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Renzo il torbido

marzo 28, 2017

Tanti auguri da parte di Letteratitudine al cantautore siciliano Francesco Foti in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo: “Renzo il torbido”

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Un brano musicale a sfondo letterario. Una rilettura in chiave moderna dei Promessi Sposi. Di seguito, proponiamo il Videoclip Ufficiale, scritto e diretto dal regista Vladimir Di Prima

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Francesco Foti è un cantautore originale nel suo genere. Il suo singolo d’esordio “L’uomo nero” (2013) è una ninna nanna di speranza per i diritti dei bambini che è arrivata all’anima del pubblico che ha così imparato ad amare la sua musica. Dopo aver scritto anche per altri cantanti italiani, tra cui Alessandro Canino, pubblica il suo secondo singolo “Tàn Tàn Tàn” (2016), che manifesta il suo lato Rock, miscelando alla sua rinomata ironia un tocco di Noir per denunciare i mali dei nostri tempi (il Videoclip Ufficiale, per la regia di Vladimir Di Prima, ha superato le 75.000 visualizzazioni organiche su YouTube).
A distanza di un anno, torna sulla scena musicale internazionale con “Renzo il torbido”. Nell’aridità retorica della tecnologia, del paradosso dell’incomunicabilità al tempo del tutto e subito, una tenera favola nell’incantevole cornice di Taormina. L’a-social Renzo, considerato “torbido” per via del suo smarrimento in una società che sembra rifiutarlo, corre lungo le piste del cuore alla ricerca della sua amata Lucia. Una rilettura dei Promessi Sposi, in chiave moderna, per questo nuovo lavoro di Francesco Foti.
Il singolo è accompagnato dal Videoclip Ufficiale, scritto e diretto dal regista Vladimir Di Prima, con la partecipazione straordinaria del duo comico internazionale Dandy Danno & Diva G.

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Il commento di Vladimir Di Prima: regista del video

di Vladimir Di Prima

Immagine del profilo di Vladimir Di Prima, L'immagine può contenere: 2 persone, pianta e spazio all'apertoSono molto felice di aver avuto la possibilità di dirigere per la seconda volta Francesco Foti. “Renzo il torbido” non era un pezzo registicamente semplice; bisognava trovare un ritmo interno che, attraverso le immagini, andasse dietro al sound. Su questo abbiamo ragionato molto. La storia poi, ovvero il messaggio contenuto nel testo della canzone, dipingeva un personaggio bizzarro, a volte persino disconnesso dalla realtà; così si è pensato di “guastare” le immagini con ciò che scherzosamente abbiamo ribattezzato “terremotini”. L’idea era essenzialmente quella di trasfigurare in maniera analogica un possibile falso contatto della mente. Un effetto disturbato e disturbante. Non è stata neppure subitanea la scelta del colore: Taormina in quei giorni era un’esplosione di luce e lasciando la naturale vividezza avremmo reso meno quel senso di distacco necessario proprio del linguaggio cinematografico. Così abbiamo ritenuto opportuno spostare tutto sul registro della favola, adoperando una gradazione sul pastello. Con pochissime risorse a disposizione abbiamo fatto il massimo di quanto era nelle nostre possibilità e questo ci rende ulteriormente orgogliosi del lavoro portato a casa. Eccezionali poi tutti gli attori e le comparse che con pazienza e attenzione hanno eseguito tutte le istruzioni. Auguro a Francesco una definitiva consacrazione, sperando nel mio piccolo di aver in parte contribuito a divulgare il suo notevole talento.

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