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FOCUS su… INTERZONA collana diretta da Orazio Labbate

giugno 12, 2024

INTERZONA collana diretta da Orazio Labbate per Polidoro Editore

interzona polidoro

Interzona, collana diretta da Orazio Labbate, è uno speciale territorio finzionale, uno spazio di esplorazione, di libertà letteraria e di grande forza autoriale nel quale le scrittrici e gli scrittori possono esprimere le loro unicità e potenzialità, senza per questo tradire la materia letteraria.

Abbiamo chiesto a Orazio Labbate di raccontarci qualcosa sugli obiettivi della collana. A seguire, un approfondimento su due titoli della collana con gli interventi dei rispettivi autori: “Setole” di Hilary Tiscione e “Nero celeste” di Enrico Sibilla.

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«”Interzona, la collana di narrativa italiana che dirigo dal 2023 per Polidoro editore, è uno speciale territorio finzionale e transmediale, che presto si aprirà al cinema e ai videogiochi», ha detto Orazio Labbate a Letteratitudine.
https://64.media.tumblr.com/7bb831a9a9a8dcbc4c0a99e9b6fc32a9/31e96cb9b2c85a77-eb/s1280x1920/dbce5565a9659ce79212c4e1cf25b995976374ad.jpg«Si tratta di uno spazio di esplorazione narrativa, di libertà letteraria e di grande forza autoriale nel quale le scrittrici e gli scrittori possono esprimere le loro unicità e potenzialità di scrittura, senza per questo tradire la storia.
La libertà di genere del romanzo, del contenitore narrativo prescelto, della visione più articolata e dell’immagine fantasmagorica esprimibile, senza alcuna paura del limite linguistico e strutturale. Questa è interzona. Che non vuole bloccare il libro nella sua dimensione statica o di tensione onirica alla lettura. Vuole trasformarlo, grazie a se stesso e a partire da esso, in nuovo media di uguale qualità percettiva. Dal 2025 vi annunceremo, infatti, una nuova articolazione, costola pregiata, di interzona. Perché l’obiettivo di Polidoro è quello di estendere la sua visione, la sua identità, il suo brand verso la transmedialità.

I due titoli più recenti di interzona sono Setole Nero celeste rispettivamente di Tiscione e Sibilla.
Setole di Hilary TiscioneNero celeste Enrico SibillaDi Setole posso dire, con assoluta sicurezza, che con una lingua vorticosa e fenomenica, Tiscione ritorna con ulteriore maturità al romanzo dopo l’esordio, Liquefatto, per dare vita a un’opera che sembra richiamare il ritmo masticato, filosofico e acidamente lirico di Nabokov, di Ellis, la lingua inventiva e succosa, come un chewing gum, di Manganelli. Setole desidera, pertanto, rinnovare la poetica cinematografica delle solitudini avanzata da un film cult come Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola.
Pertanto ci troviamo al cospetto di un romanzo che inietta stupefazione, che si sviluppa come un vero e proprio film letterario. Dal linguaggio alla struttura, la scrittura è raffinata come quella di una pellicola accurata con la migliore sceneggiatura.

Di Nero celeste che è, senza ombra di dubbio, un’opera incantatoria, un’innovativa creazione di molteplici e quadridimensionali spazi narrativi. Sibilla erige un incredibile romanzo-cattedrale, di fantascienza teologica, che oltrepassa gli stessi confini di genere, della storia, per plasmare un jack-in-the-box letterario fuori dai canoni. Ricorda, per lingua e immaginario, Body Art di Don DeLillo, nonché la fisica di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
Si tratta di un vorticoso e tempestoso romanzo-mondo in cui il potere lirico di Sibilla diventa quasi biblico, ma di un blibismo stilistico, il suo, mai stucchevole anzi originale, ragionato, accurato, che contorce menti, fede e interpretazione dei valori umani.

Da settembre a dicembre escono invece i nuovi romanzi di autori e autrici del calibro di Emanuele Tonon, Monica Pareschi e Paolo Sortino. Testimonianza di come le loro rare scritture credano in una collana devota alla più trasversale letterarietà. E posso assicurarvi che si tratta di opere di grande originalità e di elevata intensità stilistica nonché narrativa. Opere abissali che non fanno sconti spirituali.»

