e universale, “XXI Secolo” è una domanda fondamentale sull’identità e sulla capacità dell’animo umano di sondarne le profondità più nascoste; è il tentativo di comprendere quale significato possano ancora avere, negli anni che ci attendono, la parola “amore” e le sue molteplici forme.
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Un estratto del romanzo XXI SECOLO di Paolo Zardi (Neo edizioni)
Cap. 9
A ben vedere, il mondo non era finito. Si era solo spostato da un’altra parte, più a est, più a sud. L’Occidente aveva esaurito la spinta propulsiva: persa l’ottusa ostinazione con cui aveva perseguito i suoi scopi, smarrita ogni attitudine alla razzia delle risorse altrui. Gli occidentali, semplicemente, non erano più il maschio alfa. Anzi, avevano preso a vergognarsi delle proprie origini. Era stato bello, finché i soldi non erano finiti. E allora mezzo miliardo di persone in sovrappeso, sprofondate da una settantina d’anni in un agio un po’ ridicolo – da tardo impero – si erano trovate, improvvisamente, a dover combattere per sfamarsi. Nessuna di loro sapeva più lottare. Uno studio cinese aveva dimostrato che i testicoli degli occidentali si stavano rimpicciolendo. Ora, per scendere in strada serviva un genere diverso di mammifero: più veloce, aggressivo, con denti aguzzi e artigli affilati. Nella battaglia per la sopravvivenza, si salvavano gli ucraini, i bulgari, i moldavi, i marocchini, qualche nige- riano – gente venuta su in una sorta di privazione atavica, già allenata alla lotta.
Poi c’era la religione. Il mese prima, un Testimone di Geova aveva assaltato una moschea. Da solo, di sera. Il novizio aveva tentato di appiccare fuoco al portone d’ingresso ma nella concitazione del momento la tanica di benzina gli si era rovesciata addosso. Uno dei musulmani, allora, gli aveva dato fuoco, quasi per scherzo. Il novizio non aveva urlato. Si era seduto a gambe incrociate e aveva bruciato in silenzio, come un bonzo. In morte, aveva conservato la dignità che in vita, forse, nessuno gli aveva mai riconosciuto. I musulmani erano stati a guardare perplessi, come fosse un insegnamento, come se in quell’odore di carne arrostita scorgessero il volere di Allah. A Roma, invece, un paio di anni prima, gli attivisti dell’UAAR avevano eretto un muro attorno alla statua di Giordano Bruno. La piantonavano giorno e notte. Si vociferava che la Curia avrebbe voluto sradicarla da Campo de’ Fiori e fonderla per estirparne il ricordo dall’umana memoria. E così, in tutta Italia, in tutto il mondo. Leggi tutto…