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CRESCIUTI ALL’OMBRA DEL KAZOO di Giuseppe Lissandrello (Apalos)

giugno 11, 2024

“Cresciuti all’ombra del kazoo” di Giuseppe Lissandrello (Apalos)

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Il docu romanzo o semplicemente un saggio emotivo “Cresciuti all’ombra del Kazoo” apalos editore è l’ultima creazione dello psicologo /scrittore Giuseppe Lissandrello. Dopo il taccuino dell’amante dove esplora l’amore, questa volta esplora i sentimenti umani facendo un omaggio flow al maestro Paolo Conte. Il testo è una narrazione, dalla sua giovinezza all’età adulta, accompagnata dalle canzoni di Paolo Conte. Nella prima parte è un romanzo di formazione. Nella seconda parte lo psicologo si sostituisce allo scrittore e analizza come un flusso di coscienza le dieci canzoni più significative per lui. Senza seguire una logica l’autore fluttua fra le suggestioni contiane e le esalta con l’intento di ringraziarlo e farlo conoscere ai lettori più giovani. L’ultima parte è una cronaca del concerto a piazza San Marco e una sua visione originale di Venezia. Lissandrello continua con il suo stile altalenante fra un crudo realismo Bukowskiano ad un lirismo delicato come il solletico di una piuma. Mette alla prova il lettore facendolo girare sembra quasi senza meta poi se si è più attenti il fil rouge c’è ma è distratto dalla spirale dei racconti. Solo alla fine si scoprirà il vero motivo di questa sua esperienza. Lissandrello non racconta solo storie ma regala la possibilità di fare un’esperienza umana un confronto di sogni e fragilità. Di coraggio ed incoscienza. Di razionalità e sensualità. I suo scritti vanno bene per tutti perché si leggono facilmente ma come è suo solito fare nasconde citazioni coltissime ed originali. Sfidando il lettore a scoprirle. Questa volta è aiutato dagli straordinari testi di Conte. Altra chicca è l’omaggio a Milan Kundera che si congeda dal mondo due giorni dopo il concerto ma quando Lissandrello scrive la prima parte non lo può sapere. La gratitudine è il sentimento che permea questo elaborato in varie forme. In primo luogo alla musica e ai musicisti angeli e demoni per gli adolescenti. Lo psicologo ne approfitta per dare consigli su come vivere bene senza farlo. Non è il classico romanzo. Il registro è sempre quello minimalista Carveriano e di John Fante. Di Kerome J.Kerome e anche di un Federico De Maria poco conosciuto al pubblico. Si può comunque leggere sotto l’ombrellone. Lissandrello si legge perché ti stimola continuamente riflessioni mentre si legge la sua storia ogni lettore è indotto a scrivere la sua. A CERCARE le sue emozioni e prenderne consapevolezza. In questo lavoro ha voluto la collaborazione di due prefazioni e di un caricaturista. La sua filosofia e la sua filantropia basata sul concetto di sinergia lo “costringe a condividere” la bellezza delle parole del maestro. La professoressa Flora Salveti che lo ha presentato al Salone del libro a Torino ha affermato che è “tanta roba” lasciamo ai lettori la responsabilità di condividere l’affermazione o dissentire.

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Ho ricordato e riflettuto su quei testi in un modo libero. Con il duplice scopo di condividere un’esperienza con gli altri seguaci del Maestro e far conoscere in modo semplice un genio della musica italiana a chi, più giovane, non ha chiaro il genio e l’estro musicale di Paolo Conte. In questi mesi molte sono state le manifestazioni di affetto nei suoi confronti. Fra docu-film, riconoscimenti accademici, blog su Facebook. Ho voluto fare quello che mi viene più semplice pubblicare un “docu-racconto emotivo e cognitivo”. Ho visto il docufilm su Netflix e quello uscito al cinema questo inverno (il concerto alla Scala di Milano e trasmesso anche su Rai 3). I grandi artisti che parlano di lui, che lo conoscono e lo hanno frequentato, potrebbero descriverlo meglio. Cosa potrei scrivere di meglio su di lui così lontanamente vicino? Questo libricino vuole essere solo un omaggio alla sua arte, con funzione paideutica, uno sciroppo che calma la tosse dell’ignoranza da parte di un semplice amante delle sue canzoni.” In questa narrazione ho voluto fare una revisione romanzata di 30 anni della mia vita attraverso le canzoni di Paolo Conte che mi hanno accompagnato. Anche nella crudità di alcuni passaggi poetici: con quella faccia un po’così [le facce un po’ così mi fanno venire in mente anche Drupi e Franco Califano!] quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a Genova che ben sicuri noi non siamo che quel posto dove andiamo non c’inghiotta e non torniamo più.

“…Ho ricordato e riflettuto su quei testi in un modo libero. Con il duplice scopo di condividere un’esperienza con gli altri seguaci del Maestro e far conoscere in modo semplice un genio della musica italiana a chi, più giovane, non ha chiaro il genio e l’estro musicale di Paolo Conte. In questi mesi molte sono state le manifestazioni di affetto nei suoi confronti. Fra docu-film, riconoscimenti accademici, blog su Facebook. Ho voluto fare quello che mi viene più semplice pubblicare un “docu-racconto emotivo e cognitivo”. Ho visto il docufilm su Netflix e quello uscito al cinema questo inverno (il concerto alla Scala di Milano e trasmesso anche su Rai 3). I grandi artisti che parlano di lui, che lo conoscono e lo hanno frequentato, potrebbero descriverlo meglio. Cosa potrei scrivere di meglio su di lui così lontanamente vicino? Questo libricino vuole essere solo un omaggio alla sua arte, con funzione paideutica, uno sciroppo che calma la tosse dell’ignoranza da parte di un semplice amante delle sue canzoni.”

“…Paolo Conte per me è il vestito buono che si indossa solo nelle occasioni speciali. Lo smoking ed i gemelli con il brillante, la camicia bianca di cotone misto seta. Le scarpe nere di vernice lucida. Il calzino lungo di filo di Scozia. Non lo puoi indossare nella vita di tutti i giorni. Ma la consapevolezza di averlo in armadio ti fa stare diverso anche dentro i jeans.”

“…La fisarmonica di Stradella e la Topolino amaranto due momenti di costume e di denuncia dove si descrive la relazione tra uomo e donna in automobile. L’automobile soprattutto nei giovani anni degli ardori è stata la prima casa. Dentro una scatola di latta abbiamo goduto le prime scoperte del sesso. Non voglio fare il figo ma una delle prime volte che potei sfilare uno slip raffinato, ancora i perizoma si usavano solo a Copacabana, ero su una Diane, automobile mito di quegli anni, era già retrò ma insieme al maggiolone suscitava un fascino sempiterno. Ma anche la 500 e la 126 e la 127 e poi la ritmo e la panda e la punto. Quelli poveri giusti. Poi c’erano quelli con le Mercedes e le Audi e le BMW dei papà e quelli sicuro non hanno mai fatto l’amore ascoltando Paolo Conte. Se vi dicessi che alternavo Jim Morrison a Paolo Conte mi credereste?…Light myfire a Boogie

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