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Approfondimento su “Setole” di Hilary Tiscione, con intervento dell’autrice…

Setole di Hilary Tiscione

«“Setole nasce da un’immagine, si serve di un paesaggio che mi è arrivato alla mente mentre scrivevo un racconto che per scelta non ho mai pubblicato. In quel periodo mi veniva a cercare nella mia immaginazione questo luogo iridescente e apparentemente insonnolito, stregato dal cielo del mese di agosto, in una zona lussureggiante delle Hawai. L’enorme villa, immersa nelle colline di Maui, è protagonista e testimone delle giornate di Cino, Mira, Lena e Rocco che vivono come imprigionati nelle loro inquietudini, ognuno appartato con le proprie sofferenze, tutti circondati dalla vigoria di un parco fiorito dove però si respira un clima che fluttua dall’assoluta quiete alla tensione più pungente. Mira se ne sta nella sua camera da letto per giorni; Lena si allontana sola sul tetto a fumare; Rocco abita in una dépendance; Cino vive appartato al piano terra.
Mi sono dedicata molto alla definizione dei personaggi, ho preso contatto con loro con curiosità. Ho avuto bisogno di tempo perché prendessero forma nella mia fantasia, quando qualcuno entra nella tua vita ci vuole tempo per fiutarsi, intendersi, affezionarsi. Questo è successo in modo particolare con un personaggio di cui ho sperimentato l’assenza. Si chiama Al. Scrivere di qualcuno che non c’è, è una grande prova per se stessi. La lontananza necessita di una cura e un rispetto ancora maggiori.
Il ragionamento che ho fatto per la struttura, invece, ha avuto un approccio più essenziale, la funzione primaria di una struttura dove ogni capitolo è un giorno del mese mi è servita per darmi un confine netto così che potessi sfruttare quella sorta di “contenitore” senza troppo curarmi dell’andamento esteso del tempo, l’idea di contenerlo in periodi brevi (certi capitoli fanno riferimenti solo ad alcune ore della giornata) mi ha permesso di concentrarmi di più sull’uso della lingua, di grande supporto alla dedizione nei confronti delle immagini, curate nel più piccolo dettaglio. Mi piace molto esaminare certe vicissitudini da vicino, metterle a fuoco, non volevo che il tempo fosse troppo dilatato. La cura dei dettagli per me è essenziale, credo fortemente che le storie restino più per certi dettagli che fanno grandi le circostanze; il dettaglio raggiunge un’estensione che le realtà munite di congenita grandezza, non possono raggiungere.»

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Approfondimento su “Nero celeste” di Enrico Sibilla, con intervento dell’autore…

Nero celeste Enrico Sibilla

«”In un tempo finale che è ogni tempo e dunque forse anche il nostro, ogni venerdì l’ultimo Pontefice, anziano e deforme, raggiunge la camera lacrimatoria, la sagrestia della Cappella Sistina. Qui, assistito dall’affettuoso aiutante di camera Florentin, l’uomo si libera faticosamente di paramenti e vestiti e, nudo e solo, scende in una gigantesca grotta in cui è segretamente custodito un buco nero. Parte da qui la vicenda di Nero celeste che, raccontando momenti e personaggi distanti nel tempo e  apparentemente non correlati (“colui che è tutti gli Adolf Hitler”, un pilota aerospaziale alla ricerca di Dio, l’Intelligenza emersa dalle macchine, una bambina costretta in un polmone d’acciaio, la prima scimmia astronauta, la “mummia più bella del mondo” e la sua ultima custode umana), affronta in realtà una vicenda personale molto dolorosa e terrestre: il suicidio di una persona cara. Anziché trattare quel gesto e le sue conseguenze in modo diretto, il libro assume piuttosto la forma di una storia di fantascienza teologica, i cui numerosi duelli tra Bene relativo e Male relativo sono il tentativo di sfondare il confine tra piano materiale e metafisico. Non per trovare una pace che non è possibile trovare, né per dare una spiegazione che non si può dare. Ma per generare un tempo fermo in cui tutto può ancora esistere insieme, un punto sacro nell’imperfezione umana da cui “filtra una pace che non conosciamo”.»

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