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IL CARNEVALE DEGLI ADULTI, di Christiana de Caldas Brito

marzo 3, 2014

La scrittrice e psicoterapeuta Christiana de Caldas Brito, residente in Italia, ci offre un suo racconto sul Carnevale. In collegamento con il forum UN CARNEVALE DA RACCONTARE, su LetteratitudineBlog

 

IL CARNEVALE DEGLI ADULTI

di Christiana de Caldas Brito

Noi, bambini, avevamo la nostra festa di carnevale nel giardino di casa. Mamma ci raccomandava di non andare oltre il cancello che portava in strada, luogo di rischi e pericoli. La balia diceva che qualcuno avrebbe potuto portarci via. Ma fuori, sulla strada, c’era il carnevale vero, non quello dei bambini. Chi erano quei mascherati che noi, piccoli, non potevamo avvicinare? Per saperlo, sarebbe bastata una sbirciata dal cancello. La babà si distraeva facilmente nel correre dietro a mia sorella più piccola.
In uno di quei momenti, decisi di guardare al di là del cancello. Volevo conoscere il carnevale degli adulti.
I miei ricci saltavano in testa mentre mi allontanavo a passi rapidi dal regno sicuro, conosciuto, per esplorare il mondo degli adulti, pieno di insidie.
Non volevo disubbidire, volevo solo dare una sbirciata oltre il cancello. Sarei tornata subito a giocare con gli altri bambini.
Il cancello mi invitava. “Come,” sembrava dirmi, “non vieni a guardare cosa riservo a quelli che osano?”
Feci una corsa. Saranno stati cinquanta metri, ma la strada sembrava molto più lunga. Un po’ perché ero piccola, un po’ perché quella strada era fatta dal desiderio di quello che non poteva offrirmi il carnevale dei bambini.
Infilai i piedi su una delle assi di ferro del cancello, pronta a guardare fuori, pronta a conoscere quello che gli adulti mi impedivano di vedere.
Con audacia mi sporsi in avanti. Oh, no! Il terrore mi aveva paralizzata. Nella mia direzione, si avvicinava il diavolo. Sì, proprio lui!
Una persona adulta non avrebbe visto che un uomo mascherato, ma la bambina di quattro anni vide il diavolo stesso che saltava su di lei, per portarla via, come aveva predetto la balia.
Cos’altro aspettava un diavolo carnevalesco se non una bambina impaurita? Le sue brutte boccacce e le contorsioni della sua faccia hanno plasmato la mia memoria. In quell’attimo, vedendolo, ho pensato che non valeva la pena disubbidire agli adulti, che loro avevano ragione, che il prezzo dell’audacia era troppo alto. Non sarà stato questo l’effetto più demoniaco di quell’apparizione nel lontano carnevale carioca?
Mi ci son voluti alcuni anni per capire che a me la figura del diavolo, prima o poi, e con maschere diverse, si sarebbe presentata comunque. Non una ma tante volte. In me e fuori di me.
Quei cinquanta metri, dal fondo del giardino fino al cancello, sono stati la mia strada per scoprire la diversità. Al ritorno dal cancello, non esisteva più il piccolo Eden che era il giardino di casa mia.

* * *

Christiana de Caldas Brito MisciaChristiana de Caldas Brito, scrittrice e psicoterapeuta, nata a Rio de Janeiro, si laurea in Filosofia in Brasile. Viene in Italia con una borsa di studio. Si laurea in Psicologia all’Università.”La Sapienza” di Roma. In Italia pubblica due libri di racconti, un libro per l’infanzia, un romanzo 500 Temporali ambientato in una favela di Rio e un manuale-guida per la stesura di un racconto. Conduce laboratori di scrittura creativa. Diplomata nella Scuola di Arte Drammatica di San Paolo (Brasile) scrive anche per il teatro, Un brano di un suo testo letterario ha fatto parte di una delle tracce dell’esame di maturità in Italia, nell’anno 2006. Il suo romanzo 500 Temporali è stato tradotto e pubblicato in Brasile. Alla prossima Fiera del Libro per ragazzi, a Bologna, sarà presente un suo testo per ragazzi La bambina bianca e il punto nero in italiano e in portoghese (due pubblicazioni diverse).

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