“Virità, femminile singolare-plurale”di Giusy Sciacca (Kalòs)
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di Emma Di Rao
Se l’isola di Sicilia è “la meravigliosa terra della fecondità e della floridità”, come si legge nell’Introduzione di “Virità” di Giusy Sciacca, edito da Kalòs, anche le parole cui l’autrice ricorre per veicolare tale immagine risultano altrettanto feconde di promesse e floride di traboccante bellezza. E l’isola diviene così la splendida cornice in cui vengono incastonati gli struggenti monologhi ai quali venti personaggi femminili affidano le loro verità. Pronunciate con estremo coraggio e sottratte a una trama più ampia ed oscura, quelle piccolissime schegge di verità, quelle particelle minimali di vita, divengono simili a meteore che attraversano l’orizzonte informe dell’insignificanza, accendendolo di luce.
Ognuna delle figure che affollano le pagine di “Virità” nutre infatti un unico, irrinunciabile desiderio: condensare l’arco temporale della propria esistenza in un momento rivelatore, in un palpito segreto, che la emancipi dai ferrei vincoli imposti dall’apparenza o da un’anonima collettività. Mormorare con un filo di voce o gridare a perdifiato la propria verità è anche riconquista di un modo d’essere autentico e ancora intatto, troppo a lungo sepolto sotto la coltre dell’ignoranza e del pregiudizio. Leggi tutto…