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I VINCITORI DEL PREMIO BRANCATI 2014

settembre 11, 2014

I VINCITORI DEL PREMIO BRANCATI 2014: il 21 settembre, la premiazione

La Giuria del “Premio Letterario Brancati – Zafferana” ed. 2014, ha proclamato i seguenti vincitori:

Bella mia.SEZIONE NARRATIVA
Donatella Di Pietrantonio – Bella mia – Elliot

La storia di una donna che si ritrova a improvvisarsi madre, nonostante quell’idea di sé fosse stata abbandonata da tempo, con un adolescente taciturno e scontroso. E ciò che succede alla protagonista e io narrante di questo romanzo, quando la sorella gemella, che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto de L’Aquila. Il figlio Marco viene affidato in un primo tempo al padre, che però non sa come occuparsene. Prendersi cura del ragazzo spetta dunque a lei e alla madre anziana, trasferite nelle C.A.S.E. provvisorie del dopo-sisma. Da allora il tempo trascorre in un lento e tortuoso processo di adattamento reciproco, durante il quale ognuno deve affrontare il trauma del presente, facendo i conti con il passato. Ed è proprio nella nostalgia dei ricordi, nei piccoli gesti gentili o nelle attenzioni di un uomo speciale, che può nascondersi l’occasione di una possibile rinascita.

 

Delitto e perdono. La pena di morte nell'orizzonte mentale dell'Europa cristiana. XIV-XVIII secoloSEZIONE SAGGISTICA
Adriano Prosperi – Delitto e perdono – Einaudi

Come ogni dramma teatrale, ciò che manteneva alta la tensione degli spettatori era l’incertezza dell’esito. Erano in gioco due vite, quella del corpo e quella dell’anima e tutte e due rimanevano in pericolo fino alla fine: una fine che si prolungava oltre l’esecuzione, quando il corpo rimaneva esposto alla folla, talvolta squartato e infilzato sulle picche talvolta pendente dalla forca, talvolta ancora “sparato” dai chirurghi nel rito della “notomia” pubblica. La sorte del corpo e quella dell’anima entrarono a far parte dei dialoghi che si svolsero tra il condannato e la folla per incanalarsi poi all’interno del confronto tra il condannato e gli esperti nell’arte del conforto, i membri di confraternite che si specializzarono in questa funzione e che, fiorite inizialmente nell’Italia centrosettentrionale fra Trecento e Quattrocento, si diffusero in seguito in tutta Europa.

 

Tersa morteSEZIONE POESIA
Mario Benedetti – Tersa morte – Mondadori

In questo libro testimoniale, Mario Benedetti sembra volerci dire, con la sua sensibilissima e concreta parola, che una luce piana e discreta, una luce di umana verità, vive, sempre, anche nel dolore, nel senso acuto della perdita, nell’osservazione diretta o nel presagio stesso della morte. Utilizza elementi di un’esperienza personale radicata in luoghi e figure di una realtà intima e familiare, e li fa vibrare, nella loro semplicità materica e opaca, oltre i confini naturali, come emblemi vissuti di una condizione umana universale. Istituisce l’immagine di un suo doppio, di un sosia coinvolto nella cronaca infelice che si porta via nel tempo, o in un breve tempo, o in un tempo che è comunque sempre troppo breve, gli esseri umani che incarnavano i suoi maggiori legami affettivi, come la madie, il padre e un fratello, e riconduce tutto a un quadro di umile autenticità in cui si “impara a vivere poveramente”, in cui il primo attore o sosia riesce, o vi è costretto da necessità, a “vedere nuda la vita”. Nei suoi tremori, nei suoi umori cupi o risentiti, nella malinconia che lo pervade, pronuncia parole di saggezza persuasiva, di sofferta accettazione, affermando a malincuore che è comunque “giusto che io non veda questo mai più”. Il dissolversi delle umane cose implica, inevitabilmente, anche il loro allontanarsi nel già stato, nel passato, della morte, e dunque, anche, “evapora il morire”, mentre intorno l’inerzia dell’esistere prosegue il suo cammino nel “continuo affaccendarsi”.

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E la colpa rimaneSegnalazione speciale della Giuria “Stefano Giovanardi”per la raccolta di poesie “E la colpa rimane” di Paolo Lisi, casa editrice Passigli.

“… Uno dei cardini poetici di ‘E la colpa rimane’ risiede nell’incombenza allusiva a un pregresso, a un passato in contrapposizione a un divenire (‘quando tutto è ormai stato’ recita il titolo di una sezione), evidenziato sin dalla congiunzione ‘e’ che inaugura il titolo e che riporta con immediatezza il lettore a un vissuto, anche esistenziale se si vuole, ma di primo impatto definibile quasi come generazionale… Il poeta, nel suo continuo interrogarsi, sempre sostenuto con levità sul pedale dell’autoironia e della leggerezza, sembra ormai aver ‘preso le distanze’, aver ‘sconfinato verso un dove / che non misura i passi’. In altre parole è andato oltre se stesso dopo aver ‘capovolto la clessidra / e guardato gli anni / tuffarsi / nel tonfo dell’esistenza’. Ed è in questa interrogazione sullo scorrere del tempo in relazione alla propria esistenza che Paolo Lisi inaugura in ‘E la colpa rimane’ un rinnovato capitolo del proprio fare poetico provando a imprimere sulla ‘tela del divenire’ tutti i colori dell’essere.” (Dalla prefazione di Francesco Napoli)

La cerimonia di premiazione avrà luogo il 21 Settembre 2014 alle ore 20,00 a Zafferana Etnea.

 

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